Che video meraviglioso! Attenzione, signori, si parla solo, elegantissimamente, praticamente di attenzione, signori! Lo sforzo e' nel riuscite a mantenere l'attenzione dove si ha "sentito" sia giusto di volerlo mettere. Mantenere l'attenzione su cio' che siamo "realmente", essere fuori dall'accadere, riuscire semplicemente ad essere!
La questione dello sforzo di Gurdjieff sembra in contrasto con il punto di vista offerto da J.Krishnamurti il quale non si preoccupa di "accumulare energia" quanto di "spreco di energia" (spero di non fargli torto). Il potenziale, a mio modo di intendere, é sempre pieno, solo é dissipato nella forma, convogliato in credenze e condizionamenti con conseguenze a catena. Lo sforzo inoltre chiama in causa il tempo che mi pare essere la dimensione di ció che viene chiamato falsa personalità. Non vedo come potrei "sforzarmi" se non esercitando il "credere" nel tempo, ossia creandolo, sostenendolo, e dunque riaffermando la falsa personalità. Hai qualche considerazione che possa aiutarmi a fare chiarezza?
Io penso che non sprecare energia o accumulare di nuova possano andare insieme. L'importante e' poi non sprecarla e canalizzarla in modo giusto....dovresti leggere frammenti di un insegnamento sconosciuto di ouspenski discepolo di Gurdjeff. Riuscirai a capire anche i brani di Battiato (e collaboratori) che segue la quarta via di Gurdjeff. Ora non so, sta molto male...
@@lorenapasquetti8627 grazie della risposta Oupensky l'ho letto per bene mentre Gurdjieff mi ha un po' rifiutato come lettura. Il perché é sempre lo stesso a mio di vedere: L'energia é sempre al massimo della sua espressione, non c'è cosa parziale e tutto dal macro al micro gode della medesima qualità. Solo si fa esperienza del limite quando nel limite si crede, perché ciò che si crede si crea. Lo spazio che si crea tra la realtà una e quella soggettiva é la misura del conflitto. L'uomo cerca di colmare questo spazio, annullare la distanza, nel caso proposto da Gurdjieff, con metodo, la via. Ma a me appare come un circolo vizioso, in quanto non c'é distanza ne l'illusione ha una realtà, quindi non ci può essere metodo o via per arrivare ad un qualcosa che é già enternamente compiuto e qui, come puro essere. Dire "con metodo arriveró da qui a qui" é riaffermare implicitamente la necessità del tempo, lo spazio ecc.. insomma in poche parole la prigione delle quattro dimensioni di cui é fatto questo piano. Mi spiace, doverne parlare qui é molto frustrante! E si diventa prolissi.. L'idea di dover fare qualcosa allo scopo di ottenere qualcosa é tipica di una mente condizionata a questo. A mio parere qui si tratta di qualcosa che non ha nulla a che fare con questo, nemmeno ne é sfiorato o alterato. É qualcosa di completamente gratuito e infattibile perché già fatto. Si può solo esserlo, ed essere ciò che é...insomma non vedo cosa centri lo sforzo. Semmai é tutto l'opposto, se molliamo la presa tutto é prontamente fagocitato dal nulla. E il nulla é energia che tutto puó essere. Mi scuso per tutte queste parole...
life rileggero" con calma e attenzione domani il tuo messaggio...non facile per me....io non sono riuscita a leggere ouspenski frammenti..dopo poche pagine l'ho riportato in biblioteca..vorrei rileggerlo ora a distanza di tempo...ma non mi sembra facile...oltretutto ho in testa parecchie strade...ho percorso yogananda ma ho mille domande in testa...forse sono troppo cerebrale. Bisognerebbe lasciarsi andare e ascoltare la nostra Anima che sa gia" tutto....
in questi termini la chiarezza verrà da sè, come diceva appunto lui, grazie a condizioni di scuola. da soli non possiamo fare nulla, ed è una realtà. gli sforzi coscienti non sono coscienza, ma aiutano al suo sviluppo. spero di essere stato chiaro.
salve , cosa significa esattamente : tendiamo nel fare degli sforzi che se pur sottilmente ci posso in qualche modo provare piacere? si puo´ fare un esempio?
Creando azzardati cortocircuiti gnoseologici, guarda caso le personalità dei santi sono ossessive, focalizzate fino al parossismo. Per seguire la via, infatti, occorre essere attrezzati, e non solo di buona volontà. Bisogna godere della buona vocazione degli invasati. Le vie iniziatiche sono per tutti, ma non per tutti.
può esserci un'analogia tra il supersforzo e la pratica cristiana dell'obbedienza, con la quale vengono imposte rinunce, a volte prive di apparente utilità, e con la tradizione dei 'fioretti', da offrire a Dio come mezzo di autocorrezione?
Grazie ma....Secondo il pensiero di Gurdjeff esiste il karma (e reincarnazione anche in universi paralleli)? Io ho sempre pensato che ci scegliamo tutto noi (genitori ecc.) per portare avanti un cammino evolutivo a seconda del livello di coscienza. Soesso ho accettato la sofferenza piuttosto passivamente come parte integrante del mio cammino di crescita ma mi sono anche rovinata la vita non reagendo a quello che il "destino" mi stava facendo accadere. Questa teoria (karma e reincarnazione) l'ho riscontrata anche in molti testi di Franco Battiato che seguo da moltissimo tempo e da quello che so seguace di Gurdjeff. Oppure se non si prende consapevolezza tutto va avanti secondo il karma ma se si fa lo sforzo il karma stesso si puo' modificare (come fare un salto quantico detto in termini di "fisica quantistica" della quale oggi si parla molto con legge di attrazione, di risonanza ecc.?) Soero di essermi spiegata bene, sono forse un po' confusa..?
@@lorenapasquetti8627 , io mi sono da poco avviato allo studio di G., partendo dal fondamentale libro di Ouspensky. G. parla di “immortalità”. Andando avanti cercherò di capirne di più
C'è troppo sforzo ! Ognuno ha il proprio cammino Spirituale da fare : non esiste la chiave Unica e Universale che apre la porta della Conoscenza ! Non esiste un Metodo , una scuola di pensiero , una Filosofia , una Religione , che possano aiutarci nella Ricerca della Verità . Ad alcuni può essere di aiuto la Meditazione , ceri esercizi di respirazione , altri si trovano meglio praticando lo Yoga , altri trovano la via ....con l'ipnosi . Altri devono incontrare lo yogi , il Santone Indiano , il Guru ! Non esiste nulla che possa andare bene o funzionare per tutti.
Buongiorno! Grazie ! Ho un paio di domande se possibile ... si parla di falsa personalità ...c’è quella vera di personalità o ci si riferisce all’Essenza come personalità vera ? Inoltre quando si parla di Emozioni create attraverso l’attrito si intende un lavoro del CENTRO EMOZIONALE SUPERIORE ? Buona Vita 🦋
Krisnamurti e non solo lui sostengono che non è attraverso lo sforzo che ci si libera dalla meccanicità ma solo attraverso l'osservazione e la comprensione profonda di sé. Personalmente ritengo che quando c'è attenzione e comprensione non serve alcuno sforzo che invece vedo un'autoimposizione essenzialmente meccanica.
Assoutamente d'accordo! Mi meraviglia che Gurdjieff fosse un musicista. Lo scopo del ripetere i passaggi per un pianista è proprio quello di arrivare a suonare con il minor attrito possibile...
Premetto che non ho intenzione di giudicare nessuno e che il mio commento e' solo riferito all'argomento trattato: Quando si e' nella giusta direzione le cose si semplificano e non il contrario.Questo lo sai e lo vedi chiaramente se realizzi qualcosa,se non hai realizzato nulla rimani ad inseguire spiegazioni e strutture concettuali frammentate e inutilmente e ricorsivamente articolate. Solo uno che non ha realizzato nulla puo' credere che "l'attrito crea energia..." o che la "natura" di questo "sforzo" sia da intendere in "positivo...".Lo sforzo non va alimentato ma "risolto...".Molti degli insegnamenti di G. mi sembrano piu' delle prese per il c... nei confronti di tutti coloro desiderosi di "possedere" qualcosa o di realizzare qualcosa in "positivo".Il piu' famoso discepolo di G. e' tra questi,per me...Probabilmente G. ha costruito un bel "mandala" per i suoi discepoli,lasciando poi che questo venisse distrutto da chi realizzava qualcosa o idealizzato e continuamente ammirato e descritto in svariati modi o addirittura alimentato da chi non realizzava nulla...Se realizzi qualcosa sai che devi "distruggere,superare,risolvere...(questo deve avvenire sempre nella direzione dell'allentamento e mai nella direzione della tensione o dello sforzo in positivo...)" se non realizzi nulla rimani affascinato e intrappolato dal desiderio di comprendere o "possedere" intellettualmente quella cosa...
Se sei nella giusta direzione sei meccanico e tutto fluisce. Non "crei" nulla. Pensi di creare ma in realtà tutto si crea in te, tu raccogli solo i frutti (ed in questo sei un parassita). Questo del minimo sforzo è un ragionamento tipico degli statunitensi. Ed in questo fluire, se non crei, non possiedi, e quello che hai raccolto ti può essere tolto (questo è il karma, da cui bisogna fuggire, non come dicono gli statunitensi accoglierlo). In realtà bisogna distinguere due processi: trasformazione e creazione. La trasformazione è il processo mediante il quale distruggi qualcosa per costruire qualcos'altro, liberando energia che in parte finisce nel Creato ed in altra parte si accumula nel Creatore, in forma di conoscenza. Tale energia poi può essere usata per creare dal nulla.
Bisogna anche distinguere il desiderio di comprendere dalla comprensione: il desiderio è un'emozione, e come tutte le emozioni è in realtà attrito. Senza attrito, come dice Gurdjieff, l'uomo meccanico non sopravviverebbe, sarebbe schiacciato da quello che vedrebbe essere ciò che siamo, se non ha sviluppato coscienza. In ciò consta il lavoro: il lavoro mediante attrito serve per sviluppare comprensione e coscienza, in maniera tale da liberarsi da quell'attrito. Senza lavoro l'uomo meccanico non fa nulla, tutto si fa in lui (e per mezzo di lui, come dice la tradizione cattolica). Solo il lavoro e l'accumulo di energia che ne deriva può portare alla liberazione dalla prigionia degli attaccamenti, che altro non sono che emozioni negative (e quindi attriti che rilasciano energia che va persa) date dall'incertezza sul possesso delle cose che si pensa create ma in realtà raccolte.
Potrei sbagliare, ma io per lavoro cosciente intendo l'utilizzo di artifizi per crearsi attriti da risolvere in maniera tale che, osservandoli e comprendendoli, uno possa liberarsene.
Che video meraviglioso! Attenzione, signori, si parla solo, elegantissimamente, praticamente di attenzione, signori! Lo sforzo e' nel riuscite a mantenere l'attenzione dove si ha "sentito" sia giusto di volerlo mettere. Mantenere l'attenzione su cio' che siamo "realmente", essere fuori dall'accadere, riuscire semplicemente ad essere!
Meravigliosa Sintesi. ✨💙✨
Ciao,grazie per il tuo supersforzo di spiegare così bene,mi fai capire le cose che dici,grazie ancora
Che lo sforzo sia von voi !!!!
Grazie Gianfranco!! ❤
Il Conosci Te Stesso è alla base tutto.🙂
8999 visualizzazioni quindi sono il 9000esimo visitatore, è di un buon auspicio. Buon anno
La questione dello sforzo di Gurdjieff sembra in contrasto con il punto di vista offerto da J.Krishnamurti il quale non si preoccupa di "accumulare energia" quanto di "spreco di energia" (spero di non fargli torto).
Il potenziale, a mio modo di intendere, é sempre pieno, solo é dissipato nella forma, convogliato in credenze e condizionamenti con conseguenze a catena.
Lo sforzo inoltre chiama in causa il tempo che mi pare essere la dimensione di ció che viene chiamato falsa personalità.
Non vedo come potrei "sforzarmi" se non esercitando il "credere" nel tempo, ossia creandolo, sostenendolo, e dunque riaffermando la falsa personalità.
Hai qualche considerazione che possa aiutarmi a fare chiarezza?
Io penso che non sprecare energia o accumulare di nuova possano andare insieme. L'importante e' poi non sprecarla e canalizzarla in modo giusto....dovresti leggere frammenti di un insegnamento sconosciuto di ouspenski discepolo di Gurdjeff. Riuscirai a capire anche i brani di Battiato (e collaboratori) che segue la quarta via di Gurdjeff. Ora non so, sta molto male...
@@lorenapasquetti8627 grazie della risposta Oupensky l'ho letto per bene mentre Gurdjieff mi ha un po' rifiutato come lettura.
Il perché é sempre lo stesso a mio di vedere: L'energia é sempre al massimo della sua espressione, non c'è cosa parziale e tutto dal macro al micro gode della medesima qualità. Solo si fa esperienza del limite quando nel limite si crede, perché ciò che si crede si crea. Lo spazio che si crea tra la realtà una e quella soggettiva é la misura del conflitto.
L'uomo cerca di colmare questo spazio, annullare la distanza, nel caso proposto da Gurdjieff, con metodo, la via.
Ma a me appare come un circolo vizioso, in quanto non c'é distanza ne l'illusione ha una realtà, quindi non ci può essere metodo o via per arrivare ad un qualcosa che é già enternamente compiuto e qui, come puro essere.
Dire "con metodo arriveró da qui a qui" é riaffermare implicitamente la necessità del tempo, lo spazio ecc.. insomma in poche parole la prigione delle quattro dimensioni di cui é fatto questo piano.
Mi spiace, doverne parlare qui é molto frustrante! E si diventa prolissi..
L'idea di dover fare qualcosa allo scopo di ottenere qualcosa é tipica di una mente condizionata a questo. A mio parere qui si tratta di qualcosa che non ha nulla a che fare con questo, nemmeno ne é sfiorato o alterato. É qualcosa di completamente gratuito e infattibile perché già fatto. Si può solo esserlo, ed essere ciò che é...insomma non vedo cosa centri lo sforzo.
Semmai é tutto l'opposto, se molliamo la presa tutto é prontamente fagocitato dal nulla. E il nulla é energia che tutto puó essere.
Mi scuso per tutte queste parole...
life rileggero" con calma e attenzione domani il tuo messaggio...non facile per me....io non sono riuscita a leggere ouspenski frammenti..dopo poche pagine l'ho riportato in biblioteca..vorrei rileggerlo ora a distanza di tempo...ma non mi sembra facile...oltretutto ho in testa parecchie strade...ho percorso yogananda ma ho mille domande in testa...forse sono troppo cerebrale. Bisognerebbe lasciarsi andare e ascoltare la nostra Anima che sa gia" tutto....
in questi termini la chiarezza verrà da sè, come diceva appunto lui, grazie a condizioni di scuola.
da soli non possiamo fare nulla, ed è una realtà.
gli sforzi coscienti non sono coscienza, ma aiutano al suo sviluppo.
spero di essere stato chiaro.
salve , cosa significa esattamente : tendiamo nel fare degli sforzi che se pur sottilmente ci posso in qualche modo provare piacere? si puo´ fare un esempio?
Creando azzardati cortocircuiti gnoseologici, guarda caso le personalità dei santi sono ossessive, focalizzate fino al parossismo. Per seguire la via, infatti, occorre essere attrezzati, e non solo di buona volontà. Bisogna godere della buona vocazione degli invasati. Le vie iniziatiche sono per tutti, ma non per tutti.
può esserci un'analogia tra il supersforzo e la pratica cristiana dell'obbedienza, con la quale vengono imposte rinunce, a volte prive di apparente utilità, e con la tradizione dei 'fioretti', da offrire a Dio come mezzo di autocorrezione?
Forse si se ho ben capito
Bella domanda
Grazie ma....Secondo il pensiero di Gurdjeff esiste il karma (e reincarnazione anche in universi paralleli)? Io ho sempre pensato che ci scegliamo tutto noi (genitori ecc.) per portare avanti un cammino evolutivo a seconda del livello di coscienza. Soesso ho accettato la sofferenza piuttosto passivamente come parte integrante del mio cammino di crescita ma mi sono anche rovinata la vita non reagendo a quello che il "destino" mi stava facendo accadere. Questa teoria (karma e reincarnazione) l'ho riscontrata anche in molti testi di Franco Battiato che seguo da moltissimo tempo e da quello che so seguace di Gurdjeff. Oppure se non si prende consapevolezza tutto va avanti secondo il karma ma se si fa lo sforzo il karma stesso si puo' modificare (come fare un salto quantico detto in termini di "fisica quantistica" della quale oggi si parla molto con legge di attrazione, di risonanza ecc.?) Soero di essermi spiegata bene, sono forse un po' confusa..?
Commento interessante.. seguo
@@leopoldbloom3297 👍🎆🎇✨🙏
@@lorenapasquetti8627 , io mi sono da poco avviato allo studio di G., partendo dal fondamentale libro di Ouspensky. G. parla di “immortalità”. Andando avanti cercherò di capirne di più
@@leopoldbloom3297 ok! Buona ricerca! 🎆🎇🙏
@@lorenapasquetti8627 , grazie, anche a te!
Grazie
C'è troppo sforzo ! Ognuno ha il proprio cammino Spirituale da fare : non esiste la chiave Unica e Universale che apre la porta della Conoscenza ! Non esiste un Metodo , una scuola di pensiero , una Filosofia , una Religione , che possano aiutarci nella Ricerca della Verità . Ad alcuni può essere di aiuto la Meditazione , ceri esercizi di respirazione , altri si trovano meglio praticando lo Yoga , altri trovano la via ....con l'ipnosi . Altri devono incontrare lo yogi , il Santone Indiano , il Guru ! Non esiste nulla che possa andare bene o funzionare per tutti.
Molto interessante anche se per me è difficile capire bene il tutto. Voglio provarci... Grazie infinite! 💚
Pensa a sta roba mentre sei sul cesso , e' il momento ideale del supersforzo!
Buongiorno! Grazie ! Ho un paio di domande se possibile ... si parla di falsa personalità ...c’è quella vera di personalità o ci si riferisce all’Essenza come personalità vera ? Inoltre quando si parla di Emozioni create attraverso l’attrito si intende un lavoro del CENTRO EMOZIONALE SUPERIORE ? Buona Vita 🦋
@Francesco Fol60 🙏 grazie
@Francesco Fol60 essenza ovvero Anima?
@Francesco Fol60 ho provato più volte a leggere frammenti...con scarso successo. Mi e' difficile...ci riprovero'. Grazie
sforzo spirituale o fisico? non è chiaro
Gli attriti accadono, come qualunque altra cosa
Lo sforzo potrebbe essere far ginnastica tutti i giorni e lo supersforzo è tollerare il vicino rompipalle anziché menarlo perché la legge lo vieta?!?
Anche a me interessa sapere se è così... Da quello che ho capito, mi pare sia come tu dici. 💖
@@maura5274 non credo...quella e' repressione della rabbia che se non canalizzata porta a vari problemi psico fisici...
🤣🤣🤣🤣🤣🤣🤣🤣🤣🤣🤣🤣👍
Krisnamurti e non solo lui sostengono che non è attraverso lo sforzo che ci si libera dalla meccanicità ma solo attraverso l'osservazione e la comprensione profonda di sé. Personalmente ritengo che quando c'è attenzione e comprensione non serve alcuno sforzo che invece vedo un'autoimposizione essenzialmente meccanica.
Assoutamente d'accordo! Mi meraviglia che Gurdjieff fosse un musicista. Lo scopo del ripetere i passaggi per un pianista è proprio quello di arrivare a suonare con il minor attrito possibile...
Premetto che non ho intenzione di giudicare nessuno e che il mio commento e' solo riferito all'argomento trattato:
Quando si e' nella giusta direzione le cose si semplificano e non il contrario.Questo lo sai e lo vedi chiaramente se
realizzi qualcosa,se non hai realizzato nulla rimani ad inseguire spiegazioni e strutture concettuali frammentate e
inutilmente e ricorsivamente articolate.
Solo uno che non ha realizzato nulla puo' credere che "l'attrito crea energia..." o che la "natura" di questo "sforzo"
sia da intendere in "positivo...".Lo sforzo non va alimentato ma "risolto...".Molti degli insegnamenti di G. mi sembrano
piu' delle prese per il c... nei confronti di tutti coloro desiderosi di "possedere" qualcosa o di realizzare qualcosa
in "positivo".Il piu' famoso discepolo di G. e' tra questi,per me...Probabilmente G. ha costruito un bel "mandala"
per i suoi discepoli,lasciando poi che questo venisse distrutto da chi realizzava qualcosa o idealizzato e continuamente
ammirato e descritto in svariati modi o addirittura alimentato da chi non realizzava nulla...Se realizzi qualcosa sai
che devi "distruggere,superare,risolvere...(questo deve avvenire sempre nella direzione dell'allentamento e mai nella
direzione della tensione o dello sforzo in positivo...)" se non realizzi nulla rimani affascinato e intrappolato dal
desiderio di comprendere o "possedere" intellettualmente quella cosa...
Se sei nella giusta direzione sei meccanico e tutto fluisce. Non "crei" nulla. Pensi di creare ma in realtà tutto si crea in te, tu raccogli solo i frutti (ed in questo sei un parassita). Questo del minimo sforzo è un ragionamento tipico degli statunitensi.
Ed in questo fluire, se non crei, non possiedi, e quello che hai raccolto ti può essere tolto (questo è il karma, da cui bisogna fuggire, non come dicono gli statunitensi accoglierlo).
In realtà bisogna distinguere due processi: trasformazione e creazione. La trasformazione è il processo mediante il quale distruggi qualcosa per costruire qualcos'altro, liberando energia che in parte finisce nel Creato ed in altra parte si accumula nel Creatore, in forma di conoscenza. Tale energia poi può essere usata per creare dal nulla.
Bisogna anche distinguere il desiderio di comprendere dalla comprensione: il desiderio è un'emozione, e come tutte le emozioni è in realtà attrito. Senza attrito, come dice Gurdjieff, l'uomo meccanico non sopravviverebbe, sarebbe schiacciato da quello che vedrebbe essere ciò che siamo, se non ha sviluppato coscienza. In ciò consta il lavoro: il lavoro mediante attrito serve per sviluppare comprensione e coscienza, in maniera tale da liberarsi da quell'attrito. Senza lavoro l'uomo meccanico non fa nulla, tutto si fa in lui (e per mezzo di lui, come dice la tradizione cattolica). Solo il lavoro e l'accumulo di energia che ne deriva può portare alla liberazione dalla prigionia degli attaccamenti, che altro non sono che emozioni negative (e quindi attriti che rilasciano energia che va persa) date dall'incertezza sul possesso delle cose che si pensa create ma in realtà raccolte.
Potrei sbagliare, ma io per lavoro cosciente intendo l'utilizzo di artifizi per crearsi attriti da risolvere in maniera tale che, osservandoli e comprendendoli, uno possa liberarsene.
Grazie
Grazie