Effettivamente la registrazione al pedale in questo video risulta un po’ “esagerata”. Dal vivo in cattedrale, con più di 1.000 fedeli presenti e con una compagine corale di un centinaio di cantori, abbiamo ritenuto opportuno dare maggiore sonorità e profondità all’organo. In altre celebrazioni con diverse condizioni la registrazione dell’organo e del pedale è generalmente più soft e meno irruente. Grazie per il suo commento.
Buongiorno! Ha ragione: il brano è in do maggiore. La mia elaborazione è invece in sib maggiore. Il principale motivo di questa scelta è per favorire l’intonazione iniziale da parte del celebrante (con un più comodo fa-sib quale ambito melodico) e anche dell’assemblea che così viene spinta sino ad un do anziché un meno agile (sempre per l’assemblea) re acuto. Quindi anche i passi polifonici da me elaborati sono stati pensati per sfruttare al massimo gli ambiti melodici di ciascuna sezione vocale in questa nuova tonalità. Poi vi è anche un altro motivo legato all’atto penitenziale che qui in cattedrale a Verona siamo soliti eseguire: 1. Signore pietà della stesso Picchi (in sol minore. 2. Atto penitenziale di Taize (in fa maggiore) 3. Kyrie gregoriano o in un protus in sol o in un tritus in fa. Tutti questi atti penitenziali, con i loro assetti armonici, si legano in maniera più ottimale nel tono di sib maggiore scelto per il Gloria. Questi i motivi perché il brano si presenta un tono sotto.
@@Giovanni_Geraci grazie della risposta che apprezzo. Però lei è troppo tollerante: il popolo gioca sempre al ribasso e accontentandolo non lo si educa. Nel mondo anglosassone è l’organista a eseguire la tonalità, che il popolo non può discutere… ma è un altro mondo. Penso che se picchi abbia scelto quell’ambito sia giusto così (anche il Kyrie sarebbe in la e non in sol). Ci sono molte scuole di pensiero, ma so che sono un talebano… 😇
@@albertocarlorota5211 Le tonalità scelte da Picchi sia per il Kyrie che per il Gloria sono ottimali per il coro, non c’è dubbio! Anche io manterrei le tonalità se dovessi eseguire i due brani del Picchi nelle versioni polifoniche originali. Detto questo, per quel che riguarda la questione di abbassare il tono per favorire il canto assembleare, in genere non lo faccio perchè io debba essere tollerante, ma perché il mio obiettivo è essere funzionale. Conoscendo bene la mia realtà parrocchiale e diocesana, come un buon sarto, “cucio” su misura un abito sonoro affinché chi lo indossa può portarlo comodamente e, nello stesso tempo, esaltarne la sua figura. Partendo da questo criterio, prima di elaborare polifonicamente i magnifici temi melodici del Picchi, li ho abbassati di tono, così il lavoro contrappuntistico da me effettuato è stato impostato su nuovi ambiti melodici in linea con il nuovo tono. Il motivo per cui ho sentito il desiderio e l’esigenza di elaborare polifonicamente i temi del Picchi è perché a 50 anni dalla loro composizione li ritengo vere e proprie radici del canto liturgico post conciliare. Per me, per certi versi, sono al pari del gregoriano. Così come i polifonisti della polifonia classica mettevano a radice delle loro architetture contrappuntistiche i temi gregoriani in continuità con il grande passato, anche io, figlio del Vaticano II, attingo ai grandi del passato per edificare i miei contrappunti in linea con la grande tradizione della chiesa, attualizzando queste splendide pagine nelle liturgie oggi celebrate. La ringrazio per essersi confrontato con me su questi temi: da quello che scrive, con piacere noto che anche a lei, come me, sta a cuore il mondo della musica liturgica. Grazie!
@@Giovanni_Geraci Caro Giovanni, lei è troppo buono... ;) Comprendo il discorso circa la possibilità di spaziare di ambito nella polifonia in base a una diversa tonalità. Purtroppo io non vedo nulla di buono nella modernità di questi convegni che lei chiama "liturgie". Sono molto più giovane di lei, ma non mi sento figlio di quel momento storico che secondo me è stato una sciagura da molti punti di vista e rende cieche molte persone ancora oggi. La mia formazione si è allargata quando ho incontrato maestri che mi hanno introdotto in una tradizione storica a me preclusa. Come organista mi accontento di seguire quanto previsto, ma certamente in polemica chiara con gli ultimi cinquant'anni di storia. Lei è sicuramente una persona di buon animo e capirà.
Magnifica, il coro ,,,,,,superbo , ❤❤❤
Splendida elaborazione, complimenti maestro 😊
Che bellezza!
Splendida!
Y donde rayos esta el crucifijo 😢😢
En lo alto de la columnata de la rotonda hay un gran crucifijo.
El gran crucifijo domina el presbiterio y toda la catedral.
Bello ma non mi piace la registrazione al pedale.
Effettivamente la registrazione al pedale in questo video risulta un po’ “esagerata”.
Dal vivo in cattedrale, con più di 1.000 fedeli presenti e con una compagine corale di un centinaio di cantori, abbiamo ritenuto opportuno dare maggiore sonorità e profondità all’organo.
In altre celebrazioni con diverse condizioni la registrazione dell’organo e del pedale è generalmente più soft e meno irruente.
Grazie per il suo commento.
Perché un tono sotto?
Buongiorno!
Ha ragione: il brano è in do maggiore.
La mia elaborazione è invece in sib maggiore.
Il principale motivo di questa scelta è per favorire l’intonazione iniziale da parte del celebrante (con un più comodo fa-sib quale ambito melodico) e anche dell’assemblea che così viene spinta sino ad un do anziché un meno agile (sempre per l’assemblea) re acuto.
Quindi anche i passi polifonici da me elaborati sono stati pensati per sfruttare al massimo gli ambiti melodici di ciascuna sezione vocale in questa nuova tonalità.
Poi vi è anche un altro motivo legato all’atto penitenziale che qui in cattedrale a Verona siamo soliti eseguire:
1. Signore pietà della stesso Picchi (in sol minore.
2. Atto penitenziale di Taize (in fa maggiore)
3. Kyrie gregoriano o in un protus in sol o in un tritus in fa.
Tutti questi atti penitenziali, con i loro assetti armonici, si legano in maniera più ottimale nel tono di sib maggiore scelto per il Gloria.
Questi i motivi perché il brano si presenta un tono sotto.
@@Giovanni_Geraci grazie della risposta che apprezzo. Però lei è troppo tollerante: il popolo gioca sempre al ribasso e accontentandolo non lo si educa. Nel mondo anglosassone è l’organista a eseguire la tonalità, che il popolo non può discutere… ma è un altro mondo.
Penso che se picchi abbia scelto quell’ambito sia giusto così (anche il Kyrie sarebbe in la e non in sol).
Ci sono molte scuole di pensiero, ma so che sono un talebano… 😇
@@albertocarlorota5211 Le tonalità scelte da Picchi sia per il Kyrie che per il Gloria sono ottimali per il coro, non c’è dubbio!
Anche io manterrei le tonalità se dovessi eseguire i due brani del Picchi nelle versioni polifoniche originali.
Detto questo, per quel che riguarda la questione di abbassare il tono per favorire il canto assembleare, in genere non lo faccio perchè io debba essere tollerante, ma perché il mio obiettivo è essere funzionale. Conoscendo bene la mia realtà parrocchiale e diocesana, come un buon sarto, “cucio” su misura un abito sonoro affinché chi lo indossa può portarlo comodamente e, nello stesso tempo, esaltarne la sua figura. Partendo da questo criterio, prima di elaborare polifonicamente i magnifici temi melodici del Picchi, li ho abbassati di tono, così il lavoro contrappuntistico da me effettuato è stato impostato su nuovi ambiti melodici in linea con il nuovo tono.
Il motivo per cui ho sentito il desiderio e l’esigenza di elaborare polifonicamente i temi del Picchi è perché a 50 anni dalla loro composizione li ritengo vere e proprie radici del canto liturgico post conciliare. Per me, per certi versi, sono al pari del gregoriano.
Così come i polifonisti della polifonia classica mettevano a radice delle loro architetture contrappuntistiche i temi gregoriani in continuità con il grande passato, anche io, figlio del Vaticano II, attingo ai grandi del passato per edificare i miei contrappunti in linea con la grande tradizione della chiesa, attualizzando queste splendide pagine nelle liturgie oggi celebrate.
La ringrazio per essersi confrontato con me su questi temi: da quello che scrive, con piacere noto che anche a lei, come me, sta a cuore il mondo della musica liturgica.
Grazie!
@@Giovanni_Geraci Caro Giovanni, lei è troppo buono... ;) Comprendo il discorso circa la possibilità di spaziare di ambito nella polifonia in base a una diversa tonalità. Purtroppo io non vedo nulla di buono nella modernità di questi convegni che lei chiama "liturgie". Sono molto più giovane di lei, ma non mi sento figlio di quel momento storico che secondo me è stato una sciagura da molti punti di vista e rende cieche molte persone ancora oggi. La mia formazione si è allargata quando ho incontrato maestri che mi hanno introdotto in una tradizione storica a me preclusa. Come organista mi accontento di seguire quanto previsto, ma certamente in polemica chiara con gli ultimi cinquant'anni di storia. Lei è sicuramente una persona di buon animo e capirà.
Ottima esecuzione
L’armonizzazione è sua?