Intervento molto interessante ed istruttivo. Quando ha fatto l’esempio dell’opportunità di somministrazione di un farmaco di cui non è certa la tossicità non ho potuto fare a meno di pensare all’obbligo vaccinale contro la Covid 19 che nonostante fosse certo che se ne ignorassero gli effetti collaterali non si è esitato ad imporne la somministrazione a tappeto sulle popolazioni a dovere impaurite. Quale sarà stata a suo tempo la posizione del professore a riguardo eticamente parlando? L’applauso che la sua esternazione ha suscitato a quale sentimento collettivo sarà stato dovuto ? 🧐
Egregio professore, ho avuto modo di ascoltare solo ieri il suo intervento del 23/11/2023 ospite al Forum Internazionale dell'Agroalimentare (cioè Coldiretti) a Villa Miani. Mi permetta di esprimerle il mio sconcerto per talune Sue affermazioni: 1. In primo luogo non ho compreso perché Lei contesti il termine “carne coltivata”. Le domando cosa per Lei sarebbe definibile con il termine “carne coltivata” visto che tale termine (coniato negli anni ’90 dall’ingegnere olandese Willem van Eelen e non da Lei) viene oggi utilizzato per esprimere proprio ciò per cui è stato concepito. Non dovrebbe sfuggirle che è una questione puramente semantica: “sintetica” spaventa di più di “coltivata” e i lobbisti dell’allevamento lo sanno bene. Mi pare, e mi corregga se sbaglio, che Lei non sostanzi la Sua affermazione: “Non è carne coltivata questa: sono cellule isolate da una biopsia muscolare che vengono messe in vitro e fatte crescere". Le chiedo cosa lo sarebbe allora? e chiedo se, per auspicabile coerenza, definisce “pelle sintetica” quella ottenuta tramite la Medicina rigenerativa usando tecniche con cui sono realizzati i tessuti, denominati “costrutti cutanei”, che vengono poi trapiantati su chi ha subito gravi ustioni e che sono prodotti in un bioreattore coltivando cellule staminali similmente a come avviene per la “carne coltivata”? Se Le fosse sfuggito, anche l’Istituto Mario Negri, che Lei credo conosca molto bene, la chiama “carne coltivata” con buona pace del Suo illustre Ospite. Ma, certamente, chiamarla “carne sintetica” muove molto di più le corde emotive di chi ascolta e con ciò Lei offre buone basi di marketing agli associati Coldiretti per le loro battaglie di retroguardia. 2. Quando poi Lei entra nel merito di come sarebbe prodotta la “carne coltivata” non mi pare si basi su evidenze che non siano il semplice sentito dire: da Scienziato come Lei tiene orgogliosamente a ricordare al Suo pubblico, mi domando come può esprimere un giudizio su una cosa che non conosce. Lei dovrebbe essere consapevole di rappresentare una comunità che ha come metodo quello di discutere sui fatti e non sulle opinioni. È davvero metodo scientifico questo? Se voleva fare solo considerazioni generiche e personali (visto il livello non tecnico dell’auditorio) allora perché parla esclusivamente delle ipotetiche problematiche e non delle enormi potenzialità di un simile prodotto? Insinua addirittura che occorreranno antibiotici per coltivare questa “carne coltivata”. A quali studi fa riferimento? O è frutto di una Sua avventata supposizione certamente gradita a Coldiretti? Ha verificato e può documentare? La invito perciò ad accertarsi che il processo di cultura non richiede antibiotici proprio perché avverrà in condizioni di sterilità al contrario di ciò che avviene nelle stalle e nei macelli degli associati Coldiretti. Di contro, non ho dubbi che Lei sappia benissimo che l’uso degli antibiotici in zootecnia è oggi così diffuso e abusato da essere tra le principali cause della antibioticoresistenza anche negli umani. Ma come mai questo si è dimenticato di ricordarlo? Ma a pensar male si fa peccato. 3. E, dal punto di vista nutrizionale, che sarebbe la Sua materia di elezione, la Sua preoccupazione è altrettanto sconcertante. Lei afferma che “Homo Sapiens si è adattato in 2 o 3 milioni di anni ad una alimentazione naturale” (devo informarla che la ns. specie Homo Sapiens ha una storia di appena 300.000 anni e non di 2 o 3 milioni). Cosa intende per “adattato”? Cosa intende per “naturale”? Il teosinte o il mais? Il grano Khorasan o il grano Creso? E il pomodoro e la patata che in Europa usiamo solo da meno di 5 secoli? (cioè appena un seicentesimo della storia umana). Come avremmo fatto ad adattarci in poche centinaia di anni quando l’Evoluzione (almeno questo spero non Le sfugga) richiede tempi enormemente più lunghi? Le domando anche cosa pensi dei filosofi della Scienza i quali ritengono che il concetto di “Naturale” sia “culturale e non scientifico” (da Gilberto Corbellini storico della Medicina a Telmo Pievani filosofo delle scienze biologiche). Lei non riesce davvero a immaginare che l’avvento della “carne coltivata” sia auspicabile perché carne meno esposta alle malattie dell’animale, ai batteri e ai virus di quanto non sia quella proveniente da allevamenti? … e di quanto potrebbe essere ridotto l’uso e l'esposizione a sostanze come pesticidi e fungicidi altrimenti presenti nei mangimi? … e non riesce a supporre che la “carne coltivata” comporti rischi di zoonosi o spillover pari a zero? … non immagina che la “carne coltivata” possa essere un cibo esente da colesterolo e da grassi saturi per via di una crescita cellulare adeguatamente programmata? Tutto questo non le è venuto in mente nonostante la Sua professione; oppure quel convegno non era il posto adatto per dirlo? Lei si sofferma anche sull’ipotetico effetto negativo di una “carne che è digerita già nei primi 20 cm dell’intestino tenue”: ma Lei come sa che la digestione avverrebbe nei primi 20 cm considerato che questa carne ancora non è in commercio? Solitamente gli scienziati fanno affermazioni sui fatti e non sui pregiudizi. 4. Infine ci sono le cose che non dice (forse per non urtare Coldiretti?): non una sola parola sul fatto che il consumo di carne sia associato a un incremento dell’incidenza di alcuni tumori tanto che l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) suggerisce che un adulto dovrebbe consumarne non più di 200-300 grammi a settimana (compresi salumi, condimenti e ripieni per vari formati di pasta). In Italia 200-300 grammi sono addirittura il consumo medio di un solo giorno. Lei esprime giudizi su un prodotto che ancora non c’è (e perciò non può conoscerne i meccanismi digestivi) senza dire una sola parola su quello che già c’è e che viene consumato in eccesso? Sicuramente poteva approfittare dell’occasione pubblica per fare un po' di cultura nutrizionale, ma la Sua missione era evidentemente solo quella di demonizzare la “carne coltivata”. Strana testimonianza scientifica la Sua. Nella speranza di ritrovarla in sentieri migliori Le porgo cordiali saluti. Claudio Ferioli - Bologna
Commento da incorniciare. Condivido ogni sillaba, il discorso del Professore è sconcertante, non me lo sarei mai aspettato da una figura professionale come la sua...evidentemente Coldiretti può comprare tutto.
La parola naturale non è un neologismo come carne coltivata, il significato lo può trovare sul dizionario della lingua italiana che credo si basi sull'etimllogia di origine latina, a differenza del suo termine di origine estranea alla cultura e al territorio italiano. Il laboratorio come pensa che viene mantenuto asettico? Lei è uno scenziato o un semplice pensatore/scrittore? Per quanto poco ne può sapere il professore penso che ne sa altrettanto poco lei. Gli antibiotici negli allevamenti vengono usati con più raziocinio rispetto all'uso umano quindi mi chiedo dove sono le prove che sia la carne a causare la resistenza a questi. Una carne prodotta in laboratorio non avrà mai le stesse proprietà nutrizionali di una proveniente da animale che pascola, se ha bisogno di prove non sarò io a dargliele vada a studiare l'argomento. Non capisco perché favorire un business già monopolizzato dalla peggiore feccia umana quando dietro alla zootecnia ci sono oltre che milioni di posti di lavoro un infinito patrimonio culturale creato in millenni di evoluzione. Siamo passati dal legno e il ferro alla plastica, questa è la stessa identica situazione. La cosa più fastidiosa è la sua arroganza come se lei ne sapesse di più e fosse più oggettivo, si nota invece la sua totale imparzialità dovuta probabilmente alla sua alimentazione vegetariana, io anche sono vegetariano e credo che la bugia di ridurre l'impatto ambientale partendo dagli allevamenti zootecnici oltre che ridicola sia meschina e superficiale. Con affetto, spero di non averla offesa, spero di essermi spiegato almeno un quinto di quanto si è spiegato lei.
@@HoneyOrMoney "La parola naturale non è un neologismo come carne coltivata"... Leggiamo insieme sulla Treccani cosa è un neologismo: è un termine (come sono ad es. twittare, googlare ecc.) mentre carne coltivata o carne sintetica (entrambe) sono espressioni composte da sostantivo e attributo (e non un neologismo) ..."il significato lo può trovare sul dizionario della lingua italiana che credo si basi sull'etimllogia di origine latina, a differenza del suo termine di origine estranea alla cultura e al territorio italiano"... Quale termine sarebbe estraneo alla cultura italiana? Carne? Coltivata? Sintetica? Di certo non lo sono, ma anche se lo fossero c'è un divieto? ..."Il laboratorio come pensa che viene mantenuto asettico?"... Lo si sanifica ad ogni ciclo come avviene nelle sale operatorie e non avrebbe senso usare antibiotici. ..."Lei è uno scenziato o un semplice pensatore/scrittore? Per quanto poco ne può sapere il professore penso che ne sa altrettanto poco lei"... Le mie competenze non hanno importanza: la Scienza non si basa sul principio di autorità, ma sulla riproducibilità degli esperimenti e sulle prove. Dunque nessuna gara. Se un collega professore dice scempiaggini io glielo faccio notare con riferimenti puntuali e riscontrabili. Se avesse argomenti puntuali può sempre rispondermi ma se ne guarda bene. E poi ha già chi lo difende. ..."Gli antibiotici negli allevamenti vengono usati con più raziocinio rispetto all'uso umano quindi mi chiedo dove sono le prove che sia la carne a causare la resistenza a questi."... Gli antibiotici vengono addirittura usati e abusati in via preventiva e l’Italia ha il triste primato in Europa (mi permetta di citare uno studio proprio del Policlinico Gemelli dove lavora il Suo Gasbarrini: www.ansa.it/amp/canale_saluteebenessere/notizie/sanita/2019/08/23/antibiotici-50-consumo-in-italia-e-negli-allevamenti_67fe861c-55c0-4048-87e3-87e14e31af99.html) ..."Una carne prodotta in laboratorio non avrà mai le stesse proprietà nutrizionali di una proveniente da animale che pascola, se ha bisogno di prove non sarò io a dargliele vada a studiare l'argomento"... In effetti potrebbe essere addirittura migliore. Ma Lei come lo sa dato che la c.c. non è ancora in commercio? Cosa intende per proprietà nutrizionali? Lo sa che il 95% dei bovini non pascola? Io mi sono accontentato di articoli su riviste minori come Lancet, Nature e Science perciò Le sarei grato se volesse fornirmi le Sue migliori letture, quali areri di casalinghe informate, di cuochi telegenici o anche i bollettini parrocchiali andrebbero bene. ..."Non capisco perché favorire un business già monopolizzato dalla peggiore feccia umana quando dietro alla zootecnia ci sono oltre che milioni di posti di lavoro un infinito patrimonio culturale creato in millenni di evoluzione."... Ha i nomi e cognomi della peggior feccia umana? Quanto fattura oggi questo business? Quanto quello dell'allevamento? Chi è quello più grande e più inquinante dei due? ..."Siamo passati dal legno e il ferro alla plastica, questa è la stessa identica situazione. La cosa più fastidiosa è la sua arroganza come se lei ne sapesse di più e fosse più oggettivo, si nota invece la sua totale imparzialità"... Grazie per avermi attribuito imparzialità: ho scritto solo dati e non le mie opinioni (altrimenti diventa una inutile disputa da bar) ..."dovuta probabilmente alla sua alimentazione vegetariana, io anche sono vegetariano e credo che la bugia di ridurre l'impatto ambientale partendo dagli allevamenti zootecnici oltre che ridicola sia meschina e superficiale."... Purtroppo non sono vegetariano, ma mi congratulo per la Sua scelta vegetariana. Sul tema impatto ambientale le offro la lettura di qualche dato edito dalla maggior organizzazione mondiale di raccolta dati. Se vuole lo può consultare ourworldindata.org/environmental-impacts-of-food Grato per il suo intervento e per aver affrontato la noiosa lettura delle mie risposte Con affetto
95%? E di questo 95 % quanto è composto dagli allevamenti italiani? Perché se parliamo di cina e usa non mi interessa molto se mangiano carne o polistirolo ma in italia se permette è un po' diversa la situazione gastronomicamente, zootecnicamente e eticamente parlando. Non pascolano i bovini da latte, che appunto non sono coinvolti nella questione e la cosa che fa sorridere è che sono loro i più inquinanti a causa del ciclo dell'acetil fosfato e la metanogenesi, se vogliamo parlare di zootecnia i libri sicuramente sono più informativi di quanto può esserlo un articolo di giornale scritto da un giornalista appunto e non da un tecnico e le garantisco che ne ho letti molti di entrambi, immagino che lei non sappia dirmi la differenza fisica e fisiologica tra una frisona e una maremmana e sicuramente non sa nemmeno quando e perché viene effettuata la stabulazione fissa. I nomi dei più grandi investitori li trova scritti negli articoli che lei evidentemente evita per leggere quelli che le fanno comodo, se vuole paragonare il guadagno di questi con quello dei zootecnici o degli allevatori è evidente che non ha capito niente. La carne sintetica contiene più micro e macro nutrienti e piu micro e macro elementi di un bovino che pascola? Mi sa che lei chiude gli occhi all'occorrente, dove sarebbero questi dati che mi faccio due risate? Riguardo all'incidenza delle malattie dovuto all'uso di carne e derivati si vada a cercare gli acidi grassi saturi contenuti nella carne e nel latte, alcuni sono antitumorali, l'uso sconsiderato di qualsiasi cosa fa male. Riguardo all'inquinamento si informi quanta co2 ha generato con una transazione bancaria, guardando la televisione, uscendo con la macchina, mangiando l'ananas o la banana. Sa come si producono le sostanze che si usano per sterilizzare un laboratorio o pensa che usano un vaporetto? Sa cos'è l'o3? Sa quali sono le norme italiane e europee per la preservazione degli ambienti dediti ad allevare? Ma l'etimologia di naturale l'ha cercata? Lei mi sembra tutto tranne che oggettivo forse non sono stato chiaro col sarcasmo sull'imparzialità. Non è vegetariano allora sarà animalista?! Tutto questo sforzo a favore della carne sintetica e non un cenno riguardo i pesticidi che sono stati il primo retrofront da parte dell'europa messa alle strette dagli agricoltori... Mi chiedevo ancora come giustifica il patrimonio, non valore economico ma patrimonio, culturale che si disintegrerebbe con la dittatura della politica green e dagli animalisti come lei che gli allevamenti li hanno visti solo in tv. Sa cosa vuol dire transumanza? Sa che origine ha la podolica o la capra aspromontana? Sa cosa è direttamente o indirettamente connesso alla presenza degli allevamenti ovi caprini nelle terre marginali? Ha dei dati anche riguardo l'accessibilità di tale carne in termini di costo per il consumatore o fa i conti senza l'oste? Grazie a lei dell'attenzione. Ps. Le sue competenze se non sono attinenti alla materia è inutile parlare. Può sminuire quanto vuole l'argomento ma servono dati e conoscenze che a lei non sono accessibili dagli articoli di focus e nature.
Ho fatto 3 visite al Cemar o Cemad perchè ho fatto il test del microbiota e mi hanno trovato alterazioni importanti secondo i medici. Soffro dal 1990 della CFS o sindrome fatica cronica / encefalomielite mialgica. I medici nelle 3 visite mi hanno detto predi l'Akkermansia e tra 3 mesi starai molto meglio perchè sei tutto infiammato è normale che stai male, risultato zero. Alla seconda visita il medico mi ha sospeso l'Akkermansia e mi ha dato l'antibiotico per eliminare batteri proinfiammatori, e mi ha detto vedrai che tra 3 mesi starai molto meglio, risultato zero, sto sempre male allo stesso modo. Credo che nella teoria sia una cosa fantastica peccato che nella pratica è tutta una buffonata, parlano perchè gli piace sentirsi scienziati, ma è gente intelligente che non ha inventato e scoperto niente. Gli scienziati veri gli intelligenti senza intuito li chiamano elaboratori veloci stupidi. Credo che Gasbarrini sia un elaboratore veloce e chiede una marea di soldi per la visita, un avido e senza empatia da brividi, lasciate perde!
Mi sembra che non ha detto niente. Che non sia carne è una banalità come non è latte quello che chiamiamo latte di soia. Alla domanda se fa male ha risposto: non lo so. Per quanto riguarda gli antibiotici, sappiamo tutti che gli animali da allevamento ne sono imbottiti. Che non sia naturale non è una stranezza, basta leggere le etichette di quello che mangiamo tra coloranti, sbiancanti, antibiotici, antiparassitari, conservanti.... Che un nuovo prodotto alimentare vada testato e per principio non sia sicuro mi sembra un'altra banalità. D'altra parte, un documento pubblicato nel 2017 dal World Cancer Research Fund sul rischio di tumore colorettale ha stimato che un consumo elevato di carni rosse lavorate (50 grammi al giorno) aumenta del 16 per cento il rischio di ammalarsi di questa neoplasia, e questa è una certezza scientifica.
Parla Gasbarrini, ma questo discorso porta la firma di Coldiretti. Sono un grande estimatore del Professore ma qua si è palesemente venduto alla causa, accantonando la sua propensione al metodo scientifico per 15 minuti.
Finalmente una voce chiara e autorevole sopra tutti gli sproloqui spacciati come verità assolute da ciarlatani.
Bravissimo Dottore 👏👏👏👏👏👏👏👏🙏❤️❤️
professor Antonio Gasbarini numero 1
Finalmente una dissertazione competente e ben strutturata, applausi.
complimenti dottore, descrizione scentifica epocale poemica descrizione 🎉
Bravissimo e chiarissimo!! ❤
Nr1 assoluto come sempre, grande Prof!
Amazing!!! Complimenti Professore e grazie!!!
Perché non consigliate professore kijima pro che è un prodotto eccellente
Intervento molto interessante ed istruttivo. Quando ha fatto l’esempio dell’opportunità di somministrazione di un farmaco di cui non è certa la tossicità non ho potuto fare a meno di pensare all’obbligo vaccinale contro la Covid 19 che nonostante fosse certo che se ne ignorassero gli effetti collaterali non si è esitato ad imporne la somministrazione a tappeto sulle popolazioni a dovere impaurite. Quale sarà stata a suo tempo la posizione del professore a riguardo eticamente parlando? L’applauso che la sua esternazione ha suscitato a quale sentimento collettivo sarà stato dovuto ? 🧐
Egregio professore, ho avuto modo di ascoltare solo ieri il suo intervento del 23/11/2023 ospite al Forum Internazionale dell'Agroalimentare (cioè Coldiretti) a Villa Miani.
Mi permetta di esprimerle il mio sconcerto per talune Sue affermazioni:
1. In primo luogo non ho compreso perché Lei contesti il termine “carne coltivata”.
Le domando cosa per Lei sarebbe definibile con il termine “carne coltivata” visto che tale termine (coniato negli anni ’90 dall’ingegnere olandese Willem van Eelen e non da Lei) viene oggi utilizzato per esprimere proprio ciò per cui è stato concepito. Non dovrebbe sfuggirle che è una questione puramente semantica: “sintetica” spaventa di più di “coltivata” e i lobbisti dell’allevamento lo sanno bene.
Mi pare, e mi corregga se sbaglio, che Lei non sostanzi la Sua affermazione: “Non è carne coltivata questa: sono cellule isolate da una biopsia muscolare che vengono messe in vitro e fatte crescere". Le chiedo cosa lo sarebbe allora? e chiedo se, per auspicabile coerenza, definisce “pelle sintetica” quella ottenuta tramite la Medicina rigenerativa usando tecniche con cui sono realizzati i tessuti, denominati “costrutti cutanei”, che vengono poi trapiantati su chi ha subito gravi ustioni e che sono prodotti in un bioreattore coltivando cellule staminali similmente a come avviene per la “carne coltivata”? Se Le fosse sfuggito, anche l’Istituto Mario Negri, che Lei credo conosca molto bene, la chiama “carne coltivata” con buona pace del Suo illustre Ospite.
Ma, certamente, chiamarla “carne sintetica” muove molto di più le corde emotive di chi ascolta e con ciò Lei offre buone basi di marketing agli associati Coldiretti per le loro battaglie di retroguardia.
2. Quando poi Lei entra nel merito di come sarebbe prodotta la “carne coltivata” non mi pare si basi su evidenze che non siano il semplice sentito dire: da Scienziato come Lei tiene orgogliosamente a ricordare al Suo pubblico, mi domando come può esprimere un giudizio su una cosa che non conosce. Lei dovrebbe essere consapevole di rappresentare una comunità che ha come metodo quello di discutere sui fatti e non sulle opinioni. È davvero metodo scientifico questo?
Se voleva fare solo considerazioni generiche e personali (visto il livello non tecnico dell’auditorio) allora perché parla esclusivamente delle ipotetiche problematiche e non delle enormi potenzialità di un simile prodotto? Insinua addirittura che occorreranno antibiotici per coltivare questa “carne coltivata”. A quali studi fa riferimento? O è frutto di una Sua avventata supposizione certamente gradita a Coldiretti? Ha verificato e può documentare? La invito perciò ad accertarsi che il processo di cultura non richiede antibiotici proprio perché avverrà in condizioni di sterilità al contrario di ciò che avviene nelle stalle e nei macelli degli associati Coldiretti.
Di contro, non ho dubbi che Lei sappia benissimo che l’uso degli antibiotici in zootecnia è oggi così diffuso e abusato da essere tra le principali cause della antibioticoresistenza anche negli umani.
Ma come mai questo si è dimenticato di ricordarlo? Ma a pensar male si fa peccato.
3. E, dal punto di vista nutrizionale, che sarebbe la Sua materia di elezione, la Sua preoccupazione è altrettanto sconcertante.
Lei afferma che “Homo Sapiens si è adattato in 2 o 3 milioni di anni ad una alimentazione naturale” (devo informarla che la ns. specie Homo Sapiens ha una storia di appena 300.000 anni e non di 2 o 3 milioni).
Cosa intende per “adattato”? Cosa intende per “naturale”? Il teosinte o il mais? Il grano Khorasan o il grano Creso? E il pomodoro e la patata che in Europa usiamo solo da meno di 5 secoli? (cioè appena un seicentesimo della storia umana). Come avremmo fatto ad adattarci in poche centinaia di anni quando l’Evoluzione (almeno questo spero non Le sfugga) richiede tempi enormemente più lunghi?
Le domando anche cosa pensi dei filosofi della Scienza i quali ritengono che il concetto di “Naturale” sia “culturale e non scientifico” (da Gilberto Corbellini storico della Medicina a Telmo Pievani filosofo delle scienze biologiche).
Lei non riesce davvero a immaginare che l’avvento della “carne coltivata” sia auspicabile perché carne meno esposta alle malattie dell’animale, ai batteri e ai virus di quanto non sia quella proveniente da allevamenti? … e di quanto potrebbe essere ridotto l’uso e l'esposizione a sostanze come pesticidi e fungicidi altrimenti presenti nei mangimi? … e non riesce a supporre che la “carne coltivata” comporti rischi di zoonosi o spillover pari a zero? … non immagina che la “carne coltivata” possa essere un cibo esente da colesterolo e da grassi saturi per via di una crescita cellulare adeguatamente programmata? Tutto questo non le è venuto in mente nonostante la Sua professione; oppure quel convegno non era il posto adatto per dirlo?
Lei si sofferma anche sull’ipotetico effetto negativo di una “carne che è digerita già nei primi 20 cm dell’intestino tenue”: ma Lei come sa che la digestione avverrebbe nei primi 20 cm considerato che questa carne ancora non è in commercio?
Solitamente gli scienziati fanno affermazioni sui fatti e non sui pregiudizi.
4. Infine ci sono le cose che non dice (forse per non urtare Coldiretti?): non una sola parola sul fatto che il consumo di carne sia associato a un incremento dell’incidenza di alcuni tumori tanto che l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) suggerisce che un adulto dovrebbe consumarne non più di 200-300 grammi a settimana (compresi salumi, condimenti e ripieni per vari formati di pasta).
In Italia 200-300 grammi sono addirittura il consumo medio di un solo giorno.
Lei esprime giudizi su un prodotto che ancora non c’è (e perciò non può conoscerne i meccanismi digestivi) senza dire una sola parola su quello che già c’è e che viene consumato in eccesso?
Sicuramente poteva approfittare dell’occasione pubblica per fare un po' di cultura nutrizionale, ma la Sua missione era evidentemente solo quella di demonizzare la “carne coltivata”.
Strana testimonianza scientifica la Sua.
Nella speranza di ritrovarla in sentieri migliori Le porgo cordiali saluti.
Claudio Ferioli - Bologna
Commento da incorniciare. Condivido ogni sillaba, il discorso del Professore è sconcertante, non me lo sarei mai aspettato da una figura professionale come la sua...evidentemente Coldiretti può comprare tutto.
La parola naturale non è un neologismo come carne coltivata, il significato lo può trovare sul dizionario della lingua italiana che credo si basi sull'etimllogia di origine latina, a differenza del suo termine di origine estranea alla cultura e al territorio italiano. Il laboratorio come pensa che viene mantenuto asettico? Lei è uno scenziato o un semplice pensatore/scrittore? Per quanto poco ne può sapere il professore penso che ne sa altrettanto poco lei. Gli antibiotici negli allevamenti vengono usati con più raziocinio rispetto all'uso umano quindi mi chiedo dove sono le prove che sia la carne a causare la resistenza a questi. Una carne prodotta in laboratorio non avrà mai le stesse proprietà nutrizionali di una proveniente da animale che pascola, se ha bisogno di prove non sarò io a dargliele vada a studiare l'argomento. Non capisco perché favorire un business già monopolizzato dalla peggiore feccia umana quando dietro alla zootecnia ci sono oltre che milioni di posti di lavoro un infinito patrimonio culturale creato in millenni di evoluzione. Siamo passati dal legno e il ferro alla plastica, questa è la stessa identica situazione. La cosa più fastidiosa è la sua arroganza come se lei ne sapesse di più e fosse più oggettivo, si nota invece la sua totale imparzialità dovuta probabilmente alla sua alimentazione vegetariana, io anche sono vegetariano e credo che la bugia di ridurre l'impatto ambientale partendo dagli allevamenti zootecnici oltre che ridicola sia meschina e superficiale. Con affetto, spero di non averla offesa, spero di essermi spiegato almeno un quinto di quanto si è spiegato lei.
@@HoneyOrMoney
"La parola naturale non è un neologismo come carne coltivata"...
Leggiamo insieme sulla Treccani cosa è un neologismo: è un termine (come sono ad es. twittare, googlare ecc.) mentre carne coltivata o carne sintetica (entrambe) sono espressioni composte da sostantivo e attributo (e non un neologismo)
..."il significato lo può trovare sul dizionario della lingua italiana che credo si basi sull'etimllogia di origine latina, a differenza del suo termine di origine estranea alla cultura e al territorio italiano"...
Quale termine sarebbe estraneo alla cultura italiana? Carne? Coltivata? Sintetica? Di certo non lo sono, ma anche se lo fossero c'è un divieto?
..."Il laboratorio come pensa che viene mantenuto asettico?"...
Lo si sanifica ad ogni ciclo come avviene nelle sale operatorie e non avrebbe senso usare antibiotici.
..."Lei è uno scenziato o un semplice pensatore/scrittore? Per quanto poco ne può sapere il professore penso che ne sa altrettanto poco lei"...
Le mie competenze non hanno importanza: la Scienza non si basa sul principio di autorità, ma sulla riproducibilità degli esperimenti e sulle prove. Dunque nessuna gara. Se un collega professore dice scempiaggini io glielo faccio notare con riferimenti puntuali e riscontrabili. Se avesse argomenti puntuali può sempre rispondermi ma se ne guarda bene. E poi ha già chi lo difende.
..."Gli antibiotici negli allevamenti vengono usati con più raziocinio rispetto all'uso umano quindi mi chiedo dove sono le prove che sia la carne a causare la resistenza a questi."...
Gli antibiotici vengono addirittura usati e abusati in via preventiva e l’Italia ha il triste primato in Europa (mi permetta di citare uno studio proprio del Policlinico Gemelli dove lavora il Suo Gasbarrini: www.ansa.it/amp/canale_saluteebenessere/notizie/sanita/2019/08/23/antibiotici-50-consumo-in-italia-e-negli-allevamenti_67fe861c-55c0-4048-87e3-87e14e31af99.html)
..."Una carne prodotta in laboratorio non avrà mai le stesse proprietà nutrizionali di una proveniente da animale che pascola, se ha bisogno di prove non sarò io a dargliele vada a studiare l'argomento"...
In effetti potrebbe essere addirittura migliore. Ma Lei come lo sa dato che la c.c. non è ancora in commercio? Cosa intende per proprietà nutrizionali? Lo sa che il 95% dei bovini non pascola?
Io mi sono accontentato di articoli su riviste minori come Lancet, Nature e Science perciò Le sarei grato se volesse fornirmi le Sue migliori letture, quali areri di casalinghe informate, di cuochi telegenici o anche i bollettini parrocchiali andrebbero bene.
..."Non capisco perché favorire un business già monopolizzato dalla peggiore feccia umana quando dietro alla zootecnia ci sono oltre che milioni di posti di lavoro un infinito patrimonio culturale creato in millenni di evoluzione."...
Ha i nomi e cognomi della peggior feccia umana? Quanto fattura oggi questo business? Quanto quello dell'allevamento? Chi è quello più grande e più inquinante dei due?
..."Siamo passati dal legno e il ferro alla plastica, questa è la stessa identica situazione. La cosa più fastidiosa è la sua arroganza come se lei ne sapesse di più e fosse più oggettivo, si nota invece la sua totale imparzialità"...
Grazie per avermi attribuito imparzialità: ho scritto solo dati e non le mie opinioni (altrimenti diventa una inutile disputa da bar)
..."dovuta probabilmente alla sua alimentazione vegetariana, io anche sono vegetariano e credo che la bugia di ridurre l'impatto ambientale partendo dagli allevamenti zootecnici oltre che ridicola sia meschina e superficiale."...
Purtroppo non sono vegetariano, ma mi congratulo per la Sua scelta vegetariana.
Sul tema impatto ambientale le offro la lettura di qualche dato edito dalla maggior organizzazione mondiale di raccolta dati. Se vuole lo può consultare ourworldindata.org/environmental-impacts-of-food
Grato per il suo intervento e per aver affrontato la noiosa lettura delle mie risposte
Con affetto
95%? E di questo 95 % quanto è composto dagli allevamenti italiani? Perché se parliamo di cina e usa non mi interessa molto se mangiano carne o polistirolo ma in italia se permette è un po' diversa la situazione gastronomicamente, zootecnicamente e eticamente parlando. Non pascolano i bovini da latte, che appunto non sono coinvolti nella questione e la cosa che fa sorridere è che sono loro i più inquinanti a causa del ciclo dell'acetil fosfato e la metanogenesi, se vogliamo parlare di zootecnia i libri sicuramente sono più informativi di quanto può esserlo un articolo di giornale scritto da un giornalista appunto e non da un tecnico e le garantisco che ne ho letti molti di entrambi, immagino che lei non sappia dirmi la differenza fisica e fisiologica tra una frisona e una maremmana e sicuramente non sa nemmeno quando e perché viene effettuata la stabulazione fissa. I nomi dei più grandi investitori li trova scritti negli articoli che lei evidentemente evita per leggere quelli che le fanno comodo, se vuole paragonare il guadagno di questi con quello dei zootecnici o degli allevatori è evidente che non ha capito niente. La carne sintetica contiene più micro e macro nutrienti e piu micro e macro elementi di un bovino che pascola? Mi sa che lei chiude gli occhi all'occorrente, dove sarebbero questi dati che mi faccio due risate? Riguardo all'incidenza delle malattie dovuto all'uso di carne e derivati si vada a cercare gli acidi grassi saturi contenuti nella carne e nel latte, alcuni sono antitumorali, l'uso sconsiderato di qualsiasi cosa fa male. Riguardo all'inquinamento si informi quanta co2 ha generato con una transazione bancaria, guardando la televisione, uscendo con la macchina, mangiando l'ananas o la banana. Sa come si producono le sostanze che si usano per sterilizzare un laboratorio o pensa che usano un vaporetto? Sa cos'è l'o3? Sa quali sono le norme italiane e europee per la preservazione degli ambienti dediti ad allevare?
Ma l'etimologia di naturale l'ha cercata? Lei mi sembra tutto tranne che oggettivo forse non sono stato chiaro col sarcasmo sull'imparzialità.
Non è vegetariano allora sarà animalista?! Tutto questo sforzo a favore della carne sintetica e non un cenno riguardo i pesticidi che sono stati il primo retrofront da parte dell'europa messa alle strette dagli agricoltori...
Mi chiedevo ancora come giustifica il patrimonio, non valore economico ma patrimonio, culturale che si disintegrerebbe con la dittatura della politica green e dagli animalisti come lei che gli allevamenti li hanno visti solo in tv. Sa cosa vuol dire transumanza? Sa che origine ha la podolica o la capra aspromontana? Sa cosa è direttamente o indirettamente connesso alla presenza degli allevamenti ovi caprini nelle terre marginali?
Ha dei dati anche riguardo l'accessibilità di tale carne in termini di costo per il consumatore o fa i conti senza l'oste?
Grazie a lei dell'attenzione.
Ps. Le sue competenze se non sono attinenti alla materia è inutile parlare. Può sminuire quanto vuole l'argomento ma servono dati e conoscenze che a lei non sono accessibili dagli articoli di focus e nature.
@@pangrazzimario si, ti sembra male
Ho fatto 3 visite al Cemar o Cemad perchè ho fatto il test del microbiota e mi hanno trovato alterazioni importanti secondo i medici. Soffro dal 1990 della CFS o sindrome fatica cronica / encefalomielite mialgica. I medici nelle 3 visite mi hanno detto predi l'Akkermansia e tra 3 mesi starai molto meglio perchè sei tutto infiammato è normale che stai male, risultato zero. Alla seconda visita il medico mi ha sospeso l'Akkermansia e mi ha dato l'antibiotico per eliminare batteri proinfiammatori, e mi ha detto vedrai che tra 3 mesi starai molto meglio, risultato zero, sto sempre male allo stesso modo. Credo che nella teoria sia una cosa fantastica peccato che nella pratica è tutta una buffonata, parlano perchè gli piace sentirsi scienziati, ma è gente intelligente che non ha inventato e scoperto niente. Gli scienziati veri gli intelligenti senza intuito li chiamano elaboratori veloci stupidi. Credo che Gasbarrini sia un elaboratore veloce e chiede una marea di soldi per la visita, un avido e senza empatia da brividi, lasciate perde!
Mi sembra che non ha detto niente. Che non sia carne è una banalità come non è latte quello che chiamiamo latte di soia. Alla domanda se fa male ha risposto: non lo so. Per quanto riguarda gli antibiotici, sappiamo tutti che gli animali da allevamento ne sono imbottiti. Che non sia naturale non è una stranezza, basta leggere le etichette di quello che mangiamo tra coloranti, sbiancanti, antibiotici, antiparassitari, conservanti.... Che un nuovo prodotto alimentare vada testato e per principio non sia sicuro mi sembra un'altra banalità. D'altra parte, un documento pubblicato nel 2017 dal World Cancer Research Fund sul rischio di tumore colorettale ha stimato che un consumo elevato di carni rosse lavorate (50 grammi al giorno) aumenta del 16 per cento il rischio di ammalarsi di questa neoplasia, e questa è una certezza scientifica.
Farmaci sicuri!? Magari ce ne fossero. La reazione avversa può sempre accadere.
ancora con la bufala della carne "sintetica", si tratta di carne ricavata da cellule animali cresciute in coltura
go vegan
Parla Gasbarrini, ma questo discorso porta la firma di Coldiretti. Sono un grande estimatore del Professore ma qua si è palesemente venduto alla causa, accantonando la sua propensione al metodo scientifico per 15 minuti.
Le parole del professore: "perle ai porci"
Classificare questo intervento dal palcoscenico da cui è stato fatto mi sembra riduttivo.
Per poter obiettare, bisogna parlare concretamente
non presumere.
Se lei pensa che Garbarrini abbia omesso o sbagliato
lo scriva con dati certi
@@Gilgamesh_for_vhemt_REvolution Il discorso di Gasbarrini è basato tutto sul suo "presumere". Vai a fare le pulci a lui prima.
@@lucadonati547
Il microbioma è presunzione?
Provi a far esaminare la sua cacca e il suo cervello.
Vedrà che non troverà differenze 😘