Noi non siamo mai stati un paese coloniale, tanto meno proteso ad avere una florida economia bellica. Ebbene, qualcuno allora dirà che siamo sempre stati un paese di serie B, rispetto agli altri stati europei, o agli Stati Uniti d'America. Rispondo di NO. Abbiamo il vanto di non esserci inimicati mezzo pianeta, come invece hanno fatto i britannici, ed i francesi, nei secoli scorsi, con le loro "avventure" in Asia, in Africa, in Oceania e nelle Americhe, o come hanno fatto gli statunitensi, nell'ultimo secolo, esportando la loro "democrazia" ovunque.
Si e no, in Etiopia i fascisti fecero disastri, stragi e persecuzioni a danno delle tribu locali. Ma anche in Libia 30 anni prima, la repressione della guerriglia alla fine sfociò in azioni di brutale rappresaglia alle popolazioni locali... in entrambi i casi c'era un certo Graziani a coordinare le operazioni, stranamente.
@@82zerox Per la Libia (parliamo di ciò che avvenne nel 1911) è un discorso molto a parte, giacché essa non era che una colonia semiabbandonata dell'Impero Turco, quindi, non disponeva di un'indipendenza propria, rispetto, invece, a quanto vi era in Etiopia, la quale oltre ad essere un antichissimo paese sovrano, aveva anche un re locale molto amato dalla popolazione e considerato come un Dio incarnato.
Non lo siamo diventati per due ragioni principali: siamo un paese interamente mediterraneo, intrappolati all'interno del nostro mare e senza sbocchi sull'oceano, e siamo diventati uno stato unitario solo nella seconda metà dell'800, quando il mondo era già stato spartito. Se fossimo stati al posto degli spagnoli, dei francesi o degli inglesi ci saremmo comportati allo stesso modo; non siamo diventati colonialisti semplicemente perché ci è mancata la possibilità, non certo perché eravamo migliori o più civili degli altri. È l'occasione che fa l'uomo ladro.
@@minotaurus91 Dipende dalla tipologia delle persone che stanno a capo di un determinato paese; se questa ama la propria popolazione e s'interessa alle problematiche della comunità locale, non s'avventurerà in imprese coloniali. Le imprese coloniali comportano grande dispendio di mezzi, uomini e risorse, sottraendole ai bisogni interni, attirano critiche e malumori alla comunità internazionale e, a lungo termine, importanti risentimenti da parte delle comunità occupate. Gli anglofrancesi sono un importante esempio su come non ci si dovrebbe comportare con gli altri e di come certi lasciti di condotte politiche, si ripercuotano poi a livello globale.
7:36 Già iniziamo male : si cita subito l' intramontabile luogo comune del moschetto 91 come arma obsoleta nel 1940. In realtà tutti gli eserciti coevi avevano in dotazione com arma individuale comune fucili simili al nostro. Il kar 98 tedesco ad esempio (1898!)... Erano ben altri i problemi e non il tanto vituperato fucile carcano
Quasi tutti i fucili alleati (e anche quello tedesco) erano di almeno vent'anni avanti al nostro, che era ancora in quasi tutti i reparti il vecchissimo modello originale '91; un'arma decisamente obsoleta per i tempi, troppo lunga e pesante, con un munizionamento arcaico (la pallottola round-nose) abbandonato da tutti gli altri eserciti da almeno mezzo secolo in favore della cartuccia spitzer, più potente e precisa. Il salto di qualità si sarebbe dovuto avere con il Carcano 91/38 camerato in 7,35, un'arma ben progettata e al passo con i tempi, ma la guerra mandò a monte i piani di ammodernamento. Le uniche nostre armi di una certa qualità erano la mitragliatrice pesante Breda Mod.37, potente e precisa, la pistola Beretta M34 e il mitra MAB 38, un'arma raffinata e ricercata, anche come preda bellica. Per il resto l'armamento italiano era quello della Grande Guerra, artiglieria compresa; niente da stupirsi se siamo arrivati all'8 settembre.
Non penso a ciò che fu, ma a quello che verrà.
Vi stiamo aspettando Vostra Maestà.
Noi non siamo mai stati un paese coloniale, tanto meno proteso ad avere una florida economia bellica.
Ebbene, qualcuno allora dirà che siamo sempre stati un paese di serie B, rispetto agli altri stati europei, o agli Stati Uniti d'America.
Rispondo di NO.
Abbiamo il vanto di non esserci inimicati mezzo pianeta, come invece hanno fatto i britannici, ed i francesi, nei secoli scorsi, con le loro "avventure" in Asia, in Africa, in Oceania e nelle Americhe, o come hanno fatto gli statunitensi, nell'ultimo secolo, esportando la loro "democrazia" ovunque.
Si e no, in Etiopia i fascisti fecero disastri, stragi e persecuzioni a danno delle tribu locali. Ma anche in Libia 30 anni prima, la repressione della guerriglia alla fine sfociò in azioni di brutale rappresaglia alle popolazioni locali... in entrambi i casi c'era un certo Graziani a coordinare le operazioni, stranamente.
@@82zerox
Per la Libia (parliamo di ciò che avvenne nel 1911) è un discorso molto a parte, giacché essa non era che una colonia semiabbandonata dell'Impero Turco, quindi, non disponeva di un'indipendenza propria, rispetto, invece, a quanto vi era in Etiopia, la quale oltre ad essere un antichissimo paese sovrano, aveva anche un re locale molto amato dalla popolazione e considerato come un Dio incarnato.
Non lo siamo diventati per due ragioni principali: siamo un paese interamente mediterraneo, intrappolati all'interno del nostro mare e senza sbocchi sull'oceano, e siamo diventati uno stato unitario solo nella seconda metà dell'800, quando il mondo era già stato spartito. Se fossimo stati al posto degli spagnoli, dei francesi o degli inglesi ci saremmo comportati allo stesso modo; non siamo diventati colonialisti semplicemente perché ci è mancata la possibilità, non certo perché eravamo migliori o più civili degli altri. È l'occasione che fa l'uomo ladro.
@@minotaurus91
Dipende dalla tipologia delle persone che stanno a capo di un determinato paese; se questa ama la propria popolazione e s'interessa alle problematiche della comunità locale, non s'avventurerà in imprese coloniali.
Le imprese coloniali comportano grande dispendio di mezzi, uomini e risorse, sottraendole ai bisogni interni, attirano critiche e malumori alla comunità internazionale e, a lungo termine, importanti risentimenti da parte delle comunità occupate. Gli anglofrancesi sono un importante esempio su come non ci si dovrebbe comportare con gli altri e di come certi lasciti di condotte politiche, si ripercuotano poi a livello globale.
7:36 Già iniziamo male : si cita subito l' intramontabile luogo comune del moschetto 91 come arma obsoleta nel 1940. In realtà tutti gli eserciti coevi avevano in dotazione com arma individuale comune fucili simili al nostro. Il kar 98 tedesco ad esempio (1898!)... Erano ben altri i problemi e non il tanto vituperato fucile carcano
Quasi tutti i fucili alleati (e anche quello tedesco) erano di almeno vent'anni avanti al nostro, che era ancora in quasi tutti i reparti il vecchissimo modello originale '91; un'arma decisamente obsoleta per i tempi, troppo lunga e pesante, con un munizionamento arcaico (la pallottola round-nose) abbandonato da tutti gli altri eserciti da almeno mezzo secolo in favore della cartuccia spitzer, più potente e precisa. Il salto di qualità si sarebbe dovuto avere con il Carcano 91/38 camerato in 7,35, un'arma ben progettata e al passo con i tempi, ma la guerra mandò a monte i piani di ammodernamento. Le uniche nostre armi di una certa qualità erano la mitragliatrice pesante Breda Mod.37, potente e precisa, la pistola Beretta M34 e il mitra MAB 38, un'arma raffinata e ricercata, anche come preda bellica. Per il resto l'armamento italiano era quello della Grande Guerra, artiglieria compresa; niente da stupirsi se siamo arrivati all'8 settembre.