Non conosco sorrisi - Paolo Capodacqua con Giuseppe Morgante e Giacomo Lelli (Mendicino-CS 9/2020)
Вставка
- Опубліковано 18 лис 2024
- NON CONOSCO SORRISI
Musica e testi di Paolo Capodacqua
(nell'album "Viaggio in Italia" di Claudio Lolli con Paolo Capodacqua 1998)
STORIA DI UNA CANZONE
di Paolo Capodacqua
Qualche anno fa mi è capitato tra le mani un libricino molto interessante, “Casa dell’apocalisse” di Panfilo Giorgi, nel quale l’autore “ricuce” i brani del diario di sua madre, Concettina Sclocchi, nata a Pescina il 3 maggio del 1895.
I frammenti raccolti nel libro sono quasi tutti riferiti alla famiglia Tranquilli (“…i Tranquilli che appartengono a Ignazio Silone…” specifica Romolo Liberale nella prefazione), laddove alla storia triste e sfortunata di questa famiglia si intrecciano “fatti, momenti, episodi di Pescina e dintorni: San Benedetto, Gioia, Avezzano…”.
Dall’agenda della signora Concetta vengono fuori ricordi e aneddoti preziosi che rendono bene il clima sociale degli anni immediatamente antecedenti il terremoto del 1915. Il ritratto della famiglia Tranquilli (prima che il terremoto arrivasse a cancellarla definitivamente), è tracciato a partire dalla descrizione dell’abitazione, la “casa dell’apocalisse”, “...squallida, funesta abitazione(...)gran parte dell’anno avvolta da lugubri brume”, abitazione di uno “scrittore poeta che fu noto all’estero: irrequieto esule apolide, affetto, con fratelli e il padre, di etisia congenita”.
Il futuro scrittore Ignazio Silone è il secondo di tre fratelli: Romolo e il primogenito Domenico, coetaneo della Signora Concettina Sclocchi, che lo descrive come un ragazzo “molto colto, che si dilettava a scrivere poesie, novelle e racconti”.
E’ proprio Domenico che racconterà la storia della sua famiglia, “Casa dell’apocalisse” (da cui Giorgi mutuerà il titolo per il suo libro), regalando una copia del manoscritto a Concettina Sclocchi.
Questo è il ritratto di Domenico che, nel 1947, lo stesso Ignazio Silone traccia a Panfilo Giorgi:
”…Domenico era il primogenito ed aveva un cinque anni più di me. Era studioso, molto attento e riflessivo, nonché bravo nello scrivere poesie e altri scritti; al contrario di me che ero uno “scavezzacollo”. Anche lui era colpito dal male: Tubercolosi vertebrale o morbo di Pott colla gobba. Era perciò esposto a lazzi e sberleffi dei suoi compagni di scuola e di giovani contadini che impietosamente si burlavano di lui e l’apostrofavano “Je gubbitte”. A me stava tanto a cuore Domenico quanto mi è stato l’innocente martoriato Romoletto.
Io ci soffrivo a vederlo sbeffeggiato. Quando ho cominciato a scrivere ho adoperato il termine “cafone” appunto per riferirmi a quelli sconsiderati maleducati e non per offendere e sottovalutare gli ignari agricoltori marsi…”
Domenico muore nel terremoto del 1915 “insieme con mamma Mariannina”, lasciando alcuni manoscritti incompleti, fedelmente riportati in copia nel libro di Giorgi.
In uno di questi frammenti si può leggere, vergato a mano, l’incipit di quella che doveva essere una lirica più articolata:
“Non conosco sorrisi
Nemmeno mamma m’ha
sorriso mai per tema
ch’io ci redessi una
smorfia di pianto.
Sorte am..........”
E’ questo frammento che mi ha ispirato, nel ’94, la canzone “Non conosco sorrisi”, omaggio ad un poeta sfortunato, ad uno scrittore che amo, ad una terra la cui storia è stata segnata dal deflusso delle acque e dal tremore inquieto delle montagne.
Bellissima poesia... Orgoglioso di te!
Capolavoro, una preziosa eredità di Claudio Lolli, ma la tua voce e la tua interpretazione carissimo Paolo donano a questo brano qualcosa di magico.❤
Grandissimo poeta e cantante
Brividi dall’inizio alla fine.
uau ❤️