E'necessario poi aggiungere che il dogma della Resurrezione di Cristo non è irrazionale, perché Dio, essendo Onnipotente, può far risorgere anche un morto. E'proprio la non esistenza di contraddittorietà tra Rivelazione cristiana e ragione che la religione cristiana può essere vera. Ciò non accade con nessun'altra religione, ad esclusione dell'ebraismo, la speculazione filosofica nell'Islam, a d sempio, si è conclusa proprio con Averroé (filosofo musulmano), proprio perché la ragione stava incominciando a criticare il Corano.
Mi complimento per l'esposizione di un tema tutt'altro che facile anche per gli esperti. Mi permetto di far notare che il dogma della Trinità non é contraddittorio, perché si tratta di tre persone divine che sussistono (esistono) in una sola essenza, quella divina. Sarebbe invece contraddittorio se come dice il professore le tre persone esistessero in una sola persona. Neanche Dio può non solo fare cose contradditorie, ma anche essere contraddittorio in sé stesso.
Ipse dixit Nell'ambito della Bassa Scolastica (il periodo d'oro della filosofia medievale, coincidente con il XIII sec.) Tommaso d'Aquino fornì un apporto originale e determinante per la riscoperta e la rivalutazione, sia pure in un'ottica teologica cristiana, del pensiero di Aristotele di fronte alla preponderante tradizione segnata dal neoplatonismo. Tommaso si sforzò di conciliare il razionalismo di Aristotele con il cristianesimo. In particolare, di fronte all'avanzata dell'aristotelismo di origine araba, che sembrava mettere in discussione i capisaldi della fede in Cristo, Tommaso dimostrò che non c'era nulla di cui temere, in quanto le verità razionali non contrastano affatto con le verità rivelate da Cristo, essendo entrambe emanate da Dio. Per Tommaso non c'è contraddizione tra fede e ragione: infatti, la filosofia può approdare alle medesime verità racchiuse nella Bibbia. Non a caso, grazie alla ragione Aristotele riuscì ad elaborare un ricco e prezioso sistema di conoscenze e di teorie universali, valide e facilmente assimilabili dalla teologia cristiana. Ad esempio, il passaggio dalla potenza all'atto è una scala in senso ascendente, che va dalle piante agli animali, e poi agli uomini, fino agli angeli e a Dio. Il quale, essendo il motore immobile dell'universo, ne governa i fenomeni naturali. Le entità e le intelligenze degli angeli possiedono una conoscenza di tipo intuitivo, che è superiore e che permette loro di cogliere in modo immediato ciò a cui noi, gli esseri umani, dobbiamo e possiamo arrivare soltanto attraverso l'esercizio della ragione. Questa interpretazione dell'aristotelismo, definita "tomismo", influenzò in modo duraturo la filosofia dei secoli seguenti, fino ad arrivare ai giorni nostri. In particolare, tra la fine del XIII e l'inizio del XIV secolo, nell'ordine religioso dei Domenicani si formò una scuola tomistica che nella nota disputa sugli "universali" prese le distanze sia dallo scotismo che dal nominalismo. Per l'affermazione del tomismo come dottrina ufficiale della teologia cattolica ebbero un ruolo determinante il Concilio di Trento e l'enciclica papale "Aeterni Patris", che fu scritta da Leone XIII e risale al 1879. Soprattutto in Svizzera si sviluppò una corrente molto originale del tomismo, che esercitò una vasta influenza fino al Concilio Vaticano II, non solo rispetto al cattolicesimo elvetico, favorendo il dialogo tra la tradizione tomista e la filosofia a noi contemporanea e persino il confronto critico e scientifico con il marxismo.
Una domanda: che il Mondo partecipa dell’Essere divino non l’aveva già detto anche Eriugena dicendo che è una teofania? Qual è la differenza con Tommaso? Perché in questo caso non è una teofania? Grazie.
C'è una profonda differenza tra il dire e il volere dimostrare con la ragione che qualcosa deve pur esistere all'origine di tutto (e alla fine è la stesso presupposto da cui partivano quasi tutti i filosofi sin dalla scuola di Mileto) e volerlo definire. Lo possiamo chiamare Archè, Principio, Dio o come vogliamo ma è facilmente accettabile affermare che "quasi" sicuramente qualcosa deve esistere come "causa" iniziale. Ma continuo a domandarmi, come per ogni "presunto ragionamento" sulla metafisica, si voglia poi pretendere di conoscere o disquisire su come quella Causa Iniziale abbia poi generato il resto che ne deriva, cosa impossibile da definire o sapere. Tra ateismo e teismo agnostico c'è una gran differenza. La filosofia può provare a fornire prove (comunque possibili ma non certe) dell'esistenza di Dio (usando questo nome per la Causa Iniziale), il CHI, ma non potrà mai in nessun modo nemmeno avvicinarsi alla comprensione del COME perché superiore a qualunque possibilità di comprensione. Un COME dove poi, infatti, oggi, Religione e Scienza vanno in aperto contrasto. E ogni teoria sul come diventa poi il mito, la favoletta individuale o collettiva a seconda di quanto si diffonda, certamente utile e necessaria (non in senso filosofico ma proprio come bisogno), purché non la si voglia poi accettare o diffondere come "necessariamente" (stavolta in senso filosofico) vera.
Ciao IdropeTV, ho letto il tuo post. Le prove dell'esistenza di Dio di S.Tommaso (S.Th I q2 a3), seguono una dimostrazione induttiva e procedono dalla realtà che cade sotto i sensi per concludere, secondo necessità naturale e assoluta (S.Th I q82 a1 co-quella secondo cui nella geometria euclidea è necessario che un triangolo abbia la somma degli angoli pari a 180 gradi), all'esistenza di Dio. A sua volta tali dimostrazioni presuppongono le dimostrazioni dell'intenzionalità della conoscenza e che quindi l'uomo conosca realmente la realtà esterna a sé e non come invece afferma Kant che l'uomo possa conoscere solo le sue impressioni. S.Tommaso 500 anni prima di Kant risponde già agli errori dello scrittore tedesco (chiamarlo filosofo è un po'troppo) in S.Th I q85 a2 co, dicendo che è la presenza degli errori nella conoscenza umana che ci attesta che conosciamo la realtà a noi esterna (conoscenza intenzionale). E questo perché le immagini della realtà esterna che ci formiamo , i concetti, e che servono per conoscere la tale realtà, possono essere confrontati con la medesima realtà esterna, differentemente l'intelletto non conoscerebbe i suoi errori, quando invece è evidente che l'intelletto umano è in grado di farlo. Per fare ciò quindi dobbiamo avere conoscenza sia della realtà esterna a noi, sia dei concetti presenti in noi, che servono per conoscerla. Se invece come afferma Kant noi conoscessimo solo le nostre impressioni sui sensi di una realtà esterna a noi sconosciuta (mondo dei noumeni) saremmo sempre nel vero, perché non avremmo nulla con cui confrontare i concetti che abbiamo formato in noi di una realtà a noi sconosciuta. L'analfabetismo intellettuale dei filosofi a livello mondiale che dura da almeno 300 anni (ad esclusione di Brentano) ha permesso a soggetti come Fichte, Schelling, prima, il Circolo di Vienna, il Circolo di Berlino, Heidegger, Marechall, Rahner, di prosperare e di portare avanti vere e proprie astrusità intellettuali fino ad oggi, che non è possibile in nessun modo chiamare filosofia. La filosofia invece, come dimostra Aristotele (nella Metafisica) prima e S.Tommaso poi, è una scienza con oggetto formale proprio, esattamente come tutte le altre scienze umane: l'astrofisica, al fisica delle particelle, la medicina, la psicologia, etc.... Un saluto. Dio non solo non gioca a dadi con il mondo, ma ci ha dato un intelletto che ci permette di conoscerne la sua esistenza con certezza assoluta.
L'unica cosa che direi quando si parla delle Vie è di non chiamarle "prove", non sono "prove" ma "vie", alla fine si fa sempre una analogia (ex. Alla fine della via della "causalità" si dice che ci deve essere una causa prima che noi chiamiamo "Dio", non è una prova, ma un concetto limite, una via...)
(seguito del lungo commento rimasto interrotto ) possibilmente rettificando di persona l'approssimazioiine anche in qualche prossima o futura videolezione su s. tommaso rimediando al fatto di essersi inimicato tutti gli abitanti di roccaseccache avvertonoquesta come un' "onta" (scherzo)tale quale sarebbe per un abitante di arpino sentir dire che cicerone fosse nato a a Perugia (contatto il rispetto) o o per un ateniese che Platone fosse nato a new York o per un romanista che totti fosse della lazio alche prossima o futura videolezione su San tomm
Grazie e complimenti per la lezione. Solo una domanda. La gradualità di godimento del paradiso in proporzione al merito di ognuno è solo un pensiero tomistico del tutto opinabile oppure un dogma di fede?
in linea di massima, quasi tutta la teologia di Tommaso è diventata teologia ufficiale della Chiesa (anche se non necessariamente dogma, i dogmi sono meno di quelli che si pensino; e comunque Tommaso tende a dimostrare razionalmente tutto quello che sostiene, dunque credo che non ci siano dogmi di origine tomistica). nello specifico, non sono sicuro che questa idea della gradualità sia ufficialmente presente nella dottrina ecclesiastica, ma non me ne stupirei; insomma probabilmente sì. se qualche esperto che passa di qui ci dà conferma, lo ringrazieremo insieme :)
Ci sono alcuni movimenti cattolici odierni, come i focolarini di Chiara Lubich, che cercano di persuadere i giovani che avvicinano a non scopare. Non lo dicono esplicitamente, ma fanno capire che essi pensano che chi non scopa sia più gradito a Dio. Per cui, quando l'anima di chi non scopa (ricordiamoci che dopo la morte, per il dogma cattolico a presentarsi davanti a Dio è l'anima e non il corpo che invece marcisce al cimitero) si presenta davanti a Dio, essa godrà di più rispetto alle altre, ricompensata per il fatto che non ha goduto in precedenza durante la vita terrena. Incredibile, ma c'è gente che crede a queste cose e veramente si astiene dallo scopare. E non capiscono che l'unico "paradiso" esistente è proprio quando scopi...
una domanda. Come si concilia il concetto di Dio come motore immobile (vedi ex causa) e dio creatore? Se Dio crea come può essere immobile? Grazie per il video.
Infatti Tommaso e più in generale la Scolastica riprendono Aristotele solo fino ad un certo punto. Il Dio di Aristotele d'altronde neppure crea, in verità, ma è causa finale; la sua operazione sul mondo è involontaria (e infatti anche per questo è motore immobile). Tommaso si ispira, nelle varie prove, alla prova aristotelica, ma soprattutto nella tipologia di ragionamento, cioè nell'idea che davanti a tanti effetti contingenti debba esistere una causa prima, necessaria, che non può essere altri che Dio.
@@scrip79 dunque Tommaso non considera Dio come motore immobile, se riprende Aristotele solo fino ad un certo punto? E' corretta la tesi sdecondo cui motore immobile NON è il Dio di Tommaso ma viene dalla ragione solo come elemento preliminare della fede, mentre il Dio cui far riferimento è quello delle sacre scritture?
La direi così: Dio per Tommaso è motore immobile nel senso che è colui che genera il divenire senza essere egli stesso in divenire (il divenire è una forma di movimento, quindi Dio è immobile per quanto riguarda il divenire, però "fa muovere" il mondo); non è invece motore immobile nel senso di colui che produce senza agire (che è un senso anch'esso presente nel pensiero di Aristotele), perché questo entrerebbe in contrasto con le scritture. In pratica direi che Tommaso interpreta Aristotele alla luce delle scritture, il che significa anche dar più peso a un senso piuttosto che all'altro. D'altra parte, per Tommaso la fede è sempre superiore alla filosofia e quindi deve rischiararne le ambiguità o correggerne i parziali errori.
Tommaso teologicizza Aristotele. Per questo dice alla fine delle dimostrazioni di Dio.....quello che Aristotele chiama causa prima NOI (cristiani) chiamiamo Cristo.
Prof. Ferretti, anche Aristotele parlava di verità teoretiche tra cui la matematica. Come mai egli non ha mai distinto tra essenza ed esistenza? Tra ciò che è ente logico e ciò che esiste nella realtà? Grazie.
Aristotele aveva un'impronta per certi versi empirica, o comunque legata sempre alla realtà effettiva. La sua stessa metafisica, per fare un esempio, parte sempre dalle realtà concrete, andando a vedere cosa c'è oltre di esse ma partendo da esse. Forse è questo il motivo per cui non ha approfondito certi temi che magari erano comunque presenti ma in maniera implicita nei suoi ragionamenti.
Tommaso era un domenicano, apparteneva cioè all'ordine fondato, pochi anni prima, da San Domenico. I due però non si conobbero mai perché Domenico morì prima della nascita di Tommaso. Dal punto di vista religioso, quindi, direi che il rapporto era di probabile ammirazione, ma Domenico non si interessò alla filosofia, almeno non in maniera significativa.
Perché l'esempio della retta? Potrà mai la retta venire ad esistenza? O è un ente logico per il quale il problema essenza/esistenza non si pone? Grazie
s Tommaso d" aquino e' nato a roccasecca(fr) nel castello edificato dell'abate mansione di Montecassino come avamposto di vedetta utile alla difesa dell'abbazia .Nell'anno 1225 , quando Tommaso venne alla luce appunto dalla madre Teodoro di origine normanna e da l'angolo di origine longobarda della famiglia dei conti d'Aquino, la vicina citta' di aquino distante 7 km dalla quale essi provenivano, il castello di roccaseccaera semplicemente passato in mano dei d'aquinoi e d"aquino va inteso come cognome designate provenienza della famiglia d'origine, ma , ripeto, il luogo di nascita di s.tommaso e' e rimane roccasecca. A metter fine a quest'equivoco sul quale si gioco' per secoli una strenua e logorante rivalits' tra le due cittadinanza di roccasecca ed aquino, provvide il sonno pontefice papa Paolo sesto nel 1974 in occasione del settecentenorio della morte del " dottore angelico" con una sua storica visita a roccasecca che fu proclamata in modo irreversibilmente dirimente dal pontefice citta' natale di s. Tommaso. Consiglierei vivamente al prof ermanno ferretti (al quale rivolgo la mia personale ammirazione convalidata,ove c'è ne fosse bisogno, dalle frequentissime mie visualizzazioni delle sue lezioni). di rimediare alla sua inusuale imprecisione circa l'origine o il luogo di nasita di s. tommaso
Grazie.
Grazie Ermanno!! Sono di Brasile e sto studianto italiano e filosofia con te!!
10⁰
Un grande prof....
Spiegazione più che chiara, ohhh ! !
una lezione davvero completa, perfetta anche per gli adulti. Grazie :)
Complimenti, bellissima lezione, densa si di contenuti, ma espressa in modo comprensibile.
Grazie mille per questa bellissima lezione. Interessante e davvero molto chiara e semplice.
Bellissima lezione .. grazie, Prof!
Grazie prof😍! Sempre chiaro nelle spiegazioni
Grande!
Esistono enti che non esistono. cit.
Grazie per la lezione prof. :)
Un istituzione, sei grande! 👏 consiglio, sarebbe bello qualche schema interattivo ogni tanto e migliorabile lo sfondo.
❤
Ti amo
E'necessario poi aggiungere che il dogma della Resurrezione di Cristo non è irrazionale, perché Dio, essendo Onnipotente, può far risorgere anche un morto. E'proprio la non esistenza di contraddittorietà tra Rivelazione cristiana e ragione che la religione cristiana può essere vera. Ciò non accade con nessun'altra religione, ad esclusione dell'ebraismo, la speculazione filosofica nell'Islam, a d sempio, si è conclusa proprio con Averroé (filosofo musulmano), proprio perché la ragione stava incominciando a criticare il Corano.
Mi complimento per l'esposizione di un tema tutt'altro che facile anche per gli esperti. Mi permetto di far notare che il dogma della Trinità non é contraddittorio, perché si tratta di tre persone divine che sussistono (esistono) in una sola essenza, quella divina. Sarebbe invece contraddittorio se come dice il professore le tre persone esistessero in una sola persona. Neanche Dio può non solo fare cose contradditorie, ma anche essere contraddittorio in sé stesso.
Eccellente analisi!
Ipse dixit
Nell'ambito della Bassa Scolastica (il periodo d'oro della filosofia medievale, coincidente con il XIII sec.) Tommaso d'Aquino fornì un apporto originale e determinante per la riscoperta e la rivalutazione, sia pure in un'ottica teologica cristiana, del pensiero di Aristotele di fronte alla preponderante tradizione segnata dal neoplatonismo. Tommaso si sforzò di conciliare il razionalismo di Aristotele con il cristianesimo. In particolare, di fronte all'avanzata dell'aristotelismo di origine araba, che sembrava mettere in discussione i capisaldi della fede in Cristo, Tommaso dimostrò che non c'era nulla di cui temere, in quanto le verità razionali non contrastano affatto con le verità rivelate da Cristo, essendo entrambe emanate da Dio. Per Tommaso non c'è contraddizione tra fede e ragione: infatti, la filosofia può approdare alle medesime verità racchiuse nella Bibbia. Non a caso, grazie alla ragione Aristotele riuscì ad elaborare un ricco e prezioso sistema di conoscenze e di teorie universali, valide e facilmente assimilabili dalla teologia cristiana. Ad esempio, il passaggio dalla potenza all'atto è una scala in senso ascendente, che va dalle piante agli animali, e poi agli uomini, fino agli angeli e a Dio. Il quale, essendo il motore immobile dell'universo, ne governa i fenomeni naturali. Le entità e le intelligenze degli angeli possiedono una conoscenza di tipo intuitivo, che è superiore e che permette loro di cogliere in modo immediato ciò a cui noi, gli esseri umani, dobbiamo e possiamo arrivare soltanto attraverso l'esercizio della ragione. Questa interpretazione dell'aristotelismo, definita "tomismo", influenzò in modo duraturo la filosofia dei secoli seguenti, fino ad arrivare ai giorni nostri. In particolare, tra la fine del XIII e l'inizio del XIV secolo, nell'ordine religioso dei Domenicani si formò una scuola tomistica che nella nota disputa sugli "universali" prese le distanze sia dallo scotismo che dal nominalismo. Per l'affermazione del tomismo come dottrina ufficiale della teologia cattolica ebbero un ruolo determinante il Concilio di Trento e l'enciclica papale "Aeterni Patris", che fu scritta da Leone XIII e risale al 1879. Soprattutto in Svizzera si sviluppò una corrente molto originale del tomismo, che esercitò una vasta influenza fino al Concilio Vaticano II, non solo rispetto al cattolicesimo elvetico, favorendo il dialogo tra la tradizione tomista e la filosofia a noi contemporanea e persino il confronto critico e scientifico con il marxismo.
Bravissimo!
Una domanda: che il Mondo partecipa dell’Essere divino non l’aveva già detto anche Eriugena dicendo che è una teofania? Qual è la differenza con Tommaso? Perché in questo caso non è una teofania? Grazie.
C'è una profonda differenza tra il dire e il volere dimostrare con la ragione che qualcosa deve pur esistere all'origine di tutto (e alla fine è la stesso presupposto da cui partivano quasi tutti i filosofi sin dalla scuola di Mileto) e volerlo definire. Lo possiamo chiamare Archè, Principio, Dio o come vogliamo ma è facilmente accettabile affermare che "quasi" sicuramente qualcosa deve esistere come "causa" iniziale. Ma continuo a domandarmi, come per ogni "presunto ragionamento" sulla metafisica, si voglia poi pretendere di conoscere o disquisire su come quella Causa Iniziale abbia poi generato il resto che ne deriva, cosa impossibile da definire o sapere. Tra ateismo e teismo agnostico c'è una gran differenza. La filosofia può provare a fornire prove (comunque possibili ma non certe) dell'esistenza di Dio (usando questo nome per la Causa Iniziale), il CHI, ma non potrà mai in nessun modo nemmeno avvicinarsi alla comprensione del COME perché superiore a qualunque possibilità di comprensione. Un COME dove poi, infatti, oggi, Religione e Scienza vanno in aperto contrasto. E ogni teoria sul come diventa poi il mito, la favoletta individuale o collettiva a seconda di quanto si diffonda, certamente utile e necessaria (non in senso filosofico ma proprio come bisogno), purché non la si voglia poi accettare o diffondere come "necessariamente" (stavolta in senso filosofico) vera.
Ciao IdropeTV, ho letto il tuo post. Le prove dell'esistenza di Dio di S.Tommaso (S.Th I q2 a3), seguono una dimostrazione induttiva e procedono dalla realtà che cade sotto i sensi per concludere, secondo necessità naturale e assoluta (S.Th I q82 a1 co-quella secondo cui nella geometria euclidea è necessario che un triangolo abbia la somma degli angoli pari a 180 gradi), all'esistenza di Dio. A sua volta tali dimostrazioni presuppongono le dimostrazioni dell'intenzionalità della conoscenza e che quindi l'uomo conosca realmente la realtà esterna a sé e non come invece afferma Kant che l'uomo possa conoscere solo le sue impressioni. S.Tommaso 500 anni prima di Kant risponde già agli errori dello scrittore tedesco (chiamarlo filosofo è un po'troppo) in S.Th I q85 a2 co, dicendo che è la presenza degli errori nella conoscenza umana che ci attesta che conosciamo la realtà a noi esterna (conoscenza intenzionale). E questo perché le immagini della realtà esterna che ci formiamo , i concetti, e che servono per conoscere la tale realtà, possono essere confrontati con la medesima realtà esterna, differentemente l'intelletto non conoscerebbe i suoi errori, quando invece è evidente che l'intelletto umano è in grado di farlo. Per fare ciò quindi dobbiamo avere conoscenza sia della realtà esterna a noi, sia dei concetti presenti in noi, che servono per conoscerla. Se invece come afferma Kant noi conoscessimo solo le nostre impressioni sui sensi di una realtà esterna a noi sconosciuta (mondo dei noumeni) saremmo sempre nel vero, perché non avremmo nulla con cui confrontare i concetti che abbiamo formato in noi di una realtà a noi sconosciuta. L'analfabetismo intellettuale dei filosofi a livello mondiale che dura da almeno 300 anni (ad esclusione di Brentano) ha permesso a soggetti come Fichte, Schelling, prima, il Circolo di Vienna, il Circolo di Berlino, Heidegger, Marechall, Rahner, di prosperare e di portare avanti vere e proprie astrusità intellettuali fino ad oggi, che non è possibile in nessun modo chiamare filosofia. La filosofia invece, come dimostra Aristotele (nella Metafisica) prima e S.Tommaso poi, è una scienza con oggetto formale proprio, esattamente come tutte le altre scienze umane: l'astrofisica, al fisica delle particelle, la medicina, la psicologia, etc.... Un saluto. Dio non solo non gioca a dadi con il mondo, ma ci ha dato un intelletto che ci permette di conoscerne la sua esistenza con certezza assoluta.
Mi è piaciuta
L'unica cosa che direi quando si parla delle Vie è di non chiamarle "prove", non sono "prove" ma "vie", alla fine si fa sempre una analogia (ex. Alla fine della via della "causalità" si dice che ci deve essere una causa prima che noi chiamiamo "Dio", non è una prova, ma un concetto limite, una via...)
(seguito del lungo commento rimasto interrotto ) possibilmente rettificando di persona l'approssimazioiine anche in qualche prossima o futura videolezione su s. tommaso rimediando al fatto di essersi inimicato tutti gli abitanti di roccaseccache avvertonoquesta come un' "onta" (scherzo)tale quale sarebbe per un abitante di arpino sentir dire che cicerone fosse nato a a Perugia (contatto il rispetto) o o per un ateniese che Platone fosse nato a new York o per un romanista che totti fosse della lazio alche prossima o futura videolezione su San tomm
Grazie, qualcuno lo ha detto!!
Grazie e complimenti per la lezione. Solo una domanda. La gradualità di godimento del paradiso in proporzione al merito di ognuno è solo un pensiero tomistico del tutto opinabile oppure un dogma di fede?
Non sono così esperto di teologia odierna da poterti rispondere con sicurezza...
in linea di massima, quasi tutta la teologia di Tommaso è diventata teologia ufficiale della Chiesa (anche se non necessariamente dogma, i dogmi sono meno di quelli che si pensino; e comunque Tommaso tende a dimostrare razionalmente tutto quello che sostiene, dunque credo che non ci siano dogmi di origine tomistica).
nello specifico, non sono sicuro che questa idea della gradualità sia ufficialmente presente nella dottrina ecclesiastica, ma non me ne stupirei; insomma probabilmente sì. se qualche esperto che passa di qui ci dà conferma, lo ringrazieremo insieme :)
Ci sono alcuni movimenti cattolici odierni, come i focolarini di Chiara Lubich, che cercano di persuadere i giovani che avvicinano a non scopare. Non lo dicono esplicitamente, ma fanno capire che essi pensano che chi non scopa sia più gradito a Dio. Per cui, quando l'anima di chi non scopa (ricordiamoci che dopo la morte, per il dogma cattolico a presentarsi davanti a Dio è l'anima e non il corpo che invece marcisce al cimitero) si presenta davanti a Dio, essa godrà di più rispetto alle altre, ricompensata per il fatto che non ha goduto in precedenza durante la vita terrena. Incredibile, ma c'è gente che crede a queste cose e veramente si astiene dallo scopare. E non capiscono che l'unico "paradiso" esistente è proprio quando scopi...
È solo un pensiero tomistico
una domanda. Come si concilia il concetto di Dio come motore immobile (vedi ex causa) e dio creatore? Se Dio crea come può essere immobile? Grazie per il video.
Infatti Tommaso e più in generale la Scolastica riprendono Aristotele solo fino ad un certo punto. Il Dio di Aristotele d'altronde neppure crea, in verità, ma è causa finale; la sua operazione sul mondo è involontaria (e infatti anche per questo è motore immobile). Tommaso si ispira, nelle varie prove, alla prova aristotelica, ma soprattutto nella tipologia di ragionamento, cioè nell'idea che davanti a tanti effetti contingenti debba esistere una causa prima, necessaria, che non può essere altri che Dio.
@@scrip79 dunque Tommaso non considera Dio come motore immobile, se riprende Aristotele solo fino ad un certo punto? E' corretta la tesi sdecondo cui motore immobile NON è il Dio di Tommaso ma viene dalla ragione solo come elemento preliminare della fede, mentre il Dio cui far riferimento è quello delle sacre scritture?
La direi così: Dio per Tommaso è motore immobile nel senso che è colui che genera il divenire senza essere egli stesso in divenire (il divenire è una forma di movimento, quindi Dio è immobile per quanto riguarda il divenire, però "fa muovere" il mondo); non è invece motore immobile nel senso di colui che produce senza agire (che è un senso anch'esso presente nel pensiero di Aristotele), perché questo entrerebbe in contrasto con le scritture. In pratica direi che Tommaso interpreta Aristotele alla luce delle scritture, il che significa anche dar più peso a un senso piuttosto che all'altro. D'altra parte, per Tommaso la fede è sempre superiore alla filosofia e quindi deve rischiararne le ambiguità o correggerne i parziali errori.
Tommaso teologicizza Aristotele. Per questo dice alla fine delle dimostrazioni di Dio.....quello che Aristotele chiama causa prima NOI (cristiani) chiamiamo Cristo.
Sant’Ermanno Ferretti ❤
c'è un motivo perchè tommaso porta propio 5 prove per l'esistenza di dio ?
grande prof, domani sono interrogato spero di prendere almeno 6
Prof. Ferretti, anche Aristotele parlava di verità teoretiche tra cui la matematica. Come mai egli non ha mai distinto tra essenza ed esistenza? Tra ciò che è ente logico e ciò che esiste nella realtà?
Grazie.
Aristotele aveva un'impronta per certi versi empirica, o comunque legata sempre alla realtà effettiva. La sua stessa metafisica, per fare un esempio, parte sempre dalle realtà concrete, andando a vedere cosa c'è oltre di esse ma partendo da esse. Forse è questo il motivo per cui non ha approfondito certi temi che magari erano comunque presenti ma in maniera implicita nei suoi ragionamenti.
Tommaso rispetto San Domenico che rapporto ha!?
Tommaso era un domenicano, apparteneva cioè all'ordine fondato, pochi anni prima, da San Domenico. I due però non si conobbero mai perché Domenico morì prima della nascita di Tommaso. Dal punto di vista religioso, quindi, direi che il rapporto era di probabile ammirazione, ma Domenico non si interessò alla filosofia, almeno non in maniera significativa.
Immaginate ,L' Italia in quei tempi , ho visto un film di quelle epoca, ma ricordo I boschi I libri l'amore e il fuoco ...
Perché l'esempio della retta? Potrà mai la retta venire ad esistenza? O è un ente logico per il quale il problema essenza/esistenza non si pone? Grazie
😊 km
Lezione su Agostino, nselmo Varroe
s Tommaso d" aquino e' nato a roccasecca(fr) nel castello edificato dell'abate mansione di Montecassino come avamposto di vedetta utile alla difesa dell'abbazia .Nell'anno 1225 , quando Tommaso venne alla luce appunto dalla madre Teodoro di origine normanna e da l'angolo di origine longobarda della famiglia dei conti d'Aquino, la vicina citta' di aquino distante 7 km dalla quale essi provenivano, il castello di roccaseccaera semplicemente passato in mano dei d'aquinoi e d"aquino va inteso come cognome designate provenienza della famiglia d'origine, ma , ripeto, il luogo di nascita di s.tommaso e' e rimane roccasecca. A metter fine a quest'equivoco sul quale si gioco' per secoli una strenua e logorante rivalits' tra le due cittadinanza di roccasecca ed aquino, provvide il sonno pontefice papa Paolo sesto nel 1974 in occasione del settecentenorio della morte del " dottore angelico" con una sua storica visita a roccasecca che fu proclamata in modo irreversibilmente dirimente dal pontefice citta' natale di s. Tommaso. Consiglierei vivamente al prof ermanno ferretti (al quale rivolgo la mia personale ammirazione convalidata,ove c'è ne fosse bisogno, dalle frequentissime mie visualizzazioni delle sue lezioni). di rimediare alla sua inusuale imprecisione circa l'origine o il luogo di nasita di s. tommaso
Quoto
Da qui la frase di Gesù:" Io sono la Via la Verità la Vita."
2021.02.2 A
I guerrieri ,definiscono anche la voce .....
Ecco la bibbia credere non credere ...
Io avrei fatto non l'esempio della retta ma della SIREnetta 🙂