nell'ultima strofa c'è un errore : stormi d'uccelli neri è il verso corretto , c'è un errore di scrittura. Grazie per il lavoro svolto, molto utile e interessante :-)
interessante, troverei però proiettivo supporre che vi sia tristezza nella descrizione della nebbia, o nell'urlare del mare ( che non definirei una personificazione, come metafora l'urlo o l'urlio si trova spesso attribuito agli animali: è più un'animalificazione :) Il "ma" contrappone la natura e la dolce comunità di cui è capace l'umanità riunita, ma forse la cesura fra i 2 aspetti è più che altro descrittiva; e inoltre l'immagine dell'uomo che contempla i migranti chiude perfettamente il cerchio su di una spirale superiore, diciamo, ricongiungendolo alla natura: anche qui non vi sono segnali di tristezza, a meno di non volerli per forza trovare in "esuli"; appare semmai venato di una specie di melanconia "oggettiva" che spira dalla potenza naturale, versus la promessa di allegria etilica e di sazietà della cacciagione allo spiedo, che son gioie semplici e naturali .
@@luigigaudio Wow, troppo buono! Sono andato a sentire il commento del prof. Panzeca al "Comune rustico", qui: ua-cam.com/video/BSVD3Zd_jOo/v-deo.html , e ad un certo punto egli differenzia la concezione di natura partecipata, più tipica dei romantici, e natura, diciamo così, cristallina e pura, che è dei classici, e che vien bene anche qui per meglio capire la sensibilità del Carducci. A tale scopo è buona cosa di solito rivolgersi a chi era al poeta più concorde nel sentire, fra ci quali certamente il Croce, che nella "Letteratura della nuova Italia" ( volumi tutti da leggere: archive.org/details/laletteraturadel02crocuoft/page/388 ) ricorda vivamente l'entusiasmo loro giovanile per questa voce nuova .
Bella la foto all'inizio.
grazie prof!
😍
nell'ultima strofa c'è un errore : stormi d'uccelli neri è il verso corretto , c'è un errore di scrittura.
Grazie per il lavoro svolto, molto utile e interessante :-)
Salve a te rocca Paolina me la citava mio padre Anna Perugia
interessante, troverei però proiettivo supporre che vi sia tristezza nella descrizione della nebbia, o nell'urlare del mare ( che non definirei una personificazione, come metafora l'urlo o l'urlio si trova spesso attribuito agli animali: è più un'animalificazione :)
Il "ma" contrappone la natura e la dolce comunità di cui è capace l'umanità riunita, ma forse la cesura fra i 2 aspetti è più che altro descrittiva; e inoltre l'immagine dell'uomo che contempla i migranti chiude perfettamente il cerchio su di una spirale superiore, diciamo, ricongiungendolo alla natura: anche qui non vi sono segnali di tristezza, a meno di non volerli per forza trovare in "esuli"; appare semmai venato di una specie di melanconia "oggettiva" che spira dalla potenza naturale, versus la promessa di allegria etilica e di sazietà della cacciagione allo spiedo, che son gioie semplici e naturali .
Grazie. Molto utile il tuo commento
@@luigigaudio Wow, troppo buono!
Sono andato a sentire il commento del prof. Panzeca al "Comune rustico", qui: ua-cam.com/video/BSVD3Zd_jOo/v-deo.html , e ad un certo punto egli differenzia la concezione di natura partecipata, più tipica dei romantici, e natura, diciamo così, cristallina e pura, che è dei classici, e che vien bene anche qui per meglio capire la sensibilità del Carducci. A tale scopo è buona cosa di solito rivolgersi a chi era al poeta più concorde nel sentire, fra ci quali certamente il Croce, che nella "Letteratura della nuova Italia" ( volumi tutti da leggere: archive.org/details/laletteraturadel02crocuoft/page/388 ) ricorda vivamente l'entusiasmo loro giovanile per questa voce nuova .