I Camalli

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  • Опубліковано 13 чер 2021
  • La Pillola di oggi si intitola "I Camalli" ed è dedicata alla storia secolare di una corporazione che ha costituito il cuore pulsante del Porto di Genova ed il motore economico dell'intera Regione.
    Il termine arabo "hammal", da cui deriva la nostra parola "camallo", è genericamente tradotto in italiano come facchino, letteralmente invece è "faticatore a spalla" e questa definizione rende con maggiore efficacia quella pesante attività. Si tratta di un mestiere che ha origini nel XIV secolo e non sempre è stato svolto da genovesi: fino al 1848 infatti i Camalli venivano in gran parte dalle Alpi bergamasche, i cui uomini erano ritenuti molto forti e robusti. In un antico statuto della Repubblica di Genova, l’origine bergamasca è citata come condizione indispensabile per entrare nella Compagnia dei Caravana, la corporazione medievale dei facchini del porto; nel 1952 La Caravana è entrata a far parte dell’attuale Compagnia unica del porto, più esattamente Compagnia unica fra i lavoratori delle merci varie (CULMV).
    I camalli, quando ancora le macchine non erano presenti ad agevolare le fatiche dell’uomo, provvedevano a spalla al trasferimento delle merci dalla stiva della nave alle banchine; avevano il compito di depositare le merci presso il magazzino chiamato “raiba”, nome di origine araba da cui ha preso nome l’attuale piazza Raibetta in zona Caricamento.
    Un lavoro manuale, monotono, per fare il quale occorreva solo una grande robustezza fisica ed una sopportazione non comune della fatica. Genova è stata retta, economicamente, per secoli dal lavoro dei camalli e questo li rendeva fieri. Questa fierezza viene rappresentata nel video con la testimonianza forte di un ex portuale che, attraverso una poesia, ci parla di un lavoro svolto con l'orgoglio e l'abnegazione dati dalla consapevolezza di essere importanti per l'intera comunità.
    Il camallo forse più famoso fu Bartolomeo Pagano, conosciuto come Maciste, salito agli onori del cinema nel 1914 nel film “Cabiria”, dove mostrava la sua notevole forza sviluppata dopo anni come “camallo”.

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