A PORTE CHIUSE di Sartre - Teatro Garibaldi - regia Franco Reina e Chiara Torricelli

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  • Опубліковано 15 жов 2024
  • di Jean-Paul Sartre - Teatro Garibaldi 16 e 17 Maggio 2019. Regia Franco Reina e Chiara Torricelli. Garcin - Nanaji Shakya. Ines - Chiara Torricelli. Estelle - Alessia Boncimino. Cameriere - Massimiliano Rametta (17/05) - Traduzione italiana rivista da Franco Reina - Assistenza alla Regia Vittoria Spoto - Scenografie di Franco Reina con la collaborazione di Davide Di Liberto - Realizzate dall’indirizzo Scenografia - sez. E del Liceo Artistico Catalano. Foto di scena Ross LaCiura.
    Due donne e un uomo. Niente boia, né fuoco, né graticola o demonio. Non un luogo di orrori e torture inenarrabili, ma quello che si può definire il residuo soffocante di un salottino Secondo Impero, senza specchi né finestre, con una scultura in bronzo e un tagliacarte, è il contesto in cui si trovano ad interagire tre persone, introdotte a turno da un cameriere. Garcin, un giornalista donnaiolo, Ines, un'impiegata delle poste omossessuale ed Estelle, una ricca e mondana borghese, si incontrano in quel luogo per un disegno che nessuno conosce. Pian piano si sviluppa fra i personaggi, messi a nudo rispetto alle proprie colpe, una situazione sempre più carica di tensione in cui si irritano sempre di più, aggredendosi a vicenda. Tre individui, ciascuno condannato a subire lo sguardo colpevolizzante, le parole accusatorie, il rifiuto, e a ricevere al contempo il desiderio non corrisposto dell'altro. Tutto si svolge come in una catena chiusa, un "circuito triangolare" senza via d'uscita dove tutto potrebbe accadere. Un trio inseparabile dove l'altro è sia una benedizione sia una maledizione. Garcin, l'unico uomo di questo "triangolo infernale", realizzerà che l'inferno più insopportabile è la relazione con i "prossimi", i "vicini", "gli altri". Laddove si fugge alla solitudine, grazie alla presenza dell'altro, la presenza dell'altro può essere una condanna: "Il boia è ciascuno di noi per gli altri due". I tre si trovano all'inferno, un inferno fuori dalle aspettative convenzionali, luogo di tortura e desiderio reciproco, lungo un intenso rapporto fatto di scontri e approcci, interrotti dalle apparizioni mentali che baluginano sulla scorta della narrazione delle memorie personali.
    In "A porte chiuse", Sartre arriva a trasmettere il suo messaggio ultimo: "L'enfer c'est les autres", la forma più intensa di tortura si traduce in un contesto reale, e quest'ultimo è determinato dal rapporto con gli altri. Attraverso la tortura psicologica provocata e subita dalle persone, Sartre ci dice che l'inferno non è il luogo della tortura fisica eterna dettata dal giudizio divino, ma quello del giudizio implacablile degli altri su di sé.

КОМЕНТАРІ • 1

  • @nicobrasile
    @nicobrasile 2 роки тому

    Belli questi spezzoni, complimenti sopratutto a Chiara con la quale avevo recitato anni fa a Venezia. Grande collega e sopratutto grande attrice.