Ho visto il film" Parthenope" e ho visto il film La Grande ambizione. La commozione è la chiarezza del messaggio espresso dal film su Berlinguer è immediata e potente. Non ha bisogno di sedimentazione e ripensamenti della narrazione. È immediato, senza contorsioni. Un pugno in faccia e un tuffo al Cuore. È un racconto intimo e allo stesso tempo collettivo. È un viaggio nel tempo che fu. Un tempo in cui l' Io era intimamente connesso con il Noi. Il film non racconta una sconfitta, ma narra di un percorso interrotto e non estinto. Non "Un tutto era previsto", ma un lascito testamentario di memoria e possibilità. Di un Antropos che si specchia nell'altro Io per comprenderne le ragioni, le difficoltà, le paure e accoglierlo, diluendo la paura della solitudine. La moltitudine che diviene io collettivo che smuove le coscienze terrorizzate. Il film di Sorrentino racconta dei singoli che sono schiacciati da una società che pretende di possedere la donna, che marginalizza i "diversi" che impone scelte solitarie e dolorose, sensi di colpa tali, da pregiudicare un' esistenza intera, rinunce terribili. Ecco il film di Andrea Segre con un magistrale Elio Germano, danno fiato e forza a queste istanze individuali che nel comprensivo Noi leniscono il dolore dell'io solitario depresso e smarrito. Pertanto invito chi ha visto Parthenope a vedere La Grande ambizione, sono due facce della stessa medaglia e siamo noi in entrambe le Storie. Non perdetevi il film "La Grande Ambizione".
Non era un sogno impossibile, sarebbe bastato raccontare al popolo come stavano realmente le cose, ovvero che l'Italia dopo la seconda guerra mondiale era diventata una colonia angloamericana e che occorreva liberarsi da quel giogo. Purtroppo il PCI abbandonando progressivamente la sua forza rivoluzionaria si accontentò di far parte del sistema e stare sotto l'ombrello della NATO aspettando la legittimazione dei padroni, che poi arrivò, quando ormai tutto era stato perso.
film meraviglioso, bellissima intervista !!!
Ho visto il film" Parthenope" e ho visto il film La Grande ambizione.
La commozione è la chiarezza del messaggio espresso dal film su Berlinguer è immediata e potente. Non ha bisogno di sedimentazione e ripensamenti della narrazione. È immediato, senza contorsioni. Un pugno in faccia e un tuffo al Cuore. È un racconto intimo e allo stesso tempo collettivo. È un viaggio nel tempo che fu. Un tempo in cui l' Io era intimamente connesso con il Noi. Il film non racconta una sconfitta, ma narra di un percorso interrotto e non estinto. Non "Un tutto era previsto", ma un lascito testamentario di memoria e possibilità. Di un Antropos che si specchia nell'altro Io per comprenderne le ragioni, le difficoltà, le paure e accoglierlo, diluendo la paura della solitudine.
La moltitudine che diviene io collettivo che smuove le coscienze terrorizzate. Il film di Sorrentino racconta dei singoli che sono schiacciati da una società che pretende di possedere la donna, che marginalizza i "diversi" che impone scelte solitarie e dolorose, sensi di colpa tali, da pregiudicare un' esistenza intera, rinunce terribili. Ecco il film di Andrea Segre con un magistrale Elio Germano, danno fiato e forza a queste istanze individuali che nel comprensivo Noi leniscono il dolore dell'io solitario depresso e smarrito. Pertanto invito chi ha visto Parthenope a vedere La Grande ambizione, sono due facce della stessa medaglia e siamo noi in entrambe le Storie. Non perdetevi il film "La Grande Ambizione".
Bellissima intervista ragazzi ❤
Non era un sogno impossibile, sarebbe bastato raccontare al popolo come stavano realmente le cose, ovvero che l'Italia dopo la seconda guerra mondiale era diventata una colonia angloamericana e che occorreva liberarsi da quel giogo. Purtroppo il PCI abbandonando progressivamente la sua forza rivoluzionaria si accontentò di far parte del sistema e stare sotto l'ombrello della NATO aspettando la legittimazione dei padroni, che poi arrivò, quando ormai tutto era stato perso.
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