@gattopardo e un Bel brano calabrese. Di Reggio sicuro. Dialetto simile al siciliano . Le canzoni siciliane sono a luna mezz o mari vitti na crozza ciuri ciuri si maritau rosa mi votu e mi rivotu.
@@pietrospina7322 La Sicilia ha un vastissimo repertorio di canti, più di qualsiasi altra regione (ammesso che le altre regioni abbiano un repertorio), ANCHE di canti del carcere, raccolti dal Pitré, Salomone Marino, A. Favara, Frontini, L. Vigo di Calanna, A. Uccello, da cui questo canto è tratto, ecc. ecc. Studia e non dire pirlate! I calabresi hanno sempre copiato e imparato dalla Sicilia, in ogni campo!
@@theblogbelmonte comunque è simile Oppure puo essere che il vero autore e un cantante siciliano. Anch'io per dire conosco vitti na crozza e non sono siciliano ma Calabrese
Io pensavo che questa è la versione pugliese in quanto enzo e di Lecce. Quella che canta profazio e la versione calabrese in quanto è di Reggio Calabria pellero il quartiere. E poi c'è la versione siciliana. Infatti la versione di profazio non è così. E allora mi ero sbagliato.
I canti popolari sono di tutti e di nessuno (almeno quelli, per fortuna). Da siciliano, mi fa davvero tristezza leggere questi campanilismi. Peraltro proprio noi siciliani, che abbiamo tradito e violentato la nostra straordinaria tradizione di canti e musiche, non potremmo far altro che elogiare la dignità e il rispetto che mostrano persone come Enza Pagliara nella riproposta della propria cultura. Naturalmente Bruno Petrachi fa già parte di quel bonario "rimpasto" folkloreggiante della generazione di mezzo, quella che nel dopoguerra ha dissolto la testimonianza radicale dei nostri contadini in arrangiamenti per così dire "moderni". De gustibus... Alcuni presuntuosi credono però di poter attribuire paternità a ciò che ha sempre viaggiato, in questo caso tra le bocche dei condannati. Visto che si citano le raccolte di Favara e Uccello, consiglierei una edificante lettura in proposito: la imponente raccolta di canti delle province meridionali di Casetti-Imbriani. Un'opera monumentale di migliaia di pagine che dimostra rigo per rigo una cosa sola: il meridione è stato un tutt'uno con le proprie tradizioni poetiche e musicali, da Portopalo a Campobasso, in un meraviglioso intrecciarsi e riproporsi di temi e liriche variate. Incluse le potentissime lamentazioni di prigionia (comuni a tutta l'Italia già dai moti post-napoleonici).
Bravissimo Enzo bellissime che toccano il cuore 😢❤
Questa canzone la cantava suo padre e io lo sentita a San cesario di Lecce. 17 anni ora di anni ne o 69 le canto tutte le sue canzoni ciao
Bravissimi.
Bellísima canzone, e merabigliosamente interpretata.
Che voce...coomplimenti
Bravi! Non scordate però che si tratta di un antico canto del carcere SICILIANO!!! Mi pare si trovi nella raccolta del Favara dell'800!
@gattopardo e un Bel brano calabrese.
Di Reggio sicuro.
Dialetto simile al siciliano .
Le canzoni siciliane sono a luna mezz o mari vitti na crozza ciuri ciuri si maritau rosa mi votu e mi rivotu.
@@pietrospina7322 La Sicilia ha un vastissimo repertorio di canti, più di qualsiasi altra regione (ammesso che le altre regioni abbiano un repertorio), ANCHE di canti del carcere, raccolti dal Pitré, Salomone Marino, A. Favara, Frontini, L. Vigo di Calanna, A. Uccello, da cui questo canto è tratto, ecc. ecc. Studia e non dire pirlate! I calabresi hanno sempre copiato e imparato dalla Sicilia, in ogni campo!
@@pietrospina7322 ma quando mai questo un antico brano di carcerati siciliani, il calabrese è un dialetto di lingua siciliana
@@theblogbelmonte comunque è simile
Oppure puo essere che il vero autore e un cantante siciliano.
Anch'io per dire conosco vitti na crozza e non sono siciliano ma Calabrese
@@pietrospina7322 Grazie della risposta.
Hit
Antico brano siciliano.
Io pensavo che questa è la versione pugliese in quanto enzo e di Lecce.
Quella che canta profazio e la versione calabrese in quanto è di Reggio Calabria pellero il quartiere.
E poi c'è la versione siciliana.
Infatti la versione di profazio non è così.
E allora mi ero sbagliato.
La versione originale e quella siciliana@@pietrospina7322
I canti popolari sono di tutti e di nessuno (almeno quelli, per fortuna). Da siciliano, mi fa davvero tristezza leggere questi campanilismi. Peraltro proprio noi siciliani, che abbiamo tradito e violentato la nostra straordinaria tradizione di canti e musiche, non potremmo far altro che elogiare la dignità e il rispetto che mostrano persone come Enza Pagliara nella riproposta della propria cultura. Naturalmente Bruno Petrachi fa già parte di quel bonario "rimpasto" folkloreggiante della generazione di mezzo, quella che nel dopoguerra ha dissolto la testimonianza radicale dei nostri contadini in arrangiamenti per così dire "moderni". De gustibus... Alcuni presuntuosi credono però di poter attribuire paternità a ciò che ha sempre viaggiato, in questo caso tra le bocche dei condannati. Visto che si citano le raccolte di Favara e Uccello, consiglierei una edificante lettura in proposito: la imponente raccolta di canti delle province meridionali di Casetti-Imbriani. Un'opera monumentale di migliaia di pagine che dimostra rigo per rigo una cosa sola: il meridione è stato un tutt'uno con le proprie tradizioni poetiche e musicali, da Portopalo a Campobasso, in un meraviglioso intrecciarsi e riproporsi di temi e liriche variate. Incluse le potentissime lamentazioni di prigionia (comuni a tutta l'Italia già dai moti post-napoleonici).
...praticamente è stato stravolto il testo SICILIANO originario che tra l'altro dici "Amici ca m'Palermu iti"...
+Ignazio Palermo Sì è sicilianissima e si trova nella raccolta di Antonino Uccello, da me precedentemente indicata! Io di minchiate non ne dico!