Bella lezione, molto interessante la riflessione dove spiega il fatto che in Italia non c'era un palazzo d'inverno da prendere, ogni volta che ascolto le sue lezioni finisco con un: "non ci avevo pensato". Grazie!
La ringrazio di esistere. Mi sono iscritta in tarda età all'università e il primo esame doveva essere storia della Filosofia. Mai fatto filosofia nella mia vita. Grazie ai suoi video concetti difficili come ad esempio quello dell'infinito di Hegel sono diventati concetti semplicissimi. Grazieeee. Sto dicendo a tutti che la soluzione per capire la filosofia è MATTEO SAUDINO
Grazie, come sempre immenso! Avrei gradito anche qualche riferimento agli incidenti del biennio rosso, morti e feriti, le cause, il contesto. Conosco quelli del fascismo '19-'22 grazie a Wikipedia, mi piacerebbe conoscere quelle del biennio per capire quanto fossero legate alla ricerca dei diritti, rispetto alla rivoluzione, reazione al primo fascismo, ma anche casi di violenza deliberata o cruenta
Ho appena letto della piattaforma Tipeee, preferirei fare un versamento su PayPal o sistemi classici, se puoi allegare qualche sistema... Sei un professore che ognuno avrebbe voluto avere ai tempi, ma la cosa bella del web è che ancora oggi possiamo usufruirne. Tanta stima per quello che fai con le nuove generazioni...e non solo quelle! ♥
@@makc9734 In Italia, oggi, ben poco si conosce del cosiddetto Biennio Rosso, ossia il periodo storico compreso tra il 1919 e il 1920 in cui si scatenò, per la prima volta su scala nazionale, una violenta stagione di tensioni politiche e sociali. Violenze generate dalla crisi economica cui fu costretta l’Italia dopo la conclusione del conflitto mondiale, dall’incapacità del Governo di dare risposte concrete sul piano della politica interna ed internazionale, da una radicata e sentita necessità di una più equa giustizia sociale e, soprattutto, dalla predicazione rivoluzionaria socialista ed anarchica che annunciava prossimo l’avvento della dittatura del proletariato ed aizzava le folle “a fare come in Russia”. Questo periodo rivoluzionario, scandito da sommosse, insurrezioni locali, linciaggi, boicottaggi, prevaricazioni, offese ai valori nazionali e alla religione, condito di morti e feriti, di stragi di Stato - ci si passi il termine - è stato cancellato dai libri di scuola. Questo per una semplice è naturale constatazione, non dare nessuna giustificazione alla successiva reazione fascista che stroncò ogni mira rivoluzionaria bolscevica in Italia. No. Lo squadrismo doveva essere solo un’anomalia del sistema, una “masnada di barbari” calati sul bel Paese che, dopo due anni di selvaggia violenza generalizzata, avevano conquistato il potere. Il fascismo doveva essere l’unica espressione della violenza politica organizzata nella storia. Bastino le parole di Alcide De Gasperi, sul cui profilo politico non occorre indugiare: "ll fascismo fu sugli inizi un impeto di reazione all’internazionalismo comunista che negava la libertà della Nazione […]. Tra il 1919 e il 1920 l’Italia venne percorsa da una spirale di violenza politica come mai si era registrata nella sua storia, violenza fomentata da un PSI massimalista che, sebbene vincitore delle elezioni del Novembre ’19, si trovò impossibilitato a governare la Nazione, come a scatenare la tanto annunciata rivoluzione bolscevica. In questo caos di violenze generalizzate e conseguenti repressioni di Stato si verificheranno degli episodi agghiaccianti sui quali vogliamo fare un piccolo approfondimento. In particolare, ci soffermeremo sugli stupri di Ottobiano del 13 Maggio 1920. Erano mesi che la violenza massimalista sfogava il suo odio contro la religione in attacchi diretti al clero e ai fedeli. Nelle Parrocchie si viveva un clima di terrore e le stesse processioni, fatte oggetto di oscene e volgari invettive dai socialisti ufficiali ed anarchici vari, se non assaltate a colpi di pietra e bastoni, erano praticamente scomparse dai luoghi pubblici. Il tutto in un crescendo, che avrebbe dovuto portare all’instaurazione della dittatura del proletariato, dove non ci sarebbe stato più posto per la religione “oppio dei popoli” e per i suoi ministri… “fare come in Russia”.La conflittualità permanente vedeva due grandi protagonisti in lotta: i sovversivi da un lato e le forze dell’ordine dell’altro. I fascisti, minoritari e senza un seguito apprezzabile, osservavano gli eventi, cercando di ritagliarsi una più che problematica agibilità politica in un mondo che sembrava scivolare drammaticamente, quanto velocemente, nel baratro della rivoluzione bolscevica. Il 2 Maggio 1920, ad esempio, a S. Agata (Firenze), i sovversivi avevano invaso una chiesa durante una festa religiosa e negli incidenti che ne seguirono erano stati feriti alcuni esponenti del PPI: “Venivano esplosi colpi anche contro il Sacramento”.
@@makc9734 Io sono laureato in Economia e non studio su Facebook. Tu smetti di credere alle becerate comunistoidi e guarda in faccia la realtà che, spesso, non è menzionata sui libri di storia. Libri che sono scritti da storici sinistroidi.
DA BRIVIDI! Mentre parlavi sembrava di essere lì, a partecipare al fervore degli operai, desiderosi di battersi per migliorare le loro condizioni. Quando spieghi fai battere il cuore.
Boicottaggi e violenze delle leghe "rosse" nelle campagne!!! Durante le agitazioni sindacali, in corso nelle campagne del bolognese, avvengono ripetuti episodi di violenza: circa 190 incendi e danneggiamenti e una ventina di omicidi e ferimenti. I mezzadri e i braccianti, che non vogliono iscriversi alla Camera del Lavoro confederale o aderiscono alle leghe bianche (cattoliche) o gialle (repubblicane) diventano nemici da combattere con tutti i mezzi per le Leghe Rosse. Le leghe rosse costringono con la forza gli agrari e le Fratellanze cattoliche a servirsi degli uffici di collocamento sindacali per l'assunzione di manodopera avventizia. Anche i mezzadri non schierati con la Lega subiscono pressioni, insulti, minacce, talvolta percosse. A Molinella si hanno pubbliche abiure con passaggi forzati alla Federterra. In occasione degli scioperi, i braccianti organizzano la vigilanza contro i crumiri, reclutati dai proprietari anche in altre provincie, boicottano i lavori agricoli e la cura del bestiame. I capilega sindacali impongono a volte taglie da 100 a 500 lire per la ripresa del lavoro: oltre 400 di essi saranno coinvolti più avanti in processi di estorsione. Nei mesi di luglio e agosto sono organizzate spedizioni punitive contro i proprietari e i coloni, che hanno deciso di trebbiare nonostante il divieto della lega. Tra i più frequenti episodi di intimidazione vi sono il taglio delle viti e l'incendio dei pagliai.
@@montantieBlackPanthers E NO!!! In una Democrazia si discute e si rivendica ma non si commettono atti vandalici oppure non si hanno comportamenti mafiosi.
@@montantieBlackPanthers Ma il tuo logo sarebbe il pugnetto chiuso? AHAHAHAHAHAHAH!! Ancora così state voi comunisti? Ma quando vi evolverete? Stiamo nel 2021 ma voi siete rimasti nel 1945.
@@panettonenatalizio4112 per tua informazione, le classi esistono ancora, i poveri esistono ancora (e sono sempre di più), i ricchi esistono ancora e sono ancora più ricchi, i diritti dei lavoratori sono sempre più bersagliati, quindi sì, la lotta di classe non ha motivo di estinguersi
Questa lezione è un CAPOLAVORO per i contenuti e per l'esposizione degli stessi. Professore, grazie al suo entusiasmo ho ritrovato il mio ....Domanda forse retorica: perchè oggi non è (più?) possibile un "Biennio Rosso?"...a mio avviso sarebbe auspicabile e non solo un "biennio"...
Il Biennio Rosso fu un periodo nero. Le Leghe Rosse utilizzavano metodi mafiosi per imporsi. In Italia, oggi, ben poco si conosce del cosiddetto Biennio Rosso, ossia il periodo storico compreso tra il 1919 e il 1920 in cui si scatenò, per la prima volta su scala nazionale, una violenta stagione di tensioni politiche e sociali. Violenze generate dalla crisi economica cui fu costretta l’Italia dopo la conclusione del conflitto mondiale, dall’incapacità del Governo di dare risposte concrete sul piano della politica interna ed internazionale, da una radicata e sentita necessità di una più equa giustizia sociale e, soprattutto, dalla predicazione rivoluzionaria socialista ed anarchica che annunciava prossimo l’avvento della dittatura del proletariato ed aizzava le folle “a fare come in Russia”.
@@panettonenatalizio4112 Ovviamente non auspico violenza di nessun genere ma solo presa di coscienza con conseguente mobilitazione libera da pressioni partitiche o ideologiche...Utopia? Certo, ma sognare un mondo in cui le persone si ritrovino per rivendicare diritti, giustizia, equità, (ecc ecc) spero sia ancora concesso
@@cinthia9047 Questo si. I diritti, la giustizia e l'equità vanno rivendicati sempre. Viviamo in una Democrazia Liberale e quindi in una forma di Governo che si fonda su questi principi.
@@alias8125 In Italia, oggi, ben poco si conosce del cosiddetto Biennio Rosso, ossia il periodo storico compreso tra il 1919 e il 1920 in cui si scatenò, per la prima volta su scala nazionale, una violenta stagione di tensioni politiche e sociali. Violenze generate dalla crisi economica cui fu costretta l’Italia dopo la conclusione del conflitto mondiale, dall’incapacità del Governo di dare risposte concrete sul piano della politica interna ed internazionale, da una radicata e sentita necessità di una più equa giustizia sociale e, soprattutto, dalla predicazione rivoluzionaria socialista ed anarchica che annunciava prossimo l’avvento della dittatura del proletariato ed aizzava le folle “a fare come in Russia”. Questo periodo rivoluzionario, scandito da sommosse, insurrezioni locali, linciaggi, boicottaggi, prevaricazioni, offese ai valori nazionali e alla religione, condito di morti e feriti, di stragi di Stato - ci si passi il termine - è stato cancellato dai libri di scuola. Questo per una semplice è naturale constatazione, non dare nessuna giustificazione alla successiva reazione fascista che stroncò ogni mira rivoluzionaria bolscevica in Italia. No. Lo squadrismo doveva essere solo un’anomalia del sistema, una “masnada di barbari” calati sul bel Paese che, dopo due anni di selvaggia violenza generalizzata, avevano conquistato il potere. Il fascismo doveva essere l’unica espressione della violenza politica organizzata nella storia. Non è questa l’occasione per fare la storia del Biennio Rosso ed analizzare come la reazione fascista venne accettata da molti come naturale conseguenza e rimedio alle violenze rosse che avevano sconvolto per due anni l’intera Nazione. Bastino le parole di Alcide De Gasperi, sul cui profilo politico non occorre indugiare: "ll fascismo fu sugli inizi un impeto di reazione all’internazionalismo comunista che negava la libertà della Nazione […]. Tra il 1919 e il 1920 l’Italia venne percorsa da una spirale di violenza politica come mai si era registrata nella sua storia, violenza fomentata da un PSI massimalista che, sebbene vincitore delle elezioni del Novembre ’19, si trovò impossibilitato a governare la Nazione, come a scatenare la tanto annunciata rivoluzione bolscevica. In questo caos di violenze generalizzate e conseguenti repressioni di Stato si verificheranno degli episodi agghiaccianti sui quali vogliamo fare un piccolo approfondimento. In particolare, ci soffermeremo sugli stupri di Ottobiano del 13 Maggio 1920. Erano mesi che la violenza massimalista sfogava il suo odio contro la religione in attacchi diretti al clero e ai fedeli. Nelle Parrocchie si viveva un clima di terrore e le stesse processioni, fatte oggetto di oscene e volgari invettive dai socialisti ufficiali ed anarchici vari, se non assaltate a colpi di pietra e bastoni, erano praticamente scomparse dai luoghi pubblici. Il tutto in un crescendo, che avrebbe dovuto portare all’instaurazione della dittatura del proletariato, dove non ci sarebbe stato più posto per la religione “oppio dei popoli” e per i suoi ministri… “fare come in Russia”.La conflittualità permanente vedeva due grandi protagonisti in lotta: i sovversivi da un lato e le forze dell’ordine dell’altro. I fascisti, minoritari e senza un seguito apprezzabile, osservavano gli eventi, cercando di ritagliarsi una più che problematica agibilità politica in un mondo che sembrava scivolare drammaticamente, quanto velocemente, nel baratro della rivoluzione bolscevica. Il 2 Maggio 1920, ad esempio, a S. Agata (Firenze), i sovversivi avevano invaso una chiesa durante una festa religiosa e negli incidenti che ne seguirono erano stati feriti alcuni esponenti del PPI: “Venivano esplosi colpi anche contro il Sacramento”.
Mamma mia il Biennio Rosso (1919-1920)......Vi ricorda qualche fatale pandemia quel periodo? Almeno le mascherine durante le manifestazioni le mettevano? ;) (facile ironia ovviamente)!
Caro Prof. se tutti gli studenti dei licei avessero avuto la possibilità di studiare la storia come la spiega lei, non ci sarebbe tanta ignoranza e menefreghismo, il mondo sarebbe migliore e privo di tanti conflitti sociali.
Il Biennio Rosso fu un periodo nero. Le Leghe Rosse utilizzavano metodi mafiosi per imporsi. In Italia, oggi, ben poco si conosce del cosiddetto Biennio Rosso, ossia il periodo storico compreso tra il 1919 e il 1920 in cui si scatenò, per la prima volta su scala nazionale, una violenta stagione di tensioni politiche e sociali. Violenze generate dalla crisi economica cui fu costretta l’Italia dopo la conclusione del conflitto mondiale, dall’incapacità del Governo di dare risposte concrete sul piano della politica interna ed internazionale, da una radicata e sentita necessità di una più equa giustizia sociale e, soprattutto, dalla predicazione rivoluzionaria socialista ed anarchica che annunciava prossimo l’avvento della dittatura del proletariato ed aizzava le folle “a fare come in Russia”. Questo periodo rivoluzionario, scandito da sommosse, insurrezioni locali, linciaggi, boicottaggi, prevaricazioni, offese ai valori nazionali e alla religione, condito di morti e feriti, di stragi di Stato - ci si passi il termine - è stato cancellato dai libri di scuola. Questo per una semplice è naturale constatazione, non dare nessuna giustificazione alla successiva reazione fascista che stroncò ogni mira rivoluzionaria bolscevica in Italia. No. Lo squadrismo doveva essere solo un’anomalia del sistema, una “masnada di barbari” calati sul bel Paese che, dopo due anni di selvaggia violenza generalizzata, avevano conquistato il potere. Il fascismo doveva essere l’unica espressione della violenza politica organizzata nella storia.
@@montantieBlackPanthers NO!! Io avrei aderito alle Leghe Bianche che erano Democratiche e non avevano comportamenti violenti o orientate alla sopraffazione. Voi comunisti NON conoscete la Democrazia. Ed, infatti, tutti i regimi comunisti sono stati delle dittature peggiori di quelle di estrema destra.
Diciamo che si è dimenticato di parlare delle violenze e dei morti causati dagli "attivisti" di sinistra per il resto piacevole da ascoltare. Purtroppo questa carenza (voluta?) non porta alla sufficienza :)
Sono una studentessa universitaria e devo dire che le sue lezioni sono davvero molto utile a comprendere il "senso" della storia...Grazie
Bella lezione, molto interessante la riflessione dove spiega il fatto che in Italia non c'era un palazzo d'inverno da prendere, ogni volta che ascolto le sue lezioni finisco con un: "non ci avevo pensato". Grazie!
La ringrazio di esistere. Mi sono iscritta in tarda età all'università e il primo esame doveva essere storia della Filosofia. Mai fatto filosofia nella mia vita. Grazie ai suoi video concetti difficili come ad esempio quello dell'infinito di Hegel sono diventati concetti semplicissimi. Grazieeee. Sto dicendo a tutti che la soluzione per capire la filosofia è MATTEO SAUDINO
Ti. Ringrazio ❤️❤️
Ministro dell'istruzione subito!👑
Magari!❤
Grazie tante Professore!
Professore grazie è stata una lezione affascinante , rigorosa e precisa. Buon lavoro e 👏👏
VOGLIAMO LA PROSSIMA LEZIONE
Grazie, come sempre immenso! Avrei gradito anche qualche riferimento agli incidenti del biennio rosso, morti e feriti, le cause, il contesto. Conosco quelli del fascismo '19-'22 grazie a Wikipedia, mi piacerebbe conoscere quelle del biennio per capire quanto fossero legate alla ricerca dei diritti, rispetto alla rivoluzione, reazione al primo fascismo, ma anche casi di violenza deliberata o cruenta
Ho appena letto della piattaforma Tipeee, preferirei fare un versamento su PayPal o sistemi classici, se puoi allegare qualche sistema... Sei un professore che ognuno avrebbe voluto avere ai tempi, ma la cosa bella del web è che ancora oggi possiamo usufruirne. Tanta stima per quello che fai con le nuove generazioni...e non solo quelle! ♥
@@makc9734 In Italia, oggi, ben poco si conosce del cosiddetto Biennio Rosso, ossia il periodo storico compreso tra il 1919 e il 1920 in cui si scatenò, per la prima volta su scala nazionale, una violenta stagione di tensioni politiche e sociali. Violenze generate dalla crisi economica cui fu costretta l’Italia dopo la conclusione del conflitto mondiale, dall’incapacità del Governo di dare risposte concrete sul piano della politica interna ed internazionale, da una radicata e sentita necessità di una più equa giustizia sociale e, soprattutto, dalla predicazione rivoluzionaria socialista ed anarchica che annunciava prossimo l’avvento della dittatura del proletariato ed aizzava le folle “a fare come in Russia”.
Questo periodo rivoluzionario, scandito da sommosse, insurrezioni locali, linciaggi, boicottaggi, prevaricazioni, offese ai valori nazionali e alla religione, condito di morti e feriti, di stragi di Stato - ci si passi il termine - è stato cancellato dai libri di scuola. Questo per una semplice è naturale constatazione, non dare nessuna giustificazione alla successiva reazione fascista che stroncò ogni mira rivoluzionaria bolscevica in Italia. No. Lo squadrismo doveva essere solo un’anomalia del sistema, una “masnada di barbari” calati sul bel Paese che, dopo due anni di selvaggia violenza generalizzata, avevano conquistato il potere. Il fascismo doveva essere l’unica espressione della violenza politica organizzata nella storia.
Bastino le parole di Alcide De Gasperi, sul cui profilo politico non occorre indugiare:
"ll fascismo fu sugli inizi un impeto di reazione all’internazionalismo comunista che negava la libertà della Nazione […].
Tra il 1919 e il 1920 l’Italia venne percorsa da una spirale di violenza politica come mai si era registrata nella sua storia, violenza fomentata da un PSI massimalista che, sebbene vincitore delle elezioni del Novembre ’19, si trovò impossibilitato a governare la Nazione, come a scatenare la tanto annunciata rivoluzione bolscevica. In questo caos di violenze generalizzate e conseguenti repressioni di Stato si verificheranno degli episodi agghiaccianti sui quali vogliamo fare un piccolo approfondimento. In particolare, ci soffermeremo sugli stupri di Ottobiano del 13 Maggio 1920.
Erano mesi che la violenza massimalista sfogava il suo odio contro la religione in attacchi diretti al clero e ai fedeli. Nelle Parrocchie si viveva un clima di terrore e le stesse processioni, fatte oggetto di oscene e volgari invettive dai socialisti ufficiali ed anarchici vari, se non assaltate a colpi di pietra e bastoni, erano praticamente scomparse dai luoghi pubblici. Il tutto in un crescendo, che avrebbe dovuto portare all’instaurazione della dittatura del proletariato, dove non ci sarebbe stato più posto per la religione “oppio dei popoli” e per i suoi ministri… “fare come in Russia”.La conflittualità permanente vedeva due grandi protagonisti in lotta: i sovversivi da un lato e le forze dell’ordine dell’altro. I fascisti, minoritari e senza un seguito apprezzabile, osservavano gli eventi, cercando di ritagliarsi una più che problematica agibilità politica in un mondo che sembrava scivolare drammaticamente, quanto velocemente, nel baratro della rivoluzione bolscevica. Il 2 Maggio 1920, ad esempio, a S. Agata (Firenze), i sovversivi avevano invaso una chiesa durante una festa religiosa e negli incidenti che ne seguirono erano stati feriti alcuni esponenti del PPI: “Venivano esplosi colpi anche contro il Sacramento”.
@@panettonenatalizio4112Non hai idea di cosa parli, penso che se smetti di "studiare su Facebook" è meglio
@@makc9734 Io sono laureato in Economia e non studio su Facebook. Tu smetti di credere alle becerate comunistoidi e guarda in faccia la realtà che, spesso, non è menzionata sui libri di storia. Libri che sono scritti da storici sinistroidi.
caro Matteo ti stimo tantissimo🌹
Lei è troppo bravo ,stavo cercando qualcosa su pirandello ma non l'ho trovato
Salve professore,
Potrebbe, quando ha tempo, registrare una lezione su Gramsci?
Sì sì
@@MatteoSaudino grazie per la sua disponibilità. Buona giornata.
DA BRIVIDI! Mentre parlavi sembrava di essere lì, a partecipare al fervore degli operai, desiderosi di battersi per migliorare le loro condizioni.
Quando spieghi fai battere il cuore.
Boicottaggi e violenze delle leghe "rosse" nelle campagne!!!
Durante le agitazioni sindacali, in corso nelle campagne del bolognese, avvengono ripetuti episodi di violenza: circa 190 incendi e danneggiamenti e una ventina di omicidi e ferimenti.
I mezzadri e i braccianti, che non vogliono iscriversi alla Camera del Lavoro confederale o aderiscono alle leghe bianche (cattoliche) o gialle (repubblicane) diventano nemici da combattere con tutti i mezzi per le Leghe Rosse.
Le leghe rosse costringono con la forza gli agrari e le Fratellanze cattoliche a servirsi degli uffici di collocamento sindacali per l'assunzione di manodopera avventizia.
Anche i mezzadri non schierati con la Lega subiscono pressioni, insulti, minacce, talvolta percosse. A Molinella si hanno pubbliche abiure con passaggi forzati alla Federterra. In occasione degli scioperi, i braccianti organizzano la vigilanza contro i crumiri, reclutati dai proprietari anche in altre provincie, boicottano i lavori agricoli e la cura del bestiame.
I capilega sindacali impongono a volte taglie da 100 a 500 lire per la ripresa del lavoro: oltre 400 di essi saranno coinvolti più avanti in processi di estorsione.
Nei mesi di luglio e agosto sono organizzate spedizioni punitive contro i proprietari e i coloni, che hanno deciso di trebbiare nonostante il divieto della lega. Tra i più frequenti episodi di intimidazione vi sono il taglio delle viti e l'incendio dei pagliai.
@@panettonenatalizio4112 ed è giusto così, i lavoratori si erano rotti il cazzo di subire sfruttamento e cariche della polizia (sempre più armata)
@@montantieBlackPanthers E NO!!! In una Democrazia si discute e si rivendica ma non si commettono atti vandalici oppure non si hanno comportamenti mafiosi.
@@montantieBlackPanthers Ma il tuo logo sarebbe il pugnetto chiuso? AHAHAHAHAHAHAH!! Ancora così state voi comunisti? Ma quando vi evolverete? Stiamo nel 2021 ma voi siete rimasti nel 1945.
@@panettonenatalizio4112 per tua informazione, le classi esistono ancora, i poveri esistono ancora (e sono sempre di più), i ricchi esistono ancora e sono ancora più ricchi, i diritti dei lavoratori sono sempre più bersagliati, quindi sì, la lotta di classe non ha motivo di estinguersi
Questa lezione è un CAPOLAVORO per i contenuti e per l'esposizione degli stessi. Professore, grazie al suo entusiasmo ho ritrovato il mio ....Domanda forse retorica: perchè oggi non è (più?) possibile un "Biennio Rosso?"...a mio avviso sarebbe auspicabile e non solo un "biennio"...
Il Biennio Rosso fu un periodo nero. Le Leghe Rosse utilizzavano metodi mafiosi per imporsi. In Italia, oggi, ben poco si conosce del cosiddetto Biennio Rosso, ossia il periodo storico compreso tra il 1919 e il 1920 in cui si scatenò, per la prima volta su scala nazionale, una violenta stagione di tensioni politiche e sociali. Violenze generate dalla crisi economica cui fu costretta l’Italia dopo la conclusione del conflitto mondiale, dall’incapacità del Governo di dare risposte concrete sul piano della politica interna ed internazionale, da una radicata e sentita necessità di una più equa giustizia sociale e, soprattutto, dalla predicazione rivoluzionaria socialista ed anarchica che annunciava prossimo l’avvento della dittatura del proletariato ed aizzava le folle “a fare come in Russia”.
@@panettonenatalizio4112 Ovviamente non auspico violenza di nessun genere ma solo presa di coscienza con conseguente mobilitazione libera da pressioni partitiche o ideologiche...Utopia? Certo, ma sognare un mondo in cui le persone si ritrovino per rivendicare diritti, giustizia, equità, (ecc ecc) spero sia ancora concesso
@@cinthia9047 Questo si. I diritti, la giustizia e l'equità vanno rivendicati sempre. Viviamo in una Democrazia Liberale e quindi in una forma di Governo che si fonda su questi principi.
Grazie a lei ho preso 81 ♥️
Professore, è corretta la lettura secondo la quale la marcia su fiume costituì la prova generale del fascismo?
Domenico Losurdo fra i prossimi autori analizzati/letti??
beati i tuoi studenti
🔝🔝🔝
😍😍
@@MatteoSaudino 🤣🤣🤣
👏🏻👏🏻
Ti abbraccio
@@MatteoSaudino ricambio
avevi gia fatto una video lezione sul bienni rosso vero?
Già tre🤣🤣
ae!
@@alias8125 In Italia, oggi, ben poco si conosce del cosiddetto Biennio Rosso, ossia il periodo storico compreso tra il 1919 e il 1920 in cui si scatenò, per la prima volta su scala nazionale, una violenta stagione di tensioni politiche e sociali. Violenze generate dalla crisi economica cui fu costretta l’Italia dopo la conclusione del conflitto mondiale, dall’incapacità del Governo di dare risposte concrete sul piano della politica interna ed internazionale, da una radicata e sentita necessità di una più equa giustizia sociale e, soprattutto, dalla predicazione rivoluzionaria socialista ed anarchica che annunciava prossimo l’avvento della dittatura del proletariato ed aizzava le folle “a fare come in Russia”.
Questo periodo rivoluzionario, scandito da sommosse, insurrezioni locali, linciaggi, boicottaggi, prevaricazioni, offese ai valori nazionali e alla religione, condito di morti e feriti, di stragi di Stato - ci si passi il termine - è stato cancellato dai libri di scuola. Questo per una semplice è naturale constatazione, non dare nessuna giustificazione alla successiva reazione fascista che stroncò ogni mira rivoluzionaria bolscevica in Italia. No. Lo squadrismo doveva essere solo un’anomalia del sistema, una “masnada di barbari” calati sul bel Paese che, dopo due anni di selvaggia violenza generalizzata, avevano conquistato il potere. Il fascismo doveva essere l’unica espressione della violenza politica organizzata nella storia.
Non è questa l’occasione per fare la storia del Biennio Rosso ed analizzare come la reazione fascista venne accettata da molti come naturale conseguenza e rimedio alle violenze rosse che avevano sconvolto per due anni l’intera Nazione. Bastino le parole di Alcide De Gasperi, sul cui profilo politico non occorre indugiare:
"ll fascismo fu sugli inizi un impeto di reazione all’internazionalismo comunista che negava la libertà della Nazione […].
Tra il 1919 e il 1920 l’Italia venne percorsa da una spirale di violenza politica come mai si era registrata nella sua storia, violenza fomentata da un PSI massimalista che, sebbene vincitore delle elezioni del Novembre ’19, si trovò impossibilitato a governare la Nazione, come a scatenare la tanto annunciata rivoluzione bolscevica. In questo caos di violenze generalizzate e conseguenti repressioni di Stato si verificheranno degli episodi agghiaccianti sui quali vogliamo fare un piccolo approfondimento. In particolare, ci soffermeremo sugli stupri di Ottobiano del 13 Maggio 1920.
Erano mesi che la violenza massimalista sfogava il suo odio contro la religione in attacchi diretti al clero e ai fedeli. Nelle Parrocchie si viveva un clima di terrore e le stesse processioni, fatte oggetto di oscene e volgari invettive dai socialisti ufficiali ed anarchici vari, se non assaltate a colpi di pietra e bastoni, erano praticamente scomparse dai luoghi pubblici. Il tutto in un crescendo, che avrebbe dovuto portare all’instaurazione della dittatura del proletariato, dove non ci sarebbe stato più posto per la religione “oppio dei popoli” e per i suoi ministri… “fare come in Russia”.La conflittualità permanente vedeva due grandi protagonisti in lotta: i sovversivi da un lato e le forze dell’ordine dell’altro. I fascisti, minoritari e senza un seguito apprezzabile, osservavano gli eventi, cercando di ritagliarsi una più che problematica agibilità politica in un mondo che sembrava scivolare drammaticamente, quanto velocemente, nel baratro della rivoluzione bolscevica. Il 2 Maggio 1920, ad esempio, a S. Agata (Firenze), i sovversivi avevano invaso una chiesa durante una festa religiosa e negli incidenti che ne seguirono erano stati feriti alcuni esponenti del PPI: “Venivano esplosi colpi anche contro il Sacramento”.
la pubblicità su you tube è diventata insopportabile
Qui ti sei esaltsto come un lupo ;)
Mamma mia il Biennio Rosso (1919-1920)......Vi ricorda qualche fatale pandemia quel periodo? Almeno le mascherine durante le manifestazioni le mettevano? ;) (facile ironia ovviamente)!
Caro Prof. se tutti gli studenti dei licei avessero avuto la possibilità di studiare la storia come la spiega lei, non ci sarebbe tanta ignoranza e menefreghismo, il mondo sarebbe migliore e privo di tanti conflitti sociali.
Il Biennio Rosso fu un periodo nero. Le Leghe Rosse utilizzavano metodi mafiosi per imporsi. In Italia, oggi, ben poco si conosce del cosiddetto Biennio Rosso, ossia il periodo storico compreso tra il 1919 e il 1920 in cui si scatenò, per la prima volta su scala nazionale, una violenta stagione di tensioni politiche e sociali. Violenze generate dalla crisi economica cui fu costretta l’Italia dopo la conclusione del conflitto mondiale, dall’incapacità del Governo di dare risposte concrete sul piano della politica interna ed internazionale, da una radicata e sentita necessità di una più equa giustizia sociale e, soprattutto, dalla predicazione rivoluzionaria socialista ed anarchica che annunciava prossimo l’avvento della dittatura del proletariato ed aizzava le folle “a fare come in Russia”.
Questo periodo rivoluzionario, scandito da sommosse, insurrezioni locali, linciaggi, boicottaggi, prevaricazioni, offese ai valori nazionali e alla religione, condito di morti e feriti, di stragi di Stato - ci si passi il termine - è stato cancellato dai libri di scuola. Questo per una semplice è naturale constatazione, non dare nessuna giustificazione alla successiva reazione fascista che stroncò ogni mira rivoluzionaria bolscevica in Italia. No. Lo squadrismo doveva essere solo un’anomalia del sistema, una “masnada di barbari” calati sul bel Paese che, dopo due anni di selvaggia violenza generalizzata, avevano conquistato il potere. Il fascismo doveva essere l’unica espressione della violenza politica organizzata nella storia.
@@panettonenatalizio4112 Non sono sicura di aver capito quello che hai scritto, io la mia idea me la sono fatta.
@@zoebianchi6796 Ho scritto, in buona sostanza, che le Leghe Rosse era violente.
@@panettonenatalizio4112 come è giusto che sia, se tu fossi stato al loro posto avresti reagito ugualmente
@@montantieBlackPanthers NO!! Io avrei aderito alle Leghe Bianche che erano Democratiche e non avevano comportamenti violenti o orientate alla sopraffazione. Voi comunisti NON conoscete la Democrazia. Ed, infatti, tutti i regimi comunisti sono stati delle dittature peggiori di quelle di estrema destra.
Diciamo che si è dimenticato di parlare delle violenze e dei morti causati dagli "attivisti" di sinistra per il resto piacevole da ascoltare. Purtroppo questa carenza (voluta?) non porta alla sufficienza :)