Luoghi | MILANO | Paninari, di ieri e di oggi
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- Опубліковано 19 лис 2024
- Luoghi, paesaggi e momenti di vita dei Paninari di ieri e di oggi in un mix tra il passato degli Anni '80 e il presente dopo 40 anni. Fenomeno prettamente milanese si diffuse presto in tutt'Italia, ma sono nati prima i Paninari o il Pan-look ossia quel loro abbigliamento iconico? Ovviamente prima il look quando nemmeno esisteva ancora il termine Paninaro, ma questo Pan-look nacque a Milano o prima a Roma oppure osmosi tra le due città?
E' indubbio che i Paninari siano nati a Milano, tra realtà e leggenda, dal nome dell'insegna "Bar al Panino» in Piazza Liberty (pieno centro storico dove oggi c'è la fontana della Apple) perché lì si ritrovava a inizi '80 un ristretto numero di liceali: sedicenni con moto Zundapp e Cagiva, Vespe e diciottenni patentati con auto Volvo station e Jeep Renegade; adottando frasario alla Dogui e vestiario insolito per fare i galli e cuccare le ragazze.
E' altrettanto vero che parte del loro iconico abbigliamento nacque prima a Roma, se non altro perché nella Capitale aprì sia il primo negozio «El Charro» sia «Energie» (quando non era un brand a se stante, ma ancora un negozio plurimarche come sarà poi Di Segni a Milano) che furono due punti di riferimento dei giovani che desideravano nuovi stili. «El Charro», creazione del romano Marcello Murzilli, nasce già nei precedenti anni '70 con gli stivali western a punta "Camperos" e fu il primo ad importare i giubbotti in pelle Schott, ma il boom e la fama arriverà negli '80 coi Paninari che ne adottarono i suoi prodotti, jeans compresi. Furono pertanto alcuni ragazzi romani, i cosiddetti Tozzi, a indossare prima dei milanesi stivali e cinture con fibbia che diventeranno poi simbolo dei Paninari (oggigiorno chi ancora indossa una cintura El Charro è probabilmente stato un Paninaro). «Energie» nasce dopo, inizi anni '80, ma si impose subito come negozio proponendo per primo in Italia: Avirex, Vans, Converse, Mistral, Americanino, Ocean Pacific, Sundek e le Timberland che saranno identificative dei Paninari che le chiamarono Timba: nomignolo come a New York si usa Timbs. La Timberland lo scorso anno ha festeggiato il 50° anniversario, rilanciando quest'anno l'iconico scarponcino giallo: quello Yellow Boot in voga tra i Paninari e che personalmente ho continuato a portare a prescindere dalla Moda.
Se a Milano si adottò molto il piumino Moncler e le scarpe Timberland da boscaiolo (scarponcino alto 6 Inch o polacchino Chukka) per il clima piovoso, a Roma andavano gli Schott in pelle e quelle da barca a carrarmato (come tutt'oggi) in alternativa alle Clarks: originali, seppur imitatissime, e rigorosamente nel modello blu scuro restando quelle color beige o marrone, sfondate e sporche, appannaggio dei sinistroidi a Milano detti Ciàina ossia i cinesi per dire Comunisti. L'immaginario personaggio dei romanzi polizieschi Rocco Schiavone, da buon romano, le indossa anche ad Aosta!
Ovviamente tale Pan-look si assemblò nel tempo. Man mano modificandosi con l'abbandono di alcuni capi d'abbigliamento e la scoperta di nuovi marchi di qualità, non firmati da stilisti (seppur oggi Stone Island e Moncler siano diventati di lusso) e soprattutto non imposti dalla Moda (i Paninari facevano la Moda, non la seguivano!). Un mix colorato proveniente da differenti settori:
Lavoro (giacche jeans da camionista, guanti gialli da netturbino, scarponi da boscaiolo, camicie quadri flanella da carpentiere)
Militare (specie aviazione: giubbotto Bomber in nylon e G1 in pelle; pantaloni Chinos)
Nautica (cerata Henry Llloyd poi Stone Island, maglioni Marina Yachting e North Sails)
Western (cinture, stivali, spolverino, cappelli)
Country (giubbotti Barbour, calze a losanghe Burlington)
Sport (scarpe Nike o Adidas poi New Balance, felpe Best Company)
Università (mocassini College, camicie Brooks)
Campeggio (zaino e portafogli Invicta)
..dal mondo della Moda, invece, solo Armani (e rigorosamente jeans e maglioni)
Se è chiaro come si assemblò tale Pan-look, meno certo è come si diffuse, specie non esistendo i Social! Inizialmente (1981-82 è la data convenzionale dei primi Paninari) si narra coi viaggi tra le due città: delle tifoserie di calcio, di gite scolastiche o personali (ad es. io frequentavo Milano e Varese per parenti e ricordo i primi Paninari!) e tramite la tv con Drive-In. Solamente dalla seconda metà '80 con foto sui vari giornalini e riviste. Fin dagli inizi allo stadio c'erano Paninari col bomber nelle curve di Inter e Lazio (gemellate) e della Roma. Lo stesso fenomeno accadrà negli Anni '90 in Inghilterra col cosiddetto look Oasis che si diffuse per imitazione tra i fans, ma che i cantanti avevano a loro volta copiato ai tifosi del Manchester City. Gli ultras indossavano pure capi costosi, british o italiani (tra tutti Stone Island) per "mimetizzarsi" tra i ragazzi-bene e sviare i controlli di polizia, mentre da noi Moncler e Timba si diffusero imitando chi andando a sciare li indossava pure in città, compreso berretto e abbronzatura con lampade uva.