Magnifico, e forse meglio ascoltare e riascoltare prof. Cacciari dopo aver assistito ad una rappresentazione di 'Prometeo'. Infine, i principi della società antica Greca ci porterà a sperare, e a lottare per una futura migliore, sempre semmai più giusta.
L'ascolto come fine? Oppure una utopia dell' ascolto ? Questa riflessione pone il quesito più importante : se devo ascoltare oltre ogni misura - e ciò è relativo- posso comporre, eseguire, intrattenermi ad ascoltare ossessivamente per riavviare l'esercizio del comporre, dell'ascolto e dell'esecuzione in una unica azione. Bene! Questa esasperata prassi, ma non fine ultimo, può essere sensibilizzata e protratta all'infinito : lo si constata ad es. nell'esecuzione non necessariamente musicistica di Aus del sieben Tagen di Stockhausen del 1968. In queste esperienze "sonore" è ossessivamente implicita questa tragedia anche se non se ne ha o aveva, alcuna spiegazione, a monte, da parte di Nono o Cacciari. Basta eseguirla per rendersene conto (questo con una trentina di anni in anticipo). Ma anche in Aus den... la domanda che ci si pone è: il fine ultimo di questa estenuante ed estasiante prassi, che conduce in un' interiorità fatta di altre tipologie - rispetto al suono allo spazio ai timpani del sistema uditivo - là, in quello " spazio" interiore, cosa e come dobbiamo ascoltare? Non esiste solo l'ascolto infinitesimale uditivo bensì quello emotivo, mnemonico, metafisico(?), inconscio(?) , spirituale(?) , etc. Non possiamo escludere tutto questo substrato ma se ne può accuratamente tralasciare di citarlo come è sempre avvenuto durante una incompleta analisi del lavoro di Nono. Incompleta perché? Chiunque sa che l'ascolto non inizia con la vibrazione timpanica bensì con una risonanza della nostra interiorità ciò accade, volenti o nolenti. Ecco quindi che per comprendere Nono abbiamo bisogno di entrare in quella interiorità così tanto evitata : NON SE NE PARLA ! Per evitare di rilevare fenomeni di contemplazione? O fenomeni poco credibili o lambenti fenomeni meditativi? Insomma: perchè avere timore di essere fraintesi con "certi" orientalismi? Non possiamo avere una interiorità occidentale? Visto che si inizia l'analisi da una concezione occidentale concettuale che parte dalla scrittura. Sembra di no! L'analisi di Cacciari convince molto poco e non perché egli non abbia approfondito adeguatamente, bensì perché egli stesso è interdetto da Nono che non ritiene di avere un fine ultimo al di là dell'ascolto né ritiene di dover parlare di un ascolto differenziato che avviene nella nostra interiorità. Due temi per niente futili ma certamente scomodi. Nono andrebbe indagato come si rendeva necessario fare per Carmelo Bene ( Giancarlo Grande spesso rimarcava ciò per CB ). In Nono intuisco una grandezza che non riguarda l'ascolto, o la sua tragedia - per cui addirittura bisognerebbe inventare l'ascoltatore - da Nono mi arriva costantemente un messaggio : "urgenza" . Qualcosa è estremamente importante ed è urgente e non sappiamo se attraverso il suono sia possibile risolvere queste priorità ma, sappiamo che potremmo continuare a parlarne all'infinito. Tautologia? No! Per mia soggettiva intuizione, suppongo che Nono avesse scalfito in una direzione ancora aperta, del tutto aperta.
Se l'ascolto " è un ricordarsi, un ritornare a sé, un ritornare al proprio fondo" è una esperienza "esoterica" se la si vuole chiamare così. Siamo proprio sicuri che in Nono questa dimensione "altra" sia del tutto amputato? Io ritengo di no
@@Pelleasso Parole sante. E' tutta una messinscena in cui la sovrastruttura ideologica e politica che annulla l'esperienza estetica della musica non è altro che mistificazione e demagogia (che ha portato a Nono, Cacciari, Berio e simili notevoli vantaggi in termini di commissioni, prestigio, autorevolezza). L'arte nella sua nullità.
Il problema Cacciari sai qual'è? È che questa musica è tremendamente noiosa. Va bene come colonna sonora. Perché è totalmente concettuale. Ma vuoi mettere con James Brown? Non ve fate troppe seghe mentali
Poveraccio, non solo ignorante - nel senso etimologico del termine - ma pure così presuntuoso ed arrogante da elevare tale caratteristica a nota di merito. Fantastica l'incoscienza che il buio intellettuale può generare
Magnifico, e forse meglio ascoltare e riascoltare prof. Cacciari dopo aver assistito ad una rappresentazione di 'Prometeo'. Infine, i principi della società antica Greca ci porterà a sperare, e a lottare per una futura migliore, sempre semmai più giusta.
Straordinaria lezione
Illuminante.
Incredibile....siete impazziti
No, sono furbi. O credono di esserlo. Per fortuna da anni ci stiamo lentamente scrollando di dosso la loro pesantissima e perniciosa eredità.
molto interessante. Grazie
❤❤❤❤
Dal fonema al segno grafico che riproduce convenzionalmente il suono semantizzato
Teoreticamente ermeneutico, ma soprattutto
.
L'ascolto come fine? Oppure una utopia dell' ascolto ? Questa riflessione pone il quesito più importante : se devo ascoltare oltre ogni misura - e ciò è relativo- posso comporre, eseguire, intrattenermi ad ascoltare ossessivamente per riavviare l'esercizio del comporre, dell'ascolto e dell'esecuzione in una unica azione. Bene! Questa esasperata prassi, ma non fine ultimo, può essere sensibilizzata e protratta all'infinito : lo si constata ad es. nell'esecuzione non necessariamente musicistica di Aus del sieben Tagen di Stockhausen del 1968. In queste esperienze "sonore" è ossessivamente implicita questa tragedia anche se non se ne ha o aveva, alcuna spiegazione, a monte, da parte di Nono o Cacciari. Basta eseguirla per rendersene conto (questo con una trentina di anni in anticipo).
Ma anche in Aus den... la domanda che ci si pone è: il fine ultimo di questa estenuante ed estasiante prassi, che conduce in un' interiorità fatta di altre tipologie - rispetto al suono allo spazio ai timpani del sistema uditivo - là, in quello " spazio" interiore, cosa e come dobbiamo ascoltare? Non esiste solo l'ascolto infinitesimale uditivo bensì quello emotivo, mnemonico, metafisico(?), inconscio(?) , spirituale(?) , etc.
Non possiamo escludere tutto questo substrato ma se ne può accuratamente tralasciare di citarlo come è sempre avvenuto durante una incompleta analisi del lavoro di Nono.
Incompleta perché? Chiunque sa che l'ascolto non inizia con la vibrazione timpanica bensì con una risonanza della nostra interiorità ciò accade, volenti o nolenti. Ecco quindi che per comprendere Nono abbiamo bisogno di entrare in quella interiorità così tanto evitata : NON SE NE PARLA ! Per evitare di rilevare fenomeni di contemplazione? O fenomeni poco credibili o lambenti fenomeni meditativi? Insomma: perchè avere timore di essere fraintesi con "certi" orientalismi? Non possiamo avere una interiorità occidentale? Visto che si inizia l'analisi da una concezione occidentale concettuale che parte dalla scrittura. Sembra di no! L'analisi di Cacciari convince molto poco e non perché egli non abbia approfondito adeguatamente, bensì perché egli stesso è interdetto da Nono che non ritiene di avere un fine ultimo al di là dell'ascolto né ritiene di dover parlare di un ascolto differenziato che avviene nella nostra interiorità.
Due temi per niente futili ma certamente scomodi. Nono andrebbe indagato come si rendeva necessario fare per Carmelo Bene ( Giancarlo Grande spesso rimarcava ciò per CB ). In Nono intuisco una grandezza che non riguarda l'ascolto, o la sua tragedia - per cui addirittura bisognerebbe inventare l'ascoltatore - da Nono mi arriva costantemente un messaggio : "urgenza" . Qualcosa è estremamente importante ed è urgente e non sappiamo se attraverso il suono sia possibile risolvere queste priorità ma, sappiamo che potremmo continuare a parlarne all'infinito. Tautologia? No! Per mia soggettiva intuizione, suppongo che Nono avesse scalfito in una direzione ancora aperta, del tutto aperta.
Se l'ascolto " è un ricordarsi, un ritornare a sé, un ritornare al proprio fondo" è una esperienza "esoterica" se la si vuole chiamare così. Siamo proprio sicuri che in Nono questa dimensione "altra" sia del tutto amputato? Io ritengo di no
Che palle
Ma chi ti obbliga ad ascoltare?
@@MrDodo458 l’ultimo Nono! Goditelo. Godiiiiii
@@MrDodo458 fingi di ascoltare tu il chiacchiericcio e la musicaccia. Perché nessuno ci crede, neanche tu, che ci perdi tempo. Forse ti illudi.
@@Pelleasso poveretto. Sei convinto che un tuo limite sia per forza esteso ad ogni essere umano?
@@Pelleasso Parole sante. E' tutta una messinscena in cui la sovrastruttura ideologica e politica che annulla l'esperienza estetica della musica non è altro che mistificazione e demagogia (che ha portato a Nono, Cacciari, Berio e simili notevoli vantaggi in termini di commissioni, prestigio, autorevolezza). L'arte nella sua nullità.
Il problema Cacciari sai qual'è? È che questa musica è tremendamente noiosa. Va bene come colonna sonora. Perché è totalmente concettuale. Ma vuoi mettere con James Brown? Non ve fate troppe seghe mentali
James Brown hanno deciso per noi che non è noioso, come hanno deciso per noi che questa musica è noiosa.
Poveraccio, non solo ignorante - nel senso etimologico del termine - ma pure così presuntuoso ed arrogante da elevare tale caratteristica a nota di merito. Fantastica l'incoscienza che il buio intellettuale può generare
Il nulla che parla del nulla