Chiesa dei templari (San Giovanni Battista)

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  • Опубліковано 23 гру 2024
  • L’insediamento templare nell’Opitergino risale alla seconda metà del XII secolo. L’ultimo priore fu Giovanni di Castro Arquato (1304-07), già luogotenente dell’intera Marca, che si prodigò nel potenziamento del patrimonio immobiliare di Templum de Campagna. Oltre alla chiesa e al campanile, la precettoria rurale di Tempio era inizialmente costituita da un chiostro, da un ospizio e da alcuni mulini. In seguito alle bolle di Clemente V Pastoralis Preeminenthiae (1307) e Vox in excelso (1312) la magione venne affidata all’Ordine Gerosolimitano con sede a Venezia. Venendo meno la funzione ospitaliera, la chiesa fu trasformata prima in curazia (1565) e poi in parrocchia (1684). Originariamente dedicata alla Madonna Assunta, acquisì il titulus di San Giovanni Battista, proprio dell’Ordine Gerosolimitano, solo nel 1777.
    Autore della pala della Crocifissione tra i santi Lorenzo, Antonio da Padova, Francesco e un papa martire (XVII sec.) è Carlo Picenardi junior, nato a Cremona e formatosi a Bologna sotto la guida di Guido Reni.
    All’interno della chiesa due affreschi molto lacunosi (Madonna in trono con sant’Antonio Abate e Madonna in trono e santi) deriverebbero secondo il prof. Giorgio Fossaluzza da un prototipo di Andrea Bellunello (1435-94).
    Sopra il portale della chiesa si trova scolpito lo stemma del cardinale Ranuccio Farnese (1530-65), nobile romano e priore dell’Ordine Gerosolimitano a Venezia, ammesso al patriziato veneziano.
    Sulla facciata campeggia un’immagine devozionale “para-giottesca” di San Cristoforo (XIV secolo).
    Sulla parete meridionale esterna è disposto su due registri un ciclo cristologico, collocabile tra la fine del XIII e l’inizio del XIV secolo, le cui immagini appaiono fortemente abrase, in parte distrutte dalla successiva apertura delle quattro finestrelle e in parte nascoste da due affreschi realizzati in epoca successiva.
    Questi dodici riquadri di aspetto sinopiale sono stati identificati solo recentemente dal prof. Giuliano Ros sulla base di una supposta analogia con il ciclo cristologico della basilica di San Marco a Venezia, capolinea della cosiddetta Via dei Templari.
    Di tali scene il prof. Giorgio Fossaluzza sottolinea la “coerenza nel disporre i protagonisti su di un piano ravvicinato a quello di osservazione, per cui essi hanno sempre una scala dimensionale di tutto rilievo, dettando con evidenza lo svolgimento narrativo”.
    In sovrapposizione ad una scena del ciclo, nel diciottesimo secolo è stata realizzata una suggestiva Crocifissione con Maria Maddalena, entro una nicchia contornata da una doppia arcata di mattonelle.
    Mentre una Madonna in trono e santi, del sedicesimo secolo … si sovrappone all’ottavo riquadro del registro inferiore del ciclo cristologico.

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