La grandezza di Pirandello, è una dote della quale tutti, credo (non a dio, eh...! E meno ancora ai preti), gli siamo grati. Ma... per chi la possiede, questa non è una dote... forse è addirittura una disgrazia, che avvelena la vita: riuscire a vedere, a leggere, con chiarezza, le disumane incongruenze dei "costumi sociali" del suo tempo (chissà, se vivesse nel nostro, che ne scriverebbe...!) Ma fosse solo questo... no: in più, c'è la solitudine dell'essere i soli, o tra pochissimi, a capire queste cose, essere... "troppo avanti" per poter essere capito dai più; una maledizione terribile, come la "dote" di Cassandra. Tanti grandi, l'hanno avuta... Verga, per restare in ambito letterario. Penso, ad esempio, alla ferocia, al ribrezzo per i suddetti "costumi" che riesce a comunicarci in "Mastro don Gesualdo". Ma, per parlare di vette altrettanto alte, benché in altro ambito, perfino Mozart, che morì povero, e le cui ossa riposano in una fossa comune. L'aquila... vola sola. Grande Randone, del quale ricordo ancora la sua interpretazione, così vera, viscerale, ne " il berretto a sonagli"
_Pensaci, Giacomino_. Commedia in tre atti di Luigi Pirandello Prima rappresentazione (in versione siciliana): 10.07.1916 Tratta dalla novella omonima (in _Novelle per un anno_) (Giusto per mettere i puntini sulle i rispetto a certi commenti scemi qui sotto...)
Dio mio, e la terza volta che guardo questo pezzo e mi commuovo. Nemmeno un ricordo di randone, che so una trasmissione su rai 5, intitolare un teatro....e tanti altri attori che non sto qui a elencare.
Conoscevo la novella di Pirandello attraverso la lettura, mi piace molto questa re-interpretazione televisivo - teatrale, magari il finale fosse così diciamo ottimistico, rimane invece sospesa la minaccia ,anche se per giusti fini, del povero e sicuramente superiore professore: "Pensaci Giacomino!".
Eh, sì... in effetti sn d'accordo con te. La cosa peggiore che mi viene di pensare è che questi riadattamenti siano fatti x scopi "di cassetta", se così si può dire, cioè, per essere diretto e parlare "senza guanti sulla lingua"... immaginati la scena di una compagnia di teatro che va da un impresario proponendogli questa rappresentazione (o altre dello stesso tenore, cambia poco), e l'impresario suddetto che, con birignao simile a quello del prete, spieghi loro che... "vedete che c'è...la roba drammatica oggi non "tira" più... se non mi ci mettete un finale allegro, tutte le sere dopo la "prima" non si riempie nemmeno la prima fila in platea" E loro: "Ma è Pirandello... sarebbe come riscrivere Shakespeare...!" E l'impresario: "...Chi...!? E poi, scusate... sapete, no, che non è il caso, in un momento storico come questo, che - anche in una commedia - qualcuno dica ad un prete... dov'è... 'sta frase qua: 'crede... che crede...!? Lei neanche a cristo, crede...!'; no, no, su... 'sta parte bisogna tagliarla, sennò... trovatevi un altro impresario" Non so se sei d'accordo con me... E dire che gli attori sono bravi, pure... Randone a parte, di cui non serve parlare... sia per Lillina, sia per Giacomino, sia per il prete, gli attori sono bravi, davvero (riguardo al prete, poi... c'è sempre la considerazione che facevo più sopra: anche così "tagliato", e coi doppi guanti sulla lingua... insomma, siamo in italia, protettorato vaticano)
Peccato che la frase più velenosa contro di loro sia stata "prudentemente"... EPURATA: "...Crede...!? Che, crede...!? Lei... nemmeno a cristo, crede...!" frase che appunto il professore dice al suddetto prete nel finale.
La grandezza di Pirandello, è una dote della quale tutti, credo (non a dio, eh...! E meno ancora ai preti), gli siamo grati. Ma... per chi la possiede, questa non è una dote... forse è addirittura una disgrazia, che avvelena la vita: riuscire a vedere, a leggere, con chiarezza, le disumane incongruenze dei "costumi sociali" del suo tempo (chissà, se vivesse nel nostro, che ne scriverebbe...!)
Ma fosse solo questo... no: in più, c'è la solitudine dell'essere i soli, o tra pochissimi, a capire queste cose, essere... "troppo avanti" per poter essere capito dai più; una maledizione terribile, come la "dote" di Cassandra. Tanti grandi, l'hanno avuta... Verga, per restare in ambito letterario. Penso, ad esempio, alla ferocia, al ribrezzo per i suddetti "costumi" che riesce a comunicarci in "Mastro don Gesualdo".
Ma, per parlare di vette altrettanto alte, benché in altro ambito, perfino Mozart, che morì povero, e le cui ossa riposano in una fossa comune.
L'aquila... vola sola.
Grande Randone, del quale ricordo ancora la sua interpretazione, così vera, viscerale, ne " il berretto a sonagli"
Salvo Randone, un colosso di attore.
_Pensaci, Giacomino_. Commedia in tre atti di Luigi Pirandello
Prima rappresentazione (in versione siciliana): 10.07.1916
Tratta dalla novella omonima (in _Novelle per un anno_)
(Giusto per mettere i puntini sulle i rispetto a certi commenti scemi qui sotto...)
Dio mio, e la terza volta che guardo questo pezzo e mi commuovo. Nemmeno un ricordo di randone, che so una trasmissione su rai 5, intitolare un teatro....e tanti altri attori che non sto qui a elencare.
Conoscevo la novella di Pirandello attraverso la lettura, mi piace molto questa re-interpretazione televisivo - teatrale, magari il finale fosse così diciamo ottimistico, rimane invece sospesa la minaccia ,anche se per giusti fini, del povero e sicuramente superiore professore: "Pensaci Giacomino!".
Eh, sì... in effetti sn d'accordo con te. La cosa peggiore che mi viene di pensare è che questi riadattamenti siano fatti x scopi "di cassetta", se così si può dire, cioè, per essere diretto e parlare "senza guanti sulla lingua"... immaginati la scena di una compagnia di teatro che va da un impresario proponendogli questa rappresentazione (o altre dello stesso tenore, cambia poco), e l'impresario suddetto che, con birignao simile a quello del prete, spieghi loro che...
"vedete che c'è...la roba drammatica oggi non "tira" più... se non mi ci mettete un finale allegro, tutte le sere dopo la "prima" non si riempie nemmeno la prima fila in platea"
E loro:
"Ma è Pirandello... sarebbe come riscrivere Shakespeare...!"
E l'impresario:
"...Chi...!? E poi, scusate... sapete, no, che non è il caso, in un momento storico come questo, che - anche in una commedia - qualcuno dica ad un prete... dov'è... 'sta frase qua: 'crede... che crede...!? Lei neanche a cristo, crede...!'; no, no, su... 'sta parte bisogna tagliarla, sennò... trovatevi un altro impresario"
Non so se sei d'accordo con me...
E dire che gli attori sono bravi, pure... Randone a parte, di cui non serve parlare... sia per Lillina, sia per Giacomino, sia per il prete, gli attori sono bravi, davvero (riguardo al prete, poi... c'è sempre la considerazione che facevo più sopra: anche così "tagliato", e coi doppi guanti sulla lingua... insomma, siamo in italia, protettorato vaticano)
@@mssmmgnn Proprio così, sono d'accordissimo!
3:36, entra Randone
12:45,
18:35, rientra Randone
38:55,
44:55, arrivano i suoceri
MI DA SEMPRE GUSTO VEDERE LAVORI IN CUI SI E' AVUTO IL CORAGGIO DI RICORDARE, ILLUSTRANDOLI, CHE RAZZA DI SERPENTI SANNO ESSERE I PRETI.
Peccato che la frase più velenosa contro di loro sia stata "prudentemente"... EPURATA:
"...Crede...!? Che, crede...!? Lei... nemmeno a cristo, crede...!" frase che appunto il professore dice al suddetto prete nel finale.
@@mssmmgnn veramente non è epurata