La clinica Varini di Orselina dopo la bufera: «Si guarda avanti con fiducia» 🏥

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  • Опубліковано 17 тра 2024
  • ▶️ cdtlink.ch/clinica-varini ◀️ Conti che non quadrano, licenziamenti e una lettera anonima: ecco cosa sta succedendo nell’istituto di Orselina - Ne abbiamo parlato con il direttore Martin Hilfiker: «Il peggio è passato, siamo ottimisti e ora pensiamo al futuro» 🏥 La clinica Varini di Orselina sta attraversando un periodo di difficoltà, emerso in realtà da ottobre, con il cambio di gestione: conti che non quadrano, licenziamenti. E una lettera anonima, anche. Con attacchi molto dettagliati. Ma il direttore, Martin Hilfiker, assicura che il peggio è passato. «Sì, siamo sulla buona strada, sono molto fiducioso per il futuro. D’intesa con il Consiglio di Fondazione, ci stiamo focalizzando sulla riorganizzazione, in sostanza un adeguamento dei costi ai ricavi oltre a un riorientamento della clinica in sintonia con il Cantone, con il quale condivideremo modalità e tempi di attuazione, ricercando soluzioni adeguate anche per gli utenti della clinica», racconta al Corriere del Ticino in collegamento dal suo ufficio in collina, sopra la città di Locarno.
    Il nostro interlocutore dimostra comprensione sulla «bomba» senza firma lanciata contro la nuova gestione della struttura: «È normale che quando si tratta di decisioni importanti, come quella di un licenziamento, ne conseguano reazioni anche forti. È da mettere in conto, insomma. Di recente, però, abbiamo incontrato la Commissione del personale, la quale si è dissociata dai contenuti espressi nella lettera anonima». Un po’ meno, però, quando la stessa è stata poi ripresa in forma integrale da un portale su internet. «Abbiamo chiesto la rimozione».
    Per il 56.enne, il benessere del personale è un tema in cima alla lista delle preoccupazioni: «Il valore della clinica è dato dai collaboratori e dalla loro motivazione. Pongo tanta attenzione al loro benessere e condivido con loro in maniera molto semplice e chiara gli obiettivi comuni». Si parlava di licenziamenti, ma anche di disavanzi nei vari bilanci degli ultimi anni. Hilfiker, anche su questo punto, ci tiene a fare chiarezza.
    «Negli ultimi sei anni, la clinica ha registrato disavanzi importanti, legati a spese superiori alle entrate. Da un lato, le tariffe sono rimaste invariate non coprendo più i costi e, dall’altro, gli effettivi del personale non sono stati adeguati ai nuovi mandati di prestazione. Le decisioni imposte dalla pianificazione ospedaliera cantonale nel 2018 hanno portato alla messa in esercizio di 30 letti nel reparto acuto di minore intensità, in sostituzione di altrettanti in medicina di base. Questa modifica, di fatto, non ha più permesso di fatturare i supplementi per i pazienti privati e semiprivati, con una perdita secca pari a circa il 10% dei ricavi complessivi».
    Una situazione di stallo che ha portato in maniera «inevitabile» a decisioni «molto difficili e molto dolorose. Ci sono stati alcuni licenziamenti e alcuni contratti a termine non hanno potuto essere rinnovati. Si sono poi aggiunte delle dimissioni spontanee che considero parte di una normale rotazione del personale. Ci sono stati alcuni spostamenti interni e sono in corso assunzioni mirate. I licenziamenti hanno comunque riguardato tutti i settori, senza distinzioni».
    Il periodo difficile non ha intaccato la qualità delle cure, afferma il direttore: «Considero il clima di lavoro migliorato, in questi ultimi tempi. Il personale ha sempre lavorato con grande impegno e dedizione per garantire un’elevata qualità delle prestazioni. Sono molto grato alle dipendenti e ai dipendenti che stanno affrontando il momento di difficoltà con grande slancio e coraggio». Una realtà, quella della clinica Varini, che dalla sua fondazione nel 1973 è cresciuta fino a occupare circa 150 collaboratori per 75 posti letto, operando sulla base di quattro mandati di prestazione.
    Gli ambiti nel quale opera la struttura sono il somatico-acuto (cure palliative acute), il cosiddetto «mandato RAMI» (Reparto acuto di minore intensità), la casa per anziani e cure palliative geriatriche più il foyer per invalidi. Secondo Hilfiker, la ricetta per garantire giorni luminosi a Orselina è chiara e anche «molto semplice»: pazienti al centro dell’attenzione, personale motivato e conti in salute. «Insieme a tutto il personale della clinica, promuoviamo questa visione. Uno scenario nel quale la clinica non chiuderà, ma andrà avanti. Almeno per altri cinquant’anni di storia», conclude l’esperto.
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