La Giara di Tuili 4K Sardegna SU

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  • Опубліковано 3 жов 2024
  • L'altipiano della Giara (i locali la chiamano Sa Jara) si trova nella parte centrale della Sardegna, ad ovest (W) del golfo di Oristano, tra la Marmilla, la Trexenta, il Sarcidano e l'Arborea. Dal 1995 è riconosciuta come area SIC (Sito di Interesse Comunitario).
    Il nome italiano Giara ed il nome sardo Jara sono usati in questa parte dell'Isola per indicare alcuni altipiani basaltici, ma sono comunque nomi comuni in molte regioni della Terra per indicare alture pianeggianti, spesso ricoperte di lava, isolette vulcaniche, zone pietrose, ecc.
    La parte sommitale dell'altipiano si dispone secondo la direzione nord-ovest sud-est (NW-SE) per una lunghezza di 12 Km. Ha un altezza media di circa 550 metri, oscillante tra i 609 metri di Zepparedda (SE) ed i 490 metri di Corona Arrubia (NW) ed un aspetto quasi orizzontale (leggermente inclinato verso NW) costituito da un basamento di marne ed arenarie su cui poggiano diversi strati alternati di calcareniti ed arenarie sedimentatisi nel Miocene (20 milioni di anni orsono); complessivamente ha un'estensione di 45 Kmq ed una forma vagamente trapezoidale, con la larghezza massima a SE che si restringe gradatamente verso NW.
    Sopra questi strati di roccia si crearono (circa 2,7 milioni di anni orsono) due spaccature da cui fuoriuscì la lava basaltica che ha ricoperto l'intero tavolato. I due coni eruttivi si riconoscono in Zepparedda (SE - 609 m) e Zeppara Manna (NW - 580 m), tra questi si trova la faglia di Sa Roja che percorre trasversalmente l'altipiano, creando un gradino di circa 30 metri.
    Il bordo è interessato da un fenomeno franoso che ha creato delle rientranze in prossimità delle quali si trovano gli unici accessi naturali all'altipiano, le Scalas.
    Sopra la superficie basaltica, durante i millenni, si è depositato un leggero strato di terra, raramente profondo oltre 50 cm, su cui si è sviluppata una particolare vegetazione dal carattere spiccatamente mediterraneo. Coperta in origine da fitti boschi, la Giara presenta oggi tutti gli aspetti caratteristici di una tipica area mediterranea antropizzata: questo ci permette di capire come l'uomo possa influire sulla trasformazione-conservazione di un territorio creando ambienti molto diversi tra loro: boschi, macchia, gariga, praterie, prati.
    I fattori determinanti di questa trasformazione sono stati gli incendi, il taglio del bosco a vantaggio della sughera, il pascolo eccessivo e, in questi ultimi anni, anche la fruizione turistica non controllata.
    Malgrado tutto la Giara conserva ancora un elevato indice di naturalità.
    Tra tutti i mammiferi che vivono sulla Giara il Cavallino della Giara, Equus caballus giarae, è senza dubbio il più noto.
    Non esistendo in Sardegna ritrovamenti fossili di equini, si pensa che il cavallo venne introdotto probabilmente nel periodo nuragico o nel periodo punico. Nel medioevo intere mandrie vivevano nell'isola allo stato brado e alcune popolavano l'Isola di Sant'Antioco ancora sino alla fine dell'800. L'unico luogo in cui oggi questi animali vivono allo stato naturale è l'altipiano della Giara. Caratteristici per la loro piccola stazza, si sono adattati al particolare ambiente della Giara, con abbondanza di cibo e acqua durante inverno e primavera e scarsità delle stesse durante estate e autunno.
    Durante l'inverno e la primavera le depressioni naturali della Giara, chiamate Paulis, si riempiono di acqua piovana: le più grandi diventano delle grandi riserve e conservano il prezioso elemento sino all'estate. Durante la primavera i circa 60 Paulis della Giara si ricoprono di un manto di bianchi ranuncoli acquatici Ranunculus aquatilis: in questo periodo, nei Paulis più grandi, è facile poter osservare i Cavallini che pascolano tranquilli, cibandosi dei ranuncoli di cui sono ghiotti. Durante l'estate alcune sorgenti sopra l'altipiano assicurano l'acqua per tutti gli animali.
    Durante l'escursione sarà interessante scoprire l'uso pratico di alcune piante nell'artigianato, nell'alimentazione e nella medicina popolare.
    Anche l'uomo ha dimostrato di apprezzare questo luogo ospitale, lasciando testimonianza della sua frequentazione sin dal Neolitico (6000-2700 a.C.). Numerose sono le Domus de Janas (grotticelle a più vani scavate nella roccia ed utilizzate come sepolture) realizzate sulle pendici della Giara. I resti di ceramica, selce e ossidiana ritrovati sopra l'altipiano fanno supporre l'occupazione diffusa del territorio in questo periodo.
    Una conferma della vita sopra la Giara si ha nell'ultima fase dell'Età del Rame (2700-1800 a.C.) con il protonuraghe Bruncu de Madili che si trova sul bordo dell'altipiano, all'estremo angolo SE, sopra Gesturi, Barumini e Tuili. L'imponente monumento (datata al radiocarbonio C14, 1820 ± 250 a.C.) viene considerato il più importante della Sardegna per lo studio sull'evoluzione delle tecniche costruttive dei nuraghi.
    fonte parcodellagiar...
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