documento straordinario!! straordinario ascoltare opinioni di uomini di 46 anni fa', il modo di vestire, gli operai, nomi di vecchissimi sponsor, alcuni ancora esistenti altri scomparsi ed è un piacere ricordarli e poi, non da ultimo, la straordinaria folla curiosa fusa quasi totalmente con il circus F1... Semplicemente straordinario!Fa effetto anche notare piloti che si espongono esprimendo opinioni anche su altre opinioni che non condividono. Grazie Rai
Questo perché all'epoca una corretta dizione ed un uso professionale della voce, erano cose che contavano. Per non parlare dell'uso appropriato della lingua italiana. Altri tempi, anche se i contenuti del filmato sono discutibili.
Molto bello si respira appieno l'atmosfera agonistica di quei tempi. Interessante inoltre il taglio della " inchiesta " dove si vede bene la impostazione ideologica di quei tempi ( il Tg2 era socialista ) e il disappunto ( condivisibile ) per l'arrivo degli " assemblatori " e per lo strapotere del denaro e degli sponsors. La via era tracciata e fa impressione vedere l'enfasi sui 600 milioni guadagnati da Lauda... oggi corrisponderebbero a 3 milioni di euro, cifra guadagnata da molte centinaia di giocatori di calcio in Europa con picchi poi anche in altri sports venti trenta cento volte piu' grandi. Mi piacerebbe si materializzasse di nuovo il buon Poltronieri... sarei curioso di vedere le sue reazioni e valutazioni. Mitico Afric Simone e il suo Ramaya ah ah !! Bello comunque veramente bello.
Nel 1976, la Rai si preparò al passaggio ufficiale al colore, trasmettendo alcuni eventi a colori, specie sportivi. Quello di Monza, ad esempio, fu il primo Gran Premio di F.1 "colorato" trasmesso dalla Rai; a titolo sperimentale, si diceva allora. Per info: il successivo gp canadese non fu proprio trasmesso, quello USA a Watkins Glen andò in onda in bianco e nero, mentre il fatidico atto finale al Fuji fu trasmesso in diretta e a colori (all'alba). Come lo so? Ero davanti al video, ho visto quelle gare. Aggiungo che all'epoca, chi già possedeva un tv color e viveva al centro-Nord, le gare sportive che la Rai mandava ancora in bianco e nero se le godeva a colori sulla TSI (tv Svizzera italiana), in genere... Ultima annotazione: chi pensasse che la Rai fosse in ritardo tecnologico, sappia che la nostra tv pubblica avrebbe potuto trasmettere regolarmente a colori già dal 1970, perlomeno. Si fecero anche filmati per le prove tecniche di trasmissione, proprio come avvenne sei anni dopo. Si fecero film e sceneggiati a colori, anche se quasi tutti non se ne accorsero, perché avevano televisori b/n. Le Olimpiadi di Monaco del '72, la Rai le diffuse anche a colori, per i fortunati che disponevano di tv color allora. Nessuna arretratezza, solo decisioni politiche molto discutibili. Il fronte del no al colore aveva un leader in Ugo La Malfa, spesso responsabile di dicasteri economici. Secondo lui, non si doveva rischiare che gli Italiani si indebitassero a sangue per acquistare televisori al tempo molto costosi. Bella fesseria! Ma era tipica della politica paternalistica e pseudo-pedagogica di allora. Certo, vi erano anche ragioni più serie, c'erano forti pressioni circa la scelta del sistema da usare per le trasmissioni (PAL o SECAM), ecc.ecc. Fatto sta che l'Italia arrivò in ritardo di quasi 10 anni sulla scena del colore e ciò non fu privo di conseguenze: fu affossata in modo tombale la produzione nazionale, a tutto vantaggio di quella estera, prima europea (Philips, Grundig, Saba, Telefunken), poi giapponese.
Questo, circa il colore. Sul documentario Dossier, posso dire che ha un tono tipico di quegli anni: si assisteva all'esplosione del business, poi c'erano molti gravi incidenti, non di rado mortali. Questa cosa non andava giù a molti, che vedevano le corse come un circo cinico e crudele, i piloti come dei pazzi forsennati, quasi incapaci di intendere e di volere; i manager, come vampiri assetati di soldi e potere e i tifosi, dei fanatici senza coscienza. Non che non fosse "anche" così; di certo, non si trattava "solo" di questo. Ma i benpensanti tuonavano comunque, specie quelli che una gara di auto o di moto non l'avevano neppure mai vista. Ecco, questo documentario Rai si sforza di essere obiettivo, ma risente di questi toni. Strano che sia uscito così: il telecronista ufficiale Rai, l'indimenticato Mario Poltronieri che compare nel filmato, era un vero appassionato, anche se talvolta critico verso certi eccessi del "circus".
@@stefanorchiclasta grazie per tutte queste importantissime informazioni! Fa piacere leggere un'analisi attenta da chi ha vissuto quel periodo, sia dal punto di vista del passaggio dal bianco e nero al colore che da quello legato al mondo delle gare automobilistiche
Surreale la questione degli “assemblatori” : nel 2022 è proprio la strapotere delle grandi case automobilistiche ad aver soffocato la vera competizione sportiva. Per non parlare delle strutture dell’autodromo, definite antiquate nel ‘76 oggi sono ancora le stesse…
Come ha cambiato Tutto non c'è più quel batti Cure di ina Volta con tantissime Storie Passionali. C'è solo Interesse e Bisness di Soldi Oggi in Giro , e molte Socorretesse sul lato della Tecnica che hanno troppe Influenza sulle Monoposto
Tutte le proposte fatte nei confronti degli assemblatori, non sono state applicate. Ferrari and compani oltre a chiamarli assemblatori, li aveva declassati a garagisti
I like the serious hence neutral perspectives on 'The Circus' without the hypocrisy nowadays so en vogue ... needless to say the sport had long lost its virginity at that point .. all sold to hardworking people for their good money . even though midst this cashfrenzy true enthusiasm seemed intact as also were the Drivers distinct personalities and their own men 🎩
cero quel week-end à Monza, e a Monte Carlo. quel epoca era la migliore a mio parere. e in piu si poteva con un po di malizia entrare nel paddock, e star vicino alle macchine e piloti.
Documentario ben fatto, come usava nella RAI di allora. Ma dal taglio moralistico e pedante, tipico di un certo atteggiamento verso le corse a quei tempi. Si riduce un pò la F.1 ad una sentina di vizi economico-finanziari. Si tratteggia un mondo cinico, avido e senza morale. Ora, la F.1 è anche questo. Lo era allora e lo è ancor più adesso. Ma non è solo questo; il che era particolarmente vero nel 1976, quando occorreva una grande passione per correre, dato che si rischiava la vita; ed anche per fare la vita che facevano meccanici e tecnici ai box. D'altra parte, per correre occorrono sponsor, servono grandi investimenti; per questo ci sono e ci saranno sempre interessi in ballo, non sempre trasparenti, non sempre corretti. È il prezzo che si paga per mantenere uno sport/manifestazione che ha un seguito molto diffuso.
Complessità, tutto era più denso e dibattuto...anche uno sport come la F1... oramai siamo dei babbei annichiliti dal nulla, pronti per essere tumulati senza protestare.
Surreale la questione degli “assemblatori” : nel 2022 è proprio la strapotere delle grandi case automobilistiche ad aver soffocato la vera competizione sportiva. Per non parlare delle strutture dell’autodromo, definite antiquate nel ‘76 oggi sono ancora le stesse…
Ho 25 anni e vedere questo mi porta tanta nostalgia di quei tempi che non ho vissuto
documento straordinario!! straordinario ascoltare opinioni di uomini di 46 anni fa', il modo di vestire, gli operai, nomi di vecchissimi sponsor, alcuni ancora esistenti altri scomparsi ed è un piacere ricordarli e poi, non da ultimo, la straordinaria folla curiosa fusa quasi totalmente con il circus F1... Semplicemente straordinario!Fa effetto anche notare piloti che si espongono esprimendo opinioni anche su altre opinioni che non condividono. Grazie Rai
Complimenti!!!! BELLISSIMO SERVIZIO!!! TEMPI D'ORO!!! avevo 14 anni e la F1 era la mia grande PASSIONE!!!
Adoro gli anni 70!
Sono nato nel 71… e negli anni 80 soffrivo già la malinconia di questo periodo ❤
Caspita! Formula 1, un circuito tutto d'oro. Lo cercavo da quando lo vidi su Rai sport circa 7 anni fa!!!!!! Grazieeeee
Documento eccezionale, lo cercavo da tempo.
Che bella la voce fuori campo, calda, rassicurante, profonda, senza inflessioni
Sì , molto bravo
Gli speakers a quel tempo dovevano superare un esame di dizione molto severo.
Questo perché all'epoca una corretta dizione ed un uso professionale della voce, erano cose che contavano. Per non parlare dell'uso appropriato della lingua italiana. Altri tempi, anche se i contenuti del filmato sono discutibili.
Doppiava anche alcuni cartoni animati
La sigla TG2 Dossier è stupenda - anni 70 - tempi bellissimi
Grazie per aver postato questa perla
Grazie a chi lo ha reperito
Ero Monza nel settembre del 1981. Uno spettacolo
Molto bello si respira appieno l'atmosfera agonistica di quei tempi. Interessante inoltre il taglio della " inchiesta " dove si vede bene la impostazione ideologica di quei tempi ( il Tg2 era socialista ) e il disappunto ( condivisibile ) per l'arrivo degli " assemblatori " e per lo strapotere del denaro e degli sponsors. La via era tracciata e fa impressione vedere l'enfasi sui 600 milioni guadagnati da Lauda... oggi corrisponderebbero a 3 milioni di euro, cifra guadagnata da molte centinaia di giocatori di calcio in Europa con picchi poi anche in altri sports venti trenta cento volte piu' grandi. Mi piacerebbe si materializzasse di nuovo il buon Poltronieri... sarei curioso di vedere le sue reazioni e valutazioni. Mitico Afric Simone e il suo Ramaya ah ah !! Bello comunque veramente bello.
Documento importantissimo. Il programma è a colori ancor prima della data ufficiale del passaggio a colori!
Era girato in pellicola, non in video, perciò era a colori
Nel 1976, la Rai si preparò al passaggio ufficiale al colore, trasmettendo alcuni eventi a colori, specie sportivi. Quello di Monza, ad esempio, fu il primo Gran Premio di F.1 "colorato" trasmesso dalla Rai; a titolo sperimentale, si diceva allora. Per info: il successivo gp canadese non fu proprio trasmesso, quello USA a Watkins Glen andò in onda in bianco e nero, mentre il fatidico atto finale al Fuji fu trasmesso in diretta e a colori (all'alba). Come lo so? Ero davanti al video, ho visto quelle gare. Aggiungo che all'epoca, chi già possedeva un tv color e viveva al centro-Nord, le gare sportive che la Rai mandava ancora in bianco e nero se le godeva a colori sulla TSI (tv Svizzera italiana), in genere...
Ultima annotazione: chi pensasse che la Rai fosse in ritardo tecnologico, sappia che la nostra tv pubblica avrebbe potuto trasmettere regolarmente a colori già dal 1970, perlomeno. Si fecero anche filmati per le prove tecniche di trasmissione, proprio come avvenne sei anni dopo. Si fecero film e sceneggiati a colori, anche se quasi tutti non se ne accorsero, perché avevano televisori b/n. Le Olimpiadi di Monaco del '72, la Rai le diffuse anche a colori, per i fortunati che disponevano di tv color allora. Nessuna arretratezza, solo decisioni politiche molto discutibili. Il fronte del no al colore aveva un leader in Ugo La Malfa, spesso responsabile di dicasteri economici. Secondo lui, non si doveva rischiare che gli Italiani si indebitassero a sangue per acquistare televisori al tempo molto costosi. Bella fesseria! Ma era tipica della politica paternalistica e pseudo-pedagogica di allora. Certo, vi erano anche ragioni più serie, c'erano forti pressioni circa la scelta del sistema da usare per le trasmissioni (PAL o SECAM), ecc.ecc.
Fatto sta che l'Italia arrivò in ritardo di quasi 10 anni sulla scena del colore e ciò non fu privo di conseguenze: fu affossata in modo tombale la produzione nazionale, a tutto vantaggio di quella estera, prima europea (Philips, Grundig, Saba, Telefunken), poi giapponese.
Questo, circa il colore. Sul documentario Dossier, posso dire che ha un tono tipico di quegli anni: si assisteva all'esplosione del business, poi c'erano molti gravi incidenti, non di rado mortali. Questa cosa non andava giù a molti, che vedevano le corse come un circo cinico e crudele, i piloti come dei pazzi forsennati, quasi incapaci di intendere e di volere; i manager, come vampiri assetati di soldi e potere e i tifosi, dei fanatici senza coscienza.
Non che non fosse "anche" così; di certo, non si trattava "solo" di questo. Ma i benpensanti tuonavano comunque, specie quelli che una gara di auto o di moto non l'avevano neppure mai vista. Ecco, questo documentario Rai si sforza di essere obiettivo, ma risente di questi toni. Strano che sia uscito così: il telecronista ufficiale Rai, l'indimenticato Mario Poltronieri che compare nel filmato, era un vero appassionato, anche se talvolta critico verso certi eccessi del "circus".
Davvero
@@stefanorchiclasta grazie per tutte queste importantissime informazioni! Fa piacere leggere un'analisi attenta da chi ha vissuto quel periodo, sia dal punto di vista del passaggio dal bianco e nero al colore che da quello legato al mondo delle gare automobilistiche
Surreale la questione degli “assemblatori” : nel 2022 è proprio la strapotere delle grandi case automobilistiche ad aver soffocato la vera competizione sportiva. Per non parlare delle strutture dell’autodromo, definite antiquate nel ‘76 oggi sono ancora le stesse…
Questo dossier è interessantissimo, grazie della condivisione...!
Documentario bellissimo un grande Niki Lauda ❤️❤️❤️🏎️🏎️🏎️
Sigla inedita (Peter Reno - Contact). Durò pochissimo, sostituita presto dall'attuale di Battiato.
Sono d'accordo di mettere prima il nome della macchina e poi lo sponsor
2:55 Didier Pironi, quando non era ancora conosciuto al grande pubblico.
1:11 striscione grandioso: "basta con la maFIA inglese"
ancora attualissimo ... Mercedes stia a Stoccarda, e RedBull stia a Salisburgo
30000 lire ho pagato per assistere a questo gran premio cazzo che tempi avevo 17 anni
oggi sono passati 45 anni , era un giovedì .😁
ma che giovedì - DEFICIENTE
Grandissimo!!
Come ha cambiato Tutto non c'è più quel batti Cure di ina Volta con tantissime Storie Passionali.
C'è solo Interesse e Bisness di Soldi Oggi in Giro , e molte Socorretesse sul lato della Tecnica che hanno troppe Influenza sulle Monoposto
Tutte le proposte fatte nei confronti degli assemblatori, non sono state applicate. Ferrari and compani oltre a chiamarli assemblatori, li aveva declassati a garagisti
oggi sono passati 43 anni , avevo 13 anni .
Pasa sei un giovane di 56 anni dunque? Ti mando un saluto virtuale e invidio di non aver vissuto negli anni 60/70
@@diegopassioneinter4992 grazie per il giovane , ora sono 57 , più che altro ho vissuto gli anni 80 da ventenne . ciao , molto gentile .
Tutto in altro mondo, oggi non la seguo più
La Williams diceva che nei primi anni 80, vinceva con le gomme che la Ferrari buttava via
Me li ricordo i cani. I miei amici ed io avevamo scavalcato per non pagare il biglietto
Fantastico.
I like the serious hence neutral perspectives on 'The Circus' without the hypocrisy nowadays so en vogue ... needless to say the sport had long lost its virginity at that point .. all sold to hardworking people for their good money . even though midst this cashfrenzy true enthusiasm seemed intact as also were the Drivers distinct personalities and their own men 🎩
cero questo week-end a Monza.
Sono trascorsi 50 anni da questo servizio e la professionalità nel fare TV, è vergognosamente peggiorata.
Rimpiango molte cose degli anni 70.
La moda dei primissimi piani mi irritava già da allora
cero quel week-end à Monza, e a Monte Carlo. quel epoca era la migliore a mio parere. e in piu si poteva con un po di malizia entrare nel paddock, e star vicino alle macchine e piloti.
non si vede mai Forghieri
La sigla è Contact di Peter Reno.
Documentario ben fatto, come usava nella RAI di allora. Ma dal taglio moralistico e pedante, tipico di un certo atteggiamento verso le corse a quei tempi. Si riduce un pò la F.1 ad una sentina di vizi economico-finanziari. Si tratteggia un mondo cinico, avido e senza morale. Ora, la F.1 è anche questo. Lo era allora e lo è ancor più adesso. Ma non è solo questo; il che era particolarmente vero nel 1976, quando occorreva una grande passione per correre, dato che si rischiava la vita; ed anche per fare la vita che facevano meccanici e tecnici ai box.
D'altra parte, per correre occorrono sponsor, servono grandi investimenti; per questo ci sono e ci saranno sempre interessi in ballo, non sempre trasparenti, non sempre corretti. È il prezzo che si paga per mantenere uno sport/manifestazione che ha un seguito molto diffuso.
Ah , ma la musica della sigla di Tg2 dossier non è mica Propiedad prohibida di Battiato in questo caso !
era bella la formula 1 , oggi é noiosa
Non è noiosa e proprio uno schifo
Oggi è raccapricciante!
Fantastico Bernie.
E malizioso.
Fantastico
Complessità, tutto era più denso e dibattuto...anche uno sport come la F1... oramai siamo dei babbei annichiliti dal nulla, pronti per essere tumulati senza protestare.
Surreale la questione degli “assemblatori” : nel 2022 è proprio la strapotere delle grandi case automobilistiche ad aver soffocato la vera competizione sportiva. Per non parlare delle strutture dell’autodromo, definite antiquate nel ‘76 oggi sono ancora le stesse…