Roma, ecco perché i pappagalli hanno conquistato la Città Eterna

Fare una passeggiata nel Giardino degli Aranci, nel pieno centro di Roma, significa avvistare alcuni pappagalli tipici dei Paesi tropicali. Eppure, il parrocchetto dal collare, originario dell’Africa e dell’Asia, e il parrocchetto monaco, nativo del Sud America, popolano la Città Eterna da almeno 30 anni.
Secondo alcuni abitanti dell’Urbe, negli Anni Novanta alcuni volatili sequestrati all’Aeroporto Internazionale di Roma-Fiumicino “Leonardo da Vinci” furono liberati nei parchi, riuscendo a colonizzare il territorio. Un’altra storia racconta, invece, che molti cittadini romani acquistarono decine di parrocchetti dopo il successo di un celebre film sull’amicizia tra una bambina balbuziente e un pennuto. I pappagalli fuggiti dalle gabbie però riuscirono a riprodursi senza sosta.
Ma è davvero questa la verità?
“Di sicuro, nessuna delle due specie è arrivata con le proprie ali“, racconta a Teleambiente Francesca Manzia, Responsabile del Centro Recupero Fauna Selvatica della Lega Italiana Protezione Uccelli (LIPU) di Roma. “Una colonizzazione non avviene mai per la fuoriuscita di una coppia di esemplari, anzi, ce ne vogliono tantissimi. Qualcuno non riesce a capire subito cosa deve mangiare o quali sono i pericoli, dunque, soccombe, mentre qualche altro più scaltro riesce ad adattarsi al nuovo ambiente, così da colonizzarlo“.
Nel nostro Speciale, vi sveliamo la vera storia dei pappagalli di Roma, quali sono i quartieri preferiti del parrocchetto dal collare e del parrocchetto monaco, e come comportarci se troviamo gli uccelli verdi feriti.
Servizio di Fausto Piu
#animali #pappagalli #roma

[@jamesfranklin2203]

C’è un rapporto tra la poca diffusione di Rondini a Roma e l’ampia diffusione di pappagalli?

[@valash53]

Ma voi lo sapete che nelle immagini non appare neanche un parrocchetto monaco?.... 🤔

[@luisafernanda5953]

Si si vedono entrambe le specie :)

[@ibisco_viola]

Si che appare!

[@mariamonti7812]

Io vorrei prendere un pappagallo dove trovarlli sono bellissimi

[@2sing]

È più bello osservarli liberi, a te piacerebbe se qualcuno ti prendesse e ti chiudesse in gabbia a vita?

[@alessiomontana]

ma chi se ne frega della legge, deve decidere chi ha competenze

[@nickymassi426]

Chi ha competenze può decidere ugualmente solo per sé stesso. La differenza è che supposto di avere competenze può ottenere maggior credito e fiducia dagli altri e sulla base di questa può trovarsi richieste da parte di fiduciosi a decidere per essi stessi.
Ma deve essere una volontaria richiesta, e che riguarda solo l'effettivo richiedente.
Altrimenti, è come se, per fare un esempio, tu fossi un qualunque cittadino, esperto d'arte, o di legge, avvocato, ingegnere, medico, chiunque insomma, e ti vedessi invadere da un architetto esperto d'interni che ti vuole stravolgere l'abitazione a suo esperto modo di vedere perché lui, e d'altra parte, arbitrariamente, in modo come sempre personalistico, ha studiato architettura d'interni ed acquisito competenze nel campo, con titoli accademici e prestigiose attestazioni varie.
Oppure un esperto, o anche dottore, specializzato in dietetica naturalista che ti volesse imporre una dieta esotica particolare, (magari a prevalenza di erbe e minestrine) perché lui ha studiato quel filone, ne è esperto, e lui sa cosa vuol dire, tu no. Piuttosto che uno invece che ha studiato dietetica moderna e volesse ingiungerti di seguire la propria, magari, per es., a base di alimenti dietetici preconfezionati ad elementi vitaminici, proteici e minerali, bilanciati.
E tutti adducendo di possedere la soluzione migliore per l'ottimizzazione della conduzione di uno stile di vita razionale, e pure di quello di tutta una comunità, avendo loro passato una vita a studiare approfonditamente i loro settori prescelti, ed avendone acquisito competenze, conoscenze, particolarità, che tu ignori. E gli esempi sarebbero infiniti.
Questo rimanendo nel diritto (che ha un motivo scientifico d'essere) e nella razionalità, ovviamente. Diritto (anche detto giusnaturalistico) ancorato alla realtà, che ogni essere vivente, umano o animale, possiede, a piena, fondata, giustificazione di causa.