Il lampadario etrusco di Cortona al Museo d'Arte della Fondazione Luigi Rovati di Milano

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  • Опубліковано 29 гру 2024
  • Dal 14 dicembre 2022 al 5 marzo 2023 il manufatto si potrà ammirare alla Fondazione Luigi Rovati di Milano, come prestito che si inscrive nel comune impegno della Fondazione e dell’Accademia nella valorizzazione dei beni culturali, artistici e storici, oltre che nella promozione di studi sulla civiltà etrusca. Per il pubblico è occasione per apprezzarne la bellezza e complessità, e conoscere ciò che è emerso dagli studi intorno alla sua produzione e destinazione. Il lampadario viene fatto risalire dagli
    studiosi al IV secolo a.C. Realizzato in bronzo fuso con ritocchi e applicazioni a freddo, si ritiene venisse usato per l’illuminazione di un santuario o ambiente sacro. Rinvenuto casualmente nel 1840 nella campagna cortonese in un possedimento privato appartenente ad una delle maggiori casate della nobiltà cittadina, dopo una permanenza breve nell’abitazione della stessa proprietaria del terreno il lampadario fu acquistato dall’Accademia con notevole esborso, allo scopo di inserirlo nella civica collezione etrusca. La faccia inferiore è decorata con scene figurate e motivi fitomorfi, impressi da matrici presenti in officina, e al centro campeggia un gorgoneion dal volto incorniciato da riccioli bipartiti sulla fronte e grande bocca con evidenza di canini ai lati della lingua pendente; Il gorgoneion è contornato da piccoli serpenti aggrovigliati, realizzati a mano. Sui bordi si alternano i rilievi di piccoli volti di Acheloo e i 16 beccucci nei quali avveniva la combustione dell’olio lampante grazie ad appositi stoppini.
    Accompagna il lampadario una targa con iscrizione, aggiunta in un periodo successivo ma ritrovata insieme al manufatto, che informa sulla consacrazione o riconsacrazione del lampadario, attestandone la pratica del riuso nelle civiltà passate.
    Racconta Paolo Bruschetti, vice lucumone dell’Accademia Etrusca di Cortona: La presenza, se pure temporanea, del lampadario di Cortona nella collezione di un grande mecenate contemporaneo, che ha voluto offrire alla sua città, una metropoli internazionale come Milano, un esempio del collezionismo di oggi, diventa portavoce di una unità di intenti e di una sorta di “gemellaggio” culturale fra due istituzioni e due città solo apparentemente molto lontane e diverse fra loro. In estrema sintesi, la mostra ha l’ambizione di porsi come ulteriore elemento di conoscenza storica e, attraverso la valorizzazione di documenti artistici, di elevazione sociale nei confronti del pubblico dei visitatori e delle comunità di riferimento.
    A riassumere lo spirito che porta a questa iniziativa è Giovanna Forlanelli, Presidente della Fondazione Luigi Rovati: Con orgoglio accogliamo questo importante manufatto, opera mirabile della bronzistica etrusca, acquistato dai membri di una delle più antiche Accademie Italiane per farne dono alla propria città. La ricchezza delle decorazioni e la preziosità del bronzo del Lampadario di Cortona si contrappongono alle linee pure ed essenziali e alla povertà del gesso della Lanterne à quatre lumières di Diego Giacometti. Una contrapposizione che è caratteristica di tutto il percorso espositivo del Museo d’Arte.

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