Viaggio nel futuro dell’inclusione. Dario Ianes ai giovani: “Rompete le scatole”

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  • Опубліковано 15 сер 2024
  • Siamo tra la fine degli anni 2000 e l’inizio del 3000, il termine inclusione ha smesso di avere ragione di esistere e ogni essere umano si sente valorizzato per il proprio potenziale. Le Università formano studenti, in ogni ambito disciplinare, anche dal punto di vista psicologico. Gli Istituti scolastici sono uniformi nel tenere in considerazione tutti gli aspetti dell’ormai avanzata Legge italiana sull’inclusione scolastica, perciò anche nelle secondarie di secondo grado, dove un tempo - ancora nel 2023 per esempio - si faceva molta fatica a vedere l’unicità di ogni studente e di ogni studentessa, ora si pensa a come dar spazio e voce a eventuali difficoltà, invece di etichettarle sbrigativamente con “mancanza di volontà” o “poco interesse”.
    Ecco qui la visione illuminante (e illuminata) di un mondo capace di dar conto delle differenze, impreziosendole, perché il “Nemico dell’inclusione è la standardizzazione”. Ne abbiamo parlato con il professor Ianes, professore ordinario (da poco felicemente in pensione) di Pedagogia dell’inclusione alla Facoltà di Scienze della Formazione della Libera Università di Bolzano e co-fondatore del Centro Studi Erickson di Trento.
    1:10 Il concetto di inclusione
    4:00 Le differenze come unicità
    6:30 La Macchina del Valore
    10:40 Il ruolo della Comunità educante
    14:00 Le tappe dell’inclusione scolastica
    15:00 Nel ’77 si pone fine al sistema delle classi separate
    16:00 Dopo 33 anni, la legge 170 del 2010 per i Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA)
    17:25 Il riconoscimento dei Bisogni Educativi Speciali (BES)
    21:40 La scuola italiana a diverse velocità, le differenze
    24:30 Appello ai giovani e alle giovani: Rompete le scatole
    27:40 Il voto scolastico e le lezioni di SCI
    29:40 Formazione Docenti
    32:10 Soft skill, teste ben fatte o teste ben piene?
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