LUNA PIENA IN ACQUARIO 19 08 2024

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  • Опубліковано 16 вер 2024
  • ***la Senna all'attenzione anche come il fiume di Parigi
    L'Artemisia si porta all'attenzione qui ed ora per il campo di guarigione collettivo.
    Artemide, dea della caccia, della luna, della castità e degli incroci o crocevia, nella mitologia greca.
    105 Artemis è un asteroide della fascia principale scoperto da J. C. Watson il 16 settembre 1868 ad Ann Arbor, nel Michigan.
    Nell'antica religione e mitologia greca, Artemide (greco: Ἄρτεμις) è la dea della caccia, della selva, degli animali selvatici, della natura, della vegetazione, del parto, della cura dei bambini e della castità. In tempi successivi venne identificata con Selene, la personificazione della Luna. Si diceva spesso che vagasse per le foreste e le montagne, accompagnata dal suo seguito di ninfe. La dea Diana è il suo equivalente latino.
    Nella tradizione greca, Artemide è la figlia di Zeus e Leto o Latona, e sorella gemella di Apollo. Nella maggior parte dei casi, i gemelli sono il prodotto di una relazione extraconiugale. Per questo, Era, la moglie di Zeus, proibì a Leto di partorire ovunque sulla terraferma. Solo l'isola di Delo diede rifugio a Latona, permettendole di dare alla luce i suoi figli. Nella maggior parte dei resoconti, Artemide nasce per prima e poi procede ad assistere Latona nella nascita del secondo gemello, Apollo. Artemide era una divinità kourotrofica (che si prendeva cura dei bambini), cioè protettrice e custode dei bambini piccoli, in particolare delle femmine. Artemide era venerata come una delle principali dee del parto e dell'ostetricia insieme a Eileithyia ed Hera. Ella era una delle tre principali dee vergini, insieme ad Atena ed Estia, ed era una delle tre dee greche sulle quali Afrodite non aveva potere.
    Artemide era anche promotrice tanto della guarigione quanto della malattia, in particolare di donne e bambini.
    ***La cerva di Cerinea fuggiva senza mai fermarsi incantando chi la inseguiva, trascinandolo così in un paese dal quale non avrebbe più fatto ritorno; poiché era una cerva sacra, il suo sangue non poteva essere assolutamente sparso.
    Quando Eracle fu incaricato da Euristeo di catturarla, inizialmente si limitò a inseguirla: la cerva si rifugiò salendo su una montagna di nome Artemisio e cercò di attraversare il fiume Ladone, ma durante la traversata Eracle riuscì a catturarla colpendola con una freccia in un punto della zampa cartilagineo, quindi privo di vasi sanguinei; poi caricandosela sulle spalle la portò in Arcadia. Lungo la strada Artemide ed Apollo lo fermarono e la dea lo rimproverò di aver tentato di uccidere il suo animale sacro, ma l'eroe riuscì a placare le sue ire e ottenne da lei il permesso di portare la cerva ad Euristeo.
    La cerva fu infine portata a Micene e lì fu liberata

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