Una Vita di Corsa -- Carlo Airoldi -- by AlgoRhythms

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  • Опубліковано 12 вер 2024
  • Una canzone per raccontare la vita di Carlo Airoldi (Origgio, 21 settembre 1869 - Milano, 10 giugno 1929) è stato un maratoneta italiano. Podista e maratoneta, nel 1896 si recò a piedi da Milano ad Atene per partecipare alla gara di maratona dei primi giochi olimpici, ma la sua iscrizione non venne accettata in quanto accusato di professionismo.
    Fonte. Wikipedia
    Testo Originale
    Musica realizzata con Suno AI
    Nella pianura lombarda, milleottocentosessantanove. Un bel bambino nacque, Carlo Airoldi era il suo nome.
    Figlio di contadini nella nuova Italia da inventare, impara a correre ancor prima di camminare.
    Molto muscoloso, forte ma non tanto alto. Corre, corre, si allena, tra un lavoro e l'altro.
    Gara dopo gara, vince ogni competizione. Non gli basta più! Vuole crescere, essere un campione.
    La prima grande impresa che lo rese popolare, lo vede senza scarpe o supporto particolare.
    Corre a Barcellona, non ha neanche trent'anni e primeggia nella corsa senza troppi affanni
    Primo in quella gara, la vittoria già assapora: Lo sfidante Ortegue cade e Carlo vede, non lo ignora.
    Torna subito indietro, sulle spalle lo solleva, con quello strano carico primo al traguardo arriva.
    Per ringraziamento riceve del denaro, son duemila le pesetas che si ritrova in mano
    Quella moneta data come segno di umanità, diverrà per Carlo una pesante eredità.
    L'anno seguente, un sogno più grande lo sprona, la prima Olimpiade, la prima vera maratona.
    Senza treno, solo, a piedi, coraggio nelle vene duemila chilometri da Origgio ad Atene.
    Polvere e sudore, passi senza fine, Austria, Ungheria, Croazia e oltre confine.
    Senza soldi in tasca fino alla Grecia antica, attraverso imperi e regni, non sente la fatica.
    Atene all'orizzonte, quella meta tanto attesa ma il destino cela una drammatica sorpresa.
    un diniego secco e duro e senza esitazione, riceve al momento della sua iscrizione.
    "Correre non puoi!" gli dicono con sprezzo, "hai macchiato lo spirito sportivo con quel prezzo!"
    Duemila pesetas, quel gesto di bontà, si tramutano in catene una vera crudeltà.
    De Coubertin proclama: "L'importante è partecipare", ma per Carlo quelle porte non si voglion spalancare.
    Lasciando dietro di sé il paesino tanto amato trova il suo sogno olimpico in un attimo sfumato.
    Regina delle gare è la maratona tanto attesa, ma per un atleta greco la vittoria già è decisa.
    Spyridon Louis, è l'eroe predestinato, lascia Carlo Airoldi col suo sogno spezzato.
    Il Re di Grecia, consapevole e mosso a compassione, offre denaro all'italiano come consolazione.
    Ma Carlo, con fierezza e dignità, risponde: "Maestà, NON CI SI VENDE QUA".
    Citius, Altius, Fortius - un motto immortale, Airoldi lo vive, senza bisogno di fanfare.
    Più veloce, più in alto, più forte - con questa incitazione, nell'umiltà si vede chi davvero sarà un campione.
    Una Polisportiva ancora oggi porta la sua memoria come tanti sportivi non è mai entrato nella storia.
    Umiltà e coraggio, un esempio fulgente, Carlo, primo olimpionico, eternamente presente.
    Primo e unico italiano dobbiamo ricordare, la sua storia alle Olimpiadi non si può dimenticare.
    Airoldi ci ricorda, con semplice grandezza, che nello sport è la passione la vera ricchezza.

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