Tursi (Mt) - Rabatana
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- Опубліковано 12 січ 2025
- Città natale di Albino Pierro, due volte candidato al Nobel per la letteratura Tursi sorge su una collina di formazione arenaria fra i fiumi Agri e Sinni. Pierro nei suoi versi in dialetto tursitano ne ha più volte decantato la millenaria bellezza. Per eternare la memoria del poeta è stato creato il Parco letterario Albino Pierro gestito dal Centro Studi Albino Pierro, dal parco si gode una suggestiva vista sui calanchi verso il santuario di Santa Maria D’Anglona. All’interno del Parco, il Museo della Poesia Pierriana comprende una mostra permanente di dipinti di artisti lucani come Nino Tricarico e Antonio Masini, i quali si sono ispirati alle poesie dell’illustre poeta tursitano.
L’antico borgo è circondato da dirupi, le “jaramme” come le definiva lo stesso Pierro. La Rabatana è uno splendido groviglio di case costruite con pietre e laterizi, tutt’intorno il paesaggio è dominato da blocchi di origine argillosa, noti come Calanchi dalle forme bizzarre e suggestive.
Dal passato glorioso, Tursi in origine era denominata Pandosia, fondata dagli Enotri prima del 1000 a.C.
A partire dall’VIII secolo a.C., infatti, sulla costa ionica i Greci fondano le città di Siris, Heraclea - oggi Policoro -, Metaponto e Pandosia, quest’ultima distrutta tra l’81 a.C. e il 72 a.C. ad opera del generale romano Lucio Cornelio Silla. Dalle rovine di Pandosia, poco prima dell’era cristiana, nasce Anglona, da cui prende il nome il prezioso Santuario che sorge a pochi chilometri da Tursi.
Nel 410 Anglona subisce la distruzione da parte dei Visigoti di Alarico I che, per controllare il territorio circostante, costruiscono un castello su una collina a metà strada tra i fiumi Agri e Sinni, presso il quale si rifugiarono gli abitanti sopravvissuti di Anglona.
Sorge così la Rabatana, primo borgo popolato di Tursi, il cui nome, però, si deve ai Saraceni, che nel IX secolo conquistano gran parte della pianura metapontina, fino alla Rabatana appunto. Successivamente divenne meta degli arabi, celebre è il quartiere della Rabatana, da rabat che sta per borgo fortificato, infatti il quartiere si caratterizza per essere di difficile accessibilità come tutti i quartieri di origine araba, fatto di vicoli scoscesi, gradinate tortuose che conducono a profondi precipizi, che il poeta Pierro chiamava Jaramme, e un groviglio di case realizzate in pietre e laterizi. Le tracce della dominazione araba sono ancora evidenti nelle costruzioni, nelle tradizioni e nella cultura. Nell’890 è la volta dei Bizantini che denominano l’intero centro Tursikon, in onore del fondatore Turcico. Si succedono poi Normanni, Svevi e Angioini, contribuendo alla crescita della città.
Dalla definitiva distruzione di Anglona, viene salvato solo il santuario e nel 1400 i cittadini si rifugiarono a Tursi, con la successiva fusione delle due diocesi. È Andrea Doria (1552) a ricevere da Carlo V il ducato di Tursi, scomparso nel 1769 con la conseguente acquisizione dei terreni da parte delle famiglie Donnaperna, Picolla, Panevino, Camerino, Brancalasso.