Ti ringrazio sempre per le spiegazioni molto chiare e per certi approfondimenti ben fatti. Tuttavia la spiegazione del piacere non mi convince molto. D'accordo che è di natura materiale, così come l'anima lo è, ma a me sembra che Epicuro si riferisca anche al piacere "mentale", quando per esempio dice che "è più piacevole fare il bene che riceverlo". I quattro fattori del quadrifarmaco possono essere raggruppati in due categorie: i primi due (timore degli Dei e timore della morte)sono per il conseguimento del dell'atarassia, quindi il piacere dell'anima; gli altri due (mancanza del piacere e dolore fisico) sono per conseguire il piacere fisico. L'atarassia è l'imperturbabilità delle emozioni che sono nell'anima; l'aponia è il superamento del dolore fisico. Ma questo dolore fisico dipende anche dall'anima, infatti quando il dolore è presente essa deve accettarlo e vederlo come momentaneo o come cronico e meno doloroso. Del resto Epicuro conviveva con problemi cronici di salute e non poteva intendere che l'aponia significasse l'assenza permanente del dolore fisico (non è naturale).
Mamma mia unta roba positiva!. Condivido quasi tutto di questo affascinante e ricco pensiero. Non condivido per esempio il disinteresse per la politica, qui vedo un saggio vittima del qualunquismo, in realtà la politica, parafrasando una sua frase, è un bene necessario. In seconda battuta, non tutti i dolori sono solo passeggeri, c'è ne sono alcuni permanenti, atroci e, a volte irreversibili. Mi domando e ti domando, Epicuro ne era consapevole e, se,si, cosa propone in alternativa? Forse il suicidio come per gli stoici?,
Sì, alcune massime epicuree sembrano aprire alla possibilità del suicidio, nei casi in cui il dolore non sia superabile. La più famosa di queste massime è questa: «È una sventura vivere nella necessità, ma vivere nella necessità non è per niente necessario».
Complimenti professore lei è bravissimo
Ti ringrazio sempre per le spiegazioni molto chiare e per certi approfondimenti ben fatti. Tuttavia la spiegazione del piacere non mi convince molto. D'accordo che è di natura materiale, così come l'anima lo è, ma a me sembra che Epicuro si riferisca anche al piacere "mentale", quando per esempio dice che "è più piacevole fare il bene che riceverlo". I quattro fattori del quadrifarmaco possono essere raggruppati in due categorie: i primi due (timore degli Dei e timore della morte)sono per il conseguimento del dell'atarassia, quindi il piacere dell'anima; gli altri due (mancanza del piacere e dolore fisico) sono per conseguire il piacere fisico. L'atarassia è l'imperturbabilità delle emozioni che sono nell'anima; l'aponia è il superamento del dolore fisico. Ma questo dolore fisico dipende anche dall'anima, infatti quando il dolore è presente essa deve accettarlo e vederlo come momentaneo o come cronico e meno doloroso. Del resto Epicuro conviveva con problemi cronici di salute e non poteva intendere che l'aponia significasse l'assenza permanente del dolore fisico (non è naturale).
Mamma mia unta roba positiva!. Condivido quasi tutto di questo affascinante e ricco pensiero. Non condivido per esempio il disinteresse per la politica, qui vedo un saggio vittima del qualunquismo, in realtà la politica, parafrasando una sua frase, è un bene necessario. In seconda battuta, non tutti i dolori sono solo passeggeri, c'è ne sono alcuni permanenti, atroci e, a volte irreversibili. Mi domando e ti domando, Epicuro ne era consapevole e, se,si, cosa propone in alternativa? Forse il suicidio come per gli stoici?,
Sì, alcune massime epicuree sembrano aprire alla possibilità del suicidio, nei casi in cui il dolore non sia superabile. La più famosa di queste massime è questa: «È una sventura vivere nella necessità, ma vivere nella necessità non è per niente necessario».
@@scrip79 Grazie
2022.02.15 A