Io non appartengo più - Roberto Vecchioni, io non appartengo più (con testo)
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- Опубліковано 3 жов 2024
- Io non appartengo più
Roberto Vecchioni, io non appartengo più
2013
Io non appartengo più alle cose del mio tempo,
non mi riconosco più, lì nascosto dietro un canto.
Non mi basta nemmeno il cuore per giustificare, capire, sentire, immaginare.
Non mi basta la forza degli occhi per voltarmi e non guardare.
Io non appartengo più viaggio come un clandestino,
in una nave senza rotta già segnata dal destino.
Io non appartengo più ai borghesi, agli inciuciai, alle banche, ai cazzinculo e mi scuso,
ma c'ho pure il dubbio che sia perfino Dio un refuso.
Sono sveglio dentro un sogno di totale indifferenza,
che persino tra le gambe mi si è persa la pazienza.
Io non appartengo al tempo del delirio digitale,
del pensiero orizzontale,
di democrazia totale.
Appartengo a un altro tempo scritto sopra le mie dita,
con i segni di chitarra che mi rigano la vita.
Io l'ho vista la bellezza e ce l'ho stampata in cuore,
imbranata giovinezza a ogni antico nuovo amore.
Io non appartengo più, mi fa ridere lo ammetto,
ma vi giuro non lo faccio per malinconia o dispetto.
Non lo dico per stanchezza,
al calar del sipario su spettatori immaginari sono gli uomini la stizza,
sono i loro stupidari.
Così corrono ad Oriente e non c'è stella cometa e moltiplicano il niente per chiamarlo ancora vita,
come chi ha dimenticato,
come chi non ha provato,
come chi si è sorpassato,
non si è visto e ha continuato.
Io non appartengo a un tempo che non mi ha insegnato niente tranne che puoi esser uomo ma non diventare gente.
Io volevo ed erano voli di uno sparso, antico sogno, per non rimanere soli, accecati nell'abbaglio.
Io non appartengo più,
e lascio uno spiraglio alla mia porta,
solo quando vieni fallo con l'amore di una volta.
Viaggio come un clandestino in una nave senza rotta già segnata dal destino... quanta verità in questa strofa. Ma ho anche il dubbio che sia perfino Dio un refuso. Poesia della vita reale, verità mai scritta, da quelli che, alla domenica, predicano da un altare di cui hanno fatto il proprio trono. Tanto vale... credere solo a ciò che vediamo. Grazie Maestro!
Sempre grande il Maestro! ❤
Che Dire... Brividi e lacrime ogni volta che l' ascolto
Malinconicamente straordinaria... semplicemente da brividi.... troppo troppo troppo BELLA!!!!!!
Roberto, hai parlato anche per me! Sei un grande!
Questa è poesia! 😘
Meravigliosa.
MERAVIGLIOSO ❤❤❤❤❤
Meravigliosa!!!
una vibrazione nell'anima ad ogni ascolto
Un capolavoro. Sei riuscito a dire tante cose che non saremmo mai riusciti a dire, grande Roberto!
"E moltiplicano il niente per chiamarla ancora vita" Lo amo!
Un testamento in versi e musica? Da brividi ( mi ricorda Gaber)!
Impossibile non commuoversi
Io non appartengo al tempo del delirio digitale, del pensiero orizzontale, di democrazia totale.
Appartengo a un altro tempo scritto sopra le mie dita, con i segni di chitarra che mi rigano la vita. Io l'ho vista la bellezza e ce l'ho stampata in cuore, imbranata giovinezza a ogni nuovo antico amore. 💓
BRIVIDI
Io non appartengo più alle cose del mio tempo
Non mi riconosco più, lì, nascosto dietro un canto
Non mi basta nemmeno il cuore per giustificare, capire, sentire, immaginare
Non mi basta la forza degli occhi per voltarmi e non guardare
Io non appartengo più, viaggio come un clandestino
In una nave senza rotta già segnata dal destino
Io non appartengo più ai borghesi, agli inciuciai, alle banche, ai cazzinculo e mi scuso
Ma c'ho pure il dubbio che sia persino Dio un refuso
Sono sveglio dentro un sonno di totale indifferenza
Che persino tra le gambe mi si è persa la pazienza
Io non appartengo al tempo del delirio digitale
Del pensiero orizzontale, di democrazia totale
Appartengo a un altro tempo, scritto sopra le mie dita
Con i segni di chitarra che mi rigano la vita
Io l'ho vista la bellezza e ce l'ho stampata in cuore
Imbranata giovinezza a ogni nuovo, antico amore
Io non appartengo più, mi fa ridere, lo ammetto
Ma vi giuro non lo faccio per malinconia o dispetto
Non lo dico per stanchezza, al calar del sipario su spettatori immaginari
Sono gli uomini la stizza, sono i loro stupidari
Così corrono ad oriente e non c'è stella cometa
E moltiplicano il niente per chiamarlo ancora vita
Come chi ha dimenticato, come chi non ha provato
Come chi si è sorpassato, non si è visto e ha continuato
Io non appartengo a un tempo che non mi ha insegnato niente
Tranne che puoi esser uomo ma non diventare gente
Io volevo ed eran voli di uno sparso, antico sogno
Per non rimanere soli, accecati nell'abbaglio
Io non appartengo e lascio
Lo spiraglio alla mia porta
Solo, quando vieni, fallo con l'amore di una volta
...viaggio anch'io come clandestina in un mondo che persegue l'infelicità del tutto-lavoro, dell'avere forsennato
Mi faranno di tutto. Ma non diventerò mai gente, professore.
Così corrono ad Oriente e non c'è stella cometa e moltiplicano il niente per chiamarlo ancora vita,
come chi ha dimenticato,
come chi non ha provato,
come chi si è sorpassato,
non si è visto e ha continuato.
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Io non appartengo più,
e lascio uno spiraglio alla mia porta,
solo quando vieni fallo con l'amore di una volta.
solo quando vieni, fallo con l'amore di una volta.
Occorre correggere gli ultimi versi del testo scritto.
E' una poesia bellissima e merita la precisione delle sue parole. Grazie
corretto, grazie :-)
Maestro.
Bella!
Sì.
Io non appartengo piu'.... bella roberto....
tristemente bellissima..
condivido pienamente eeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee
Anch'io..grande Roberto!
👋👋👋👋👋
Io non appartengo.
3:30 3:33
.....e gia'.....
Ci sono una serie di errori nel testo, correggili.. ma tu guarda che roba.. mah.. cialtroni dappertutto: io non appartengo più.
che meraviglia di poesia musicata..