Taci e calmati, non ci sei solo tu - don Paolo Quattrone

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  • Опубліковано 8 вер 2024
  • Commento di don Paolo Quattrone - sacerdote della diocesi di Aosta, parroco di Hône e Bard.
    Domenica 23 giugno
    Inizio facendo questa considerazione: l’orgoglio fa parte di noi e dobbiamo conviverci per tutto il corso della vita, esso presenta connotati negativi ma anche positivi, per esempio un po' di sano orgoglio è necessario e consiste nel credere in sè stessi, nelle proprie risorse e capacità, è saper portare avanti con convinzione le proprie idee e progetti senza lasciarsi scoraggiare dalle avversità. Sappiamo però che il nostro ego presenta anche risvolti pericolosi perché se gli diamo troppa corda rischia di prendere completamente il sopravvento e di conseguenza di rovinare la nostra e l’altrui esistenza. Il mio parroco diceva che l’orgoglio è talmente forte che nel momento che moriremo morirà quindici minuti dopo di noi; l’orgoglio ci abita perciò non può essere eliminato, da un lato può rivelarsi come una risorsa e dall’altro va contenuto altrimenti rischia di causare seri danni. È proprio ciò che ci consigliano di fare alcuni passaggi che troviamo nelle letture di questa XII domenica del tempo ordinario: nella prima lettura si parla del mare al quale Dio ha dato un limite dicendogli: “Fin qui giungerai e non oltre e qui s’infrangerà l’orgoglio delle tue onde”. Spesso il nostro io rischia di essere come uno tzunami che rischia di travolgere tutto e tutti. Se andiamo dietro solo a noi stessi siamo perduti e tanto più se lasciamo che le onde del nostro io prendano il sopravvento. L’acqua possiede un’energia che può devastare oppure creare vita, così è con l’orgoglio, se è fuori controllo e lasciato a se stesso è distruttivo invece se incanalato può contribuire a generare felicità. Nel salmo 106 troviamo queste parole: “Nell’angustia gridarono al Signore, ed egli li fece uscire dalle loro angosce. La tempesta fu ridotta al silenzio, tacquero le onde del mare. Al vedere la bonaccia essi gioirono, ed egli li condusse al porto sospirato”. Dominare l’orgoglio non è semplice, non basta la buona volontà ma occorre anche chiedere aiuto a Dio ed in modo particolare allo Spirito Santo che è specializzato nel farci uscire da noi stessi. San Paolo dalla seconda lettura ci mette in guardia dal pericolo di assecondare troppo l’io: “quelli che vivono non vivano più per se stessi”, ce lo ha insegnato Gesù con il suo esempio, se avesse pensato solo alla sua salvezza non avrebbe di certo intrapreso la strada della croce; lo stesso vale per noi, possiamo vivere partendo sempre e soltanto dal nostro io, dal nostro interesse, benessere, dalle nostre priorità oppure guardando anche agli altri e a chi ci sta accanto o a chi ci è affidato. Occorre allora farci qualche domanda: chi detta la mia agenda, le mie scelte? Forse il mio io e le mie comodità? Il mio benessere, i miei desideri, le mie tempistiche e necessità? Nel brano del Vangelo Gesù fa cessare la tempesta dicendo al vento: “Taci, calmati!”. Queste parole dovremmo rivolgerle ogni giorno al nostro io quando pretende di sovrastare tutto e tutti. Quotidianamente siamo di fronte ad un bivio: ascoltare solo l’io o anche Dio che ci invita ad uscire, a donarci, a metterci in gioco, a sporcarci le mani, a non guardare solo al nostro ombelico. L’io è sempre pronto a prendere per primo la parola e noi dobbiamo essere subito pronti e reattivi per rispondergli così: “Taci e calmati, non ci sei solo tu” e concretamente vuol dire imparare a dirsi dei no, a guardarsi attorno, ad accorgersi che non ci siamo solo noi stessi ma anche gli altri, che è bello anche donare e non solo ricevere, che la felicità non consiste nell’afferrare ma nel donare. L’ego fuori controllo si manifesta in tante forme che sono i peccati e i vizi come per esempio la superbia, la parola stessa rivela di cosa si tratta: è il nostro io che si ritiene super, superiore a tutti, che sovrasta e fagocita tutto. L’orgoglio se lo lasciamo fare diventa il nostro peggior nemico e non a caso è lo strumento preferito che il demonio usa per rovinare la nostra esistenza e quella di chi ci sta accanto.

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