L'idea di un Panta Rei nella traduzione, dell'umiltà necessaria ad arrendersi a questa e all'ambiguitá di alcuni termini che risultano una sorta di fari che illuminano il traduttore, ergo il lettore attento ed appassionato... Il sapere che non deve essere chiuso in uno scrigno, l'accrescimento del sapere in una condizione di gratuità come condizione di libertà, il ruolo fondamentale rivestito dalle traduzioni che già il grande Giordano Bruno definiva come le "Primavera delle Scienze" ❤️ La traduzione che ci proietta verso un non noto. Il tema dell'infinito che ci deve proiettare oltre la dimensione finita e che tanto terrorizzò i contemporanei del filosofo... Joyce che invece più tardi accoglie questo lezione di Giordano, convinto che "possiamo ampliare al massimo la nostra mente, inseguendo l'Universo" 😍 il quale si espande e si contrae e dunque è allo stesso tempo infinito e finito... Joyce decide di traslare tutto questo, insieme quindi alla battaglia bruniana, in termini di linguaggio. Diventa così fondamentale giocare con l'ambiguità delle parole. Lo scrittore consapevole di parlare un linguaggio non suo, ma ereditato involontariamente perché imposto agli irlandesi, gioca con le parole, le quali non appartenendo a nessuno, possono essere cambiate all'infinito da chi le usa e da chi le ascolta, "questa consapevolezza che possiamo essere liberi linguisticamente è forse una delle battaglie cruciali" che non bisognerebbe mai stancarsi di praticare e di tramandare... PS: i due Filippo uno sobrio ed uno ubriaco come ciliegina sulla torta! Che maraviglia: grazie ❣️
E ci sarebbero talmente tante altre tematiche comuni fra Bruno e Joyce da approfondire, che avrei dovuto tenere inchiodati i professori per una giornata intera ... Sono felice che vi sia piaciuto ciò che abbiamo avuto modo di proporvi e spero ci sia nuova occasione.
Grazie di questo bell'incontro. Quando il professor Ciliberto parla di Bruno come pensatore anticristiano mi è subito venuto in mente Nietzsche. Mi sembra ci siano dei probabili collegamenti anche Nietzsche-Joyce. Forse Leopold Bloom potrebbe intendersi come una specie di Oltreuomo molto pacato, ancora molto umano, ma al di sopra delle umane offese. E poi Nietzsche è il filosofo del divenire, dell'eterno ritorno nel senso di scelta etica e non subita, era un uomo-viandante come Bruno e Joyce, un pensatore pericoloso come Bruno e forse più elitario di Joyce. E anche lui in un certo senso voleva fondare una nuova religione (Così parlò Zarathustra).
Grazie a lei per averlo visto. Certo, sarebbe da approfondire anche Nietzsche, che Joyce cita più volte nella sua opera. Bruno e Nietzsche erano di certo due anticristiani. Bruno lo era anche più fervidamente, fino alla blasfemia. Joyce non lo definirei anticristiano: ma era di certo conto l'ortodossia, contro una chiesa accettata senza riserve. Ma sicuramente sì, ci sarebbe un bel po' di cui parlare...
Perdonatemi questa mia riflessione sicuramente antipatica. Sono davvero contento che la nuova traduzione straordinaria di Terrinoni abbia luce in Bompiani ( ma poteva essere anche un altro Editore che sa "confezionare" un LIBRO). La precedente, sempre di Terrinoni ( con Bigazzi ) con la Newton Compton non sono riuscito ad accettarla tipograficamente e nella mia biblioteca faccio fatica a vederla sugli scaffali . Già dalla pubblicazione di qualche anno fa mi chiedevo come un lavoro pazzesco fosse approdato nella veste editoriale mediocre della Newton... A proposito del video... GRAZIE! Documento meraviglioso!
La traduzione e la resa tipografica si sono evolute. E di questi tempi non è poco. Ti ringrazio che tu abbia apprezzato la conversazione. Era un progetto a cui tenevo molto e in cui credevo molto. Mi sento di dire che ha funzionato.
Straordinario Michele Ciliberto è sempre un piacere ascoltare persone come queste
L'idea di un Panta Rei nella traduzione, dell'umiltà necessaria ad arrendersi a questa e all'ambiguitá di alcuni termini che risultano una sorta di fari che illuminano il traduttore, ergo il lettore attento ed appassionato... Il sapere che non deve essere chiuso in uno scrigno, l'accrescimento del sapere in una condizione di gratuità come condizione di libertà, il ruolo fondamentale rivestito dalle traduzioni che già il grande Giordano Bruno definiva come le "Primavera delle Scienze" ❤️ La traduzione che ci proietta verso un non noto. Il tema dell'infinito che ci deve proiettare oltre la dimensione finita e che tanto terrorizzò i contemporanei del filosofo... Joyce che invece più tardi accoglie questo lezione di Giordano, convinto che "possiamo ampliare al massimo la nostra mente, inseguendo l'Universo" 😍 il quale si espande e si contrae e dunque è allo stesso tempo infinito e finito... Joyce decide di traslare tutto questo, insieme quindi alla battaglia bruniana, in termini di linguaggio. Diventa così fondamentale giocare con l'ambiguità delle parole. Lo scrittore consapevole di parlare un linguaggio non suo, ma ereditato involontariamente perché imposto agli irlandesi, gioca con le parole, le quali non appartenendo a nessuno, possono essere cambiate all'infinito da chi le usa e da chi le ascolta, "questa consapevolezza che possiamo essere liberi linguisticamente è forse una delle battaglie cruciali" che non bisognerebbe mai stancarsi di praticare e di tramandare...
PS: i due Filippo uno sobrio ed uno ubriaco come ciliegina sulla torta!
Che maraviglia: grazie ❣️
E ci sarebbero talmente tante altre tematiche comuni fra Bruno e Joyce da approfondire, che avrei dovuto tenere inchiodati i professori per una giornata intera ... Sono felice che vi sia piaciuto ciò che abbiamo avuto modo di proporvi e spero ci sia nuova occasione.
Grazie Andrea
Prego Stefano
Grazie di questo bell'incontro.
Quando il professor Ciliberto parla di Bruno come pensatore anticristiano mi è subito venuto in mente Nietzsche. Mi sembra ci siano dei probabili collegamenti anche Nietzsche-Joyce. Forse Leopold Bloom potrebbe intendersi come una specie di Oltreuomo molto pacato, ancora molto umano, ma al di sopra delle umane offese.
E poi Nietzsche è il filosofo del divenire, dell'eterno ritorno nel senso di scelta etica e non subita, era un uomo-viandante come Bruno e Joyce, un pensatore pericoloso come Bruno e forse più elitario di Joyce. E anche lui in un certo senso voleva fondare una nuova religione (Così parlò Zarathustra).
Grazie a lei per averlo visto. Certo, sarebbe da approfondire anche Nietzsche, che Joyce cita più volte nella sua opera. Bruno e Nietzsche erano di certo due anticristiani. Bruno lo era anche più fervidamente, fino alla blasfemia. Joyce non lo definirei anticristiano: ma era di certo conto l'ortodossia, contro una chiesa accettata senza riserve. Ma sicuramente sì, ci sarebbe un bel po' di cui parlare...
Splendida discussione
Grazie da un omonimo
Grazie Andrea delle belle cose che ci offri.....
@@stefanocipriani3197 grazie a voi per il paziente ascolto
Formidabile Michele Ciliberto
Eccezionale Michele Ciliberto
Onorato di aver potuto conversare con lui e Terrinoni e felice di avervi potuto mostrare questa conversazione
Perdonatemi questa mia riflessione sicuramente antipatica. Sono davvero contento che la nuova traduzione straordinaria di Terrinoni abbia luce in Bompiani ( ma poteva essere anche un altro Editore che sa "confezionare" un LIBRO). La precedente, sempre di Terrinoni ( con Bigazzi ) con la Newton Compton non sono riuscito ad accettarla tipograficamente e nella mia biblioteca faccio fatica a vederla sugli scaffali . Già dalla pubblicazione di qualche anno fa mi chiedevo come un lavoro pazzesco fosse approdato nella veste editoriale mediocre della Newton...
A proposito del video... GRAZIE! Documento meraviglioso!
La traduzione e la resa tipografica si sono evolute. E di questi tempi non è poco. Ti ringrazio che tu abbia apprezzato la conversazione. Era un progetto a cui tenevo molto e in cui credevo molto. Mi sento di dire che ha funzionato.
Che dice terrinoni a chi ha comprato l'edizione newton? Quali sono le differenze? Spero che lo dica più avanti.