Un grande della cultura e della divulgazione, arriva dritto al punto, comunica numeri e dati con professionalità e precisione, a differenza di altri e più noti "colleghi" evidenti attori mancati che si fanno belli con dizioni marcate e recitazioni ampollose per prendersi applausi da avanspettacolo nel tentativo di sopperire alla mancanza di sostanza. Grazie per questo video bellissimo ❤️
Immenso Federico Zeri. Ieri ho visitato al Poldi Pezzoli di Milano la mostra dedicata a questo grande critico e storico d'arte.Le opere che ha donato al museo sono segno della sua grande generosità verso tutti coloro che amano la bellezza, non solo estetica ma nel senso più profondo del termine.
Fuori dai grandi percorsi turistico - artistici esistono in Italia una miriade di piccoli centri o città poco o nulla conosciuti, musei ignorati e deserti. In questi luoghi si possono ammirare opere spesso conservate nei contesti originali. Molte di queste opere motivano una sosta, una deviazione, un viaggio. www.arteovunque.info/
Da trasmettere obbligatotiamente in tutti i licei del mondo. 30 minuti per capire la rivoluzione di Giotto e dei suoi seguaci senza troppi giri di parole. Una dimostrazione di come, in grandi studiosi come Zeri, semplicità espositiva e capacità di divulgazione non siano mai disgiunte da scientificità e accuratezza nell'approccio. Il Rinascimento italiano, ne sono sempre più covinto, andrebbe pre-datato a Dante, Arnolfo di Cambio, Giovanni Pisano e Giotto, che segnano i momenti di rottura, nei rispettivi campi, dei linguaggi sino a quel momento in voga.
Francamente Duccio senese non mi pare "minore" rispetto a Nicola Pisano o Arnolfo di Cambio. A tacere di Simone Martini. Un errore storico: gli Este erano guelfi e non ghibellini.
Mi piace di Giotto.. Che per lui il passaggio non è che accessorio quasi astratto, come per masaccio d'altra parte... Nel 400 comincia quella retorica del paesaggio che porterà il perugino ad annullare quasi gli sfondi prospettici e Raffaello a far levitare madonne su tappeti di nuvole. Michelangelo, per fortuna, si guarderà bene da questa noia, forse perché i geni veri guardano solo alla divina figura umana...ed io con loro
beh...considera che il 'divino' Michelangelo è anche nato 30 anni dopo il Perugino...e in 30 anni lo stile può cambiare, diversificarsi, affinarsi ecc (Raffaello per altro era allievo del Perugino)..poi magari Michelangelo ha guardato più a Giotto e Masaccio che a quelli dopo di loro (come il Perugino per l'appunto) ps. alla fine hai scritto che: ''forse perché i geni veri guardano solo alla divina figura umana...ed io con loro'', sei anche tu un' artista?
maria cristina beccaccini , esattamente. È un'ipotesi più verosimile di quanto non si possa credere. La possibilità che sia di un autore di scuola romana non è affatto peregrina.
Da quello che si sente nel video Federico Zeri non crede che nella Basilica Superiore il ciclo di affreschi sia di Giotto. E' il famoso "problema di Giotto", cioè l'attribuzione di questo ciclo in funzione della cronologia di vita del Pittore, i suoi nuovi modi e il suo stile sensibilmente diverso da quello degli affreschi della Cappella Scrovegni a Padova. Ma era solo un filone della critica degli anni '70. Oggi si parla di autografia giottesca per la cappella della Maddalena nella Basilica Inferiore di Assisi e di attribuzioni quasi certe di alcuni dei pannelli del ciclo francescano nella Basilica Superiore. Il prof. Antonio Paolucci (oggi direttore dei Musei Vaticani) accoglie l'attribuzione a Giotto per il ciclo superiore di Assisi, giustificando le differenze stilistiche con Padova al fatto che Giotto avrebbe maturato il suo stile primitivo (Assisi, superiore) fine Duecento, nell'arco anche di una decina d'anni, arrivando allo stile maturo negli affreschi di Padova. Ma effettivamente alcuni dei riquadri del ciclo superiore sembrano potersi attribuire di più ad allievi della sua bottega o meglio ad artisti romani, come Torriti e soprattutto Cavallini, presenti ad Assisi insieme a tutte le altre squadre che i Francescani chiamarono per decorare la grande Basilica.
Un grande della cultura e della divulgazione, arriva dritto al punto, comunica numeri e dati con professionalità e precisione, a differenza di altri e più noti "colleghi" evidenti attori mancati che si fanno belli con dizioni marcate e recitazioni ampollose per prendersi applausi da avanspettacolo nel tentativo di sopperire alla mancanza di sostanza. Grazie per questo video bellissimo ❤️
Immenso Federico Zeri. Ieri ho visitato al Poldi Pezzoli di Milano la mostra dedicata a questo grande critico e storico d'arte.Le opere che ha donato al museo sono segno della sua grande generosità verso tutti coloro che amano la bellezza, non solo estetica ma nel senso più profondo del termine.
Bravissimo preparato specializzato professionale Critico d'arte Storico dell'Arte, pittore architetto chiamato Giotto.
Che meraviglia...
Persone serie e preparate che non dovrebbero mai lasciarci!
"Un rettangolo quasi quadrato" ...allusivo di paesaggio ...Profili ...
Fuori dai grandi percorsi turistico - artistici esistono in Italia una miriade di piccoli centri o città poco o nulla conosciuti, musei ignorati e deserti.
In questi luoghi si possono ammirare opere spesso conservate nei contesti originali.
Molte di queste opere motivano una sosta, una deviazione, un viaggio.
www.arteovunque.info/
Molto istruttivo e compendio di quanto conoscessi. Molto riconoscente.
Grazie.
Da trasmettere obbligatotiamente in tutti i licei del mondo. 30 minuti per capire la rivoluzione di Giotto e dei suoi seguaci senza troppi giri di parole. Una dimostrazione di come, in grandi studiosi come Zeri, semplicità espositiva e capacità di divulgazione non siano mai disgiunte da scientificità e accuratezza nell'approccio. Il Rinascimento italiano, ne sono sempre più covinto, andrebbe pre-datato a Dante, Arnolfo di Cambio, Giovanni Pisano e Giotto, che segnano i momenti di rottura, nei rispettivi campi, dei linguaggi sino a quel momento in voga.
Interessante ed affascinante
Ottima esposizione: molto accurata e dettagliata!
❤️
Infinito Zeri.
In conclusione, bisognava rimanergli accanto.E poi preferisco passare del tempo con lui che col bue e l'asinello
ahahahah
Veramente appassionante
AMOGUS
Francamente Duccio senese non mi pare "minore" rispetto a Nicola Pisano o Arnolfo di Cambio. A tacere di Simone Martini. Un errore storico: gli Este erano guelfi e non ghibellini.
era nato a vicchio
io vivo davanti alla su casa
Secondo me era anche architetto.
Si dovette secondo me più che con Cimabue essersi formato con la scuola romana Arnolfo e Cavallini in particolare.
sono elena
Chissenefrega
Ok
io sono groot
non c'è ne frega un cazzo
....e Claudio Strinati muto.
Mi piace di Giotto.. Che per lui il passaggio non è che accessorio quasi astratto, come per masaccio d'altra parte... Nel 400 comincia quella retorica del paesaggio che porterà il perugino ad annullare quasi gli sfondi prospettici e Raffaello a far levitare madonne su tappeti di nuvole. Michelangelo, per fortuna, si guarderà bene da questa noia, forse perché i geni veri guardano solo alla divina figura umana...ed io con loro
beh...considera che il 'divino' Michelangelo è anche nato 30 anni dopo il Perugino...e in 30 anni lo stile può cambiare, diversificarsi, affinarsi ecc (Raffaello per altro era allievo del Perugino)..poi magari Michelangelo ha guardato più a Giotto e Masaccio che a quelli dopo di loro (come il Perugino per l'appunto)
ps. alla fine hai scritto che: ''forse perché i geni veri guardano solo alla divina figura umana...ed io con loro'', sei anche tu un' artista?
@@perasperaadastra324 infatti che uno studio di Michelangelo di una figura dipinta da Giotto a s croce a Firenze.
Federico Zeri considera che Giotto non é l autore degli affreschi della basilica superiore di Assisi?
maria cristina beccaccini , esattamente. È un'ipotesi più verosimile di quanto non si possa credere. La possibilità che sia di un autore di scuola romana non è affatto peregrina.
Alessandro Passarella giotto soggiorno a rome Dove guardò cavallini e fu influenzato da Arnolfo.
Da quello che si sente nel video Federico Zeri non crede che nella Basilica Superiore il ciclo di affreschi sia di Giotto. E' il famoso "problema di Giotto", cioè l'attribuzione di questo ciclo in funzione della cronologia di vita del Pittore, i suoi nuovi modi e il suo stile sensibilmente diverso da quello degli affreschi della Cappella Scrovegni a Padova. Ma era solo un filone della critica degli anni '70. Oggi si parla di autografia giottesca per la cappella della Maddalena nella Basilica Inferiore di Assisi e di attribuzioni quasi certe di alcuni dei pannelli del ciclo francescano nella Basilica Superiore. Il prof. Antonio Paolucci (oggi direttore dei Musei Vaticani) accoglie l'attribuzione a Giotto per il ciclo superiore di Assisi, giustificando le differenze stilistiche con Padova al fatto che Giotto avrebbe maturato il suo stile primitivo (Assisi, superiore) fine Duecento, nell'arco anche di una decina d'anni, arrivando allo stile maturo negli affreschi di Padova. Ma effettivamente alcuni dei riquadri del ciclo superiore sembrano potersi attribuire di più ad allievi della sua bottega o meglio ad artisti romani, come Torriti e soprattutto Cavallini, presenti ad Assisi insieme a tutte le altre squadre che i Francescani chiamarono per decorare la grande Basilica.
Ovvio che è lui non rompete
@@josephroma8300 chi è Cavallini?