Sono catechista, nel gruppo ho un ragazzo che riceverà il sacramento della cresima ad ottobre. Con lui noi riesco a relazionarmi. Non riesco anche con i genitori. Crea volutamente scompiglio . Vorrei essere sorridente e paziente come con il resto del gruppo. Lo porto a pensare di ascoltare il cuore. Nel battito c'e Gesù che gli vuole bene, che supera i miei limiti Mi mette sempre alla ricerrca Certo sono importanti i genitori, separati. Grazie per la persona che sei
La scuola può ritrovare il proprio fine solo se si comincia dalla motivazione dei maestri, gli insegnanti. L'insegnamento è una vocazione non semplicemente un mestiere (come il medico per intenderci), e prima ancora la scuola dovrebbe godere del prestigio e dell'attenzione con cui si maneggiano le cose fragili e preziose: investimento di risorse e cura delle professionalità necessarie. Che non sono solo i professori e gli studenti ma anche i dirigenti e altre figure di supporto necessarie come psicologi e tutor! Questa è la scuola che vorrei....
Giustissimo. Come non essere d'accordo...? Il punto è come ottenerlo. Ogni tentativo, da decenni, è naufragato in un mare di adempimenti burocratici e presunte innovazioni, talvolta abbastanza cervellotiche. Anche perchè certi aspetti sono difficilmente individuabili e quantificabili. Comunque non tutto va storto, ci sono anche molte cose che funzionano nella scuola.
Carissimo Alessandro scusami se mi permetto questo tono confidenziale. Ti conosco da poco ma ti assicuro che mi sei piaciuto da subito . Condivido molti dei tuoi pensieri. Quando ti ascolto mi sento allo specchio. Con molte meno capacità di te. Io sono quasi un settantenne e non sono mai stato capace di tradurre in parole i miei pensieri. Tu lo fai benissimo e quello che in quello che dici mi ritrovo tantissimo. Ho lavorato per 40 anni con persone disabili. Ti assicuro che fino al mio ultimo giorno di lavoro ho lottato per trovare canali di comunicazione con loro affinché potessero avere più strumenti possibili per arricchirsi. Sono mo le cose che ci fanno incontrare. Ora mi fermo qui. Questo è stato il mio tentativo di contattarti. Ne sentivo il bisogno . Scusami se mi sono permesso.
sempre una grande ricchezza ascoltare gli interventi di Alessandro!
Grandioso D'AVENIA❤
Sono catechista, nel gruppo ho un ragazzo che riceverà il sacramento della cresima ad ottobre. Con lui noi riesco a relazionarmi. Non riesco anche con i genitori. Crea volutamente scompiglio . Vorrei essere sorridente e paziente come con il resto del gruppo. Lo porto a pensare di ascoltare il cuore. Nel battito c'e Gesù che gli vuole bene, che supera i miei limiti
Mi mette sempre alla ricerrca
Certo sono importanti i genitori, separati.
Grazie per la persona che sei
Donarsi vuol dire Amare,aiutare il prossimo mi rende giustizia,CIAO ALESSANDRO PIACERE DI COMOSCERTI.
La scuola può ritrovare il proprio fine solo se si comincia dalla motivazione dei maestri, gli insegnanti. L'insegnamento è una vocazione non semplicemente un mestiere (come il medico per intenderci), e prima ancora la scuola dovrebbe godere del prestigio e dell'attenzione con cui si maneggiano le cose fragili e preziose: investimento di risorse e cura delle professionalità necessarie. Che non sono solo i professori e gli studenti ma anche i dirigenti e altre figure di supporto necessarie come psicologi e tutor! Questa è la scuola che vorrei....
Giustissimo. Come non essere d'accordo...? Il punto è come ottenerlo. Ogni tentativo, da decenni, è naufragato in un mare di adempimenti burocratici e presunte innovazioni, talvolta abbastanza cervellotiche. Anche perchè certi aspetti sono difficilmente individuabili e quantificabili. Comunque non tutto va storto, ci sono anche molte cose che funzionano nella scuola.
Bellissima ❤
Grazie. Mi fa molto piacere che abbia apprezzato l'intervista. L'aspetto sul canale per le prossime e quelle già registrate.
Carissimo Alessandro scusami se mi permetto questo tono confidenziale. Ti conosco da poco ma ti assicuro che mi sei piaciuto da subito . Condivido molti dei tuoi pensieri. Quando ti ascolto mi sento allo specchio. Con molte meno capacità di te. Io sono quasi un settantenne e non sono mai stato capace di tradurre in parole i miei pensieri. Tu lo fai benissimo e quello che in quello che dici mi ritrovo tantissimo. Ho lavorato per 40 anni con persone disabili. Ti assicuro che fino al mio ultimo giorno di lavoro ho lottato per trovare canali di comunicazione con loro affinché potessero avere più strumenti possibili per arricchirsi. Sono mo le cose che ci fanno incontrare. Ora mi fermo qui. Questo è stato il mio tentativo di contattarti. Ne sentivo il bisogno . Scusami se mi sono permesso.