Ciao Giovanna, quanti spunti di riflessione 🤩 sono d'accordo su tutte le tue motivazioni, soprattutto quandl dici che i romanzi hanno a che fare con la vita, con esperienze vissute da noi ed anche da chi scrive.. e questo crea un legame con il libro, con xhi l'ha scritto e con quello che vuole raccontare 📖 certe storie a volte toccano alcune parti di noi irrisolte oppure alcuni principi o modi di vedere il mondo molto rigidi contro i quali è difficile remare (per certe persone, anche questo è soggettivo); hai fatto l'esempio di Anna Karenina "che tradisca il marito non mi importa" alcune persone non riescono ad andare oltre al fatto che "non si tradisce" e quindi tutta la costruzione della personalità di Anna si riduce a quell'atto lì.. a volte si ha un rifiuto per alcune caratteristiche dei personaggi o alcune vicende narrate, si provano emozioni anche molto forti..ed è un qualcosa di molto soggettivo, ed anche interessante! Quindi sicuramente è una combinazione di tutti questi fattori.. i libri spesso ci toccano dentro anche se non sempre ce ne accorgiamo ❤
Buongiorno Giovanna rispondo con la risposta che do a me stessa sapendo che non esaurisce proprio niente, ma in qualche modo mi orienta quel poco... Per me ogni libro ha - ed è - con tutte le note che lo caratterizzano-una musica ed è a quella che rispondiamo i termini di adesione e comunione interiore... Io trovo straordinario il fatto che si crei questa connessione quando si crea e che sia indipendente dalla nostra volontà o dalla nostra mente, e trovo più normale che non inevitabilmente si produca, neppure là dove sembrerebbe quasi necessario... Noi lettori siamo lo strumento che esegue e interpreta nel suo intimo un testo e insieme il pubblico che ad esso risponde... Un caro saluto e grazie di queste preziose suggestioni
Ciao Giovanna, bel video come sempre! Proprio oggi riflettevo su questo tema, in particolare riflettevo sul fatto che ci sono determinati libri a cui continuo a pensare spesso anche ad anni dalla lettura. Alcuni di questi sono Il re pallido di David Foster Wallace, Blue nights di Joan Didion, Doktor Faustus di Thomas Mann. In realtà anche l'ultimo di Sally Rooney, quindi libri davvero diversi tra di loro 😅. Sarebbe bello poter leggere più spesso libri come questi, romanzi che segnano un prima e un dopo. Non mi resta che continuare a guardare i tuoi video in attesa di trovare il prossimo libro cambia vita 😊
Cara Giovanna, provo a darti la mia risposta alla tua domanda con un esempio: quando ho letto Anna Karenina io ero il lettore e lei era Anna Karenina e stava dentro il libro. Quando ho letto Delitto e castigo, io ero Raskol'nikov e sono diventata un assassino che cercava di sfuggire alla sua coscienza e alla giustizia. Il primo è un bellissimo libro, il secondo è il libro che mi è rimasto nel cuore. Secondo me la differenza sta nella capacità dell'autore di farti entrare dentro la storia e di fartela vivere da protagonista.
Ciao Giovanna! Video interessante e intelligentissimo, poiché l' intelligenza sta nel porsi domande cercando di tradurre in parole una sensazione , in questo caso, che credo appartenere alla maggior parte dei lettori. Mi sta accadendo qualcosa di molto simile a ciò che è accaduto a te con Furore proprio in questi giorni. Sto terminando Sorgo rosso di Mo Yan che è oggettivamente un libro straordinario, eppure non penetra in me quanto avrei creduto. Forse dipende da tanti fattori tra cui quelli che hai egregiamente esposto. Ovviamente non ho risposte, ma mi hai dato diversi spunti di riflessione anche in merito alla rilettura. Sono convinta che la rilettura di un libro possa dare moltissimo, anche in termini di rivalutazione del libro stesso, eppure è sempre il lettore a decidere cosa rileggere, non potendo leggere, nè tanto meno rileggere tutto. Quindi a questo punto cosa ci spinge a rileggere un libro che non ha fatto breccia, anziché un altro, a parità di qualità intrinseche e di esperienza vissuta? Ovviamente non mi riferisco a riletture " obbligate", ma a scelte. Insomma, non ho risposte, ma molte domande sicuramente si. Grazie di cuore per lo stimolo e un abbraccio.
Ciao Selvaggia! Grazie per lo spunto sulle riletture. In effetti, ora che ci ripenso io nella vita ho riletto più spesso libri che non mi avevano convinto rispetto a libri che avevo amato incondizionatamente… scelta strana, lo so.
Sorgo rosso è spesso paragonato a Cent'anni di solitudine, ma per me non è vero. Sorgo rosso, forse per la violenza e la crudeltà delle scene raccontate, l'ho letto con distacco, con freddezza, altrimenti non avrei potuto andare avanti. Cent'anni di solitudine invece l'ho vissuto, ero a Macondo e facevo parte della famiglia Buendia, ho respirato l'aria di quei posti, mi sono sentita invasa da una profonda malinconia e da un senso di disillusione, di speranze appassite nella consapevolezza di non poter sottrarsi al proprio destino. Il primo è un libro, il secondo è un libro del cuore.
Ciao Giovanna. Complimenti davvero per questo video interessantissimo e pieno di spunti di riflessione. Mi sono posta spesso le tue stesse domande senza mai arrivare a risposte più o meno definite. Grazie per la tua condivisione!
Ciao Giovanna! Io mi rendo conto che si tratta dello stile, della forma di scrittura. Per esempio, in questi giorni sto cercando di leggere Mentre morivo di Faulkner e mi sta pesando tantissimo. Anche la lettura di Luce d’agosto mi era risultata difficile. Evidentemente il modo di scrivere di Faulkner non fa per me. Invece ho amato alla follia Alla ricerca del tempo perduto, nonostante il narratore sia a tratti odioso per la sua ipocondria, le sue ossessioni e il suo egocentrismo. Le immagini che Proust costruisce con le parole, la musicalità delle frasi mi catturano e mi fanno entrare in un mondo a parte. Un’esperienza meravigliosa è stata anche la lettura di due romanzi di David Foster Wallace, Infinite Jest e Il Re Pallido. E anche in questo caso, oltre alle tematiche trattate, ho amato lo stile di scrittura. PS: Attendo con ansia altri tuoi video… soprattutto quello conclusivo sulla Rechèrche. ❤
Ciao Giovanna, video come sempre spunto di riflessione. In effetti, seppur non in modo così strutturato, è capitato di farmi questa domanda. Non ho ovviamente una risposta univoca. Credo che, indipendentemente dalle riconosciute qualità letterarie di un testo, un determinato libro diventi per me caro se in qualche modo le caratteristiche di scrittura dell'autore più che la vicenda raccontata abbiano cuore per me. Non so spiegarlo meglio ma se il libro supera il filtro della ragione arrivando a toccare le parti più fragili, magari oscure e nascoste di me, allora mi affeziono all'opera, all'autore, magari anche ai personaggi e quel testo diventa un libro cui ritornare anche solo con il pensiero per riviverne le sensazioni positive. Mi rendo conto che è una "spiegazione" molto personale e probabilmente non condivisibile dagli altri lettori, però per me è così. Un caro saluto.
Bellissimo video! Se posso azzardare una domanda, da quel che ho capito hai letto sia di Dostoevskij sia di Tolstoj. Io finora ho letto solo Dostoevskij (il giocatore, delitto e castigo, le notti bianche, l'idiota, I demoni e i Fratelli Karamazov). Ho in programma di leggere anche Anna Karenina di Tolstoj. Mi hanno detto che Tolstoj è meno Introspettivo di Dostoevskij. Quali sono le differenze e somiglianze stilistiche di scrittura tra i 2 autori? Grazie del bellissimo video, dell'attenzione e della risposta in anticipo 😁😁😁
Grazie per il commento! È difficilissimo provare a dare qualche coordinata “generica” di confronto tra questi due scrittori, e non so se ho le competenze per farlo. George Steiner, nel bellissimo “Tolstoj o Dostoevskij” riconduce lo stile del primo all’epica, e quello del secondo alla tragedia, e trovo questa distinzione particolarmente azzeccata. Dostoevskij scrive come spunto da un’urgenza, calcando la mano in modo ossessivo sui dilemmi esistenziali dei suoi personaggi; Tolstoj si prende più tempo e più spazio, in qualche modo.
Secondo me dipende moltissimo da come siamo cambiati nel tempo. Ci sono libri che hanno bisogno di tempo per essere capiti o percepiti dentro. Per fare un esempio pratico, io ho cominciato a leggere Dostoevskij da ragazzina e a 14 anni provai a leggere "I fratelli Karamazov" ma al primo approccio sulla questione di Dio, lo abbandonai Anni dopo, dopo aver letto l'idiota e i demoni ho ritentato e l'ho finito ed è diventato il secondo Preferito tra quelli che ho letto dell'autore. (Il primo è i demoni). Poi i libri restano sempre quelli, siamo noi che cambiano. Io alla seconda rilettura ho apprezzato di più il personaggio di Ivan feodorovic (ma comunque lo odio nonostante tutto) che prima non apprezzavo per nulla. Il suo realismo mi ha colpito molto alla 2a rilettura.
Per quanto mi riguarda nei libri cerco di capire me stessa e succede con alcuni personaggi in cui ti riconosci oppure in quei personaggi che hanno qualità che io vorrei.
Ciao Giovanna, semplicemente se leggo un libro e risponde e smuove qualcosa nella mia " anima", se riesce a darmi o mandarmi un messaggio del quale ho bisogno o che mi calza a pennello per la vita e la situazione che vivo in quel momento. 🙂 Buona serata.🙂
Ciao, certo, mi trovi anche lì come Giovanna De Sabbata (www.goodreads.com/user/show/23093738-giovanna). Ti avverto però che su Goodreads sono un po’ indisciplinata, lo aggiorno sporadicamente e quando mi ricordo 🙈
Ciao Giovanna 😊spesso secondo me si sente TROPPO parlare bene/male di un tal libro che poi le aspettative sono deluse 🙁 se uno/ una lettore non approfondisce da se si fa deviare 🤷🏼♀️📚sto leggendo La valle dell’Eden di Steinbeck 😅
Mi sono resa conto che per me sì lo stile: prosa, struttura, modo in cui sono trattate le tematiche è importantissimo, ma do anche tanta importanza all'elemento umano. Storie con uno stile stupendo, ma con personaggi poco definiti, per volontà di chi scrive, spesso difficilmente mi entreranno nel cuore, saranno libro da quattro stelle e non cinque. Ovviamente non devo essere per forza brave persone, e non devo concordare con loro
Ciao Giovanna, quanti spunti di riflessione 🤩 sono d'accordo su tutte le tue motivazioni, soprattutto quandl dici che i romanzi hanno a che fare con la vita, con esperienze vissute da noi ed anche da chi scrive.. e questo crea un legame con il libro, con xhi l'ha scritto e con quello che vuole raccontare 📖 certe storie a volte toccano alcune parti di noi irrisolte oppure alcuni principi o modi di vedere il mondo molto rigidi contro i quali è difficile remare (per certe persone, anche questo è soggettivo); hai fatto l'esempio di Anna Karenina "che tradisca il marito non mi importa" alcune persone non riescono ad andare oltre al fatto che "non si tradisce" e quindi tutta la costruzione della personalità di Anna si riduce a quell'atto lì.. a volte si ha un rifiuto per alcune caratteristiche dei personaggi o alcune vicende narrate, si provano emozioni anche molto forti..ed è un qualcosa di molto soggettivo, ed anche interessante! Quindi sicuramente è una combinazione di tutti questi fattori.. i libri spesso ci toccano dentro anche se non sempre ce ne accorgiamo ❤
Buongiorno Giovanna rispondo con la risposta che do a me stessa sapendo che non esaurisce proprio niente, ma in qualche modo mi orienta quel poco... Per me ogni libro ha - ed è - con tutte le note che lo caratterizzano-una musica ed è a quella che rispondiamo i termini di adesione e comunione interiore... Io trovo straordinario il fatto che si crei questa connessione quando si crea e che sia indipendente dalla nostra volontà o dalla nostra mente, e trovo più normale che non inevitabilmente si produca, neppure là dove sembrerebbe quasi necessario... Noi lettori siamo lo strumento che esegue e interpreta nel suo intimo un testo e insieme il pubblico che ad esso risponde... Un caro saluto e grazie di queste preziose suggestioni
Bellissimo questo spunto sulla musica, davvero calzante!
Ciao Giovanna, bel video come sempre! Proprio oggi riflettevo su questo tema, in particolare riflettevo sul fatto che ci sono determinati libri a cui continuo a pensare spesso anche ad anni dalla lettura. Alcuni di questi sono Il re pallido di David Foster Wallace, Blue nights di Joan Didion, Doktor Faustus di Thomas Mann. In realtà anche l'ultimo di Sally Rooney, quindi libri davvero diversi tra di loro 😅. Sarebbe bello poter leggere più spesso libri come questi, romanzi che segnano un prima e un dopo. Non mi resta che continuare a guardare i tuoi video in attesa di trovare il prossimo libro cambia vita 😊
Cara Giovanna, provo a darti la mia risposta alla tua domanda con un esempio: quando ho letto Anna Karenina io ero il lettore e lei era Anna Karenina e stava dentro il libro. Quando ho letto Delitto e castigo, io ero Raskol'nikov e sono diventata un assassino che cercava di sfuggire alla sua coscienza e alla giustizia. Il primo è un bellissimo libro, il secondo è il libro che mi è rimasto nel cuore. Secondo me la differenza sta nella capacità dell'autore di farti entrare dentro la storia e di fartela vivere da protagonista.
Ciao Giovanna! Video interessante e intelligentissimo, poiché l' intelligenza sta nel porsi domande cercando di tradurre in parole una sensazione , in questo caso, che credo appartenere alla maggior parte dei lettori. Mi sta accadendo qualcosa di molto simile a ciò che è accaduto a te con Furore proprio in questi giorni. Sto terminando Sorgo rosso di Mo Yan che è oggettivamente un libro straordinario, eppure non penetra in me quanto avrei creduto. Forse dipende da tanti fattori tra cui quelli che hai egregiamente esposto. Ovviamente non ho risposte, ma mi hai dato diversi spunti di riflessione anche in merito alla rilettura. Sono convinta che la rilettura di un libro possa dare moltissimo, anche in termini di rivalutazione del libro stesso, eppure è sempre il lettore a decidere cosa rileggere, non potendo leggere, nè tanto meno rileggere tutto. Quindi a questo punto cosa ci spinge a rileggere un libro che non ha fatto breccia, anziché un altro, a parità di qualità intrinseche e di esperienza vissuta? Ovviamente non mi riferisco a riletture " obbligate", ma a scelte. Insomma, non ho risposte, ma molte domande sicuramente si. Grazie di cuore per lo stimolo e un abbraccio.
Ciao Selvaggia! Grazie per lo spunto sulle riletture. In effetti, ora che ci ripenso io nella vita ho riletto più spesso libri che non mi avevano convinto rispetto a libri che avevo amato incondizionatamente… scelta strana, lo so.
Sorgo rosso è spesso paragonato a Cent'anni di solitudine, ma per me non è vero. Sorgo rosso, forse per la violenza e la crudeltà delle scene raccontate, l'ho letto con distacco, con freddezza, altrimenti non avrei potuto andare avanti. Cent'anni di solitudine invece l'ho vissuto, ero a Macondo e facevo parte della famiglia Buendia, ho respirato l'aria di quei posti, mi sono sentita invasa da una profonda malinconia e da un senso di disillusione, di speranze appassite nella consapevolezza di non poter sottrarsi al proprio destino. Il primo è un libro, il secondo è un libro del cuore.
Ciao Giovanna. Complimenti davvero per questo video interessantissimo e pieno di spunti di riflessione. Mi sono posta spesso le tue stesse domande senza mai arrivare a risposte più o meno definite. Grazie per la tua condivisione!
Ciao Giovanna! Io mi rendo conto che si tratta dello stile, della forma di scrittura. Per esempio, in questi giorni sto cercando di leggere Mentre morivo di Faulkner e mi sta pesando tantissimo. Anche la lettura di Luce d’agosto mi era risultata difficile. Evidentemente il modo di scrivere di Faulkner non fa per me. Invece ho amato alla follia Alla ricerca del tempo perduto, nonostante il narratore sia a tratti odioso per la sua ipocondria, le sue ossessioni e il suo egocentrismo. Le immagini che Proust costruisce con le parole, la musicalità delle frasi mi catturano e mi fanno entrare in un mondo a parte. Un’esperienza meravigliosa è stata anche la lettura di due romanzi di David Foster Wallace, Infinite Jest e Il Re Pallido. E anche in questo caso, oltre alle tematiche trattate, ho amato lo stile di scrittura. PS: Attendo con ansia altri tuoi video… soprattutto quello conclusivo sulla Rechèrche. ❤
Non vedo l’ora di leggere Wallace! 😍
Ciao Giovanna, video come sempre spunto di riflessione.
In effetti, seppur non in modo così strutturato, è capitato di farmi questa domanda. Non ho ovviamente una risposta univoca. Credo che, indipendentemente dalle riconosciute qualità letterarie di un testo, un determinato libro diventi per me caro se in qualche modo le caratteristiche di scrittura dell'autore più che la vicenda raccontata abbiano cuore per me. Non so spiegarlo meglio ma se il libro supera il filtro della ragione arrivando a toccare le parti più fragili, magari oscure e nascoste di me, allora mi affeziono all'opera, all'autore, magari anche ai personaggi e quel testo diventa un libro cui ritornare anche solo con il pensiero per riviverne le sensazioni positive.
Mi rendo conto che è una "spiegazione" molto personale e probabilmente non condivisibile dagli altri lettori, però per me è così. Un caro saluto.
“Non è un on the road da “fighetti”…🔝😂
Bellissimo video!
Se posso azzardare una domanda, da quel che ho capito hai letto sia di Dostoevskij sia di Tolstoj.
Io finora ho letto solo Dostoevskij (il giocatore, delitto e castigo, le notti bianche, l'idiota, I demoni e i Fratelli Karamazov).
Ho in programma di leggere anche Anna Karenina di Tolstoj.
Mi hanno detto che Tolstoj è meno Introspettivo di Dostoevskij.
Quali sono le differenze e somiglianze stilistiche di scrittura tra i 2 autori?
Grazie del bellissimo video, dell'attenzione e della risposta in anticipo 😁😁😁
Grazie per il commento! È difficilissimo provare a dare qualche coordinata “generica” di confronto tra questi due scrittori, e non so se ho le competenze per farlo. George Steiner, nel bellissimo “Tolstoj o Dostoevskij” riconduce lo stile del primo all’epica, e quello del secondo alla tragedia, e trovo questa distinzione particolarmente azzeccata. Dostoevskij scrive come spunto da un’urgenza, calcando la mano in modo ossessivo sui dilemmi esistenziali dei suoi personaggi; Tolstoj si prende più tempo e più spazio, in qualche modo.
@@GiovannaDeSàbbata grazie mille della risposta 😁😁
Secondo me dipende moltissimo da come siamo cambiati nel tempo.
Ci sono libri che hanno bisogno di tempo per essere capiti o percepiti dentro.
Per fare un esempio pratico, io ho cominciato a leggere Dostoevskij da ragazzina e a 14 anni provai a leggere "I fratelli Karamazov" ma al primo approccio sulla questione di Dio, lo abbandonai
Anni dopo, dopo aver letto l'idiota e i demoni ho ritentato e l'ho finito ed è diventato il secondo Preferito tra quelli che ho letto dell'autore.
(Il primo è i demoni).
Poi i libri restano sempre quelli, siamo noi che cambiano.
Io alla seconda rilettura ho apprezzato di più il personaggio di Ivan feodorovic (ma comunque lo odio nonostante tutto) che prima non apprezzavo per nulla.
Il suo realismo mi ha colpito molto alla 2a rilettura.
Per quanto mi riguarda nei libri cerco di capire me stessa e succede con alcuni personaggi in cui ti riconosci oppure in quei personaggi che hanno qualità che io vorrei.
⭐️⭐️⭐️⭐️⭐️ al video 🙂
Ciao Giovanna, semplicemente se leggo un libro e risponde e smuove qualcosa nella mia " anima", se riesce a darmi o mandarmi un messaggio del quale ho bisogno o che mi calza a pennello per la vita e la situazione che vivo in quel momento. 🙂 Buona serata.🙂
Sono d accordo su tutto
❤
Ciao Lory!
Saresti così gentile da lasciarmi il link al tuo Goodreads? Ti seguo volentieri anche lì 😉
Ciao, certo, mi trovi anche lì come Giovanna De Sabbata (www.goodreads.com/user/show/23093738-giovanna). Ti avverto però che su Goodreads sono un po’ indisciplinata, lo aggiorno sporadicamente e quando mi ricordo 🙈
Furore 4 stelle… Il mio cuore piange 😢💔 (😅 però voglio più bene a La valle dell’Eden)
Ciao Giovanna 😊spesso secondo me si sente TROPPO parlare bene/male di un tal libro che poi le aspettative sono deluse 🙁 se uno/ una lettore non approfondisce da se si fa deviare 🤷🏼♀️📚sto leggendo La valle dell’Eden di Steinbeck 😅
Anche questo discorso sulle aspettative è vero! La valle dell’Eden secondo me potrebbe colpirmi più di Furore, chissà
È la seduzione instillata nel lettore dai personaggi
Non ti è entrato nel cuore Furore perché stai leggendo Marcel.
Credo che anche questa esclusività sia parte della magia della Recherche ❤
Eh, può essere! La Recherche rovina la piazza agli altri romanzi 😂
Mi sono resa conto che per me sì lo stile: prosa, struttura, modo in cui sono trattate le tematiche è importantissimo, ma do anche tanta importanza all'elemento umano. Storie con uno stile stupendo, ma con personaggi poco definiti, per volontà di chi scrive, spesso difficilmente mi entreranno nel cuore, saranno libro da quattro stelle e non cinque. Ovviamente non devo essere per forza brave persone, e non devo concordare con loro