“Bisogna avere in sé il caos per partorire una stella che danza.” Friedrich Nietzsche Un film d’arte, fatto con arte, per l’arte - di grande sapienza. Tanta esperienza personale, tanta vita, tanto cinema in un breve spazio-tempo e tanta storia in un solo film: una capacità di sintesi estrema. Vedere l’impossibile. Non riporta in vita un solo autore ma tutto uno stile e uno spazio tempo con uno sguardo personale e comunque storicamente molto centrato. Riporta il gusto su cui è radicalmente fondata la cultura moderna. Guardare nella ferita - allargare ancora un po’ l’incrinatura. L’erosione del pensiero è essenziale e accidentale a un tempo, radicale impotenza e alto potere, e quanto più lontano si andava in tale rischio e più se ne traeva un diritto imprescrivibile. 😮 Ci vuole onestà e lucidità estrema e coraggio per farlo, non si può restare ai bordi. Di questo parla il film, parafrasando Deleuze, per “non essere indegni di ciò che accade”. Questa è la purezza dell’arte. Poi le visioni della morte personale e della guerra che si uniscono in colui che s’identifica con la storia. La guerra è fuori e dentro. Solo la memoria dell’infanzia sa lenire il dolore come a richiamare il ciclo al suo esordio. Saper guardare con leggerezza al proprio continuo fallire. Quasi una magia o un sabba per le streghe … Riccardo Scamarcio-Johnny Depp-Amedeo Modigliani più bello che mai, dolcemente innamorato di Beatrice - sempre a fuoco - mostra il coraggio di essere se stessi con misura anche nell’eccesso … Poi le relazioni magnifiche tra i personaggi … ognuna speciale e credibile: prima fra tutt’e quella con Beatrice Hastings, letterata e poetessa femminista, musa e amante, che mostra la sua fragile, intelligente indipendenza emotiva: perfetta in se stessa eppure incapace di aiutarlo. Poi l’anima di Chaïm Soutine e la volontà politica di Maurice Utrillo, l’amore materno di Rosalie Tobia, l’interesse di Leopold Zborowski e la verità magistrale di Maurice Gagnat. Così tanto talento, bellezza e intelligenza e cultura … come aver studiato tutta la vita e in un istante scrollarsi ogni cosa di dosso per viverla … è come averlo sognato … un dejavu interiore che non smette di sbalordire … così ci riporta alla funzione primaria del cinema: entrare nel sogno …❤
“Bisogna avere in sé il caos per partorire una stella che danza.”
Friedrich Nietzsche
Un film d’arte, fatto con arte, per l’arte - di grande sapienza.
Tanta esperienza personale, tanta vita, tanto cinema in un breve spazio-tempo e tanta storia in un solo film: una capacità di sintesi estrema. Vedere l’impossibile.
Non riporta in vita un solo autore ma tutto uno stile e uno spazio tempo con uno sguardo personale e comunque storicamente molto centrato. Riporta il gusto su cui è radicalmente fondata la cultura moderna.
Guardare nella ferita - allargare ancora un po’ l’incrinatura.
L’erosione del pensiero è essenziale e accidentale a un tempo, radicale impotenza e alto potere, e quanto più lontano si andava in tale rischio e più se ne traeva un diritto imprescrivibile. 😮
Ci vuole onestà e lucidità estrema e coraggio per farlo, non si può restare ai bordi. Di questo parla il film, parafrasando Deleuze, per “non essere indegni di ciò che accade”.
Questa è la purezza dell’arte.
Poi le visioni della morte personale e della guerra che si uniscono in colui che s’identifica con la storia.
La guerra è fuori e dentro.
Solo la memoria dell’infanzia sa lenire il dolore come a richiamare il ciclo al suo esordio. Saper guardare con leggerezza al proprio continuo fallire.
Quasi una magia o un sabba per le streghe …
Riccardo Scamarcio-Johnny Depp-Amedeo Modigliani più bello che mai, dolcemente innamorato di Beatrice - sempre a fuoco - mostra il coraggio di essere se stessi con misura anche nell’eccesso …
Poi le relazioni magnifiche tra i personaggi … ognuna speciale e credibile: prima fra tutt’e quella con Beatrice Hastings, letterata e poetessa femminista, musa e amante, che mostra la sua fragile, intelligente indipendenza emotiva: perfetta in se stessa eppure incapace di aiutarlo.
Poi l’anima di Chaïm Soutine e la volontà politica di Maurice Utrillo, l’amore materno di Rosalie Tobia, l’interesse di Leopold Zborowski e la verità magistrale di Maurice Gagnat.
Così tanto talento, bellezza e intelligenza e cultura … come aver studiato tutta la vita e in un istante scrollarsi ogni cosa di dosso per viverla … è come averlo sognato … un dejavu interiore che non smette di sbalordire … così ci riporta alla funzione primaria del cinema: entrare nel sogno …❤
Non mi piace Scarmacio.
Neanche a me😅
👏🏼👏🏼❤️