Arezzo. Presentazione Icona Mariana del Duecento

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  • Опубліковано 29 гру 2024
  • Ci troviamo nel convitto di Santa Caterina di Arezzo, un’importante struttura risalente al XIV secolo. Era un convento, e oggi ospita figli e orfani di iscritti alla Gestione Unitaria delle Prestazioni creditizie e sociali dell’Inps. Parliamo di una tavola del Duecento, tornata alla luce grazie all'intervento della Dr.ssa Refice, direttrice del Museo nazionale di arte medievale e moderna di Arezzo, e del suo staff.
    Qualche anno fa abbiamo visto questo quadretto apparentemente insignificante. Gli abbiamo dato poco attenzione all'inizio, poi però ci ha attirato, l’abbiamo fatto smontare e ci siamo resi conto che sotto uno strato molto spesso di molte ridipinture c’era un’opera medievale, probabilmente precedente all’insediamento del monastero, e con delle caratteristiche devozionali: il volto della Madonna è molto consumato, il che vuol dire che veniva baciato, o comunque accarezzato. L’abbiamo portato in laboratorio e cominciato a fare delle ispezioni sotto microscopio, abbiamo cominciato ad assottigliare le ridipinture che coprivano totalmente la superfice e ci siamo subito resi conto che la materia sottostante era sicuramente ben più antica e soprattutto di una grande qualità tecnica. Abbiamo avuto l’opportunità di avvalerci delle istituzioni come il centro Smart di Spoleto, dell’Università di Perugia, della Soprintendenza speciale per il polo museale di Venezia, e cosi le informazioni aumentavano e davano prova di una qualità tecnica notevole: abbiamo trovato presenza di materiali preziosi e di particolari ad oggi mai rivelati su dipinti di questo periodo, come ad esempio l’oro musivo, che veniva utilizzato come succedaneo dell’oro.
    Man mano che andavamo avanti con la pulitura ci rendevamo conto anche però dello stato di consunzione che questa opera presentava, dello stesso stato di abrasione: come potete vedere sull’immagine e soprattutto sul volto della Madonna e sullo sfondo in maniera evidente, il dipinto ha perso moltissimo del suo valore sia materico che quindi estetico. Dopo aver completato la pulitura, abbiamo dovuto affrontare il come dover ripresentare esteticamente quest’opera per dare il massimo risalto ai valori che ancora il dipinto poteva esprimere, e quindi abbiamo eseguito integrazioni là dove potevano essere fatte in maniera non arbitraria. Ci siamo ovviamente fermati nel momento in cui non c’erano più elementi e nel rispetto dello stato di consunzione dell’opera non abbiamo potuto ad esempio ricostruire il volto della Madonna.
    Volendo dare risalto a tutti gli elementi che erano venuti fuori nel corso del restauro si è pensato di ricreare un’immagine virtuale dell’oggetto, al computer, che rendesse conto di tutti gli elementi che l’opera ancora presentava. Infine, abbiamo progettato una teca di protezione che protegga il dipinto dagli agenti esterni, quale la luce a cui i pigmenti che abbiamo riscoperto sono molto sensibili, mi riferisco alle lacche e all’oro musivo ed anche alla polvere che si depositerebbe su questa superfice particolarmente accidentata. Inoltre abbiamo avuto l’opportunità grazie all’Inps di relazionare tutti i dati che sono emersi dal lavoro in una pubblicazione che verrà anche messa in rete.
    La musica del video è Rainmaker
    (freemusicarchiv...) di Aaron Mist
    (freemusicarchiv...)
    licensed under a Attribution-NonCommercial License creativecommon....
    Il brano è stato oggetto di operazione di editing

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