Carlo Sini: I confini dell'anima: musica e cosmologia - Sessione 6 - 1 parte

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  • Опубліковано 12 тра 2020
  • In questo periodo di sospensione e attesa, Mechrí condivide i lavori dei suoi Seminari offrendo al pubblico le registrazioni delle attività formative in corso. Per collocare i percorsi proposti nell’orizzonte più vasto delle ricerche di Mechrí, si può consultare l’Archivio on line disponibile nel sito www.mechri.it
    SESSIONE DEL 09/05/2020:
    Riprendendo il percorso avviato nei mesi passati (sessioni 1-5, non videoregistrate), il Seminario prosegue il suo «cammino carsico» nel segno della relazione tra anima e musica, cosmo e memoria, materia e storia. In tal modo ci si affaccia su un inedito «materialismo trascendentale».
    I CONFINI DELL’ANIMA: MUSICA E COSMOLOGIA - a cura di Carlo Sini
    Inizio corso: 26/10/2019
    Due sentenze, di Eraclito e di Aristotele, aprono il cammino del Seminario: che i confini dell’anima sono infiniti, dice la prima; perché l’anima è in certo modo tutte le cose, suggerisce la seconda. Sulla scorta di questi due fuochi lontani, il percorso evoca una successione di stazioni luminose, richiamate dalla notte della memoria e dell’oblio. In questo percorso le nozioni di anima, universo, cosmo, musica e parola giocano una danza inaspettata quanto imprescindibile per la nostra attuale comprensione di uomini antichi e di moderni quali siamo.
    Si comincia dalla apocalittica scena finale della Repubblica di Platone, dove il destino delle anime è scandito dal canto delle Parche, per retrocedere al grande cosmo pitagorico, cifra sempre attuale dell’Occidente e soglia dell’Oriente. Qui si dispiega la misteriosa cosmologia, e psicologia, indiana, nostra nascosta origine e destino. Quindi Giovanni Scoto Eriugena, Cusano, Bruno, Spinoza, per raccontare l’altra storia dell’Occidente, con le sue radici lontane (lo Pseudo-Dionigi Areopagita) ma tenaci e costanti. Una storia avversata e condannata nei secoli dei secoli (Davide di Dinant), ma sempre rinata, restaurata e rivissuta; per terminare infine con Schopenhauer e Nietzsche, i maledetti della musica e della (divina) materia.

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