GIULIO GIANELLI 1879-1914 - “Pipino nato vecchio e morto bambino” 1911

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  • Опубліковано 15 гру 2024
  • Diciottesima lezione della XII Edizione del corso di Pedagogia della Lettura a cura del Prof. Antonio Faeti, “E poi Giannino partì per sempre...”: 25 riflessioni sulla condizione giovanile: fuga, impegno, alienazione (5 marzo 2019).
    Si sa, da sempre, che il Potere “megalizza” ovvero rende tutto grande, immenso, irraggiungibile: i Faraoni, Hitler, i romani… Meno conosciuta è una sotterranea vocazione oppositiva e contrastante che invece deliberatamente “miniaturizza”, ovvero rimpicciolisce, attenua, rende tutto minimo, attivando una sopravvivenza “mimetica” perché la riduzione, è ovvio, permette e aiuta il nascondimento. Giulio Gianelli, detto dagli amici “Gianellino”, guarda dove non posano gli occhi Crispi e Giolitti, osserva e descrive gli spazi piccoli, nasconde i protagonisti, li “gulliverizza” rovesciandone gli itinerari esistenziali. Non è solo in questa opera: il grande Vamba crea il piccolissimo Ciondolino e lo rende, genialmente, capace di metaforizzare lotte, battaglie, tensioni. E poi ci sono i favolisti che inventano le “pollicine” e fanno agire tribù di nani resi potenti dalla loro miniaturizzazione. Sono, fra l’altro, espressione di una sofferta genialità perché gnomi, insetti, bruchi, streghe-bambine sanno nascondersi bene, possono ritornare in campo improvvisamente, rendere tutto malsicuro. Dai lontani studios di Burbank presto un topolino entrerà nei sogni dei bambini di tutto il mondo. Reso struggentemente saggio dalla malattia che presto lo ucciderà, accolta l’insidiosa lezione del suo migliore amico, Guido Gozzano, spinto a meglio decifrare da una indescrivibile miseria, Gianellino vede e racconta un’altra Italia che, ad un tempo, è sempre quella del fuggitivo Giannino, ma è poi fatta anche di magie, travestimenti, cupezze, misteri, prepotenze, finzioni. Vivendo alla rovescio si rivelano ipocrisie, nefandezze, iniquità. All’inizio del “secolo breve”, Pipino che è breve anche lui, non vede l’equivoca burbanza di chi è grosso e in buona salute, scopre invece ciò che è svelato ai poveri e agli umili, appunto.
    BIBLIOGRAFIA E ALTRI RIFERIMENTI
    GIULIO GIANELLI, “Storia di Pipino nato vecchio e morto bambino”, S.E.I., 1993.
    ANTONIO FAETI, “La prateria degli asfodeli”, Bononia University Press, 2010.
    GIUSEPPE FARINELLI, “Tutte le poesie di Giulio Gianelli”, Istituto di Propaganda Libraria, 1973.
    GLAUCO VIAZZI, “Dal simbolismo al déco. Antologia poetica”, Einaudi, 1981.
    PALMER COX, “Le gloriose gesta dei nani burloni”, Longanesi, 1983.
    LUIGI BERTELLI (VAMBA), “Ciondolino”, Bemporad.
    VICKI BAUM, “Il nano Ulle”, I romanzi della Palma, 1936.
    DUCHESSA DI SANTA ELISABETTA, “Il nano in grigioverde”, Belforte.
    FRANCIS SCOTT FITZGERALD, “Il curioso caso di Benjamin Button”, Donzelli.
    MARIA SAVI LOPEZ, “Nani e folletti”, Sellerio, 2002.
    PÄR LAGERKVIST, “Il nano”, Casini, 1953.
    RENATO MONTELEONE, “Lettere al Re”, Editori riuniti. 1973.
    GISELA ELSNER, “I nani giganti”, Einaudi, 1965.
    G. RISPOLI e A. QUONDAM, “Poesia contemporanea”, Le Monnier.

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