Bel reportage! Ma quindi si tratta della vasca di carico di una delle piccole e vecchie centrali elettriche al servizio degli impianti di Isoverde? Ho letto che in origine, subito dopo la costruzione dei laghi del Gorzente l'acqua arrivava agli impianti di purificazione di Isoverde in 3 "salti" al termine di ciascuno dei quali c'era una piccola centrale idroelettrica (sarebbe interessante farr un reportage di quello che resta). Oggigiorno c'è una sola centrale che sfrutta l'intero dislivello. Tornando alla struttura del video, per dimensioni della stessa e delle condotte in ingresso non può essere legata ai laghi del Gorzente; che facesse parte di un impianto antecedente le dighe che captava l'acqua di torrenti e rii attraverso piccole briglie? La condotta che ne esce quanto è lunga e dove termina? È mica possibile avere le coordinate della struttura in modo da fare una ricerca con immagini satellitari e vecchie mappe?
@@franguellu Grazie all'interessantissimo "Storia dell'Acqua a Genova" di Giorgio Temporelli e Nicoletta Cassinelli (link al pdf in coda al post) ho scoperto che al termine del primo dei 3 laghi (il lago Bruno o di Lavezze) visti i 360m di dislivello fra la galleria canale e la grande cisterna realizzata ad Isoverde e a causa delle difficoltà di poter costruire condotte capaci di resistere alla pressione generata da una simile caduta si erano costruite delle vasche rompiflusso in modo da spezzare la tubazione in 3 tratte. Direi che l'opera mostrata nel video corrisponde ad uno dei serbatoi rompiflusso e che con ogni probabilità le aperture rettangolari (in origine protette da grate?) servivano ad agevolare il passaggio dell'aria per evitare che il serbatoio finisse in pressione. La canaletta mostrata ad inizio del video serviva probabilmente a raccogliere l'acqua del vicino rio (all'epoca non si sprecava niente, il secondo lago era ancora in costruzione e il terzo sarebbe arrivato 25 anni dopo). Ma non finisce qui... nel 1889 al termine dell'ultimo tratto fu realizzata una piccola centrale idroelettrica intitolata a Galvani (diverse fonti la riportano come la prima in Italia, oggi casa privata) da cui partiva anche un singolare sistema di trasmissione di movimento detto telodinamica al servizio dello iutificio Costa non ancora dotato di macchinari elettrici. E qui arriva la potenziale sorpresa... nel 1891 verrà realizzato una seconda centrale, intitolato a Volta, posta circa 100/120m più in alto della Galvani e 220m più in basso rispetto allo sbocco della galleria canale. La foto n. 26 mostra la facciata di un edificio pressoché identico ai due edifici posti ai lati della struttura oggetto del video (attendo conferma da @franguellu se l'edificio effettivamente corrisponde); e la didascalia recita: "una recente immagine dei ruderi della centrale Volta". Quindi se l'edificio è realmente quello si tratta di una vasca rompiflusso con annessa una centrale idroelettrica del 1891! La cosa che mi lascia perplesso è che nel video non si vedono segni di macchinari installati... tuttavia si trattava di macchinari preziosi per l'epoca ed è possibile che siano stati completamente smantellati per installarli altrove. Per completezza nel 1892 verrà realizzata 110m più in alto (presumibilmente in corrispondenza dell'altro serbatoio rompiflusso) la centrale Pacinotti (oggi praticamente distrutta). Nel 1907 verrà completata la centrale d'Isoverde (tutt'oggi in esercizio) servita da una condotta proveniente direttamente dalla vasca di carico posta allo sbocco della galleria canale e le 3 piccole centrali dismesse. www.fontanelle.org/progetti/genova/_altro/La-storia-acqua-Genova.pdf
Interessante esempio di archeologia industriale. Però un sito molto pericoloso che dovrebbe essere messo in sicurezza almeno con una recinzione degna di questo nome. Lasciato in questo stato, immagino sia ancora una proprietà privata, i proprietari corrono seri guai se qualcuno si fa male e cadere in quei pozzi mi sembra fin troppo facile... Contrariamente a quanto si possa pensare non basta un cartello "Proprietà Privata Vietato l'accesso" per sollevare i proprietari dalla responsabilità di aver lasciato un luogo in questo stato di abbandono. In mancanza di proprietari dovrebbe essere il Comune a espropriare l'area o quantomeno obbligare alla manutenzione chi la possiede.
Molto bello ! Le opere idrauliche sono sempre affascinanti e quasi incutono timore per le dimensioni a volte eccezionali .
Molto interessante. Grazie
Bella esplorazione
Bel reportage! Ma quindi si tratta della vasca di carico di una delle piccole e vecchie centrali elettriche al servizio degli impianti di Isoverde? Ho letto che in origine, subito dopo la costruzione dei laghi del Gorzente l'acqua arrivava agli impianti di purificazione di Isoverde in 3 "salti" al termine di ciascuno dei quali c'era una piccola centrale idroelettrica (sarebbe interessante farr un reportage di quello che resta). Oggigiorno c'è una sola centrale che sfrutta l'intero dislivello.
Tornando alla struttura del video, per dimensioni della stessa e delle condotte in ingresso non può essere legata ai laghi del Gorzente; che facesse parte di un impianto antecedente le dighe che captava l'acqua di torrenti e rii attraverso piccole briglie?
La condotta che ne esce quanto è lunga e dove termina?
È mica possibile avere le coordinate della struttura in modo da fare una ricerca con immagini satellitari e vecchie mappe?
Ti mando il punto,vedi se riesci a scoprire qualcosa.....fammi sapere. Ciao
44°32'03"N 8°51'05"E
@@franguelluGrazie! Nei prossimi giorni mi metto alla ricerca!
@@franguellu
Grazie all'interessantissimo "Storia dell'Acqua a Genova" di Giorgio Temporelli e Nicoletta Cassinelli (link al pdf in coda al post) ho scoperto che al termine del primo dei 3 laghi (il lago Bruno o di Lavezze) visti i 360m di dislivello fra la galleria canale e la grande cisterna realizzata ad Isoverde e a causa delle difficoltà di poter costruire condotte capaci di resistere alla pressione generata da una simile caduta si erano costruite delle vasche rompiflusso in modo da spezzare la tubazione in 3 tratte.
Direi che l'opera mostrata nel video corrisponde ad uno dei serbatoi rompiflusso e che con ogni probabilità le aperture rettangolari (in origine protette da grate?) servivano ad agevolare il passaggio dell'aria per evitare che il serbatoio finisse in pressione. La canaletta mostrata ad inizio del video serviva probabilmente a raccogliere l'acqua del vicino rio (all'epoca non si sprecava niente, il secondo lago era ancora in costruzione e il terzo sarebbe arrivato 25 anni dopo).
Ma non finisce qui... nel 1889 al termine dell'ultimo tratto fu realizzata una piccola centrale idroelettrica intitolata a Galvani (diverse fonti la riportano come la prima in Italia, oggi casa privata) da cui partiva anche un singolare sistema di trasmissione di movimento detto telodinamica al servizio dello iutificio Costa non ancora dotato di macchinari elettrici.
E qui arriva la potenziale sorpresa... nel 1891 verrà realizzato una seconda centrale, intitolato a Volta, posta circa 100/120m più in alto della Galvani e 220m più in basso rispetto allo sbocco della galleria canale. La foto n. 26 mostra la facciata di un edificio pressoché identico ai due edifici posti ai lati della struttura oggetto del video (attendo conferma da @franguellu se l'edificio effettivamente corrisponde); e la didascalia recita: "una recente immagine dei ruderi della centrale Volta".
Quindi se l'edificio è realmente quello si tratta di una vasca rompiflusso con annessa una centrale idroelettrica del 1891! La cosa che mi lascia perplesso è che nel video non si vedono segni di macchinari installati... tuttavia si trattava di macchinari preziosi per l'epoca ed è possibile che siano stati completamente smantellati per installarli altrove.
Per completezza nel 1892 verrà realizzata 110m più in alto (presumibilmente in corrispondenza dell'altro serbatoio rompiflusso) la centrale Pacinotti (oggi praticamente distrutta). Nel 1907 verrà completata la centrale d'Isoverde (tutt'oggi in esercizio) servita da una condotta proveniente direttamente dalla vasca di carico posta allo sbocco della galleria canale e le 3 piccole centrali dismesse.
www.fontanelle.org/progetti/genova/_altro/La-storia-acqua-Genova.pdf
Interessante esempio di archeologia industriale. Però un sito molto pericoloso che dovrebbe essere messo in sicurezza almeno con una recinzione degna di questo nome. Lasciato in questo stato, immagino sia ancora una proprietà privata, i proprietari corrono seri guai se qualcuno si fa male e cadere in quei pozzi mi sembra fin troppo facile...
Contrariamente a quanto si possa pensare non basta un cartello "Proprietà Privata Vietato l'accesso" per sollevare i proprietari dalla responsabilità di aver lasciato un luogo in questo stato di abbandono. In mancanza di proprietari dovrebbe essere il Comune a espropriare l'area o quantomeno obbligare alla manutenzione chi la possiede.
Non fa una piega quello che hai detto.
Ciao
44°32'03"N 8°51'05"E
Ciao.
Ciao