ahaha io quando devo spiegare agli altri come si pronuncia così da potersi rivolgere a me faccio proprio l'esempio "hai presente quando non sai cosa dire all'interrogazione..."
Essendo l’italiano una lingua molto flessiva, lo schwa è poco pratico. Quale sarebbe il plurale di amicə? Amicə, con la C palatale /č/? In tal mondo staremmo costruendo una parola partendo dal maschile. Se invece diciamo amicə, con la C velare /k/, si confonderebbe con il singolare. E il suo articolo plurale quale sarebbe? Lə amicə? Glə amicə? Le lingue tendono tutte a semplificarsi e a utilizzare elementi già esistenti al proprio interno. Dunque è normale per l’italiano utilizzare un maschile sovraesteso per un plurale misto invece di inventare un nuovo plurale solo per questo caso. Questa "decisione" della lingua è totalmente casuale. Pensiamo che in arabo i plurali inanimati misti sono sempre femminili! Inoltre, la lingua cambia solo per esigenze interne a essa stessa, una modifica esterna è molto difficile da applicare. Parole come “ministra” o “sindaca" sono più facilmente entrate nell’uso comune della lingua perché conformi alla sintassi italiana. In parole povere, se volessimo ipoteticamente introdurre la parola “pinguina” per creare il femminile di “pinguino”, sapremmo già naturalmente, in quanto parlanti nativi dell’italiano, che il suo articolo sarà “la” e che il suo plurale sarà “le pinguine”. Questo perché la sintassi non è variata. L’utilizzo dello schwa, invece, comporterebbe più complicanze. Con questo non voglio sminuire l’importanza dell’inclusività, ma utilizzare lo schwa non mi sembra una soluzione adeguata. Magari potremmo dire “ciao a tutte” quando ci sono più donne che uomini, o a trovare delle soluzioni più semplici come “ciao a tutti e tutte/ ciao ragazzi e ragazze”. Oppure cominciare a essere più inclusivi nei fatti, prima che nelle parole :D
Per quanto mi piaccia l'idea di un linguaggio più inclusivo nella lingua italiana (per la mia identità personale è un tema che mi interessa particolarmente), penso che il tuo commento sia il più realistico e oggettivo che ho visto. Una modifica esterna alla lingua italiana in questa grande scala è davvero difficile da implementare. Io continuo a seguire la questione ed i dibattiti al riguardo, sperando che prima o poi si arrivi ad una soluzione ottimale, ma come dici tu questa soluzione dovrà essere il più vicino possibile alla sintassi italiana per poter poi essere effettivamente usata nel parlato.
Mi piace soprattutto l'ultima frase "cominciare a essere più inclusivi nei fatti, prima che nelle parole" Ovvio che anche quest'ultimo passo sia importantissimo, ma la lingua italiana è veramente complicata. Forse si potrebbe usare ə per i singolari ed un'altra lettera capovolta per i plurali(?) Non me ne intendo
non è la soluzione perfetta ma è un simbolo di rispetto, siamo sempre stat abituat a usare il maschile, anch'io ora mi stavo già confondendo lmao, cambiare proprio e dire tutti quando ci sono più uomini e tutte quando ci sono più donne, intanto non ha senso perché uno mica si mette a contare, ma poi è comunque brutto rispetto a chi è in minoranza, non dico irrispettoso perché ceh non vedo il problema ma non ha minimamente senso. lo ə ha più senso almeno
Da linguista, direi che anche il non riuscire a discriminare (cioè distinguere) fra piano simbolico e piano del reale non è un segno di maturità comunicativa. Inoltre, ho studiato lingue che formalmente (e apparentemente) non hanno né genere né numero (es. quelle orientali, come cinese o giapponese), tuttavia, le società in cui sono parlate sono comunque fra quelle in cui le differenze di genere sono più forti e marcate, tutt'altro che inclusive. Insomma, ritengo che non sia la forma a dar senso alla sostanza.
perfetto! Non usare lo schwa non c'è problema, alcune persone invece lo utilizzano. La lingua si evolve, vedremo quale delle "fazioni" sopravviverà tra 20 anni.
L’italiano è una lingua non solo estremamente musicale ma concatenata. Ciò vuol dire che (a differenza di lingue quali il cinese) ogni singola parola dipende strettamente dalle altre parole della frase. Immaginatevi la frase “Questi sono dei miei amici” che al femminile diventa “Queste sono delle mie amiche” come vedete su 5 parole, 4 sono variate e anche in modo abbastanza importante. Aggiungere un simbolo nuovo renderebbe una lingua efficace e già di per se complessa, ancora più inutilmente difficile (inutilmente perché a mio avviso non ha senso vedere discriminazione nel genere delle parole, che esistono per pura convenzione. Io sono a favore di ogni minoranza e dell’inclusività di ogni essere umano. È giusto lottate per ottenere inclusività e diritti, ma con un senso). Ora vi prego di prestare attenzione nuovamente alla frase di sopra, secondo questo ragionamento come dovrebbe variare? *Questə sono (parto da “delle” o da “dei”?) deə (parto da “miei” o “mie”?) mieə (uso il maschile senza “H” o il femminile con come base?) amicə*. Come vedete è estremamente complesso (e a mio avviso suona anche molto male). Hai ragione Sio a dire che le lingue sono vive, ma la variazione di una lingua avviene solitamente per efficacia comunicativa, per una maggiore rapidità nel parlare e scrivere, nonché semplice da coniugare e convertire nel diretto parlato e tutto ciò non contribuirebbe in nessuna di queste cose. Detto questo per me se gli altri la usano, buon per loro, non condanno nessuno, però a mio avviso tutto ciò ha davvero poco senso.
Già vedo i classici commenti copia e incolla, per cui metto le mani avanti: 1) Ecco uno che non ha visto il video: ho visto il video e ho esposto il mio punto di vista contestando punti evidentemente presenti nel video 2) Ok ragazzo etero, cis, bianco, uomo... : un commento del genere non merita neanche una risposta 3) Sei uno a favore del patriarcato: se ora parlare di genere dei sostantivi è diventato un sostegno del patriarcato allora veramente qui credo ci sia un problema di fondo. 4) Vengono aggiunte continuamente nuove parole, che problema c’è ad aggiungere ə?: semplice, l’aggiunta di singoli sostantivi è semplice e immediata, l’introduzione di un nuovo simbolo che va ad intaccare la coniugazione delle parole vuol dire stravolgere completamente la lingua. Pensate alle eccezioni nuove che apparirebbero, alle irregolarità etc...
Wow un commento che sostiene una tesi personale e che la difende in maniera molto ben curata nel 2021. Sono quasi commosso. Concordo con ciò che hai scritto comunque sia, si dovrebbero rivedere un sacco di regole della grammatica italiana oppure aggiungerne di nuove solamente per raggiungere un fine ok positivo ma....seriamente necessario?
Ma infatti è chiaramente una stronzata senza senso alcuno se non il seguire il filone dominante pro normalizzazione della irrazionalità. In Canada hanno già varato normative legali che ti puniscono PENALMENTE se "misgenderi" qualcuno...ossia se vedi un tizio che ruba e dici ad un altro "LUI sta rubando" e questo si identifica come donna.... tu sei nel penale. La follia che viene fuori quando l'estremismo prende il sopravvento sulla ragione.
Eh niente, pare che la telepatia esista e non faccia differenze di genere. Stavo per scrivere circa le stesse cose, in quanto mi trovo d'accordo con il tuo ragionamento. Aggiungerei solamente: c'è davvero bisogno di complicare una lingua già complessa e che non viene nemmeno parlata correttamente dalla maggioranza del popolo cui dovrebbe appartenere?!? Suggerimento: se comunque ci si sta proiettando in un futuro in cui le lingue andranno sempre più a miscelarsi, stile "Grammelot" (se non conoscete il termine documentatevi, piccolo indizio: Dario Fò), per quale motivo si dovrebbe introdurre un terzo... genere? non-genere?... aiuto... piuttosto, volendo essere gentili con il prossimo (chicchessìa) è sufficiente non insultare e portare rispetto. Puntiamo ad eliminare l'odio e la discriminazione sociale, che a mio avviso sono temi più importanti. Se psicologicamente non si è prevenuti, la lingua non fa differenza, ma la fanno le azioni.
Lo schwa é una vocale centralizzata tipica di quasi tutto il centro-meridione, quindi al di sotto della isoglossa Cassino-Gargano quasi tutti i dialetti hanno schwa
@@thewizard4200 la lingua cambia in maniera naturale e soprattutto la cambia il popolo nella parlata di tutti giorni, perciò i cambiamenti che ci sono stati dal latino volgare ad oggi sono tutti in ragione di semplificazione, perciò é più facile che in futuro si utilizzi il solo genere maschile sia per identificare il maschile che per ogni altro genere piuttosto che ne venga introdotto uno nuovo
Valido anche questo, peccato che non sempre la lingua italiana ci permette di parlare senza esplicitare il genere, quindi bisogna fare giri di parole assurdi
Minime? Stiamo parlando del cambiare nazionalmente e per tutti, la lingua che tutti noi parliamo ogni giorno. Se questo è il minimo per te, cosa dovrebbe essere il massimo?
@@LoscoX Credo che si riferisse a quelle persone che si stracciano le vesti nel sentir dire "ciao/buongiorno a tutti!" o altre espressioni simili. Se è così, son pienamente d'accordo.
Non so Sio. Da persona non binaria laureanda in antropologia più che nella lingua avverto il problema nella quotidianità e non so quanto lo schwa sia una soluzione e quanto, per tanti, sia solo una moda. Se ad un colloquio di lavoro mi diranno “grazie signor, l faremo sapere” sarà poco utile di fronte alla scelta di qualcun altro che, per l’assenza di un utero, non avrebbe mai chiesto la maternità.
Ciao, visto che sei una persona non binaria, e non ne conosco altre (o perché davvero non ne conosco o purtroppo magari qualcuno ha timore a fare coming out) vorrei chiederti una cosa su cui rifletto da quando si discuteva del ddl Zan. Le persone non binarie sono quelle che non si identificano né come maschi né come femmine, però quando parliamo di trans, consideriamo come genere quello di arrivo, non un ulteriore terzo sesso. Quindi alla fine anche i trans sono maschi o femmine, cioè siamo sempre in un ambito binario. Di qui la mia difficoltà a capire il non-binary.
@@francescorocchi1765 ciao, anche io sono una persona non-binary, dunque mi prendo la facoltà di rispondere. anche noi siamo persone trans*, perché la definizione di transgender è "persona che non si identifica nel genere assegnato alla nascita". dunque una persona nata maschio e che si identifica come femmina è tanto trans* quanto qualcuno nat* maschio e che si identifica come non-binary.
Mi considero come una persona non-binaria, ma forse per via della mia formazione non ritengo offensivo usare il maschile inclusivo per rivolgersi ad un gruppo eterogeneo di individui, perché ho studiato che nella nostra lingua è considerato corretto. Con questo però non ritengo sbagliato se, con il cambio di sensibilità, la lingua si adatti e vengano trovate altre soluzioni. Personalmente, se qualcuno si rivolge a me (come individuo), io preferirei che continuassero a parlarmi con il maschile, anche se inteso come genere neutro. Nb: Anche se credo che per chi si identifica nel genere femminile la mancanza di inclusività nel maschile inclusivo si senta forse di più di un non-binario, ma questa è più una considerazione personale fatta sulle mie esperienze.
Dato come ti senti, io vorrei farti una domanda proprio per capire come ci si sente e perché si percepisce una determinata cosa. Perché una persona si dovrebbe sentire non inclusa? Se io uso il termine "ragazzi" non intendo dire solo maschi, ma intendo dire qualunque essere umano con un età compresa tra i 12 e i 24 anni (circa) a prescindere da etnia, religione, colore della pelle, nazionalità e chi più ne ha più ne metta. Vista l'inclusività di tale parola, a che serve un altra? E perché una persona non dovrebbe sentirsi rappresentata? Io credo che si debba educare a capire il vero significato delle parole, senza sentirsi offesi per il nulla
@@TonnoNinja scusa ma deve esserti sfuggito qualcosa del mio messaggio, io ho specificato che personalmente preferisco nei miei confronto si usi il maschile perché appunto nella lingua italiana vale anche per indicare un genere neutro. Per me è giusto così, perché la nostra lingua funziona in questo modo. Di base però se qualcuno si sente escluso non è che bisogna obbligarlo a non sentirsi tale, per questo è normale se qualcun'altro vuole cercare di far evolvere la nostra lingua in quel senso (d'altronde il linguaggio non è qualcosa di fisso ed immutabile). Secondo me hai rivolto questa domanda alla persona sbagliata oppure non hai letto il mio primo messaggio, perché come vedi mi sono solo trovato a ripetere un concetto che avevo già esposto.
@@GarvFlare Mi sono espresso male scusami, la domanda era riferita a te sottointendendo che conoacessi altre persone come te che però la pensano diversamente
@@TonnoNinja se una persona si dovesse sentire esclusa dal plurale maschile, non dovrebbe essere proprio quella stessa persona a fare lo sforzo di superare i suoi bias mentali e capire che nessuno la sta discriminando, ma anzi che la parola “tutti” include e accoglie anche lei? Mi sembra assurdo che magari io devo modificare il mio linguaggio perché altrimenti passo per uno che vuole discriminare, mi sentirei a tutti gli effetti offeso perché passerebbe il messaggio che io stia volutamente discriminando il che sarebbe assurdo. Se dico “buongiorno a tutti” penso che solo un deviato mentale possa sentirsi davvero discriminato. Discorso molto diverso con una persona non binaria la quale mi dice che preferirebbe essere chiamata con lo shwa, la ù o quello che vuole. Là assolutamente non si può dire niente ed è giustissimo chiamarla con il pronome che preferisce, ma di nuovo, il succo del mio discorso è che, secondo, me chi non si sente incluso dal “tutti” dovrebbe fare lo sforzo di sentirsi accettato e non trovo corretto che gli altri si debbano adattare alla necessità (o meglio capriccio) di questa persona, questo perché presumerebbe che chi sta parlando lo stia discriminando volontariamente e con esso tutte le donne presenti.
TUTTI: aggettivo indefinito, (Riferito a un nome pl. o collettivo) Indica la totalità delle cose o delle persone considerate, la completezza di un insieme (parole prese direttamente dal dizionario). La mia domanda è: perché una persona dovrebbe sentirsi discriminata e non considerata da una parola che nel suo significato stesso include tutte le persone, senza nessuna esclusione? Io dico "ciao a tutti", e se vogliamo fare la traduzione letterale di queste parole non mi sembra che io stia dicendo "ciao ai maschi e alle femmine (non includendo i non binari)", tutti = nessuna esclusione. E ribadisco anche il concetto espresso da un ragazzo nei commenti qui sotto, pensiamo a quanti casini creerebbe inserire questo carattere; comporterebbe casini non indifferenti a tutte quelle persone che hanno delle difficoltà linguistiche, sensoriali ecc ecc, come diceva lui fare una cosa del genere a scopo inclusivo rischierebbe solo di escludere altre persone, senza contare che già l'ignoranza in Italia è a livelli a dir poco preoccupanti, per non parlare di quanti ce ne sarebbero dopo una modifica del genere nella lingua italiana...
@@maruintheskywith ma ha ragione il tizio... magari leggi meglio il commento... dovresti studiare meglio la grammatica. E leggere le definizioni delle parole, soprattutto perché come ha detto "Tutti= Letteralmente Tutti... perché dovresti essere escluso?"
Per dirla alla Fantozzi, è una corazzata Potemkin, per vari motivi: 1) è cacofonico 2) come concordiamo gli articoli? Invece di "tutti gli studenti di quella scuola" dovremmo dire cosa? "Tutt l student"? 3) come distinguiamo singolare e plurale? Tutt dovrebbe essere singolare o plurale? E student? 4) è il contrario di inclusivo: aggiunge una complessità del tutto inutile, che sarà un ostacolo per molte più persone (tutti quelli con minor padronanza della lingua) di quante dovrebbero beneficiarne.
Perdona la risposta 5 mesi dopo, ma ho una risposta per i punti 2 e la 3: "tuttɜ lɜ studentɜ". Solitamente si sceglie l'opzione che suona meglio (il che spesso corrisponde al femminile per gli articoli e al maschile per i nomi) e questo risolve anche il punto 1 - se il suono non ti piace lo stesso, potrebbe essere una questione di abitudine. Per quanto riguarda il punto 4 posso dire solo che non crea grandi differenze, comunicare con quelle persone è un po' più difficile e richiede impegno a prescindere (che sia con la ə o con altri suoni o parole)
@@melitrophium non sono d'accordo. Il risultato sarebbe un orrore cacofonico, che aggiunge complessità inutile ed esclude più persone di quante non ne includa. E tutto ciò perché? Prova a leggere "Così non schwa" di Andrea de Benedetti, che spiega questi punti molto meglio di me.
@@ukuserful scusa ma assolutamente no, il tono della descrizione è transfobico e non mi invoglia affatto a dargli soldi. L'accessibilità è una priorità assoluta negli spazi queer, se partecipassi noteresti che l'uso della schwa non è escludente quanto previsto e siamo sempre in continuo dialogo per migliorare la comunicazione
@@melitrophium Guarda che la definizione di "transfobico" non è "chiunque osi dissentire da te". Se non vuoi ascoltare una voce diversa è tuo diritto, ma per favore non nasconderti dietro la scusa patetica del "transfobico". C'era un tempo in cui si leggevano pareri diversi per formarsi un'opinione più completa. Adesso ci si chiude in una cassa di risonanza e si demonizzare chiunque osi pensarla diversamente. Che tristezza... Cosa cavolo ci sarebbe di transfobico nel sottotitolo "limiti ed eccessi del linguaggio inclusivo"???
@@ukuserful ovviamente non mi riferisco al sottotitolo. Mi riferisco a questo: "Il linguaggio inclusivo è un'idea seducente. Tuttavia il cuore del problema sta quasi sempre altrove. Perché i significati sono piú importanti dei significanti. Perché includere certe categorie può significare escluderne altre. E perché le buone pratiche, ove fondate sul ricatto morale, rischiano seriamente di convertirsi in cattive regole." Ho sentito parlare di "ricatto morale" ESCLUSIVAMENTE da persone transfobiche e le ho ascoltate anche troppo a lungo prima di rendermi conto che il loro vero problema non era con la ə ma con qualsiasi cosa disturbasse la loro visione binaria (e spesso bioessenzialista) della realtà. L'ultima cosa che ho intenzione di fare è pagare per farlo ancora. Se mi avessi mandato un articolo gratuito forse avrei stretto i denti, ma no, non comprerò un libro se rischio di dare soldi ad un'altra persona così (poi magari non è il caso di Andrea De Benedetti, ma stiamo parlando dell'importanza del linguaggio e il linguaggio che ha scelto di usare è quello di chi è ostile alla comunità trans)
La soluzione è fare video in Latino! Nel Latino c'è anche il neutrale oltre ai due sessi. L'unico problema è che quasi nessuno parla Latino, ma sono piccoli dettagli.
Il latino usava il neutro soprattutto per oggetti inanimati, per certi animali, per poppanti e poco altro. Semmai chi propone lo schwa vorrebbe una sorta di genere misto, non neutro. A meno di voler considerare i non binari alla stregua di oggetti.
Da non binario (non binariə?) trovo che schwa, asterischi e compagnia cantante siano tutte cose inutilizzabili in una lingua fondamentalmente binaria come l'italiano, che attribuisce generi perfino agli oggetti. Per come è strutturata la lingua, il maschile sovraesteso va più che bene. Inoltre, non tutti i non-binary usano la schwa e molti scelgono tra pronomi maschili e femmili, come nel mio caso. Detto ciò, personalmente non la userei nel pubblico e in ogni situazione (per quello c'è il maschile sovraesteso), ma soltanto quando mi rivolgo nello specifico a persone che so che si sentono più a proprio agio con la schwa.
Finalmente un parere oggettivo da parte di un diretto interessato. Almeno tu non verrai additato come xenofobo per aver classificato questo sistema come inutilizzabile. Lasciatelo dire Sio, sta cosa della schwa lasciala perdere, è un po’ una stronzata
Finalmente un diretto interessato che può dire che questo sistema non è efficace senza venir etichettato come omofobo, xenofobo, transfobo, bifobo, alienofobo, xilofono e bla bla bla anche se sono più che sicuro che qualche quattordicenne coi capelli colorati verrà comunque a romperti i coglioni
Bel video. Ma continuerò a parlare come sempre. Ci si intende benissimo e fino 5 anni fa non importava a nessuno. Anziché diminuire le distanze, sembra che vogliamo trovare sempre cose che non vanno bene
@@inactive.5680 È diverso, forzando un cambiamento e non lasciandolo confluire naturalmente nel parlato comune il tutto prende una piega molto più politica che inclusiva, io penso che neutro tornerà nella lingua italiana, con tutta una sua declinazione, serve solo dare tempo e far cambiare 3/4 generazioni, senza forzare il tutto
Io sinceramente vorrei che la gente la smettesse di ridurre il discorso linguistico a un discorso ideologico. La lingua è decisa dai parlanti e le sue modifiche nascono dalla lingua parlata, non dalla lingua scritta, e non si possono neanche imporre. Se "tutti" non va bene perché ci si riferisce solo ai maschi perché "tuttə" non dovrebbe non andare bene perché ci si riferisce solo ai non binari? A me il plurale maschile non mi ha mai provocato disforia di genere esattamente come secondo me un maschio non prova disforia di genere quando gli si dà del "lei" nella forma di cortesia. Noi usiamo il plurale maschile, diciamo "l'uomo" per riferirci a tutta l'umanità perché il genere grammaticale della specie degli uomini è maschile, esattamente come il genere grammaticale delle lucciole e delle api è femminile e lo usiamo tranquillamente senza andare a guardare il sesso e il genere di ogni individuo. Il genere neutro tra l'altro è scomparso proprio perché i nomi neutrali hanno cominciato a confondersi tra il genere maschile e femminile e col tempo tutti i nomi sono andati a confluire in questi due generi, e ciò ha portato l'uso delle desinenze maschili e femminili a svolgere il ruolo di genere neutro. Perché non possiamo sfruttarlo? E questa per me è la fine che farebbe la scevà. A parte il fatto che è cacofonica e bisogna capire se bisogna estenderlo solo agli uomini, ma la scevà si confonde sia col singolare femminile, sia col plurale femminile (perché non c'è neanche un plurale) e, se uno non fa abbastanza attenzione, anche con il singolare maschile (sì, mi è capitato). Insomma per me la soluzione è fare un distinguo tra il genere grammaticale e l'identità di genere esattamente come si fa un distinguo tra l'identità di genere e il sesso biologico, e proporrei ai non binari di usare il pronome maschile in virtù proprio del maschile sovraesteso, oltre per il fatto che ho letto un po' in giro che è il pronome che provoca meno disforia di genere.
"[...] esattamente come secondo me un maschio non prova disforia di un genere quando gli si dà del "lei" [...]", vorrei speculare un attimo su questa questione. Anzi, se posso vorrei fare un parallelo con gli orientamenti sessuali. C'è l'eterosessuale (in questo contesto è chi ha una disforia di genere), l'omosessuale e il bisessuale. Io non soffro di disforia di genere, non mi da fastidio quando mi si da del "lei" MA non mi da nemmeno fastidio quando, e questo succede spesso, la gente sbaglia il mio genere. L'unico disagio che provo sta nel fraintendimento, nell'idea di star ingannando chi ho davanti (in quanto noto cortesie maggiori quando c'è tale fraintendimento) ma non per il fatto che hanno sbagliato genere. Da qui il discorso dell'orientamento sessuale. In questo contesto sono un "bisessuale"? Nel senso che non soffro di disforia non perché sono nel genere "corretto" ma perché mi manca quel qualcosa che me la fa provare. - Tutto questo per dire cosa: A me non da fastidio il "lei" ma non è possibile che ci siano diverse sfumature di disforia per il quale ci sono delle persone che hanno effettivamente un disagio causato dal "lei" o dal "tutti"? - Chiusa questa speculazione, per me ci si aggiunge un problema nel fare questi discorsi sulla schwa. Alla fine parliamo di cose per cui c'è una forte componente psicologica, infondo alla fine parliamo di fenomeni culturali (La distinzione di abiti, il linguaggio, ed ecc...) non è che a forza di sottolineare che c'è un problema con "tutti" non rendiamo effettivamente il "tutti" un problema? Non è che creiamo quei fattori per cui da profezia che si autoavvera diventa poi un'esigenza usare lo schwa in quanto questo ha reso il "tutti" un problema? (E magari in future anche il "lei".)
@@anonimo6603 concordo, è una questione psicologica provare disagio per “tutti” e “lei”. E l’esempio che hai fatto degli orientamenti sessuali non è molto chiaro, dato che sono una cosa diversa dall’identità di genere
@@annieleonhart Colpa mia che faccio dei pessimi paralleli. Era per ipotizzare tre categorie: chi soffre di disforia, chi soffrirebbe di disforia se gli si sbagliasse genere (E qui presumevo il maschio che si sente a disagio riguardo al "lei" o magari anche tutti quelli che hanno reazioni all'apparenza irrazionali quando si mette in dubbio il proprio genere.) e poi a chi ne è completamente indifferente. Che nel mio esempio faceva da bisessuale in quanto questo non prova disagio ne nell'avere una relazione con il proprio sesso e ne con quello opposto. - Spero che si sia capito, se non si è capito... era comunque una stupidaggine, come speculazione la si può pure buttare via.
Se si sta esprimendo un concetto e si utilizza la parola tutti, è già sottointesa l'inclusione. Dunque la domanda di fondo mi pare sia: vale più il concetto espresso o quello che l'interlocutore comprende? Io dò più valore alla prima.
Mi trovo perfettamente d'accordo. Una lingua è fatta per comunicare concetti, la forma della parola non ha rilevanza: in italiano, che è una lingua con una grande varietà lessicale, vi sono moltissime parole che hanno lo stesso significato, e usare una piuttosto che un'altra non cambia nulla (tranne nel caso di termini offensivi, ovviamente).
@@francescodieni5784 Concordo con voi ma penso presto anche se saremo contro questo concetto codesta lingua (e anche se non l'ho specificato prima intendo l'italiano) cambierà.
Quindi pensi sia perfettamente accettabile parlare una lingua inventata da te, che solo tu comprendi? Se é il concetto espresso che conta, e tu sei perfettamente cosciente del concetto che stai esprimendo non dovrebbero esserci problemi, no? Non credo proprio che la cosa piú importante nel linguaggio sia esprimere un concetto, ma piuluttosto comunicarlo efficacemente all'interlocutore. Ecco, quale concetto COMUNICA la parola "tutti" quando è rivolta a un gruppo di persone? Dipende dal gruppo di persone.
Quindi pensi sia perfettamente accettabile parlare una lingua inventata da te, che solo tu comprendi? Se é il concetto espresso che conta, e tu sei perfettamente cosciente del concetto che stai esprimendo non dovrebbero esserci problemi, no? Non credo proprio che la cosa piú importante nel linguaggio sia esprimere un concetto, ma piuluttosto comunicarlo efficacemente all'interlocutore. Ecco, quale concetto COMUNICA la parola "tutti" quando è rivolta a un gruppo di persone? Dipende dal gruppo di persone.
@@vlaufoo risolviamola velocemente. Se per 100 e più anni si è usato l'italiano in questo modo perché dovremmo cambiare. Non sono mai capitati problemi e non ci sono state mai rivolte perché è una cosa così stupida che non c'è neanche bisogno di discuterne. Il maschile predominante quindi per esempio 'tutti' (come dice sio nel video) va bene
Questa proposta cadrà nel dimenticatoio entro pochi anni. Tra l'altro, Vera Gheno, cioè la sociolinguistica che ha lanciata questa idea bislacca, non ha però fatto presente che se si vuole cambiare le desinenze occorre cambiare anche gli articoli, perché in Italiano sussiste la concordanza grammaticale. E occorre cambiare anche le desinenze degli aggettivi e dei participi passati, per la stessa ragione. "Domani andiamo al mare a trovare i ragazzз molto belli conosciuti l'anno scorso nella stessa località". Questa frase avrebbe comunque un errore perché non rispetterebbe la concordanza grammaticale; occorrerebbe cambiare anche gli articoli e quindi introdurre anche nuovi articoli neutri, usando le nuove vocali al posto dei vecchi articoli. ə ragazzə (singolare) з ragazzз (plurale) "Domani andiamo al mare a trovare з ragazzз molto bellз conosciutз l'anno scorso nella stessa località". з è una lettera diversa da ə; serve per il plurale, mentre ə serve per il singolare. Differenziarne il suono per molti sarà molto difficile. Neppure io ci riesco facilmente. In ogni caso usarle in forma scritta è necessario, perché almeno non si perderebbe anche la nozione del numero, oltre a quella del genere. Comunque questa proposta fantalinguistica non resisterà alla prova pratica su strada: quella della pronuncia! Inoltre, il fatto che le lingue neolatine non abbiano il genere neutro implica che arbitrariamente si considerano maschili o femminili cose che non hanno un sesso; segno questo che il genere grammaticale è del tutto arbitrario e che non descrive nulla di reale. Peraltro, anche lingue moderne dotate del genere neutro non lo usano sistematicamente per indicare oggetti o persone senza specificarne il genere. In Tedesco ci sono tre parole per indicare le persone in modo generale. der Mann = l'uomo, il marito die Frau = la donna, la signore, la moglie Ma esiste anche la parola Mensch, che significa individuo e che sarebbe stato meglio avesse l'articolo neutro, das, e invece ha l'articolo maschile der. Ma esistono anche i nomi diminutivi in -chen e in -lein e sono tutti neutri anche se si riferiscono a persone; das Fräulein , la signorina, das Mädchen, sono neutri, anche se si riferiscono a persone di sesso femminile. Insomma, il genere grammaticale non indica nulla di reale, ma è solo una mera convenzione linguistica del tutto arbitraria.
Bravissima. Io ho provato a spiegare queste ragioni, incluso l'esempio proprio della lingua tedesca, direttamente a vera gheno, che mi ha risposto usando il principio universale del "io penso all'italiano, le altre lingue non mi interessano", facendo calare sul tutto una luce egocentrica. Sicuramente non sono stato così bravo ad argomentare come te. Respect!
E, aggiungerei, l'atteggiamento e la sensibilità delle persone ostili ai non binari non cambierà nulla anche se dovessero esprimersi perfettamente con la nuova pronuncia. Penso bisognerebbe educare di più al rispetto reciproco che alle collocazioni formali.
@Nazario Mastroianni maestra o infermiera, se esistono i nomi di professioni al femminile ed altri no, c’è un problema culturale che si rivede nella lingua. Nel momento in cui la professione sarà svolta a parità di numero da entrambi i sessi, accadrà come le professioni che hai citato. Nel video, non so se sono dati ufficiali, ma la percentuale è sempre un po’ o di molto inferiore rispetto ai maschi. Poi, non puoi determinare le conoscenze delle persone tramite il fatto di aver visto un video, che dalla tua battuta cinica sembra che consideri di basso livello intellettuale sia il video che la persona. È questa osservazione che ho fatto si trova allo stesso livello della tua. Le lingue mutano con il tempo, sforzare il processo genera solo rottura della lingua e perdita dell’interesse su di essa. La lingua è usata nella vita quotidiana, non è una scelta o una correzione per adeguarsi a fenomeni culturali fatte da figure professionali che si occupa del suo studio, il loro unico compito è di osservare studiare e conoscere la lingua. Una volta che con il tempo questa considerazione di genera sará parte integrante della nostra cultura, sarà la popolazione che vive nello stato italiano a determinare in che uso si vedrà e si userà o se cambierà il genere in italiano.
Per aggiungere un altro problema legato alla schwa, oltre a quelli già evidenziati da altri utenti qui nei commenti, c'è pure quello della sua forma e della confusione che genera nei soggetti dislessici. Insomma, nel tentativo di essere _forse_ più inclusivi, finiamo per essere _sicuramente_ più esclusivi. La schwa è una brutta idea e mi auguro che venga preso dimenticata (anche oggi se ne parla assai meno rispetto a qualche mese fa). Personalmente credo che il rispetto per donne e persone non binarie passi da altri fattori.
Si ma per i dilessici non é molto difficile leggere una e al contrario,e poi a me ha sempre dato fastidio che si usa sempre il maschile anche in un gruppo con 10 femmine e 1 maschio
@@maiaz.1482 Gli italiani hanno già problemi con i congiuntivi e i condizionali. Non so se i dislessici stiano messi peggio o no, ma inserire una variazione simile non mi pare una buona cosa. Consideriamo poi che tutti si soffermano sui sostantivi e gli aggettivi. Ma ci sono anche gli articoli, i verbi, i pronomi... Una frase come "tutti gli altri bambini gli sono vicini perché sono suoi amici" diventa "Tuttə ə altrə bambinə ə sono vicinə perché sono suə amicə". Che poi sarebbe "amichə" o "amicə". E come si legge la c? Perché a seconda dei casi dà l'intonazione femminile (ci) o maschile (k). Dai, è un bordello inutile, mi suona come le quote rosa per fare fronte alle minoranze femminili negli ambienti di lavoro... Una donna che viene assunta per merito alla fine viene considerata alla stregua di quella che viene assunta solo per rispettare una legge. Che inclusione è? Perché sentirsi discriminati da una regola grammaticale? Ti basta veramente così poco?
Quindi "u" no perché è cacofonica (chi l'ha deciso ?), però la schwa sì, anche se non fa parte della fonologia Italiana e quindi è cacofonica per definizione (ovvero è difficile da percepire perché non siamo abituati al suono, né viene naturale da usare perché non è un suono naturale all'interno della lingua). Resta anche il problema del plurale, ovvero se scrivo "ho visto l* mi* cugin*" sto parlando al singolare o al plurale ? Questo è un esempio semplicissimo, e nel parlato spesso si capisce di chi si parla, ma ho letto alcuni testi che includevano lo schwa e alcune volte ho dovuto rileggere un paio di volte la frase, perché non era chiaro se si stesse parlando di un singolo individuo o più individui.
Sorge però un problema in tutto ciò: la lingua italiana é una lingua molto musicale e mentre parole come sindaca e ministra sono più conformi alla sintassi italiana e quindi facilmente pronunciabili e scrivibili la schwa non lo é, e come sappiamo i cambiamenti nelle lingue vengono fatti per semplificarle e non per renderle più complesse. Inoltre ci terrei a dire delle altre cose: 1) nella lingua italiana ci sono delle parole al femminile che indicano tutte le persone come per esempio: folla, massa, umanità, chitarrista e via discorrendo, quindi non capisco cosa ci sia di male nel usare "tutti" per indicare tutte le persone indipendentemente dal loro sesso o genere proprio perché il genere grammaticale non corrisponde necessariamente al sesso o al genere di una persona(so benissimo che parole come umanità, folla ecc. non hanno una versione maschile come invece lo ha la parola "tutte", ma trovo comunque sciocco il fatto di vedere il patriarcato e di conseguenza il maschilismo in tutto) oppure se vogliamo fare un altro esempio basta pensare al fatto che quando parliamo con una persona in modo formale le si dà del lei anche se il sesso e il genere della persona con cui ci rivolgiamo non corrispondono a quelli femminili. Se non capite vi faccio un'ulteriore esempio: gli aggettivi possessivi si chiamano così perché indicano il possesso MA NON È SEMPRE COSÌ, adesso mi SPIEGO meglio; se io dico:"questi sono i miei occhiali" sto dicendo che gli occhiali sono di mia proprietà (e quindi sto esprimendo un possesso) PERÒ SE io DICO: "Sara é la mia padrona" NON sto esprimendo un possesso ma sto facendo un'affermazione, visto che io non posseggo Sara e lei non è di mia proprietà (anzi sono io lo schiavo di Sara e QUINDI LEI POSSIEDE me; la differenza tra il significante ovvero l'insieme di lettere che formano una parola {nella parola tavolo il significante é' T A V O LO} e significato ovvero il senso che si dà a quella parola {il significato nella parola tavolo é il tavolo vero e proprio} é una delle prime cose che ci insegnano scuola ma molti sembrano dimenticarlo pultroppo). Quindi fatta questa ulteriore precisazione io MI CHIEDO:"perché la gente NON si LAMENTA del fatto che QUESTI aggettivi SI CHIAMANO POSSESSIVI ANCHE SE NON SEMPRE INDICANO IL POSSESSO ma poi moltissime persone si lamentano del fatto che ci riferisce a un gruppo misto di persone o comunque uno di cui non si conosce il sesso o il genere dei membri con quello che essa stessa chiama "maschile" o "finto inclusivo", anche se seguendo il ragionamento che ho appena esposto quello che noi erroneamente (o quasi) chiamiamo:"maschile" effettivamente non lo é?" Da questo ragionamento possiamo intuire che questo modo di parlare INDICA ANCHE IL MASCHILE, NON SOLO maschile e che viene chiamato solamente:"maschile"per mera semplificazione proprio come nel caso degli aggettivi possessivi da me citati. 2)per le persone con DSA sarebbe molto più complicato scrivere e pronunciare la schwa (ə) [ci tengo a precisare che Io non sono una persona con DSA ma ho avuto modo di conoscere e di confrontarmi su questo argomento con persone con questi specifici problemi]. 3) ho sentito MOLTE PERSONE (ci tengo a sottolineare molte perché ovviamente NON TUTTE sono così) che si LAMENTANO perché NON ABBIAMO UN TERMINE USATO ESCLUSIVAMENTE COME NEUTRO MA poi sono le prime a DIRE che IL FEMMINISMO È UN MOVIMENTO CON LO SCOPO DI OTTENERE LA PARITÀ DEI SESSI SIA PER LE FEMMINE SIA PER I MASCHI(perché per chi non lo sapesse non esiste solo il maschilismo ma anche la misandria ovvero un sentimento di odio e di disgusto verso la figura maschile in quanto tale) e che LA GENTE CHE SI LAMENTA DEL NOME DI QUESTO ULTIMO PERCHÉ SECONDO LEI NON RENDE L'IDEA È STUPIDA VISTO CHE IL NOME NON CAMBIA IN ALCUN MODO IL SUO SCOPO; mi potreste spiegare il PERCHÉ? Siamo per caso davanti a un caso di INCOERENZA? Concludo dicendo che con questo commento non voglio assolutamente offendere le persone che pensano servano dei termini veri e propri per rappresentare il neutro nella lingua italiana, ma come qualcun altro ha già detto nei commenti penso che i fatti siano molto più importanti delle parole. Vorrei sentire la vostra opinione a riguardo. P.S: QUESTO COMMENTO MOLTO PROBABILMENTE VERRÀ AGGIORNATO NEL TEMPO.
Io penso che 1) esistono nomi collettivi non solo femminili come folla ma anche maschili come gruppo, stormo, branco etc., quindi non si dovrebbe sottolineare quelli solo femminili 2) chitarrista non è solo un termine femminile ma è invariato e si può usare allo stesso modo per persone di qualsiasi genere, esattamente come insegnante, cantante, assistente e altri, quindi, solo perché finisce per a non significa si possa riferire solo a femmine. 3) dare del lei ad una persona è solo una cosa che si usa e si può anche usare il voi, più formale ma completamente neutro 4) per la storia della pronuncia capisco, ma è come non pronunciare l'ultima lettera della parola, quando non sappiamo cosa dire tuttə emettiamo un suono simile, quindi è solo una questione di abitudine (ci sono anche persone che non pronunciano bene la r ma non abbiamo rimosso la lettera dell'alfabeto o dalla lingua). E come vengono insegnati maschile e femminile alle persone, non dovrebbe essere un problema insegnare anche i termini neutri Con questo non voglio aprire discussioni, sto solo condividendo il mio parere
Lo schwa è una vocale e, inoltre, è tra i suoni più "neutrali" all'interno del trapezio vocalico: quindi, soprattutto per noi italiani, è molto più semplice e naturale abituarsi a questo suono. Lo dimostra il fatto che molte lingue hanno nel tempo semplificato i propri suoni vocalici nello schwa, come ad esempio l'inglese (in quasi ogni parola c'è lo schwa) ma anche anche molti dialetti in Italia (vedi il napoletano).
Fra mi sei cascato nel momento in cui hai detto che non vuoi offendere chi pensa sia necessario. Qua le offese non bastano, ci vogliono le bastonate...
@@Robilly72 magari se te lo ripeti tante volte crederai anche tu in ciò che hai detto. Perchè io non penso proprio che tu fossi serio dato che una cosa giusta non l'hai detta
Caro Sio, le lingue non cambiano con la sensibilità delle persone, cambiano involontariamente. Se una forma grammaticale cambia non è per sensibilizzare ma perché la gente piano piano si adegua (senza un particolare motivo) a parlare in quel modo
Questa cosa sarebbe corretta se non avessero aggiunto PETALOSO al vocabolario dal nulla e senza motivo se non per la una cosa scritta a caso da un ragazzino che è diventata un meme... Ah, comunque la sensibilizzazione o l'inclusività possono essere il "senza particolare motivo" come lo è stata la sostituzione di parole dispreggiative e offensive verso persone di etnia non caucasica o persone non eterosessuali o con problematiche fisiche varie. E comunque nessuno è obbligato a usare la schwa, è una cosa che fai perchè pensi sia una gentilezza verso gli altri, mica un cambio drastico dall'oggi al domani
@@flannyspider5878 se su 60 milioni di persone le uniche che la usano lo fanno per criticarla è una prova del fallimento di tale "scelta" In più non l'hanno usata, l'hanno scritta, per utilizzare una parola la devi contestualizzare in una frase
Guarda, io mi sono riscoperto non binario da ben prima che questa roba avesse inizio, anzi, da ben prima di scoprire che si dicesse "non binario" ad essere sincero. Ma francamente non mi sono mai sentito escluso da un discorso perché non si usasse lo schwa nonostante sono nato in un paese dove esiste il neutrale. Anzi, sinceramente questa storpiatura dell'italiano, perché è di quello che si tratta, quando viene usata (di rado per fortuna), mi fa sentire in soggezione e in imbarazzo. Va bene se fatto per gioco o per scherzarci su, però siamo seri... davvero pensiamo sia inclusivo? Io la percepisco esattamente al contrario. Usare un'espressione diversa quando c'è una persona "diversa" nel gruppo non fa altro evidenziare questa diversità. Davvero pensate che sottolineare questa cosa sia inclusivo? Io non voglio sentirmi diverso, io voglio sentirmi uguale agli altri. Questa cosa può piacere solo a gente con manie di protagonismo. La percepisco così questa (probabilmente) "moda"... mi spiace Sio.
Io fino a qualche anno fa non avevo neanche mai sentito parlare di non binari. Sapevo della disforia di genere e di quelli che intraprendevano il percorso per cambiare sesso; e anche di altri che preferivano non farlo. Francamente ora si sente un po' troppa gente su Internet definirsi in mille modi diversi sempre legati alla questione di genere. E' possibile che in certi casi sia solo una specie di moda fra i ragazzini che hanno bisogno di differenziarsi dalla massa? Te lo chiedo proprio perché ti definisci non binario, ma non ti piace tutto il contorno di politicamente corretto esasperante. Mi puoi provare a spiegare come è successo? Una mia amica trans, ad esempio, mi ha detto che lei si è sempre sentita donna fin da piccola e che per lei operarsi è stata la cosa più normale del mondo. Un'altra (conoscente) invece so che ha preferito non operarsi (però cmq si veste da donna e quindi credo si senta donna). Però continua a restarmi davvero difficile capire cosa significhi non binario in concreto.
Però secondo il tuo ragionamento neanche fare distinzioni trà maschile e femminile andrebbe bene,perché comunque si evidenzia una differenza.per come la penso io indipendentemente dal genere è giusto che ognuno utilizzi i pronomi che lo fanno sentire a suo agio e che non provochino disforia
@@P0nmng00 Ma se ho scritto che è un espressione che mi fa sentire a disaggio (e sembra che non sia l'unico). Hai letto tutto il commento? La distinzione tra maschio è femmina è una distinzione che vi è nel linguaggio parlato da millenni, perciò non consiste in sottolineare un bel nulla. Il tuo è puro sofismo, una trappola fatta di parole ma stai solo ingannando forse anche te stessa. Credi davvero che usare una forma che esiste da millenni consiste nel sottolineare qualcosa? No, perché non si sta cambiando nulla, non c'è alcun ché che attiri l'attenzione o sottolinei una qualsiasi cosa. La distinzione in questo caso è di natura puramente formale e non avviene di certo storpiando l'italiano. C'è una grossissima differenza. Mi sembra assurdo anche doverlo spiegare. Guarda, pensala pure come ti pare, ma ti assicuro che questa moda non fa altro che appagare chi vuole mettersi i riflettori addosso e mettere a disaggio chi è realmente non binario. Il motivo è molto semplice, un linguaggio parlato deve rifarsi in primis al visibile e solo in secondo al astratto. Il maschile e il femminile esiste anche negli oggetti, esisterebbe anche il neutro in alte lingue ma non in italiano. Per quanto riguarda gli esseri umani ci si rifà al sesso fisico, ossia quello di nascita, in tutte le lingue, perché è quello che l'occhio vede, non a quello percepito. Tranne e solo sé questo non è dimostrato con i fatti in modo visibile, esempio i trans. Una donna trans che non fa nulla per apparire di sesso femminile, difficilmente è, appunto, una trans perché la disforia di genere non è manifestata. In questo caso, c'è qualcosa di manifestato? No! Perché dovete rifarvi a qualcosa di percepito se nemmeno riuscite a distinguerlo, e soprattutto come fatte? Una persona non binaria può benissimo essere uguale a una qualsiasi persona, potresti averla vicina e nemmeno accorgetene. Semplice, ci si rifà al sesso biologico. Tutto questo discorso, sinceramente, è davvero ridicolo... ma in modo brutto... Guarda, dammi retta, forse tu pensi che agendo così stai facendo del bene, ma ti assicuro che così non è.
come ti hanno spiegato in molti l'italiano è lingua flessiva quindi è abbastanza difficile usare lo schwa, diventerebbe un casino e lo trasformerebbe in una lingua davvero poco dutile da usare, e senza contare che nei casi in cui si trovano parole, per esempio, come "vigilessa" o "traduttrice" per il femminile di Vigile e tradutore, esattamente dove dovresti mettere la Schwa? anche perchè se messo su quelle parole, non rafforza la parola neutra, ma ne ribadisce il maschile e quindi rende vano l'uso dello Schwa. ma poi è giusto ribadire la cosa più importante di tutte, una categoria Grammaticale non c'entra una beata mazza con il genere biologico, ed è purtroppo da disinformazioni di questo tipo che la gente si confonde ancora di più. basterebbe non offendersi quindi, io non sono contro l'inclusività sia chiaro, ma usare la schwa andando a cercare i casi solo dove si può ed ignorare quello dove non si può, finirà solo per creare confusione, quindi esattamente non mi pare la strada sensata da intraprendere, anche perchè se non è applicabile ovunque, si finirà per creare un minestrone che genera solo disinformazione. l'inclusività non la si fa poi solo con le parole, ma con atti concreti. tra l'altro la questione shwa è finita suo malgrado per generare delle fazioni sociali e delle correnti poltiche di contrapposizione, e già solo per questo motivo, è finita per diventare divisiva in quanto il suo uso o il suo non uso, impone una scelta politica e uno scontro ideologico alla sua base. in genere le rivoluzioni linguistiche devono apparire prima nel popolo e poi vengono normale dalla società, ma in questo caso, vi è un'uso strumentale e politico e questa cosa la renderà per forza indigesta a una gran parte della popolazione. quindi finirà per diventare d'uso con tutti i limiti connessi dal caso (esposti sopra,) solo a una sua parte. E non verrà usata e mai sarà usata in chi non si riconosce in quella fazione. E diciamocela tutta, una volta che questo fonema (non so neppure se è giusto chiamarlo così) è stato targettizzato politicamente, si è come dire, bruciato. L'Idea che lo schwa rappresenti tutti quindi è solo una convezione ideologica, ma di per se il suo uso, genera più divisioni di quelle che intende sanare. secondo me bisogna cercare altre strade, questa non va bene. più concrettamente sio, bisogna insegnare alle persone ad essere inclusivi nella vita di tutti i giorni e se solo questo divnetasse realtà, il problema della lingua è superabile senza fare un bel niente.
Credo che l'equivoco di fondo sia dovuto al fatto che il "maschile sovraesteso" sia considerato come una declinazione "genitale" discriminante quando invece risulta essersi evoluto come semplificazione linguistica di buon senso per includere ogni individuo in un gruppo a prescindere dalla "genitalità" ed evitare di fare elenchi della spesa infiniti ad ogni presentazione (perché vi ricordo che nell'ipotetico gruppo ci saranno sicuramente il non binario che vuole il neutro perché tutti ce l'hanno con lui , la femminista incazzosa che vuole il femminile esclusivo, l'uomo di benitiana memoria che vorrebbe un mondo a misura di testicolo...ma vi svelo un segreto: il mondo è fatto principalmente di persone equilibrate che non rimangono scandalizzate dall'uso della lingua e che pensano di combattere la discriminazione su altri fronti e con altri mezzi). Da qui a sentirsi additate come vittime inconsapevoli del patriarcato ingangrenito ce ne passa. Da donna non mi sento colpita nella mia intima percezione dell'io né penso di ledere la dignità altrui se, assieme ad altre persone di qualsiasi genere e orientamento, accetto di essere accolta con un trasgressivissimo "ciao a tutti"! Facciamocene una ragione e se non vogliamo farcela che ognuno parli come vuole senza imporre niente agli altri in maniera così acritica e se desidera essere considerato neutro ha sempre la libertà di poterlo comunicare: sta alla sensibilità della persona di fronte rispettare le sue volontà. Se la persona risulta non accogliere la richiesta è ovvio che agisca in maniera discriminante. Ma ripeto che non ci sarebbe bisogno di specificare alcuna genitalità a priori proprio perché nella lingua italiana ci si esprime al plurale con un maschile sovraesteso che nulla ha a che vedere con le gonadi.
Sono completamente d'accordo con te. Alla fine si tratta di Buon senso. io onestamente la trovo una cosa, mi perdonerete, un po' ridicola, perché, per esempio, usare il maschile in questi casi é una convenzione, come tutta la lingua alla fine, non é sessista. E se comunque ci stanno quelli che si sentono discriminati, penso che la lingua dovrebbe essere l'ultimo dei loro problemi, perché di certo le discriminazioni non si risolvono con una cosa del genere, che non fa altro che storpiare una lingua aggiungendo un suono "estraneo". Onestamente sto fatto dell' inclusività, del politically correct (che spesso non é altro che una GRANDISSIMA forma di ipocrisia) etc. sta davvero cominciando a seccarmi 🤔🤔🤔
Grazie al cielo qualcuno che ragiona bene sulle cose ogni tanto... Io personalmente poi continuo ad essere dell'idea che, continuando a cercare di integrare, senza particolare necessità alla fine, anche quelle persone che non si sentono integrate a priori, si tenderà sempre più a creare una falda di diversità forzata, proprio perché nel mentre si cerca di assottigliarla con sistemi poco adatti e forzati, questo non fa altro che sottolineare una diversità che magari invece nessuno andrebbe a calcolare in modo particolare. Spero di essermi spiegato in qualche modo...
La domanda è: Perché qualcunə dovrebbe sentirsi esclusə... solo da una lettera? A me sembrano loro quelli scemi! Mi sembra che esistano discriminazioni ben più importanti, piuttosto che mettersi a parlare come Cattivik.
La cosa che fa più sorridere è che nel video parla esattamente del tipico maschio cisgender che pensa esattamente come te, e nonostante ciò ti comporti nello stesso modo descritto dal video.
@@yoketsume5729 il fatto che un video dica una cosa, questo non la rende automaticamente vera o giusta o sensata. Il commento dice apposta che per me questa cosa non ha senso, come il doversi inventare/importare parole nuove senza senso. Buona risata, ciao.
@@gliinvidiosidirannoaftereffect Che sarebbe quello che fanno tutte le persone quando non usano il neutro. Quindi il tuo commento fa capire la forma mentis reazionaria dei non-binari.
@@EliaCupperi Il neutro, in italiano, NON ESISTE. Le sue funzioni, storicamente, sono state sempre assolte dal maschile: questa è la realtà delle cose. Lo schwa, a mio modo di vedere, non è e non sarà una soluzione accettabile, perché del tutto incompatibile con le origini e lo sviluppo della nostra lingua neolatina. Che, detto per inciso, è bellissima così com’è. Un progressista.😉
@@EliaCupperi in uno stato democratico ognuno di noi, quindi anche i non binari, esprimono la propria su determinati argomenti. Se si usa il maschile come neutro non è perché l'ha deciso un singolo tizio, come invece sta facendo Sio. Un conto è proporre un'idea, altro conto è essere reazionari contro i mulini a vento
3:10 molto discriminante questa affermazione, se sono femmina non posso essere contro la ə o non trovare che il maschile sovraesteso vada bene? perché discriminare un gruppo di persone preciso?
Da persona che studia linguistica, capisco l'intento del voler introdurre la schwa, le motivazioni dietro sono sicuramente nobili, ma grammaticalmente parlando sarebbe un suicidio: la grammatica di una lingua è estremamente difficile da cambiare, non è come voler cambiare un sostantivo. Se si introduce un nuovo termine non è poi un gran dramma (vedi "petaloso"), ma se si vuole introdurre un suono che va ad inficiare la concordanza tra articoli e affissi delle parole, ecco lì abbiamo un problema grosso come una casa, perché la lingua che ne risulterebbe sarebbe non dico incomprensibile ma quasi, andando quindi a privare la lingua del suo scopo: quello di comunicare efficacemente. Inoltre, tra i commenti è stato sollevato un punto che non avevo considerato ma che trovo altrettanto importante: andrebbe ad escludere tutte quelle persone che già faticano con la lingua attuale (vedi dislessia e simili). Quindi la schwa fallirebbe anche in questo senso, perché se il suo scopo è quello di voler includere, farebbe esattamente l'opposto. Per il momento la vedo come una soluzione poco efficace e di difficilissima attuazione
L’idea è buona ma vedo un po’ di difficoltà col inserirlo nella parlata comune, perché non è come they chr era già presente e veniva usato nello stesso modo (che adesso è semplicemente più comunemente usato) questo è aggiungere un altra declinazione. A me piace l’uso della Schwa má poi vendendo bene la vedo difficile da applicare
Sicuramente è più difficile di they, il proliferare di molte alternative diverse è proprio perché noi un corrispettivo del they singolare non lo abbiamo. Vediamo fra 20 anni come va!
Ho ascoltato vari linguisti, cioè professionisti che studiano l'anatomia e la fenomenologia della lingua italiana. I professionisti spiegano che il maschile non marcato non centra niente con il maschilismo, sessismo e patriarcato. Suggerisco a tutti di cercare le considerazioni degli esperti. Così da capire perché nelle lingue neolatine è scomparso il neutro ed è stato sostituito dal maschile non marcato. In merito alla pronuncia , è innegabile che la musicalità sia inascoltabile. Riguardo la sceva, traduzione in italiano di schwa, la pronuncia inscrivibile non è fattibile per l'apparato fonatorio italiano, poiché facilmente equivocabile con una E oppure con una A. Questi neologismi provenienti da femministe o da comunità omosessuali, nascono con l'intento di includere alcuni, ma di contro escludono altri, vedi gli italiani che non hanno un'ottima padronanza dell'italiano, gli stranieri che non conoscono così bene l'italiano ed i dislessici.
Non è una questione di essere maschilisti è che il maschile in italiano funge anche da neutro. Tecnicamente il femminile serve a identificare qualcosa di non maschio, e tutti coloro che sono maschi, non binary o altro ricadono nel neutro (che noi chiamiamo maschile ma che di fatto non lo è in senso stretto). Poi sinceramente trovo inutile soffermarsi su una mera abitudine grammaticale e parlarne come se fosse una discriminazione (la grammatica non nasce con lo scopo di escludere o di offendere qualcuno). Piuttosto risolviamo i problemi veri come le disparità di salario e la mancanza di diritti civili per la comunità LGBTQ+. Inoltre introdurre suoni nuovi in una lingua che non li utilizza è il miglior modo per mandarne in tilt il sistema grammaticale e verranno sempre percepiti come corpi estranei. Le cosiddette lettere "straniere" (j, k, w, x, y) non hanno questo effetto perché si usano solo con le parole straniere oppure non introducono nuovi suoni: la y per esempio ha lo stesso suono della i e la j suona come la g.
"Non è una questione di essere maschilisti, è che abbiamo un'impostazione di pensiero maschilista". Ok, grande differenza. Ah, e da parte di una persona bisessuale e non-binaria, risparmiaci il tuo benaltrismo. Sì, ci sono tanti problemi da risolvere e tanti passi avanti da fare, ma non sono mutualmente esclusivi, e questo uso strumentale della nostra discriminazione è solo un modo per sputarci in faccia. Senza contare che, se ti interessasse veramente qualcosa, sapresti che per lavorare su questi problemi servirebbe creare spazi di discussione appositi, usarli come polemica contro altre proposte non solo non aiuta, ma anzi è un modo per evitare che venga fatto qualcosa di concreto per risolverli.
@@themantyf1116 a me interessa, e anche molto, solo che questo non è un problema quindi è stupido metterlo di fronte ad altri che invece sono problemi per davvero. Il fatto che tu mi risponda così significa che non hai capito il mil discorso. È una questione di evoluzione della lingua che l'ha portata ad avere una determinata grammatica, non c'entra nulla il sesso biologico o l'identità delle persone, sono due cose non correlate. In oltre l'italiano è una lingua flessiva, che significa che è "programmata" per modificare le parole a seconda dei generi maschile, femminile e neutro. È vero che spesso il neutro è identico al maschile ma è un eredità latina ed è stato il maschile ad assumere le fattezze del genere neutro non è il neutro che è stato inglobato dal maschile. Inoltre quando si apostrofa una folla dicendo "tutti" è chiaro che ci si riferisce alnche a le donne, siamo italiani e conosciamo la nostra lingua, sappiamo tutti che quando si dice "tutti voi" o cose del genere non si parla solo dei maschi: perché i quel momento non stiamo utilizzando il genere maschile stiamo utilizzando il genere neutro; la parola è la stessa del maschile plurale ma il contesto è già di per se un elemento disambiguante tra i due casi, senza contare che ci sono migliaia di esempi di parole uguali ma con significati diversi in tutte le lingue, in italiano "tutti" significa "tutti", "tutte" e "tutt*" (non ho lo shwa sulla tastiera) quindi, come vedi, nessuno è escluso. Quindi ripeto, la grammatica non è sessista e non discrimina, quindi questo problema non esiste. E dato che questo problema non esiste pensiamo a risolvere i problemi veri..... È un discorso più semplice di quanto sembri. Prova a leggere anche i commenti degli altri sicuramente c'è chi lo spiega meglio di me.
@@jodygrottino8257 @Jody Grottino se ti interessasse non faresti benaltrismo per nasconderci. Le persone come te sono sempre pronte a parlare degli altri problemi che ci sono quando si tratta di trovare una scusa per non fare nulla, ma poi quando si discutono quei problemi svaniscono all'improvviso, non prendiamoci in giro. Che poi, qui sei stato tu il solo a metterlo davanti a quei problemi, quindi è pure un commento ipocrita. E no, "tutti" non è inclusivo, né per le donne né per noi persone non-binarie. E se delle persone non-binarie ti vengono a dire che è un problema sulla base della loro evita personale e quotidiana, magari invece di parlare con condiscendenza dando per scontato che siamo ignoranti che non conoscono le sottigliezze della lingua italiana prova a pensare che magari parliamo per esperienza e ne sappiamo un pochino di più, dato che per voi è un esercizio di stile teorico mentre per noi è vita vissuta. No, perché se non sei in grado di ascoltare su questo mi chiedo come posso aspettarmi che tu sia in grado di ascoltare e accettare critiche e cambiamenti nella concezione della società ben più radicali che dovresti fronteggiare per risolvere gli altri problemi dietro cui continui a nasconderti. Ah, e non ci sono persone che lo spiegano meglio, ripetete le stesse cinque stronzate in salse diverse, che sono anche quelle affrontate da Sio nel video. Date l'impressione di aver speso così tanto tempo a studiare teoricamente la lingua da aver perso la capacità di comprenderla.
@@themantyf1116 sei sicuro che gli altri vogliano nasconderti ed escluderti e che non sia tu a soffrire di delirio persecutorio? io proverei ad andare almeno da uno psicologo...
@@CavaliereNero17 sicuro no perché non sono un uomo. Per fortuna che usare il maschile sovraesteso non ha influenza sul nostro modo di pensare. Poi va be', abbiamo la terapia usata come insulto e l'attacco ad personam, quindi il livello già è alto, e il non sapere che la terapia può essere un azzardo per categorie marginalizzate (tipo una persona transgender) perché non moltə sanno gestire quelle situazioni è un altro indice di quanto poco tu conosca sulla questione.
Sio sei davvero un grande! sono ftm e uso sia i pronomi maschili che quelli neutri ed ho avuto appunto delle difficoltà in italiano con questo. Mi rende davvero felice vedere dell'informazione su questo anche in Italia :D
Io sono maschio cisgender e sinceramente non mi sento offeso se mi si rivolge al femminile. I discorsi sono fatti per comunicare un concetto, prima che un sentimento di gentilezza. Quel che conta è l'animo di chi parla, se io sono omofobo l'uso dello schwa non mi rende inclusivo
idem, benché io possa avere una vistosa barba e lineamenti chiaramente maschili, se chi si riferisce a me lo fa usando termini femminili non crea in me alcun cruccio. Si sta riferendo magari a me come PERSONA, che è un termine femminile. E quando usa il maschile penso si rivolga a me come ESSERE UMANO, che è un termine maschile. Io penso che per superare questa cosa, essendo che il problema sta nelle categorie di MASCHIO e FEMMINA, per l'inclusione delle persone non binarie nei discorsi sia utile riferirsi ai propri interlocutori come PERSONE, ESSERI UMANI, o PARASSIT DEL PIANET TERR.
La soluzione esiste ed è più semplice. Buongiorno a tutti i presenti. Un benvenuto a tutte le persone del corso. Un saluto a tutti coloro che ci ascoltano. 7 è la misura massima di ogni cosa
Ho un amico che non si identifica in entrambi i generi e quindi gli ho mandato il video... credevo che mi rispondesse che fosse una buona trovata, ma invece mi ha risposto "Sono questi i veri problemi del mondo da risolvere"... e niente... Un po' me lo aspettavo perché è un po' come Secco di Strappare Lungo I Bordi... Comunque personalmente non ho mai pensato che parole come "tutti" potessero risultare poco inclusive, perché mi sembrava sottinteso che non si intendessero solo i maschi... Poi io ho sempre dato del lui o del lei semplicemente in base al sesso che avevano e non al genere che sentivano, ma forse sono io che ho una mentalità semplice.
"Ho un amico che non si identifica in entrambi i generi" dicendo la parola amico (riferendoti al maschile) non stai effettivamente discriminando in quanto quella persona è non binary (?). Per questo può essere utile lo schwa (era per fare un esempio concreto del effettivo utilizzo).
@@tonno7103 Io e altri amici gli diamo del lui e non si è mai offeso. Infatti quando mi sono accorto di questa cosa glielo pure chiesto. Mi ha risposto che anche lui si definisce al maschile, ma solo per il sesso e perché ha l'abitudine, ma non per il genere. Ma naturalmente ognuno di noi è fatto in modo diverso, quindi qualcun'altro potrebbe offendersi. (Anche se mi sembra un po' assurdo visto che alla fine è una piccolezza, specialmente se si sente accettato nel gruppo).
Ho letto un commento da parte di una persona dislessica che descrive le rogne che gli porta la Schwa e volevo collegarmi da disgrafico: se questa lettera venisse resa ufficiale, io non potrei più scrivere nulla a mano in tempi umani(e già di base devo andare piano per avere il tutto leggibile). Tutte le altre ragioni di interesse più generale sono già riportati da molti altri nei commenti
Ditto al 100%. Già noi disgrafici dobbiamo praticamente lottare contro la nostra mano (so che sembra strano) ogni volta che vogliamo scrivere qualsiasi cosa, dato che ci viene istintivo passare da una lettera all'altra senza neanche allineare o completare la scrittura della precedente all'interno di una parola; se a questo si aggiunge la pianificazione per un nuovo grafema mai visto prima nella lingua italiana, e che stravolge completamente la sintassi, che cosa dovremmo fare? Abbandoniamo l'italiano e facciamo che scrivere direttamente in inglese e via (si scherza ovviamente).
Alcuni studiosi ritengono che lo schwa non sia per nulla inclusivo, e che serva solo a "scassare" la comprensione logica di un testo (anche perché privandosi della desinenza ci si priva del numero, oltre che del genere), e che intervenire su una lingua in questo modo ha conseguenze importanti e imprevedibili
@@BliskDeather anche perchè, per essere "inclusivi", basta davvero un niente e non servono nemmeno ə, *, @ etc. Basta dire "buongiorno a tutte le persone presenti", se proprio causa fastidio la forma in -i perchè non si hanno le competenze necessarie per capire che funge pure neutro, essendo che il maschile plurale è non marcato😅
Per il plurale penso che questo sia un problema inventato dai social, sbaglia chi pensa che il plurale maschile si rivolga solo agli uomini. Il plurale maschile è neutro non si riferisce solo a uomini ma a tutti gli individui. La retorica a favore dello schwa ha consenso perché sui social il plurale maschile è presentato come non inclusivo e quindi cattivo. Cosi facendo si attiva quel meccanismo psicologico per cui se una cosa non è negativa ma molti la presentano come tale col tempo si finisce per vederla come tale. Per tutta una vita si è andato a scuola e quando la prof si rivolgeva alla classe con ragazzi si aveva chiaro il concetto che "ragazzi" si riferisse a un gruppo di individui e per la testa a nessuno sembrava che si rivolgesse solo ai maschi però poi sentendo discorsi sui social che ci vedono del marcio si finisce per vederci del marcio. L'unica differenza che vedo rispetto a un mondo più inclusivo è che oggi in quel "ragazzi" si da per scontato maschi e femmine in futuro si darà per scontato maschi, femmine, trans, non binary etc. In più non capisco il rivolgersi soltanto ai maschi etero cis nel momento in cui si parla di obiezioni. Ci sono persone che fanno parte del mondo lgbtq+ in disaccordo, ragazze quanto ragazzi e in più io sono venuto a conoscenza delle obiezioni alla schwa proprio da linguiste, non uomini. Poi le obiezioni non sono banali come "non mi sento rappresentato dal tutt". Ultima cosa, il discorso "tutti" non è neutro ma si rivolge solo agli uomini è molto simile a "lei" come terza persona singolare non va bene perché ci si rivolge con il femminile a tutti.
Il tuo problema è che parti dai sbagliati presupposti: il plurale maschile inclusivo esiste | \/ alcuni ci vedono un problema | \/ questi "alcuni" pensano che il plurale maschile si riferisca solo agli uomini. Caro, ciò non l'ha mai detto nessuno, anzi si è detto che il problema, che tu hai mancato, è che si debba utilizzare il plurale MASCHILE per identificare individui maschi, femmine e non binary.
@@molochpagano9858 il plurale maschile in italiano diventa anche plurale neutro. È grammatica di base. Il fatto che alcuni vedano questo come un problema, fa si che io prenda la loro opinione e la usi per sciacquare il pavimento dopo averci cagato sopra. Non sempre le maggioranze hanno ragione come non sempre la hanno le minoranze. Chi si lamenta del plurale neutro è un frustrato che meriterebbe soltanto la flagellazione. Ma purtroppo in italia esiste la libertà di opinione e quindi sta gente non può pagare per i loro crimini
@@molochpagano9858 semplicemente perché anche se normalmente una lettera (quindi un suono) si riferisce al maschile, in queste condizioni, lo stesso suono, lettera o quel si voglia perde il significato maschile e diventa neutro, e se ti chiedi perché è stato usato il maschile è perché semplicemente è lo stesso motivo per cui poteva anche essere il femminile, ovvero per semplicità, infatti tutt'ora non capisco il motivo per cui ci si debba sentire arrabbiati per un semplice suono, non sentendosi inclusi anche se il suono stesso è inclusivo in quella determinata situazione
@@theyaire la gente che si sente offesa lo fa solo perchè vuole avere una ragione per sentirsi discriminata così da potersi fingere una vittima del "Sistema oppressivo e patriarcale che non accetta le minoranze e fa di tutto per limitare le libertà di chi è diverso dagli altri". In pratica hanno un complesso di inferiorità tale che loro stessi si sentono costantemente presi di mira anche se in realtà a nessuno fotte una sega se si sentono maschi, femmine, sgabelli o torte di mele. Mi va bene tutto finchè non vi prendete il diritto di obbligarmi a modificare il mio stile di vita, per esempio devastando la mia lingua. Grazie. (ovviamente quando dico "vi" mi riferisco a quei disabili che si sentono offesi dal plurale maschile come neutro, non a te)
La lingua italiana cambia, è molto dinamica, basti come esempio che all''epoca di Carducci la parola "piogge" era scritta "pioggie", errore madornale per i tempi di adesso, prima la regola "se al singolare è presente una consonante prima della c/g allora al plurale la i non si mette", come Arancia/arance o ciliegia/ciliegie. I tempi sono cambiati e le persone non binarie esistono sin dai tempi dei babilonesi ma le lingue antiche non facevano differenze tra maschile e femminile o neutro, il greco uguale, dopo un grande periodo di repressione le persone non binarie si sono fatte avanti e giustamente reclamano certe cose, come le donne e i non binari vogliono essere inclusi nel plurale esplicito e parlare il modo inclusivo e non virecentrico come la lingua italiana è sicuramente meglio di come si faceva prima, se abbiamo la possibilità di far del bene facciamolo. Nel video si capisce talmente bene quanto essere contro sia stupido visto che è "per bambini" eppure molte persone continuano a sbattere la testa nell'aria.
@@cassandracocchetti4882 tu usi lo scevà? parlando o scrivendo? e le concordanze di aggettivi e coniugazioni verbali e pronomi? per favore, posso chiederti di farmi vedere un utilizzo pratico in un testo, anche breve?
Piccolo pensiero che può essere condiviso o meno: lo Schwa non è funzionale come si pensa. Ma perché? Premettendo che il mio discorso è prettamente linguistico, pur non avvertendo io la necessità di introdurre una regola ad hoc in una lingua, analizziamo per bene la cosa. Il latino aveva 3 uscite: us, a, um. Nel passaggio all'Italiano si devono però prendere come oggetto di studio i casi in accusativo, dunque um, a, um. Col passare del tempo, le consonanti finali M S e T sono cadute, lasciando dunque come finali delle vocali in questo caso la U, anche nel neutro (tanto da avere in italiano sostantivi "maschili" che hanno il genere "femminile" al plurale). La U poi, col fiorentino e il famoso dolce stil novo, si è aperta in una O, tanto da generare la famosa desinenza che tutti conosciamo al maschile. Ora, se, paradossalmente, si volesse creare ad hoc un genere neutro per l'italiano, questo, almeno al singolare, non potrebbe che uscire anch'esso in O, ma attenzione, non per una scelta "maschilista", bensì per un mero processo storico-linguistico. La cosa si risolverebbe dunque in un neutro uscente in O al singolare e, magari, in un plurale uscente in A, ma anche in questo caso non vi sarebbe altro che maggior confusione semantica, sintattica e morfologica. Non ne varrebbe comunque la pena. Siete pregati di non rendermi oggetto di attacchi di sorta, poiché da parte mia attacchi non ve ne sono stati né mai vi saranno. Peace and love, o che so io.
@@lorenzomurrone2430 ma assolutamente sì, per questo un neutro sovraesteso creato ad hoc non farebbe altro che creare fraintendimenti per chi parla quanto per chi ascolta
Mi spiace Sio ma questo è il mio video schiferito del tuo canale. Oltre all’enorme quantità di problemi già letti qua sotto non riesco a capire in che modo la stramega maggioranza debba distruggere una lingua secolare per una minoranza la quale spesso e volentieri preferisce mille mila altri termini che non siano il “simbolino simpatico”
@@ilpollo2358 le donne no, ma i trans e i non binary sono oggettivamente una minoranza. Poi mettere sullo stesso piano donne, trans e non binary non ha senso: le prime sono un sesso biologico O se lo vuoi intendere come tale, un genere; i secondi hanno cambiato sesso e i terzi sono un genere a parte
Attualmente mettere il genere "neutro" sarebbe un grosso aiuto nel greco, soprattutto se lo mettono negli articoli,ma può anche essere d'aiuto con le declinazioni latine così c'è più familiarità tra le 2 lingue e l'italiano.
Diciamo, perché il neutro, sia in greco che in latino, non é riferito alle persona, ma alle idee astratte per il latino, e ai frutti per il greco. Quindi capisci che dovremmo creare un nuovo genere facendo il doppio della fatica
mi identifico come elicottero da guerra. ə mi fa sentire molto inclusə. non a tutti piace riferisti a gli eli/cottero con i questi pronomi ma ə semplifica tutto. Ciao bellelicottero diventa ciao bellə ed è molto più semplice pure da scrivere per me e gli altri.
L'inclusività non si dimostra mutilando una lingua. Quando si dice "benvenuti" è ovvio che ci si rivolge alla totalità dei presenti e non solo ai maschi. Sentirsi esclusi non ha senso, quando è chiaro che l'intento di chi parla non è escludere. L'intera questione della schwa è incredibilmente pretestuosa.
Mutilare una lingua??? Da che pulpito poi che l’italiano è una variante artificiosa del toscano fiorentino, creata a tavolino da dei fanatici etno-centrici?
Ma infatti, l'inclusività si dimostra con i fatti e con le cose pratiche, non certo con queste piccolezze insignificanti che servono solo a rovinare una lingua
@@francescobortot4929 Per cortesia, non cadiamo nel benaltrismo… Ti viene a bussare sotto casa la digos se non usi la ə? No! Compromette anni di lotte per i diritti umani? Non mi sembra, addirittura è stata proposta e praticata dalle “minoranze” stesse, che spesso le si rimprovera di non autodeterminarsi, non prendere posizione... Ma poi sti termini forti mi fann sorridere, “rovinare una lingua” ? Come se aggiungere una lettera in più, che descrive un suono della lingua già esistente, usata addirittura per esprimere UN solo concetto, la stravolgesse così tanto = ) E invece i continui inglesismi che stanno impoverendo il lessico, quella non è una rovina? Io dico perchè la gente non si lamenta che non c’è lavoro, sono alzate le bollette, invece di polemizzare su una proposta linguistica, pregiudicata solo perchè si è troppo pigrə a cambiare certe convenzioni apprese passivamente? Che poi chi si lamenta della ə, spesso mena il torrone a chi dice euri anziché euro
Non sono una persona non binaria ma di recente ho avuto modo di parlare a fondo con una persona che si definisce tale e che, contrariamente a quanto si pensi, trova più offensivo questo tentativo di trovare nuove terminologie rispetto ad un “generico” maschile inclusivo. Anche perché questi cambiamenti lessicali andrebbero ad influire anche con tutti gli altri elementi della frase (quali gli articoli) e ciò renderebbe ancora più scomodo esprimersi. L’inclusività non la si ottiene così. Cambiare un elemento della lingua non per tutti è positivo, basti vedere appunto tutte le sindache che pretendono comunque che con loro venga usata la parola “sindacO” sostenendo che una parola è indifferente se maschile o femminile ma conta il suo significato e differenziandola non fai che sottolineare una differenza. Che detto così sembra una contraddizione con quanto detto sopra ma non bisogna intendere le parole soffermandosi se sono maschili o femminili, non è quello che aiuta l’inclusività. Mi raccontava questa persona con cui ho fatto amicizia che nel gruppo che frequenta sono più infastiditi da queste “forzature” che contenti perché sentono che invece di farli sentire normali come vorrebbero non fanno che sottolineare che le altre persone per far sentire anche loro “normali” debbano forzare le cose. Mi ha intristito molto questo fatto. La lingua non è il problema, è la mentalità della gente. Ma la gente troppo radicata nel pensiero antico non si riesce a smuovere… basti vedere come è andata con lo Zan… dobbiamo rendere il fatto che ci sono persone non binarie una cosa fluida(appunto) senza marcarci la mano perché sennò non farà altro effetto se non enfatizzarne la differenza agli occhi di chi non capisce. Un po’ come quando censurano le parolacce con i bip. Da piccolo notavo molto di più le parolacce quando venivano censurate che quando non veniva fatto perché quel bip le enfatizzava, attirava l’attenzione in quel momento specifico in cui veniva detta la cosa che non dovevi sentire. Non è rendendo la lingua più scomoda e dal suono “rotto” che si aiutano queste persone a sentirsi parte del tutto. È facendole sentire parte del tutto e basta, senza farli sentire diversi sottolineando che sono diversi quando vogliono sentirsi al pari degli altri.
Uuuuh, sì, spoiler, sono le persone non binary che hanno iniziato ad utilizzare il carattere quindi qualcuno che ha bisogno dell'inclusività nel linguaggio esiste. E in ogni caso non è questione di rompere la lingua, magari non è il suono ottimale la scevà, ma ci si può sempre impegnare a trovare una soluzione migliore e, tra l'altro, a noi fa strano perché siamo abituati al maschile sovraesteso, però se venisse insegnato ai bambini piccoli lo integrerebbero tranquillamente nel loro linguaggio, d'altronde la scevà esiste anche nel napoletano quindi
@@il_Giollo “Sono le persone non binary che hanno iniziato ad utilizzare il carattere”. Sono ALCUNE persone non binarie e/o alcuni segmenti delle persone LGBT ad avere cominciato ad utilizzarlo, ciò non significa che tutti in quella categoria supportino questo cambiamento, anzi, molti “non etero/non cisgender” non si sentono minimamente rappresentati dalla cosiddetta “comunità” e le cose che spesso sostiene; più volte nel corso degli anni ha dimostrato di essere ipocrita e di avere atteggiamenti tutt’altro che inclusivi. È meglio che ognuno parli per sé come individuo, anziché avere l’illusione di avere il supporto da qualcuno solo perché genere o orientamento sessuale sono in comune. Ma poi, comunque, come già spiegato da diversi linguisti (con rare eccezioni), non è fattibile per diversi motivi l’inserimento ufficiale della “ə” nella nostra lingua, anche se nessuno ti vieta di usarla con una persona non-binaria nel privato qualora te lo chieda. Secondo me basterebbe semplicemente pensare che quando si usa il maschile non marcato ci si sta riferendo a una totalità di individui, il cui genere e/o organi sessuali non sono minimamente contemplati in quel dato momento.
@@Andr3__ sicuramente la comunità lgbtq+ ipocrita e non inclusiva certo, vorrei vedere delle fonti in merito grazie, che non siano commenti su Twitter con dieci like se possibile. A me pare che tante persone siano d'accordo con la scevà (altrimenti non verrebbe usata duh) e l'inclusività serve proprio a questo, a rappresentare le voci più deboli, per questo dico che dal momento in cui la comunità dei non binary o comunque appoggia questa aggiunta lessicale, non c'è bisogno di argomentare con:"Eeeeh ma io ho un sacco di amici non binary e a loro non piace la scevà >:((". Come ho già detto l'italiano è comunque una lingua complessa, un carattere neutro cambierebbe molti aspetti e sarebbe difficile da implementare, ma sicuramente non impossibile. Concludo col dire fanculo al patriarcato e che se ne vada fuori fai coglioni il maschile sovraesteso, il retaggio culturale basta e avanza nella società
Sono una persona non binaria e trovo inutilizzabile lo shwa nella lingua Italiana. Meglio fare uno sforzo in più dicendo tutti e tutte, per calcare sull'inclusione, piuttosto che dire tutt che in Italiano suona come un involontario dialetto calabrese (con rispetto per i calabresi)
@@criticorn663 Dovrebbero, non sono esclusi dalla grammatica ma dai transfobici e nbfobici, non da una letterina a cui viene affibiato il genere maschile
L'inclusività non sta nella modifica forzosa e ridicola di una lingua, ma nell'estensione a tappeto dei diritti civili. C'è poco da cambiare lettere ad cazzum se poi non riusciamo neanche ad approvare una norma come il ddl Zan.
Dire che "una lingua si evolve con la sensibilità di chi la parla" è un'affermazione semplicemente FALSA. Qualsiasi lingua si evolve secondo linee morfo-sintattico-fonetiche abbastanza precise e fisse, studiate in Linguistica, ma soprattutto lo fa "autonomamente", non si è mai verificato nella storia dell'uomo che ci si sia seduti a tavolino a modificare una lingua naturale. Ben venga l'inclusività, ma esistono altri modi rispetto a stuprare la nostra bellissima Lingua Italiana. Dante si starà rivoltando nella tomba.
@@shezedks io infatti non vorrò MAI. Ma non è questo il punto del mio discorso, nel quale semplicemente contesto allo youtuber la palese falsità di una sua affermazione. Mi rispondi come se mi fossi lamentato di una qualche imposizione, cosa che non è, se leggi con attenzione le mie parole.
@@nornazih8741 embè, se non gli piace si rassegnino. L'italiano non ha il neutro perchè è una lingua romanza, l'inglese è invece una lingua germanica. Essere inclusivi va bene ma non sono per nulla d'accordo col dover proprio modificare una lingua per far piacere a un gruppo abbastanza ristretto di persone
Esatto, ma qualcuno deve trovare il modo di rompere i coglioni e fare la vittima. Vaglielo a spiegare che quando si dice tutti non si intende riferirsi ai maschi.
Io non credo che interagire con un gruppo di persone (miste) rivolgendosi loro con una parola maschile come “tutti” sia discriminatorio è semplicemente italiano, una lingua che non ha nessuna discriminazione implicita
Io invece credo che l'italiano sia una lingua maschilista frutto di societá dove la figura predominante era l'uomo. Facci caso spesso la controparte femminile di un termine ha spesso accezioni negative
@@ollichoiii4623 posso essere d’accordo su questo, ma la colpa non è direttamente della lingua quanto delle persone che l’hanno creata, se oggi la consideriamo come “regole da seguire per farci capire” non vedo questo problema.
@@ollichoiii4623 penso sia stupido.Forde pensi al fatto di uomo che lava i piatti, bravo e donna,normale.Mia madre fa la muratrice con papà,e la riempiono di compimenti.A papà non gli dicono nulla.Cosa dovrebbe dire?È evidente che ci stanno delle cose che le donne non sanno fare e delle cose che gli uomini sanno fare.Mia madre non saprebbe stare sul cantiere 8 ore al giorno e fare tutto quello che fa.Mio padre non è bravo a lavare i piatti come mamma o a mettere i panni a posto.Questa non è discriminazione,è solo che la donna è più precisa nelle cose.Quindi,uomo e donna hanno gli stessi diritti ma diverse mansioni e capacità.
@@ollichoiii4623 Se una fetta di popolazione si lamentasse del maschile sovraesteso, lo stesso potrebbero dire gli uomini che, in forma di cortesia, ricevono del "Lei". E con questo? Davvero ci siamo ridotti ad affrontare problemi (che non sono tali) del genere? A me pare soltanto becero vittimismo.
Se ti senti escluso quando uno dice tutti penso tu debba andare dallo psicologo, non è per essere cattivo, è un cosiglio serio, la lingua italiana dice che tutti include tutti, perchè ti senti escluso? questo credo sia dovuto ad altri comportamenti , un pò come quelli che si sentono di avere la società contro, parlarne con uno psicologo potrebbe aiutare, perchè usare lo schwa non risolve il motivo che ti induce a sentirti escluso, lo aggira.
Grazie. Esattamente questo: un fatto di insicurezza grave, causato magari dalla discriminazione etc etc ma sempre un'inutile insicurezza. Tutti va bene per tutti, perchè include tutti. Rispetto per i non binari e le persone trans di ogni tipo, ma tutti include anche loro. Anche tutte, tutte dovrebbe includere tutte le persone, come tutti include tutti gli individui.
A me va bene tutto, basta che si includano e rispettino anche coloro che si rifiutano di usare questa cosa orrenda (sorry) o a cui scappa da ridere quando la sentono. E questo non c'entra niente con l'essere inclusivi o meno. Ecco anzi una serie di alternative per l'esempio del video che la nostra bella lingua ci regala già: "Bella raga!" "We gente!" "Ehi voi!!" "Ehilà persone!" "Ciao ciurma!" "Buongiorno individui!" ...dai Sio non possono non piacerti, gli ultimi soprattutto
Se ti scappa da ridere quando la senti non ti va bene tutto, lol, mi sembra un giudizio abbastanza palese. Comunque sì, ovvio, tutte queste alternative esistono (io stesso cerco di usarle il più possibile perché non riesco a mettere lo schwa permanente nella tastiera) ma esistono situazioni in cui i sostantivi, gli aggettivi e i pronomi devono essere per forza declinati. Cosa fai in quei casi?
@@matteoparatore9348 mi va bene nel senso che se uno ci tiene a usarla per me va bene e non gli impedisco certo di farlo. Però mi viene da ridere :) quanto al resto... "esistono situazioni in cui devono essere per forza declinati..." direi che ti sei risposto da solo!
Per la logica di questi mentecatti ci si potrebbe lamentare del fatto che "persone" è una parola femminile, e che quindi implica che io che non sono femmina non sono una persona, o che "individuo" è maschile e quindi stai parlando ai soli individui maschi
ciao Sio, non sono d'accordo con l'uso della schwa. innanzitutto, credo che un dibattito serio sull'inclusività dell'italiano è bene che ci sia ed è un bene che soprattutto da qualche anno a questa parte si stia cercando di trovare una soluzione. io, personalmente, non sono d'accordo su questa soluzione. per una semplice ragione: quella della schwa è una pronuncia che non esiste nella lingua italiana, per cui sarebbe molto difficile anche da insegnare (basta vedere come noi italiani maltrattiamo le pronunce inglesi, che fanno largo uso di questo fonema, proprio perchè nella nostra lingua non esiste). anche oggi chi porta avanti dei dibattiti o comunque si ritiene a favore della schwa fatica a capire come vada pronunciata, per questo io credo che una soluzione sia necessaria, ma questa non sia la schwa. tante altre lingue, hanno risolto senza scomodare suoni inesistenti: lo svedese, per esempio, ai pronomi han e Sun, ha affiancato dal 2015 il pronome neutro hen. oltretutto, soffre dello stesso problema che tu sottolinei con la u: è cacofonico. non lo risulta in altre lingue perchè, venendo usato da molto tempo, il suo utilizzo si è affinato nel corso dei secoli ed ormai non ci sembra strano sentire parole come "about", cosa che purtroppo è molto difficile da fare con una lingua che è sì viva (e ti ringrazio di aver sottolineato questo concetto), ma che esiste e si è modificata nel corso di 800 anni. per quanto riguarda la questione del plurale, credo che l'accademia della crusca abbia fatto bene a sottolineare che l'uso della desinenza -i è in realtà generico plurale. purtroppo questo credo sia figlio di una concezione sbagliata della grammatica, per il quale ci viene insegnato che esiste il maschile plurale e il femminile plurale, quando a conti fatti non è così, ma questo non è un problema di lingua, basta semplicemente insegnare le cose per come sono veramente. per chiudere, io non so quale sia la soluzione, ma è bene che un dibattito ci sia e che venga tenuto vivo, però non possiamo pretendere che ci si debba incagliare sulla schwa senza se e senza ma. io, provocatoriamente, ho proposto l'uso della y per il generico: esiste nella nostra lingua, sia come grafema che come fonema, non è cacofonico e sinceramente se qualcuno dovesse dirmi "sei bellissimy" lo troverei molto molto carino.
Il problema è che il suono "y" a voce è identico al suono "i" del maschile plurale, per cui dicendo "Sei bellissimy" sembra quasi di fare una parodia con un plurale maiestatis ("Siete bellissimi"). Mi pare che aggiunga solo confusione in più.
Per Y intendi il suono della "i lunga"? Quella di "Yes" in inglese o che io da romano uso per dire "Daje"? Io ho sempre trovato strano che la J come i lunga non faccia parte dell'alfabeto italiano. Il mio nome è Jacopo e spesso mi trovo a dover spiegare il mio nome non si pronuncia "Giacopo" e perché almeno sulla carta "Iacopo" dovrebbe avere una pronuncia diversa (che poi il nome scriva in entrambi i modi ma si pronunci uguale è ormai una consuetudine). La J già si usa in tantissimi dialetti del centro Italia e potrebbe essere una causa per reintrodurne l'utilizzo.
L'accademia della Crusca ha bocciato a suo tempo con ragioni prettamente linguistiche e non ideologiche. A mio avviso da studente di Linguistica ( ancora in corso ) non è un processo attualmente applicabile. Ricordiamoci sempre che la lingua italiana standard non è copia di leggi scritte prima, ma di come è usata la lingua. Infatti molte parole hanno cambiato la posizione dell'accento perchè usato diversamente nel parlato ( così è successo alla parole Desidèrio, ant. desìderio )
No, dai, non diciamo stronzate sul fatto che fossero ragioni prettamente non ideologiche. Perché se si esaminano le reazioni di tono completamente diverso che hanno avuto per "petaloso" o l'uso di forme dialettali non mi puoi dire che la ragione sia prettamente linguistica. Senza contare che l'accademia della crusca a priori non può bocciare. La lingua è una cosa viva, utilizzata e in evoluzione, non uno strumento d'antiquariato. Anche fingendo che fosse una posizione priva di ideologia, l'unica cosa che la crusca può fare è verificare se sia italiano formalmente corretto al momento, non ha potere di legiferare sull'uso. Vorrei far notare che affidarsi alla crusca è un comportamente fallato alla base, perché se si parla di come lavorare per far evolvere l'italiano (perché è questa la questione alla base) ovviamente chi può solo verificare l'italiano come è adesso non riconoscerà il cambiamento (è come guardare gli ingredienti di una torta e chiedere se abbiano lo stesso aspetto che deve avere la torta una volta cotta, la risposta è per forza "no", ma non vuol dire che tu stia sbagliando), quindi il fatto stesso di usare la crusca come metodo di valutazione denota una posizione ideologica di fondo.
L'Accademia...di quasi soli maschi! E appunto, le regole cambiano seguendo l'uso! Cominciamo a usare la ə, e prima o poi lo noteranno persino loro! 😅 È una scelta politica, eh! Da che parte ti schieri...? 😉
@@themantyf1116 no è falso. La motivazione è linguistica, nello specifico, lo schwa non rientra tra i nostri repertori fonetici, come ae fonetico inglese
@@ugorao6193 certo, sicuramente. Utilizzatelo pure, ma è l'uso che ne stabilisce la regola, non il contrario. Il bisogno di identificare le parti è segno di insicurezza.
@@tizianomarini4714 "io, mammeta e tu" è una canzone italiana con due schwa nel titolo, il suono lo abbiamo. Senza contate le parole che abbiamo importato da altre lingue come l'inglese (tipo "sport", che adesso è italiano), mi sembra dubbio dire che non ci sia la schwa, o usarlo come critica quando abbiamo importato tranquillamente altri suoni. E, di nuovo, se la tua critica a un cambiamento è che si tratta di qualcosa che non c'è ancora, c'è una disonestà intellettuale alla base.
Io sono genderfluid (la mia identità di genere cambia), ti seguo da anni e apprezzo moltissimo questa tua decisione. Ad ogni modo penso che la schwa potrebbe essere una soluzione temporanea, finchè non verrà trovata un'alternativa migliore. Io e la mia migliore amica solitamente facciamo come si usa in latino e usiamo l'-um alla fine delle parole. Chiunque voglia fare domande, le faccia pure, ovviamente con il dovuto rispetto e calma grazie
Bella la battaglia simbolica, ma sarebbe altrettanto bello dedicare due minuti anche per ascoltare chi si occupa di disabilità linguistiche, sensoriali e di neurodiversità, molti dei quali stanno tentando in tutti i modi di far capire quali drammatiche conseguenze avrebbe l'inserimento di nuovi caratteri sulle persone che vivono con grande fatica la lingua italiana attuale. Perché da una parte ci sono le battaglie simboliche, e dall'altra le conseguenze pratiche su tante persone che rischiano di vedersi tagliati fuori da questa idea che pretende di essere inclusiva e che invece rischia di escludere. Ma questo tema non sembra interessare a nessuno. (Per non parlare delle conseguenze di inserire nuovi generi e nuovi simboli linguistici in un Paese in cui il 50% dei cittadini è analfabeta funzionale e legge meno di un libro all'anno, ma questo è un mio dubbio personale)
Esatto. Tutti i dislessici evidentemente non rientrano, secondo i promotori di queste mode, tra coloro che hanno la necessità di essere inclusi nell’uso della lingua, a fronte dei bisogni emotivi di alcuni non binari (poiché non tutti i non binari sostengono lo schwa e altre ideuzze neolinguistiche) o di attivisti in generale che cavalcano l’onda.
Non sono d'accordo con l'introduzione dello schwa, ma la tua non mi sembra un'argomentazione a cui dovremmo dare ascolto. Infatti, abassare tutti al livello dei piu' stupidi (oh, scusa..."neurodiversi") invece che promuovere le scelte piu' intelligenti, sarebbe estremamente deleterio per tutti.
Sono un ragazzo etero, quindi parlo come qualcuno che non ha mai avuto problemi di rappresentanza. Tuttavia, è davvero così fastidioso essere "definiti" in base ad una regola grammaticale? Per dire, a noi maschi non da fastidio (anzi) la forma di cortesia "Lei". Questa Schwa, per assurdo, va a sottolineare differenze più che annullarle.
Non ti da fastidio la forma di cortesia "lei" perché è una forma di cortesia, ti sembrerebbe strano se qualcuno ti desse del lei alla terza persona, come per esempio "Sono preoccupato per *il tuo nome*, spero che lei stia bene"
Sono d’accordo sulla questione dell’inclusività e sul fatto che la lingua cambia col il tempo. Tuttavia non credo che lo Schwa sia la soluzione migliore per il genere non binario, per lo scritto potrebbe funzionare ma non per il parlato. Sarei molto a favore per inserire un terzo pronome di 3ª persona singolare (come hanno fatto in Svezia) però sulla questione dei “generi” grammaticali vedo difficile inserire una nuova vocale. Inoltre il maschile è chiamato così solo per convenzione, non è davvero un maschio tutto ciò che finisce in “o” o “i”. Il problema forse sta solo nel fatto che si chiami “maschile”. Come però ha detto zerocalcare il lato positivo dello schwa è che sensibilizza le persone e spinge al dialogo per migliorare il modo in cui ci esprimiamo. Bel video, approvo un sacco video su temi attuali, soprattutto sociali. Grande SIO!
@@kylxssw no, chiunque sappia come funziona una lingua saprà distinguere persone da grammatica e continuerà ad usare -o ed -a pur rispettando le persone non binarie.
Quella della schwa è una proposta con buoni fini ma insensata. Linguisticamente fatta male e difficile da inserire nel linguaggio. La cosa migliore nel creare una nuova lingua sarebbe questa: 1 neutrale per oggetti, animali e persone, che non esprime alcun genere specifico ed include tutto, compreso il non-genere; 2 varianti che però esprimono i sessi (poiché linguisticamente utili) che si userebbero per gli animali quando si volesse specificare il sesso biologico. Per rivolgersi alle persone si utilizzerebbe per tutti quell'unico neutrale, le varianti per sesso invece solo ed esclusivamente se al soggetto non desse fastidio (comunque non vedo perché non usare il neutrale e via) o quando si specifica in una frase tipo "ieri alla stazione del treno una ragazza/un ragazzo ha vomitato un panda". Fare sta roba però non è linguisticamente fattibile, come non è fattibile la schwa. Una lingua non si modifica non spontaneamente, e una modifica tanto artificiale e innaturale non può diventare un processo spontaneo. Inoltre non si può desessualizzare l'italiano solo cambiando qualche vocale. Richiesta a chi crede nella schwa: fatemi il neutrale plurale di "studente". Detto ciò, ovviamente, se qualcuno si trova più a proprio agio con la schwa, con quel qualcuno va usata la schwa. Questo è fondamentale, una questione di civiltà.
Sio, a giudicare dai commenti sotto, non mi pare che sta cosa dello schwa venga recepita proprio come una soluzione brillante. Tra l'altro come rivoluzione linguistica mi pare un po' alla rovescia. Normalmente le innovazioni linguistiche che fanno presa sulla coscienza collettiva dei parlanti cominciano dal basso e poi vengono esaminate e discusse nei salotti degli intellettuali. Questa è nata nei salotti degli intellettuali e mi pare stia ristagnando lì, infatti il grosso delle occorrenze che troviamo dello schwa non riguarda persone che lo usano davvero nella comunicazione, ma gente che si chiede se usarlo oppure no (ma forse è solo una mia impressione). Come comunità di italofoni direi che a più di 30 anni dall'inizio del dibattito abbiamo ancora problemi con i femminili dei mestieri/cariche pubbliche (sindaca, assessora, architetta...), e si tratta di una "rivoluzione" più semplice (perché riguarda il piano lessicale e non quello morfologico) e più naturale (perché riguarda un meccanismo consolidato in italiano), figuriamoci se riusciremo mai a interiorizzare lo schwa. E comunque attenti alle rivoluzioni... la storia ci insegna che possono portare alle dittature.
Sarei pure d'accordo con te se non fosse per quella boiata finale sulle rivoluzioni che portano alle dittature come se avesse qualche minima attinenza con la questione della lingua.
Aggiungendo un’altra lettera è più difficile da imparare È più facile togliere una lettera O/A per esempio si usa il genere maschile per parlare di tutti maschi, femmine e non binary Perché le lingue evolvono per semplificare la vita…non per aggiungere un altra cosa per complicare la vita
scusami ma non capisco quanta fatica ci voglia per aggiungere una lettera. se ti complica tanto la vita cosa dovrebbero dire le persone non binarie quando si sentono nominate con il maschile o al femminile ? però meglio non fare troppa fatica piuttosto che cercare di mettere a proprio agio e includere tuttx ... e con questo commento non intendo assolutamente mancarti di rispetto
@@mirtadegiovanni249 non è complicato, è semplicemente una cosa inutile. 1) Immagina fare un dramma per una cosa così inutile come una lettera in una parola "perché non ti fa sentire incluso" 2) Io quando dico "tutti" mi riferisco a tutti punto e basta. Non è che lo dico apposta per discriminare quelle persone "che non sarebbero incluse" perché che ne sapete se mi riferisco pure a loro o no usando il pronome 'tutti"? Se alcune persone si sentono escluse problemi loro che si fanno pippe mentali per cose così inutili, a me non importa di quanti sessi ci stanno là fuori perché quando dico "tutti" mi riferisco a "tutti" punto. Non serve modificare forzatamente il linguaggio, bastano un paio di anni e di generazioni e questo concetto così come lo penso io diventerà universale
@@rennyilsimpatico8228 ma infatti il maschile sovraesteso non deve cambiare, è sempre stato neutrale e non avrebbe senso sostituirlo. In quanto alla "ə" al massimo io la userei per persone non-binary al posto di estenderlo alla quotidianità, se qualcuno mi chiede esplicitamente di usarlo non ho problemi a farlo ma introdurlo come pronome neutro per più aspetti lo vedo alquanto improbabile per l'evoluzione della lingua
Esistono altri casi recenti di cambiamenti linguistici imposti artificialmente e di questa portata che hanno avuto successo? Io non ne conosco. Il caso di parole singole come sindaca non è paragonabile, perché come detto da qualcuno si tratta di una parola singola che con più o meno fatica si adatta agli usi preesistenti, un po’ come tutti i prestiti da altre lingue per esempio
Il maschile neutrale va benissimo per tutto. Se si è in grande maggioranza femminile, in un contesto, si può usare anche l'universale femminile. Spesso quando mi ritrovo in un gruppo in cui ci sono pochissimi uomini le persone si riferiscono al gruppo usando l'universale femminile. Mai sentito escluso, e mai mi sentirò escluso per questo. Mi sentirei escluso se usare il femminile universale fosse per principio, ma se non lo è ,va bene. Allo stesso modo non vedo perché qualcuno dovrebbe sentirsi discriminato da una lingua. E poi Sio sinceramente la maggior parte dei linguisti si sono già espressi al proposito e credo nella loro competenza piuttosto che nella tua che fai cartoni, molto belli, ma cartoni.
Non direi che la ə è tutta da buttare, non è efficace nei contesti pubblici come dire tuttə eccetera, ma come pronome aggiuntivo per riferirsi ad un undividuə non binario sembra un buon compromesso di rappresentanza della loro identità di genere e integrità della grammatica, preferirei una lettera con un suono più deciso, ma di consonanti ce ne stanno solo 5, e poi Sio stava solo cercando di spargere un messaggio che di fondo non ha nulla di male, cioè di tener conto delle identità della minoranza nonbinaria, che la ə sia il modo più efficace o meno di rappresentare questa demografica è dibattibile, e anche se la ə non verrà utilizzata almeno si sono accesi i riflettori su gruppi ignorati per troppo tempo, anch'io non sono del tutto convinto della efficacia di ə in certi contesti, ma avere questi discorsi è decisamente un inizio per sensibilizzare la gente a un gruppo di persone di cui non si parla praticamente mai e possibilmente arrivare ad un alternativa migliore che funziona meglio per la nostra grammatica.
@@ginogatash4030 Si, capisco. Peccato che non funzionerà praticamente mai dato che quasi nessuno si metterà a parlare in quel modo disintegrando la lingua italiana. Se per un gruppo di uomini con anche donne si usa "tutti" e si é sempre usato "tutti" non capisco perché non dovresti farlo anche con persone non binarie etc, non ha senso. Capisco il concetto di sensibilizzare, solo che non puoi cambiare una lingua cancellando anche un po' della sua ritmica e facilità di pronunciarla solo per una minoranza. Non si é fatto mai, e tutti sono stati bene cosí, non ho mai visto un non binario offendersi pr questo. Comunque, scusa se ti rispondo 6 mesi dopo :p
@@andryuu_2000 non direi complessa ma più che non suona bene, per usarli parlando direttamente a uno ci starebbe anche, ma in contesti più pubblici rovina un po le frasi.
@@ginogatash4030 frate ti parlo in modo chiaro, c'è le hai presenti le declinazioni latine? Beh ce ne sono alcune che avevano solo parole di genere neutro come la parola Mare, con il passare del tempo e la caduta del genere neutro, questo è coinciso con il genere maschile. Ma ancora oggi a valore neutro quindi se volessi avere un pronome neutro che cazzo ne so basta che usi il maschile, sono suoni siamo noi a dargli valore inconsciamente.
Sio, te fai come vuoi, io continuerò sempre a ridere, mi piaceranno sempre i tuoi fumetti e video, tuttavia non sono d'accordo con l'uso della schwa perchè l'italiano non ha il genere neutro. Però ti ripeto, fai come vuoi
Sono d'accordo! L'italiano è italiano. È vero che le lingue cambiano nel corso del tempo, ma non vedo per nessun motivo di fare questa "modifica linguistica".
@@illattedikaworu questa non è un'evoluzione. Questo è un tentativo di modifica linguistica "forzata" da quelli che la vogliono e oltretutto non riconosciuta dalla Crusca
@@illattedikaworu esattamente. La lingua si evolve. Si evolve da sola e autonomamente partendo dalle sue stesse strutture interne. Non con qualcuno che la cambia a tavolino come sta succedendo con lo schwa. Il mutamento linguistico avviene inconsapevolmente ed è inavvertito dalla popolazione che la parla
Forse la cosa sta sfuggendo di mano. Ok il disco dell'inclusività, ma non sentirsi inclusi se non si usa la lettera giusta significa che c'è un problema a monte. Non potremmo semplicemente identificare le persone per il proprio genere biologico senza che questo implichi nulla sul genere con cui ci si identifica successivamente?
L'unico problema che noto lo si vede nel fatto che "se ci sono tutte donne si usa il femminile, se c'è anche un sol uomo il maschile" Sono di quelli contro l'introduzione in grammatica italian di nuovi termini e lettere per soddisfare un bisogno che ha il solo valore simbolico, MA C'è da dire che fa effettivamente stranodire tutti quando 9 su 10 son donne. Togliendo i non-binari/agender che comunque spesso non si possono riconoscere a occhio(ma cio può valere anche per cis eh, non fraintendiamo) r che quinid si può usare come jolly rimane strano... La soluzione sarebbe semplicemente modificare l'utilizzo di tutti da "con la presenza di un uomo" a "con maggioranza o uguaglianza di uomini", che nel informale diventerebbe "con la maggioranza colloquiale"(i.e. anche in un 6-4 donne-uomini magari spesso vedresti usato tutti e non tutte, ma è onestamente un compromesso più che valido per creare un cambio nella natura della lingua molto più tranquillo, accettabile dal popolo e senza che vada ad aggiungere ALTRE forme di genere plurale etc ad una lingua che già ne è piena zeppa e che risulta pertanto relativamente complessa e confusionaria per chi la sta imparando o ha problemi socio-cognitivi (i.e. autistici et similia)
La risposta è semplice: NO. Perché alcune persone non si identificano nel loro genere biologico e usare pronomi solo in base a quello che hanno in mezzo alle gambe è irrispettoso
@@yuki_from_mars5102 Non ci vedo nulla di irrispettoso nell'identificarsi sulla base di una caratteristica genetica con cui si nasce e che persiste per tutta la vita (non come ciò che in mezzo alle gambe)
@@iota-09 In realtà si può usare "tutti" anche con gruppi di sole donne, nel momento in cui non hai la certezza che sono solo donne. Quindi il punto piuttosto sarebbe evitare l'uso di "tutte", perché di fatto se dici "tutte" affermi un "gruppo esclusivo di donne". Non bisogna vederlo come se la presenza di un uomo (o di un non binario) facesse cambiare il termine utilizzato, ma come l'esistenza di un termine per parlare solo di donne. Cosa che per l'uomo e per i non binari non esiste. Non c'è modo per dire che un gruppo è composto soltanto da uomini, se non dichiarandolo, ma si può sempre ipotizzare che ci sia almeno una donna dentro a tale gruppo. - Per questo nei fatti usare "tutte" con un uomo o con un non binario può realmente risultare offensivo per quest'ultimi (anche se poi è questione di abitudine) in quanto gli si sta esplicitamente dando un genere femminile. Cosa che con "tutti" non succede.
Secondo me basterebbe riportare in auge il Lei per quando si parla con le singole persone con cui non si ha confidenza. Mentre per il "tutti" secondo me o lo lasciamo così, oppure aggiungiamo qualcosa del tipo "tutti i presenti" o "tutte le persone qui riunite". Comunque apprezzo e condivido la volontà di non escludere nessuno seppur non sia in accordo col metodo.
@@_.angel.candy._ anche, ma è molto poco usato e l'unico tentativo di portarlo in uso come forma di cortesia si è rivelato un fallimento ventennale. Però si può tranquillamente usare, non vedo perchè no🤷🏻♂️ Al massimo mi interrogherei sul perchè non si sia mai diffuso
@@lyuk9828 io credo che nessuno lo usi solo perché non ne abbiamo mai avuto l'occasione, o almeno, questa è la mia esperienza personale. Penso che l'utilizzo di queste espressioni potrebbe portare ad una migliore inclusione, nonostante ci sia ancora molto odio in questo Paese. Penso anche che però sarebbe un passo avanti
Vedo un cortocircuito logico. L’ennesimo. Obbligare “tutti gli altri” a un uso distorto della lingua significa proprio ghettizzare una minoranza, marcando le differenze (c’è un non binario, guarda, usiamo lo schwa!) e non includerli (l’inclusione sociale è infatti proprio il considerare chi è diverso da me, come me, non nel senso dell’appittimento bensì della dignità di persona). Un po’ come le “quote rosa”: la soluzione sono condizioni di partenza e di competizione paritetiche a quelle degli uomini, non le “riserve”, le donne non sono animali in via di estinzione, sono persone con pari diritti a quelli degli uomini. Questa è una fallacia logica ricorrente negli ambienti progressisti occidentali che crea solo innumerevoli sotto-insiemi e gruppuscoli, il che è ESATTAMENTE il contrario dell’inclusione. Come la sigla originaria LGBT che ormai si è allungata in modo grottesco per voler includere tutti: ci sarà sempre qualcuno escluso, è stupido creare “cataloghi”. Basterebbe dire “Genere umano”; è piú bello, semplice, sensato e già pronto all’uso per tutti, senza dover definire, additare, classificare. Ognuno la fa sua a suo modo senza doversi necessariamente spiegare e/o renderne conto ad altri. Ma magari ci si vuole mettere un’etichetta addosso a tutti i costi (pensando poi che importi a qualcuno, fuori dalla propria sfera intima), chissà.
Ma non è inclusione..lo schaw è il nuovo modo di scrivere il barese!! Scherzi a parte, alcuni concetti importanti come quello del superamento di differenze dovrebbero partire dall'abbattimento di quest'ultime indipendentemente dal linguaggio che usiamo. Dovremmo continuare ad usare l'italiano (possibilmente corretto) senza che nessuno abbia il problema di non sentirsi rappresentato.
Finalmente ho trovato il modo di esprimere anche nello scritto il concetto di qualcosa che mi fa schifo ma con del sarcasmo. Esempio: “Ti piace la pizza con l’ananas?” “Ə…..”
Evito di usarla, evito chi la usa . Trovo tutto una stupida forzatura ideologica oltre che linguistica. E lo stesso x chi ne vuole imporre l utilizzo. A parte questo il video è fatto benissimo
Praticamente tutti qui nei commenti, persone non binarie comprese, ti han detto che questa cosa è una cazzata e questo mi fa tornare un po' di fiducia sul fatto che gli esseri umani un briciolo di intelligenza ce l'abbiano.
Non del tutto, concordo che la ə in parole come tutti, persone, o lavori come dottore eccetera è inefficace, ma non sembra una cattiva idea per riferirsi direttamente ad un non binario, rende la comunicazione con questultimə più inclusiva senza distruggere la lingua.
Non del tutto, concordo che la ə in parole come tutti, persone, o lavori come dottore eccetera è inefficace, ma non sembra una cattiva idea per riferirsi direttamente ad un non binario, rende la comunicazione con questultimə più inclusiva senza distruggere la lingua.
@@ginogatash4030 l'italiano non ha il neutro. Non possiamo usare una lettera che non appartiene all'italiano per far piacere a un gruppo ristretto come i non binari. Genererebbe più confusione che mai. È più semplice fregarsene di quello che un'altra persona si sente
Secondo me invece non ha molto senso , la vocale “i” alla fine di una frase è spesso considerata maschile plurale in analisi grammaticale ma non c’entra poco niente se uno si considera un maschio una femmina , se ha l’organo genitale maschile o no ,con una lingua parlata da secoli in Italia . La parola tutti la prossima associare a tutto/i/a/e/ ( e alla tua lettera) perché siamo abituati così e secondo me una persona che si offende per questo è con poco cervello dato che è lei che associa in modo sbagliato la vocale i, solo perché l’analisi grammaticale è così , tanto vale creare un nuovo genere neutro con la lettera i dato che è scomoda da pronunciare quel suono oppure chiamare in modo diverso i generi dell’analisi grammaticale come : nome comune di astuccio (esempio). Così nessuno si può più lamentare.
Hai vinto il nobel per la letteratura. Genio se non ce lo dicevi tu non sapevamo che Tutti in Italiano include maschi e femmine. Si discute di questo. Se vuoi dare valore alle donne puoi anche dire "tutte e tutti" e non significa che non sai l'italiano. La gente presuntuosa come te ha sempre da insegnare ma ogni tanto imparare non vi farebbe male
@@lightmindyourbusiness3632 io non devo imparare Nulla, ho detto il mio pensiero riguardo questo che mi sembra più giusto invece del cambiare la lingua italiana totalmente, e comunque il presuntuoso qua sembri te che senza un ragionamento sensato dici solo che quello che ho scritto è sbagliato, grazie e a mai più
@@federicorabuffi9803 non dico sia sbagliato ciò che dici tu, dico che è ovvio, pertanto è inutile, già noto a tutti, a tutte a tutt insomma. La lingua Italiana vuole che il plurale maschile includa anche il femminile e lo si sa già, non servono le spiegazioni tue e dei maschi come te che pensano di dover sempre insegnare alla gente l'abc. Sono una donna, comunque e pertanto non posso essere "presuntuoso". Presuntuoso è chi presume erroneamente che gli altri non sappiano l'italiano. Lo shwa non è utilizzabile in Italiano e su questo sono d'accordo. Ciò non ci impedisce di cercare di valorizzare il femminile anche nel linguaggio
Osservazione: se chiamiamo con lo schwa tutti i non-binary e poi usiamo lo schwa per riferirci a tutti i generi, è la stessa cosa di usare il maschile per riferirsi anche alle donne. Perciò o si crea un "genere nuovo" che comprenda tutti, oppure è esattamente come prima (perché il non-binary è un genere).
Il non binary non è un genere, bensì un termine ombrello che indica tutte le persone che non si considerano ne maschio ne femmina. Perciò lo ə (così come they/them in inglese) non è riferito esculsivamente a un genere, bensì a tutti i generi, inclusi quelli non binari. Spero si capisca
molti non binary non sanno manco cosa serve perché spesso lo fanno per moda oppure son soltanto confusi, la schwa non è un modo giusto per la lingua italiana e reputo che tutti già sia inclusivo, come per esempio "una folla di persone" folla e persone sono termini femminili ma comunque i mi trovo compreso in questo gruppo anche se sono un maschio quindi la schwa è solo dannosa per i dislessici e non è inclusiva ma anzi è divisiva
io mi identifico in un genere non binario (in particolare "agender", ma non voglio dilungarmi su questo) e in italiano mi trovo costretta ad utilizzare pronomi femminili per mancanza di alternative. a me non danno affatto fastidio i pronomi femminili, ma di sicuro esistono persone come me che si sentono sottorappresentate. nei media il non binarismo è la parte della comunità LGBTQ+ più difficile da trovare (anche in serie molto inclusive come ad esempio Steven Universe o Big Mouth) e penso che parte del problema sia che in molte lingue non esiste un'opzione neutra e che il mondo ragiona in binari. ovviamente è molto bello che la gente si stia aprendo di mentalità e che omosessualità e transgenderismo binario siano molto più accettati di quanto fossero prima, ma verso il non binarismo continuano ad esserci parecchi dubbi. per questo ti ringrazio, Sio, per diffondere e normalizzare il concetto con tutto il tuo pubblico, che immagino sia composto principalmente da persone giovani. mi fa ben sperare per il futuro.
Concordo praticamente in toto. Non soffro se le persone si rivolgono a me al maschile, ma mi trovo sempre un filo irritatu. La mia soluzione, al momento, come avrai notato, è la "cacofonica" u (non sono unu fan della schwa, in quanto suono non nativo dell'italiano), e alcuni miei amici stanno pian piano adattandosi :) In generale sono felice di queste opere di divulgazione e sensibilizzazione, penso siano estremamente importanti per la crescita della società.
Mi piace. Certo, non è la soluzione alla disparità/discriminazione di genere, ma nessuno ha mai preteso che lo fosse. La mancanza di neutro/inclusivo nella lingua italiana è una delle sue più grandi pecche, e la ə mi sembra una soluzione interessante
Invece la lingua italiana è proprio più bella delle altre perché ha le vocali alla fine delle parole e con vocali non intendo ə che sembra qualcuno che sta per vomitare
Ma davvero non c'è un altro sistema per creare inclusione? È vero che la lingua evolve ma così mi sembra una forzatura. Qui si rivoluziona tutto un sistema linguistico retto dagli accordi, per non parlare della cacofonia. Io non mi sento esclusa dall'uso indiscriminato del genere maschile. Inoltre, con gli oggetti come ci si dovrebbe regolare senza urtare la sensibilità di una casa insieme ad un coso? Il non identificarsi in un genere ha, per esempio, fatto si che in Francia sia nato "iel", un pronome neutro. Il problema però non è il pronome in sé ma tutto quello che ne deriva. Il francese come l'italiano è una lingua flessiva, si modula a seconda del genere, del numero e non riesco nemmeno ad immaginare cosa questo comporti al livello comunicativo che è la base di un sistema linguistico.
Io voglio ridere quando arriverà pure da noi la CRT, non voglio essere complottista ma sembra che importino immigrati africani per avere persone da usare come polizia politica contro il razzismo di cui il popolo ignorante sia portatore. Benvenuta meritocrazia.
Io ə la uso di solito quando non so cosa dire durante una interrogazione
"prof, sto cercando di essere inclusivo con tutti gli argomenti che abbiamo studiato, non voglio tralasciare nessuna pagina"
"allora sai dirmi di cosa parla la divina commedia?"
"əəəəəəəəəə"
@@elisar1980 finalmente una che l ha capito
@@elisar1980 🤣
ahaha io quando devo spiegare agli altri come si pronuncia così da potersi rivolgere a me faccio proprio l'esempio "hai presente quando non sai cosa dire all'interrogazione..."
Perché ho riso così tanto per la scena della lumaca?
Idem stavo crepando 😂😂😂
la sto vedendo in loop da tre minuti AHAHAHA
Perché sono un GENIO DELLA COMICITà
Scommetto che hanno riso tuttə in questa scena
Hai riso come tutt
Essendo l’italiano una lingua molto flessiva, lo schwa è poco pratico. Quale sarebbe il plurale di amicə? Amicə, con la C palatale /č/? In tal mondo staremmo costruendo una parola partendo dal maschile. Se invece diciamo amicə, con la C velare /k/, si confonderebbe con il singolare.
E il suo articolo plurale quale sarebbe? Lə amicə? Glə amicə?
Le lingue tendono tutte a semplificarsi e a utilizzare elementi già esistenti al proprio interno. Dunque è normale per l’italiano utilizzare un maschile sovraesteso per un plurale misto invece di inventare un nuovo plurale solo per questo caso. Questa "decisione" della lingua è totalmente casuale. Pensiamo che in arabo i plurali inanimati misti sono sempre femminili! Inoltre, la lingua cambia solo per esigenze interne a essa stessa, una modifica esterna è molto difficile da applicare.
Parole come “ministra” o “sindaca" sono più facilmente entrate nell’uso comune della lingua perché conformi alla sintassi italiana. In parole povere, se volessimo ipoteticamente introdurre la parola “pinguina” per creare il femminile di “pinguino”, sapremmo già naturalmente, in quanto parlanti nativi dell’italiano, che il suo articolo sarà “la” e che il suo plurale sarà “le pinguine”.
Questo perché la sintassi non è variata. L’utilizzo dello schwa, invece, comporterebbe più complicanze.
Con questo non voglio sminuire l’importanza dell’inclusività, ma utilizzare lo schwa non mi sembra una soluzione adeguata.
Magari potremmo dire “ciao a tutte” quando ci sono più donne che uomini, o a trovare delle soluzioni più semplici come “ciao a tutti e tutte/ ciao ragazzi e ragazze”. Oppure cominciare a essere più inclusivi nei fatti, prima che nelle parole :D
Per quanto mi piaccia l'idea di un linguaggio più inclusivo nella lingua italiana (per la mia identità personale è un tema che mi interessa particolarmente), penso che il tuo commento sia il più realistico e oggettivo che ho visto. Una modifica esterna alla lingua italiana in questa grande scala è davvero difficile da implementare.
Io continuo a seguire la questione ed i dibattiti al riguardo, sperando che prima o poi si arrivi ad una soluzione ottimale, ma come dici tu questa soluzione dovrà essere il più vicino possibile alla sintassi italiana per poter poi essere effettivamente usata nel parlato.
Non hai incluso i pinguinə trenə skakko mattə
Mi piace soprattutto l'ultima frase "cominciare a essere più inclusivi nei fatti, prima che nelle parole"
Ovvio che anche quest'ultimo passo sia importantissimo, ma la lingua italiana è veramente complicata. Forse si potrebbe usare ə per i singolari ed un'altra lettera capovolta per i plurali(?) Non me ne intendo
Aaaaah qualcuno che ragiona grazie
non è la soluzione perfetta ma è un simbolo di rispetto, siamo sempre stat abituat a usare il maschile, anch'io ora mi stavo già confondendo lmao, cambiare proprio e dire tutti quando ci sono più uomini e tutte quando ci sono più donne, intanto non ha senso perché uno mica si mette a contare, ma poi è comunque brutto rispetto a chi è in minoranza, non dico irrispettoso perché ceh non vedo il problema ma non ha minimamente senso. lo ə ha più senso almeno
Da linguista, direi che anche il non riuscire a discriminare (cioè distinguere) fra piano simbolico e piano del reale non è un segno di maturità comunicativa.
Inoltre, ho studiato lingue che formalmente (e apparentemente) non hanno né genere né numero (es. quelle orientali, come cinese o giapponese), tuttavia, le società in cui sono parlate sono comunque fra quelle in cui le differenze di genere sono più forti e marcate, tutt'altro che inclusive.
Insomma, ritengo che non sia la forma a dar senso alla sostanza.
Tra l'altro sembra molto una mossa fatta per dare l'impressione di essere progressisti senza effettuare dei veri cambiamenti
@@EredediIsildur ecco, questo è anche un pò il mio timore.
92 minuti di applausi!
oooh finalmente qualcuno l'ha detto bene.
perfetto! Non usare lo schwa non c'è problema, alcune persone invece lo utilizzano. La lingua si evolve, vedremo quale delle "fazioni" sopravviverà tra 20 anni.
L’italiano è una lingua non solo estremamente musicale ma concatenata. Ciò vuol dire che (a differenza di lingue quali il cinese) ogni singola parola dipende strettamente dalle altre parole della frase. Immaginatevi la frase “Questi sono dei miei amici” che al femminile diventa “Queste sono delle mie amiche” come vedete su 5 parole, 4 sono variate e anche in modo abbastanza importante. Aggiungere un simbolo nuovo renderebbe una lingua efficace e già di per se complessa, ancora più inutilmente difficile (inutilmente perché a mio avviso non ha senso vedere discriminazione nel genere delle parole, che esistono per pura convenzione. Io sono a favore di ogni minoranza e dell’inclusività di ogni essere umano. È giusto lottate per ottenere inclusività e diritti, ma con un senso). Ora vi prego di prestare attenzione nuovamente alla frase di sopra, secondo questo ragionamento come dovrebbe variare? *Questə sono (parto da “delle” o da “dei”?) deə (parto da “miei” o “mie”?) mieə (uso il maschile senza “H” o il femminile con come base?) amicə*. Come vedete è estremamente complesso (e a mio avviso suona anche molto male). Hai ragione Sio a dire che le lingue sono vive, ma la variazione di una lingua avviene solitamente per efficacia comunicativa, per una maggiore rapidità nel parlare e scrivere, nonché semplice da coniugare e convertire nel diretto parlato e tutto ciò non contribuirebbe in nessuna di queste cose. Detto questo per me se gli altri la usano, buon per loro, non condanno nessuno, però a mio avviso tutto ciò ha davvero poco senso.
Già vedo i classici commenti copia e incolla, per cui metto le mani avanti:
1) Ecco uno che non ha visto il video: ho visto il video e ho esposto il mio punto di vista contestando punti evidentemente presenti nel video
2) Ok ragazzo etero, cis, bianco, uomo... : un commento del genere non merita neanche una risposta
3) Sei uno a favore del patriarcato: se ora parlare di genere dei sostantivi è diventato un sostegno del patriarcato allora veramente qui credo ci sia un problema di fondo.
4) Vengono aggiunte continuamente nuove parole, che problema c’è ad aggiungere ə?: semplice, l’aggiunta di singoli sostantivi è semplice e immediata, l’introduzione di un nuovo simbolo che va ad intaccare la coniugazione delle parole vuol dire stravolgere completamente la lingua. Pensate alle eccezioni nuove che apparirebbero, alle irregolarità etc...
Wow un commento che sostiene una tesi personale e che la difende in maniera molto ben curata nel 2021. Sono quasi commosso. Concordo con ciò che hai scritto comunque sia, si dovrebbero rivedere un sacco di regole della grammatica italiana oppure aggiungerne di nuove solamente per raggiungere un fine ok positivo ma....seriamente necessario?
Ma infatti è chiaramente una stronzata senza senso alcuno se non il seguire il filone dominante pro normalizzazione della irrazionalità. In Canada hanno già varato normative legali che ti puniscono PENALMENTE se "misgenderi" qualcuno...ossia se vedi un tizio che ruba e dici ad un altro "LUI sta rubando" e questo si identifica come donna.... tu sei nel penale. La follia che viene fuori quando l'estremismo prende il sopravvento sulla ragione.
90 minuti d'applausi
Eh niente, pare che la telepatia esista e non faccia differenze di genere. Stavo per scrivere circa le stesse cose, in quanto mi trovo d'accordo con il tuo ragionamento. Aggiungerei solamente: c'è davvero bisogno di complicare una lingua già complessa e che non viene nemmeno parlata correttamente dalla maggioranza del popolo cui dovrebbe appartenere?!? Suggerimento: se comunque ci si sta proiettando in un futuro in cui le lingue andranno sempre più a miscelarsi, stile "Grammelot" (se non conoscete il termine documentatevi, piccolo indizio: Dario Fò), per quale motivo si dovrebbe introdurre un terzo... genere? non-genere?... aiuto... piuttosto, volendo essere gentili con il prossimo (chicchessìa) è sufficiente non insultare e portare rispetto. Puntiamo ad eliminare l'odio e la discriminazione sociale, che a mio avviso sono temi più importanti. Se psicologicamente non si è prevenuti, la lingua non fa differenza, ma la fanno le azioni.
Praticamente il genere neutro é "tradurre" la parola in napoletano se é così
ə
Lo schwa é una vocale centralizzata tipica di quasi tutto il centro-meridione, quindi al di sotto della isoglossa Cassino-Gargano quasi tutti i dialetti hanno schwa
Si vede che i napoletani sono più inclusivi :D
@@TechDad97 E infatti è per questo che secondo me anche questa è una soluzione debole
@@thewizard4200 la lingua cambia in maniera naturale e soprattutto la cambia il popolo nella parlata di tutti giorni, perciò i cambiamenti che ci sono stati dal latino volgare ad oggi sono tutti in ragione di semplificazione, perciò é più facile che in futuro si utilizzi il solo genere maschile sia per identificare il maschile che per ogni altro genere piuttosto che ne venga introdotto uno nuovo
Io, comunque, preferisco usare forme già esistenti. Tipo, salutando un gruppo di persone varie, si può dire "ciao, persone"
Valido anche questo, peccato che non sempre la lingua italiana ci permette di parlare senza esplicitare il genere, quindi bisogna fare giri di parole assurdi
@Matteo Delbarba aspetta che sto ridendo
@Matteo Delbarba wow, che battuta originale, non l'avevo mai sentita!
@Moroencaldas ST Dove lo metti?
@Moroencaldas ST io sono muro sessuale ma passivo :)
Francamente penso che se la gente si senta offesa per cose così minime sia un problema loro, detto in parole schiette
Lorə
@@mrtb5938 hai ragione che cazzə (anche se è solo maschile ma va be)
Minime? Stiamo parlando del cambiare nazionalmente e per tutti, la lingua che tutti noi parliamo ogni giorno. Se questo è il minimo per te, cosa dovrebbe essere il massimo?
@@LoscoX io non mi sentirei offeso solo se una lettera non mi rappresenta, sti cazzi insomma
@@LoscoX Credo che si riferisse a quelle persone che si stracciano le vesti nel sentir dire "ciao/buongiorno a tutti!" o altre espressioni simili. Se è così, son pienamente d'accordo.
Non so Sio. Da persona non binaria laureanda in antropologia più che nella lingua avverto il problema nella quotidianità e non so quanto lo schwa sia una soluzione e quanto, per tanti, sia solo una moda. Se ad un colloquio di lavoro mi diranno “grazie signor, l faremo sapere” sarà poco utile di fronte alla scelta di qualcun altro che, per l’assenza di un utero, non avrebbe mai chiesto la maternità.
ə
Ciao, visto che sei una persona non binaria, e non ne conosco altre (o perché davvero non ne conosco o purtroppo magari qualcuno ha timore a fare coming out) vorrei chiederti una cosa su cui rifletto da quando si discuteva del ddl Zan.
Le persone non binarie sono quelle che non si identificano né come maschi né come femmine, però quando parliamo di trans, consideriamo come genere quello di arrivo, non un ulteriore terzo sesso. Quindi alla fine anche i trans sono maschi o femmine, cioè siamo sempre in un ambito binario. Di qui la mia difficoltà a capire il non-binary.
Ma cosa significa "non binaria"? Non riesco a capirlo.
@@francescorocchi1765 ciao, anche io sono una persona non-binary, dunque mi prendo la facoltà di rispondere.
anche noi siamo persone trans*, perché la definizione di transgender è "persona che non si identifica nel genere assegnato alla nascita". dunque una persona nata maschio e che si identifica come femmina è tanto trans* quanto qualcuno nat* maschio e che si identifica come non-binary.
@@Barbagianni_spelacchiato una persona non binaria è una persona che non si sente o non si identifica in nessuno dei 2 sessi
Mi considero come una persona non-binaria, ma forse per via della mia formazione non ritengo offensivo usare il maschile inclusivo per rivolgersi ad un gruppo eterogeneo di individui, perché ho studiato che nella nostra lingua è considerato corretto. Con questo però non ritengo sbagliato se, con il cambio di sensibilità, la lingua si adatti e vengano trovate altre soluzioni. Personalmente, se qualcuno si rivolge a me (come individuo), io preferirei che continuassero a parlarmi con il maschile, anche se inteso come genere neutro.
Nb: Anche se credo che per chi si identifica nel genere femminile la mancanza di inclusività nel maschile inclusivo si senta forse di più di un non-binario, ma questa è più una considerazione personale fatta sulle mie esperienze.
Dato come ti senti, io vorrei farti una domanda proprio per capire come ci si sente e perché si percepisce una determinata cosa. Perché una persona si dovrebbe sentire non inclusa?
Se io uso il termine "ragazzi" non intendo dire solo maschi, ma intendo dire qualunque essere umano con un età compresa tra i 12 e i 24 anni (circa) a prescindere da etnia, religione, colore della pelle, nazionalità e chi più ne ha più ne metta.
Vista l'inclusività di tale parola, a che serve un altra? E perché una persona non dovrebbe sentirsi rappresentata?
Io credo che si debba educare a capire il vero significato delle parole, senza sentirsi offesi per il nulla
@@TonnoNinja scusa ma deve esserti sfuggito qualcosa del mio messaggio, io ho specificato che personalmente preferisco nei miei confronto si usi il maschile perché appunto nella lingua italiana vale anche per indicare un genere neutro. Per me è giusto così, perché la nostra lingua funziona in questo modo. Di base però se qualcuno si sente escluso non è che bisogna obbligarlo a non sentirsi tale, per questo è normale se qualcun'altro vuole cercare di far evolvere la nostra lingua in quel senso (d'altronde il linguaggio non è qualcosa di fisso ed immutabile). Secondo me hai rivolto questa domanda alla persona sbagliata oppure non hai letto il mio primo messaggio, perché come vedi mi sono solo trovato a ripetere un concetto che avevo già esposto.
@@GarvFlare Mi sono espresso male scusami, la domanda era riferita a te sottointendendo che conoacessi altre persone come te che però la pensano diversamente
@@TonnoNinja se una persona si dovesse sentire esclusa dal plurale maschile, non dovrebbe essere proprio quella stessa persona a fare lo sforzo di superare i suoi bias mentali e capire che nessuno la sta discriminando, ma anzi che la parola “tutti” include e accoglie anche lei? Mi sembra assurdo che magari io devo modificare il mio linguaggio perché altrimenti passo per uno che vuole discriminare, mi sentirei a tutti gli effetti offeso perché passerebbe il messaggio che io stia volutamente discriminando il che sarebbe assurdo. Se dico “buongiorno a tutti” penso che solo un deviato mentale possa sentirsi davvero discriminato. Discorso molto diverso con una persona non binaria la quale mi dice che preferirebbe essere chiamata con lo shwa, la ù o quello che vuole. Là assolutamente non si può dire niente ed è giustissimo chiamarla con il pronome che preferisce, ma di nuovo, il succo del mio discorso è che, secondo, me chi non si sente incluso dal “tutti” dovrebbe fare lo sforzo di sentirsi accettato e non trovo corretto che gli altri si debbano adattare alla necessità (o meglio capriccio) di questa persona, questo perché presumerebbe che chi sta parlando lo stia discriminando volontariamente e con esso tutte le donne presenti.
@@grko6439 Sono completamente daccordo
TUTTI: aggettivo indefinito, (Riferito a un nome pl. o collettivo) Indica la totalità delle cose o delle persone considerate, la completezza di un insieme (parole prese direttamente dal dizionario).
La mia domanda è: perché una persona dovrebbe sentirsi discriminata e non considerata da una parola che nel suo significato stesso include tutte le persone, senza nessuna esclusione?
Io dico "ciao a tutti", e se vogliamo fare la traduzione letterale di queste parole non mi sembra che io stia dicendo "ciao ai maschi e alle femmine (non includendo i non binari)", tutti = nessuna esclusione.
E ribadisco anche il concetto espresso da un ragazzo nei commenti qui sotto, pensiamo a quanti casini creerebbe inserire questo carattere; comporterebbe casini non indifferenti a tutte quelle persone che hanno delle difficoltà linguistiche, sensoriali ecc ecc, come diceva lui fare una cosa del genere a scopo inclusivo rischierebbe solo di escludere altre persone, senza contare che già l'ignoranza in Italia è a livelli a dir poco preoccupanti, per non parlare di quanti ce ne sarebbero dopo una modifica del genere nella lingua italiana...
hai ragione ma la gente si fa problemi per niente ahaha
Indovina chi non ha guardato il video? Proprio tu!
Il video risponde perfettamente alla tua domanda.
@@maruintheskywith io non l'ho capita la risposta. Mi sento abbastanza stupida...
@@maruintheskywith ma ha ragione il tizio... magari leggi meglio il commento... dovresti studiare meglio la grammatica. E leggere le definizioni delle parole, soprattutto perché come ha detto "Tutti= Letteralmente Tutti... perché dovresti essere escluso?"
Per dirla alla Fantozzi, è una corazzata Potemkin, per vari motivi:
1) è cacofonico
2) come concordiamo gli articoli? Invece di "tutti gli studenti di quella scuola" dovremmo dire cosa? "Tutt l student"?
3) come distinguiamo singolare e plurale? Tutt dovrebbe essere singolare o plurale? E student?
4) è il contrario di inclusivo: aggiunge una complessità del tutto inutile, che sarà un ostacolo per molte più persone (tutti quelli con minor padronanza della lingua) di quante dovrebbero beneficiarne.
Perdona la risposta 5 mesi dopo, ma ho una risposta per i punti 2 e la 3: "tuttɜ lɜ studentɜ". Solitamente si sceglie l'opzione che suona meglio (il che spesso corrisponde al femminile per gli articoli e al maschile per i nomi) e questo risolve anche il punto 1 - se il suono non ti piace lo stesso, potrebbe essere una questione di abitudine.
Per quanto riguarda il punto 4 posso dire solo che non crea grandi differenze, comunicare con quelle persone è un po' più difficile e richiede impegno a prescindere (che sia con la ə o con altri suoni o parole)
@@melitrophium non sono d'accordo. Il risultato sarebbe un orrore cacofonico, che aggiunge complessità inutile ed esclude più persone di quante non ne includa. E tutto ciò perché? Prova a leggere "Così non schwa" di Andrea de Benedetti, che spiega questi punti molto meglio di me.
@@ukuserful scusa ma assolutamente no, il tono della descrizione è transfobico e non mi invoglia affatto a dargli soldi. L'accessibilità è una priorità assoluta negli spazi queer, se partecipassi noteresti che l'uso della schwa non è escludente quanto previsto e siamo sempre in continuo dialogo per migliorare la comunicazione
@@melitrophium Guarda che la definizione di "transfobico" non è "chiunque osi dissentire da te". Se non vuoi ascoltare una voce diversa è tuo diritto, ma per favore non nasconderti dietro la scusa patetica del "transfobico". C'era un tempo in cui si leggevano pareri diversi per formarsi un'opinione più completa. Adesso ci si chiude in una cassa di risonanza e si demonizzare chiunque osi pensarla diversamente. Che tristezza...
Cosa cavolo ci sarebbe di transfobico nel sottotitolo "limiti ed eccessi del linguaggio inclusivo"???
@@ukuserful ovviamente non mi riferisco al sottotitolo. Mi riferisco a questo:
"Il linguaggio inclusivo è un'idea seducente. Tuttavia il cuore del problema sta quasi sempre altrove. Perché i significati sono piú importanti dei significanti. Perché includere certe categorie può significare escluderne altre. E perché le buone pratiche, ove fondate sul ricatto morale, rischiano seriamente di convertirsi in cattive regole."
Ho sentito parlare di "ricatto morale" ESCLUSIVAMENTE da persone transfobiche e le ho ascoltate anche troppo a lungo prima di rendermi conto che il loro vero problema non era con la ə ma con qualsiasi cosa disturbasse la loro visione binaria (e spesso bioessenzialista) della realtà. L'ultima cosa che ho intenzione di fare è pagare per farlo ancora. Se mi avessi mandato un articolo gratuito forse avrei stretto i denti, ma no, non comprerò un libro se rischio di dare soldi ad un'altra persona così (poi magari non è il caso di Andrea De Benedetti, ma stiamo parlando dell'importanza del linguaggio e il linguaggio che ha scelto di usare è quello di chi è ostile alla comunità trans)
La soluzione è fare video in Latino! Nel Latino c'è anche il neutrale oltre ai due sessi. L'unico problema è che quasi nessuno parla Latino, ma sono piccoli dettagli.
Oppure parlare in napoletano
Quoto
Il problema vero del latino è che il neutro è usato solo per le cose e oggetti inanimati, mai per le persone (esperienza personale)
Nessuno*
Il latino usava il neutro soprattutto per oggetti inanimati, per certi animali, per poppanti e poco altro.
Semmai chi propone lo schwa vorrebbe una sorta di genere misto, non neutro. A meno di voler considerare i non binari alla stregua di oggetti.
Da non binario (non binariə?) trovo che schwa, asterischi e compagnia cantante siano tutte cose inutilizzabili in una lingua fondamentalmente binaria come l'italiano, che attribuisce generi perfino agli oggetti. Per come è strutturata la lingua, il maschile sovraesteso va più che bene.
Inoltre, non tutti i non-binary usano la schwa e molti scelgono tra pronomi maschili e femmili, come nel mio caso. Detto ciò, personalmente non la userei nel pubblico e in ogni situazione (per quello c'è il maschile sovraesteso), ma soltanto quando mi rivolgo nello specifico a persone che so che si sentono più a proprio agio con la schwa.
Grazie del feedback!
@@scottecs Raine di Owl House?
Lə schwa LoL
Finalmente un parere oggettivo da parte di un diretto interessato. Almeno tu non verrai additato come xenofobo per aver classificato questo sistema come inutilizzabile. Lasciatelo dire Sio, sta cosa della schwa lasciala perdere, è un po’ una stronzata
Finalmente un diretto interessato che può dire che questo sistema non è efficace senza venir etichettato come omofobo, xenofobo, transfobo, bifobo, alienofobo, xilofono e bla bla bla anche se sono più che sicuro che qualche quattordicenne coi capelli colorati verrà comunque a romperti i coglioni
Grazie Sio che mi hai spiegato FINALMENTE come si pronuncia la buffa e ruotata di 180°
Si ragazzə
@@michiamodemon3039 lol
ə
#Əə
ə
Bel video. Ma continuerò a parlare come sempre. Ci si intende benissimo e fino 5 anni fa non importava a nessuno. Anziché diminuire le distanze, sembra che vogliamo trovare sempre cose che non vanno bene
Non hai ascoltato il video.
@@inactive.5680 È diverso, forzando un cambiamento e non lasciandolo confluire naturalmente nel parlato comune il tutto prende una piega molto più politica che inclusiva, io penso che neutro tornerà nella lingua italiana, con tutta una sua declinazione, serve solo dare tempo e far cambiare 3/4 generazioni, senza forzare il tutto
Io sinceramente vorrei che la gente la smettesse di ridurre il discorso linguistico a un discorso ideologico. La lingua è decisa dai parlanti e le sue modifiche nascono dalla lingua parlata, non dalla lingua scritta, e non si possono neanche imporre. Se "tutti" non va bene perché ci si riferisce solo ai maschi perché "tuttə" non dovrebbe non andare bene perché ci si riferisce solo ai non binari? A me il plurale maschile non mi ha mai provocato disforia di genere esattamente come secondo me un maschio non prova disforia di genere quando gli si dà del "lei" nella forma di cortesia. Noi usiamo il plurale maschile, diciamo "l'uomo" per riferirci a tutta l'umanità perché il genere grammaticale della specie degli uomini è maschile, esattamente come il genere grammaticale delle lucciole e delle api è femminile e lo usiamo tranquillamente senza andare a guardare il sesso e il genere di ogni individuo. Il genere neutro tra l'altro è scomparso proprio perché i nomi neutrali hanno cominciato a confondersi tra il genere maschile e femminile e col tempo tutti i nomi sono andati a confluire in questi due generi, e ciò ha portato l'uso delle desinenze maschili e femminili a svolgere il ruolo di genere neutro. Perché non possiamo sfruttarlo? E questa per me è la fine che farebbe la scevà. A parte il fatto che è cacofonica e bisogna capire se bisogna estenderlo solo agli uomini, ma la scevà si confonde sia col singolare femminile, sia col plurale femminile (perché non c'è neanche un plurale) e, se uno non fa abbastanza attenzione, anche con il singolare maschile (sì, mi è capitato). Insomma per me la soluzione è fare un distinguo tra il genere grammaticale e l'identità di genere esattamente come si fa un distinguo tra l'identità di genere e il sesso biologico, e proporrei ai non binari di usare il pronome maschile in virtù proprio del maschile sovraesteso, oltre per il fatto che ho letto un po' in giro che è il pronome che provoca meno disforia di genere.
Concordo
90 minuti di applausi
"[...] esattamente come secondo me un maschio non prova disforia di un genere quando gli si dà del "lei" [...]", vorrei speculare un attimo su questa questione. Anzi, se posso vorrei fare un parallelo con gli orientamenti sessuali. C'è l'eterosessuale (in questo contesto è chi ha una disforia di genere), l'omosessuale e il bisessuale.
Io non soffro di disforia di genere, non mi da fastidio quando mi si da del "lei" MA non mi da nemmeno fastidio quando, e questo succede spesso, la gente sbaglia il mio genere. L'unico disagio che provo sta nel fraintendimento, nell'idea di star ingannando chi ho davanti (in quanto noto cortesie maggiori quando c'è tale fraintendimento) ma non per il fatto che hanno sbagliato genere.
Da qui il discorso dell'orientamento sessuale. In questo contesto sono un "bisessuale"? Nel senso che non soffro di disforia non perché sono nel genere "corretto" ma perché mi manca quel qualcosa che me la fa provare.
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Tutto questo per dire cosa: A me non da fastidio il "lei" ma non è possibile che ci siano diverse sfumature di disforia per il quale ci sono delle persone che hanno effettivamente un disagio causato dal "lei" o dal "tutti"?
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Chiusa questa speculazione, per me ci si aggiunge un problema nel fare questi discorsi sulla schwa. Alla fine parliamo di cose per cui c'è una forte componente psicologica, infondo alla fine parliamo di fenomeni culturali (La distinzione di abiti, il linguaggio, ed ecc...) non è che a forza di sottolineare che c'è un problema con "tutti" non rendiamo effettivamente il "tutti" un problema? Non è che creiamo quei fattori per cui da profezia che si autoavvera diventa poi un'esigenza usare lo schwa in quanto questo ha reso il "tutti" un problema? (E magari in future anche il "lei".)
@@anonimo6603 concordo, è una questione psicologica provare disagio per “tutti” e “lei”. E l’esempio che hai fatto degli orientamenti sessuali non è molto chiaro, dato che sono una cosa diversa dall’identità di genere
@@annieleonhart Colpa mia che faccio dei pessimi paralleli. Era per ipotizzare tre categorie: chi soffre di disforia, chi soffrirebbe di disforia se gli si sbagliasse genere (E qui presumevo il maschio che si sente a disagio riguardo al "lei" o magari anche tutti quelli che hanno reazioni all'apparenza irrazionali quando si mette in dubbio il proprio genere.) e poi a chi ne è completamente indifferente. Che nel mio esempio faceva da bisessuale in quanto questo non prova disagio ne nell'avere una relazione con il proprio sesso e ne con quello opposto.
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Spero che si sia capito, se non si è capito... era comunque una stupidaggine, come speculazione la si può pure buttare via.
Se si sta esprimendo un concetto e si utilizza la parola tutti, è già sottointesa l'inclusione. Dunque la domanda di fondo mi pare sia: vale più il concetto espresso o quello che l'interlocutore comprende? Io dò più valore alla prima.
Mi trovo perfettamente d'accordo. Una lingua è fatta per comunicare concetti, la forma della parola non ha rilevanza: in italiano, che è una lingua con una grande varietà lessicale, vi sono moltissime parole che hanno lo stesso significato, e usare una piuttosto che un'altra non cambia nulla (tranne nel caso di termini offensivi, ovviamente).
@@francescodieni5784 Concordo con voi ma penso presto anche se saremo contro questo concetto codesta lingua (e anche se non l'ho specificato prima intendo l'italiano) cambierà.
Quindi pensi sia perfettamente accettabile parlare una lingua inventata da te, che solo tu comprendi? Se é il concetto espresso che conta, e tu sei perfettamente cosciente del concetto che stai esprimendo non dovrebbero esserci problemi, no?
Non credo proprio che la cosa piú importante nel linguaggio sia esprimere un concetto, ma piuluttosto comunicarlo efficacemente all'interlocutore.
Ecco, quale concetto COMUNICA la parola "tutti" quando è rivolta a un gruppo di persone? Dipende dal gruppo di persone.
Quindi pensi sia perfettamente accettabile parlare una lingua inventata da te, che solo tu comprendi? Se é il concetto espresso che conta, e tu sei perfettamente cosciente del concetto che stai esprimendo non dovrebbero esserci problemi, no?
Non credo proprio che la cosa piú importante nel linguaggio sia esprimere un concetto, ma piuluttosto comunicarlo efficacemente all'interlocutore.
Ecco, quale concetto COMUNICA la parola "tutti" quando è rivolta a un gruppo di persone? Dipende dal gruppo di persone.
@@vlaufoo risolviamola velocemente. Se per 100 e più anni si è usato l'italiano in questo modo perché dovremmo cambiare. Non sono mai capitati problemi e non ci sono state mai rivolte perché è una cosa così stupida che non c'è neanche bisogno di discuterne. Il maschile predominante quindi per esempio 'tutti' (come dice sio nel video) va bene
Questa proposta cadrà nel dimenticatoio entro pochi anni. Tra l'altro, Vera Gheno, cioè la sociolinguistica che ha lanciata questa idea bislacca, non ha però fatto presente che se si vuole cambiare le desinenze occorre cambiare anche gli articoli, perché in Italiano sussiste la concordanza grammaticale. E occorre cambiare anche le desinenze degli aggettivi e dei participi passati, per la stessa ragione.
"Domani andiamo al mare a trovare i ragazzз molto belli conosciuti l'anno scorso nella stessa località".
Questa frase avrebbe comunque un errore perché non rispetterebbe la concordanza grammaticale; occorrerebbe cambiare anche gli articoli e quindi introdurre anche nuovi articoli neutri, usando le nuove vocali al posto dei vecchi articoli.
ə ragazzə (singolare)
з ragazzз (plurale)
"Domani andiamo al mare a trovare з ragazzз molto bellз conosciutз l'anno scorso nella stessa località".
з è una lettera diversa da ə; serve per il plurale, mentre ə serve per il singolare.
Differenziarne il suono per molti sarà molto difficile. Neppure io ci riesco facilmente. In ogni caso usarle in forma scritta è necessario, perché almeno non si perderebbe anche la nozione del numero, oltre a quella del genere.
Comunque questa proposta fantalinguistica non resisterà alla prova pratica su strada: quella della pronuncia!
Inoltre, il fatto che le lingue neolatine non abbiano il genere neutro implica che arbitrariamente si considerano maschili o femminili cose che non hanno un sesso; segno questo che il genere grammaticale è del tutto arbitrario e che non descrive nulla di reale. Peraltro, anche lingue moderne dotate del genere neutro non lo usano sistematicamente per indicare oggetti o persone senza specificarne il genere. In Tedesco ci sono tre parole per indicare le persone in modo generale.
der Mann = l'uomo, il marito
die Frau = la donna, la signore, la moglie
Ma esiste anche la parola Mensch, che significa individuo e che sarebbe stato meglio avesse l'articolo neutro, das, e invece ha l'articolo maschile der.
Ma esistono anche i nomi diminutivi in -chen e in -lein e sono tutti neutri anche se si riferiscono a persone; das Fräulein , la signorina, das Mädchen, sono neutri, anche se si riferiscono a persone di sesso femminile.
Insomma, il genere grammaticale non indica nulla di reale, ma è solo una mera convenzione linguistica del tutto arbitraria.
Lo spero.
Bravissima. Io ho provato a spiegare queste ragioni, incluso l'esempio proprio della lingua tedesca, direttamente a vera gheno, che mi ha risposto usando il principio universale del "io penso all'italiano, le altre lingue non mi interessano", facendo calare sul tutto una luce egocentrica.
Sicuramente non sono stato così bravo ad argomentare come te. Respect!
👏🏼👏🏼👏🏼
E, aggiungerei, l'atteggiamento e la sensibilità delle persone ostili ai non binari non cambierà nulla anche se dovessero esprimersi perfettamente con la nuova pronuncia. Penso bisognerebbe educare di più al rispetto reciproco che alle collocazioni formali.
@Nazario Mastroianni maestra o infermiera, se esistono i nomi di professioni al femminile ed altri no, c’è un problema culturale che si rivede nella lingua. Nel momento in cui la professione sarà svolta a parità di numero da entrambi i sessi, accadrà come le professioni che hai citato. Nel video, non so se sono dati ufficiali, ma la percentuale è sempre un po’ o di molto inferiore rispetto ai maschi.
Poi, non puoi determinare le conoscenze delle persone tramite il fatto di aver visto un video, che dalla tua battuta cinica sembra che consideri di basso livello intellettuale sia il video che la persona. È questa osservazione che ho fatto si trova allo stesso livello della tua. Le lingue mutano con il tempo, sforzare il processo genera solo rottura della lingua e perdita dell’interesse su di essa. La lingua è usata nella vita quotidiana, non è una scelta o una correzione per adeguarsi a fenomeni culturali fatte da figure professionali che si occupa del suo studio, il loro unico compito è di osservare studiare e conoscere la lingua. Una volta che con il tempo questa considerazione di genera sará parte integrante della nostra cultura, sarà la popolazione che vive nello stato italiano a determinare in che uso si vedrà e si userà o se cambierà il genere in italiano.
Per aggiungere un altro problema legato alla schwa, oltre a quelli già evidenziati da altri utenti qui nei commenti, c'è pure quello della sua forma e della confusione che genera nei soggetti dislessici. Insomma, nel tentativo di essere _forse_ più inclusivi, finiamo per essere _sicuramente_ più esclusivi.
La schwa è una brutta idea e mi auguro che venga preso dimenticata (anche oggi se ne parla assai meno rispetto a qualche mese fa).
Personalmente credo che il rispetto per donne e persone non binarie passi da altri fattori.
Si ma per i dilessici non é molto difficile leggere una e al contrario,e poi a me ha sempre dato fastidio che si usa sempre il maschile anche in un gruppo con 10 femmine e 1 maschio
@@maiaz.1482 hai conoscenze dislessiche per dire una cosa del genere?che poi non capisco il fastidio
@@maiaz.1482 oh no la donna ha espresso l'opinione stupida
@@maiaz.1482 io sono dislessica e concordo pienamente basta pensare prima di parlare😅
@@maiaz.1482 Gli italiani hanno già problemi con i congiuntivi e i condizionali. Non so se i dislessici stiano messi peggio o no, ma inserire una variazione simile non mi pare una buona cosa. Consideriamo poi che tutti si soffermano sui sostantivi e gli aggettivi. Ma ci sono anche gli articoli, i verbi, i pronomi...
Una frase come "tutti gli altri bambini gli sono vicini perché sono suoi amici" diventa "Tuttə ə altrə bambinə ə sono vicinə perché sono suə amicə". Che poi sarebbe "amichə" o "amicə". E come si legge la c? Perché a seconda dei casi dà l'intonazione femminile (ci) o maschile (k).
Dai, è un bordello inutile, mi suona come le quote rosa per fare fronte alle minoranze femminili negli ambienti di lavoro... Una donna che viene assunta per merito alla fine viene considerata alla stregua di quella che viene assunta solo per rispettare una legge. Che inclusione è? Perché sentirsi discriminati da una regola grammaticale? Ti basta veramente così poco?
Quindi "u" no perché è cacofonica (chi l'ha deciso ?), però la schwa sì, anche se non fa parte della fonologia Italiana e quindi è cacofonica per definizione (ovvero è difficile da percepire perché non siamo abituati al suono, né viene naturale da usare perché non è un suono naturale all'interno della lingua). Resta anche il problema del plurale, ovvero se scrivo "ho visto l* mi* cugin*" sto parlando al singolare o al plurale ? Questo è un esempio semplicissimo, e nel parlato spesso si capisce di chi si parla, ma ho letto alcuni testi che includevano lo schwa e alcune volte ho dovuto rileggere un paio di volte la frase, perché non era chiaro se si stesse parlando di un singolo individuo o più individui.
La verità è che è uno stupro della lingua italiana e nessuno ha il coraggio di dire chiaramente che chiunque ha proposto sto scempio va lapidato
@@BliskDeather esatto
@@BliskDeather no ma non io trovo davvero ci sia bisogno di ricorrere a tali termini, non abbiamo forse appena guardato lo stesso video?
@@leileilive1148 perchè secondo te ho fetto qualcosa di diverso dalla realtà dei fatti?
Vero.
Come minimo devono inventare anche il *plurale della schwa* tipo un'altra lettera ancora, con un'altra pronuncia ancora.
Sorge però un problema in tutto ciò:
la lingua italiana é una lingua molto musicale e mentre parole come sindaca e ministra sono più conformi alla sintassi italiana e quindi facilmente pronunciabili e scrivibili la schwa non lo é, e come sappiamo i cambiamenti nelle lingue vengono fatti per semplificarle e non per renderle più complesse.
Inoltre ci terrei a dire delle altre cose:
1) nella lingua italiana ci sono delle parole al femminile che indicano tutte le persone come per esempio: folla, massa,
umanità, chitarrista e via discorrendo, quindi non capisco cosa ci sia di male nel usare "tutti" per indicare tutte le persone indipendentemente dal loro sesso o genere proprio perché il genere grammaticale non corrisponde necessariamente al sesso o al genere di una persona(so benissimo che parole come umanità, folla ecc. non hanno una versione maschile come invece lo ha la parola "tutte", ma trovo comunque sciocco il fatto di vedere il patriarcato e di conseguenza il maschilismo in tutto) oppure se vogliamo fare un altro esempio basta pensare al fatto che quando parliamo con una persona in modo formale le si dà del lei anche se il sesso e il genere della persona con cui ci rivolgiamo non corrispondono a quelli femminili.
Se non capite vi faccio un'ulteriore esempio: gli aggettivi possessivi si chiamano così perché indicano il possesso MA NON È SEMPRE COSÌ, adesso mi SPIEGO meglio; se io dico:"questi sono i miei occhiali" sto dicendo che gli occhiali sono di mia proprietà (e quindi sto esprimendo un possesso) PERÒ SE io DICO: "Sara é la mia padrona" NON sto esprimendo un possesso ma sto facendo un'affermazione, visto che io non posseggo Sara e lei non è di mia proprietà (anzi sono io lo schiavo di Sara e QUINDI LEI POSSIEDE me; la differenza tra il significante ovvero l'insieme di lettere che formano una parola {nella parola tavolo il significante é' T A V O LO} e significato ovvero il senso che si dà a quella parola {il significato nella parola tavolo é il tavolo vero e proprio} é una delle prime cose che ci insegnano scuola ma molti sembrano dimenticarlo pultroppo). Quindi fatta questa ulteriore precisazione io MI CHIEDO:"perché la gente NON si LAMENTA del fatto che QUESTI aggettivi SI CHIAMANO POSSESSIVI ANCHE SE NON SEMPRE INDICANO IL POSSESSO ma poi moltissime persone si lamentano del fatto che ci riferisce a un gruppo misto di persone o comunque uno di cui non si conosce il sesso o il genere dei membri con quello che essa stessa chiama "maschile" o "finto inclusivo", anche se seguendo il ragionamento che ho appena esposto quello che noi erroneamente (o quasi) chiamiamo:"maschile" effettivamente non lo é?"
Da questo ragionamento possiamo intuire che questo modo di parlare INDICA ANCHE IL MASCHILE, NON SOLO maschile e che viene chiamato solamente:"maschile"per mera semplificazione proprio come nel caso degli aggettivi possessivi da me citati.
2)per le persone con DSA sarebbe molto più complicato scrivere e pronunciare la schwa (ə) [ci tengo a precisare che Io non sono una persona con DSA ma ho avuto modo di conoscere e di confrontarmi su questo argomento con persone con questi specifici problemi].
3) ho sentito MOLTE PERSONE (ci tengo a sottolineare molte perché ovviamente NON TUTTE sono così) che si LAMENTANO perché NON ABBIAMO UN TERMINE USATO ESCLUSIVAMENTE COME NEUTRO MA poi sono le prime a DIRE che IL FEMMINISMO È UN MOVIMENTO CON LO SCOPO DI OTTENERE LA PARITÀ DEI SESSI SIA PER LE FEMMINE SIA PER I MASCHI(perché per chi non lo sapesse non esiste solo il maschilismo ma anche la misandria ovvero un sentimento di odio e di disgusto verso la figura maschile in quanto tale) e che LA GENTE CHE SI LAMENTA DEL NOME DI QUESTO ULTIMO PERCHÉ SECONDO LEI NON RENDE L'IDEA È STUPIDA VISTO CHE IL NOME NON CAMBIA IN ALCUN MODO IL SUO SCOPO; mi potreste spiegare il PERCHÉ? Siamo per caso davanti a un caso di INCOERENZA?
Concludo dicendo che con questo commento non voglio assolutamente offendere le persone che pensano servano dei termini veri e propri per rappresentare il neutro nella lingua italiana, ma come qualcun altro ha già detto nei commenti penso che i fatti siano molto più importanti delle parole.
Vorrei sentire la vostra opinione a riguardo.
P.S: QUESTO COMMENTO MOLTO PROBABILMENTE VERRÀ AGGIORNATO NEL TEMPO.
Io penso che
1) esistono nomi collettivi non solo femminili come folla ma anche maschili come gruppo, stormo, branco etc., quindi non si dovrebbe sottolineare quelli solo femminili
2) chitarrista non è solo un termine femminile ma è invariato e si può usare allo stesso modo per persone di qualsiasi genere, esattamente come insegnante, cantante, assistente e altri, quindi, solo perché finisce per a non significa si possa riferire solo a femmine.
3) dare del lei ad una persona è solo una cosa che si usa e si può anche usare il voi, più formale ma completamente neutro
4) per la storia della pronuncia capisco, ma è come non pronunciare l'ultima lettera della parola, quando non sappiamo cosa dire tuttə emettiamo un suono simile, quindi è solo una questione di abitudine (ci sono anche persone che non pronunciano bene la r ma non abbiamo rimosso la lettera dell'alfabeto o dalla lingua). E come vengono insegnati maschile e femminile alle persone, non dovrebbe essere un problema insegnare anche i termini neutri
Con questo non voglio aprire discussioni, sto solo condividendo il mio parere
Lo schwa è una vocale e, inoltre, è tra i suoni più "neutrali" all'interno del trapezio vocalico: quindi, soprattutto per noi italiani, è molto più semplice e naturale abituarsi a questo suono. Lo dimostra il fatto che molte lingue hanno nel tempo semplificato i propri suoni vocalici nello schwa, come ad esempio l'inglese (in quasi ogni parola c'è lo schwa) ma anche anche molti dialetti in Italia (vedi il napoletano).
Fra mi sei cascato nel momento in cui hai detto che non vuoi offendere chi pensa sia necessario. Qua le offese non bastano, ci vogliono le bastonate...
@@Robilly72 magari se te lo ripeti tante volte crederai anche tu in ciò che hai detto. Perchè io non penso proprio che tu fossi serio dato che una cosa giusta non l'hai detta
@@BliskDeather potrà non essere giusta per te, ma evidentemente altre persone credono sia giusto, non c'è bisogno di attaccare così le persone
Caro Sio, le lingue non cambiano con la sensibilità delle persone, cambiano involontariamente. Se una forma grammaticale cambia non è per sensibilizzare ma perché la gente piano piano si adegua (senza un particolare motivo) a parlare in quel modo
Questa cosa sarebbe corretta se non avessero aggiunto PETALOSO al vocabolario dal nulla e senza motivo se non per la una cosa scritta a caso da un ragazzino che è diventata un meme...
Ah, comunque la sensibilizzazione o l'inclusività possono essere il "senza particolare motivo" come lo è stata la sostituzione di parole dispreggiative e offensive verso persone di etnia non caucasica o persone non eterosessuali o con problematiche fisiche varie. E comunque nessuno è obbligato a usare la schwa, è una cosa che fai perchè pensi sia una gentilezza verso gli altri, mica un cambio drastico dall'oggi al domani
@@NikoNk13 ancora a tirare in ballo Petaloso? Ma non sono paragonabili le due cose
@@NikoNk13 l'avranno anche aggiunto ma in più di dieci anni non ho mai sentito una sola persona utilizzare quella parola
@@EredediIsildur apparte le due persone che hanno scritto i commenti sopra dicendolo
@@flannyspider5878 se su 60 milioni di persone le uniche che la usano lo fanno per criticarla è una prova del fallimento di tale "scelta"
In più non l'hanno usata, l'hanno scritta, per utilizzare una parola la devi contestualizzare in una frase
Guarda, io mi sono riscoperto non binario da ben prima che questa roba avesse inizio, anzi, da ben prima di scoprire che si dicesse "non binario" ad essere sincero. Ma francamente non mi sono mai sentito escluso da un discorso perché non si usasse lo schwa nonostante sono nato in un paese dove esiste il neutrale. Anzi, sinceramente questa storpiatura dell'italiano, perché è di quello che si tratta, quando viene usata (di rado per fortuna), mi fa sentire in soggezione e in imbarazzo. Va bene se fatto per gioco o per scherzarci su, però siamo seri... davvero pensiamo sia inclusivo? Io la percepisco esattamente al contrario. Usare un'espressione diversa quando c'è una persona "diversa" nel gruppo non fa altro evidenziare questa diversità. Davvero pensate che sottolineare questa cosa sia inclusivo? Io non voglio sentirmi diverso, io voglio sentirmi uguale agli altri. Questa cosa può piacere solo a gente con manie di protagonismo.
La percepisco così questa (probabilmente) "moda"... mi spiace Sio.
Sono non binario e concordo
@@DamTec immaginavo di non essere l'unico.
Io fino a qualche anno fa non avevo neanche mai sentito parlare di non binari. Sapevo della disforia di genere e di quelli che intraprendevano il percorso per cambiare sesso; e anche di altri che preferivano non farlo. Francamente ora si sente un po' troppa gente su Internet definirsi in mille modi diversi sempre legati alla questione di genere. E' possibile che in certi casi sia solo una specie di moda fra i ragazzini che hanno bisogno di differenziarsi dalla massa? Te lo chiedo proprio perché ti definisci non binario, ma non ti piace tutto il contorno di politicamente corretto esasperante. Mi puoi provare a spiegare come è successo? Una mia amica trans, ad esempio, mi ha detto che lei si è sempre sentita donna fin da piccola e che per lei operarsi è stata la cosa più normale del mondo. Un'altra (conoscente) invece so che ha preferito non operarsi (però cmq si veste da donna e quindi credo si senta donna). Però continua a restarmi davvero difficile capire cosa significhi non binario in concreto.
Però secondo il tuo ragionamento neanche fare distinzioni trà maschile e femminile andrebbe bene,perché comunque si evidenzia una differenza.per come la penso io indipendentemente dal genere è giusto che ognuno utilizzi i pronomi che lo fanno sentire a suo agio e che non provochino disforia
@@P0nmng00 Ma se ho scritto che è un espressione che mi fa sentire a disaggio (e sembra che non sia l'unico). Hai letto tutto il commento? La distinzione tra maschio è femmina è una distinzione che vi è nel linguaggio parlato da millenni, perciò non consiste in sottolineare un bel nulla. Il tuo è puro sofismo, una trappola fatta di parole ma stai solo ingannando forse anche te stessa. Credi davvero che usare una forma che esiste da millenni consiste nel sottolineare qualcosa? No, perché non si sta cambiando nulla, non c'è alcun ché che attiri l'attenzione o sottolinei una qualsiasi cosa. La distinzione in questo caso è di natura puramente formale e non avviene di certo storpiando l'italiano. C'è una grossissima differenza. Mi sembra assurdo anche doverlo spiegare. Guarda, pensala pure come ti pare, ma ti assicuro che questa moda non fa altro che appagare chi vuole mettersi i riflettori addosso e mettere a disaggio chi è realmente non binario. Il motivo è molto semplice, un linguaggio parlato deve rifarsi in primis al visibile e solo in secondo al astratto. Il maschile e il femminile esiste anche negli oggetti, esisterebbe anche il neutro in alte lingue ma non in italiano. Per quanto riguarda gli esseri umani ci si rifà al sesso fisico, ossia quello di nascita, in tutte le lingue, perché è quello che l'occhio vede, non a quello percepito. Tranne e solo sé questo non è dimostrato con i fatti in modo visibile, esempio i trans. Una donna trans che non fa nulla per apparire di sesso femminile, difficilmente è, appunto, una trans perché la disforia di genere non è manifestata. In questo caso, c'è qualcosa di manifestato? No! Perché dovete rifarvi a qualcosa di percepito se nemmeno riuscite a distinguerlo, e soprattutto come fatte? Una persona non binaria può benissimo essere uguale a una qualsiasi persona, potresti averla vicina e nemmeno accorgetene. Semplice, ci si rifà al sesso biologico. Tutto questo discorso, sinceramente, è davvero ridicolo... ma in modo brutto...
Guarda, dammi retta, forse tu pensi che agendo così stai facendo del bene, ma ti assicuro che così non è.
come ti hanno spiegato in molti l'italiano è lingua flessiva quindi è abbastanza difficile usare lo schwa, diventerebbe un casino e lo trasformerebbe in una lingua davvero poco dutile da usare, e senza contare che nei casi in cui si trovano parole, per esempio, come "vigilessa" o "traduttrice" per il femminile di Vigile e tradutore, esattamente dove dovresti mettere la Schwa? anche perchè se messo su quelle parole, non rafforza la parola neutra, ma ne ribadisce il maschile e quindi rende vano l'uso dello Schwa.
ma poi è giusto ribadire la cosa più importante di tutte, una categoria Grammaticale non c'entra una beata mazza con il genere biologico, ed è purtroppo da disinformazioni di questo tipo che la gente si confonde ancora di più.
basterebbe non offendersi quindi, io non sono contro l'inclusività sia chiaro, ma usare la schwa andando a cercare i casi solo dove si può ed ignorare quello dove non si può, finirà solo per creare confusione, quindi esattamente non mi pare la strada sensata da intraprendere, anche perchè se non è applicabile ovunque, si finirà per creare un minestrone che genera solo disinformazione.
l'inclusività non la si fa poi solo con le parole, ma con atti concreti.
tra l'altro la questione shwa è finita suo malgrado per generare delle fazioni sociali e delle correnti poltiche di contrapposizione, e già solo per questo motivo, è finita per diventare divisiva in quanto il suo uso o il suo non uso, impone una scelta politica e uno scontro ideologico alla sua base. in genere le rivoluzioni linguistiche devono apparire prima nel popolo e poi vengono normale dalla società, ma in questo caso, vi è un'uso strumentale e politico e questa cosa la renderà per forza indigesta a una gran parte della popolazione. quindi finirà per diventare d'uso con tutti i limiti connessi dal caso (esposti sopra,) solo a una sua parte. E non verrà usata e mai sarà usata in chi non si riconosce in quella fazione. E diciamocela tutta, una volta che questo fonema (non so neppure se è giusto chiamarlo così) è stato targettizzato politicamente, si è come dire, bruciato.
L'Idea che lo schwa rappresenti tutti quindi è solo una convezione ideologica, ma di per se il suo uso, genera più divisioni di quelle che intende sanare. secondo me bisogna cercare altre strade, questa non va bene.
più concrettamente sio, bisogna insegnare alle persone ad essere inclusivi nella vita di tutti i giorni e se solo questo divnetasse realtà, il problema della lingua è superabile senza fare un bel niente.
Questo uomo ha appena scritto la divina commedia
Non è che ha scritto la divina commedia. La bibbia (comunque non intendo offendere nessuno)
Concordo
Sarà copia e incolla sicuro
Tieni, ti è caduta questa: 👑
Credo che l'equivoco di fondo sia dovuto al fatto che il "maschile sovraesteso" sia considerato come una declinazione "genitale" discriminante quando invece risulta essersi evoluto come semplificazione linguistica di buon senso per includere ogni individuo in un gruppo a prescindere dalla "genitalità" ed evitare di fare elenchi della spesa infiniti ad ogni presentazione (perché vi ricordo che nell'ipotetico gruppo ci saranno sicuramente il non binario che vuole il neutro perché tutti ce l'hanno con lui , la femminista incazzosa che vuole il femminile esclusivo, l'uomo di benitiana memoria che vorrebbe un mondo a misura di testicolo...ma vi svelo un segreto: il mondo è fatto principalmente di persone equilibrate che non rimangono scandalizzate dall'uso della lingua e che pensano di combattere la discriminazione su altri fronti e con altri mezzi). Da qui a sentirsi additate come vittime inconsapevoli del patriarcato ingangrenito ce ne passa. Da donna non mi sento colpita nella mia intima percezione dell'io né penso di ledere la dignità altrui se, assieme ad altre persone di qualsiasi genere e orientamento, accetto di essere accolta con un trasgressivissimo "ciao a tutti"! Facciamocene una ragione e se non vogliamo farcela che ognuno parli come vuole senza imporre niente agli altri in maniera così acritica e se desidera essere considerato neutro ha sempre la libertà di poterlo comunicare: sta alla sensibilità della persona di fronte rispettare le sue volontà. Se la persona risulta non accogliere la richiesta è ovvio che agisca in maniera discriminante. Ma ripeto che non ci sarebbe bisogno di specificare alcuna genitalità a priori proprio perché nella lingua italiana ci si esprime al plurale con un maschile sovraesteso che nulla ha a che vedere con le gonadi.
Sono completamente d'accordo con te. Alla fine si tratta di Buon senso.
io onestamente la trovo una cosa, mi perdonerete, un po' ridicola, perché, per esempio, usare il maschile in questi casi é una convenzione, come tutta la lingua alla fine, non é sessista. E se comunque ci stanno quelli che si sentono discriminati, penso che la lingua dovrebbe essere l'ultimo dei loro problemi, perché di certo le discriminazioni non si risolvono con una cosa del genere, che non fa altro che storpiare una lingua aggiungendo un suono "estraneo".
Onestamente sto fatto dell' inclusività, del politically correct (che spesso non é altro che una GRANDISSIMA forma di ipocrisia) etc. sta davvero cominciando a seccarmi 🤔🤔🤔
Grazie al cielo qualcuno che ragiona bene sulle cose ogni tanto... Io personalmente poi continuo ad essere dell'idea che, continuando a cercare di integrare, senza particolare necessità alla fine, anche quelle persone che non si sentono integrate a priori, si tenderà sempre più a creare una falda di diversità forzata, proprio perché nel mentre si cerca di assottigliarla con sistemi poco adatti e forzati, questo non fa altro che sottolineare una diversità che magari invece nessuno andrebbe a calcolare in modo particolare.
Spero di essermi spiegato in qualche modo...
Perfettamente d'accordo
@@michaelvincenzosedici7411 lobotomizzato
"io un suono ce l'ho"
"a si? quale?"
*BEEP*
La domanda è: Perché qualcunə dovrebbe sentirsi esclusə... solo da una lettera?
A me sembrano loro quelli scemi!
Mi sembra che esistano discriminazioni ben più importanti, piuttosto che mettersi a parlare come Cattivik.
Quando le persone hanno un quoziente intellettivo parecchio basso è quello che succede
Mi aggrego
La cosa che fa più sorridere è che nel video parla esattamente del tipico maschio cisgender che pensa esattamente come te, e nonostante ciò ti comporti nello stesso modo descritto dal video.
@@yoketsume5729 🔥🔥🔥🔥🔥🔥
@@yoketsume5729 il fatto che un video dica una cosa, questo non la rende automaticamente vera o giusta o sensata.
Il commento dice apposta che per me questa cosa non ha senso, come il doversi inventare/importare parole nuove senza senso.
Buona risata, ciao.
“Mi sento escluso perchè includi gli altri” - letteralmente la forma mentis reazionaria di base
Con "mi sento escluso perché prendi per me una decisione che io non ho voluto" forse si capisce meglio la forma mentis reazionaria
@@gliinvidiosidirannoaftereffect Che sarebbe quello che fanno tutte le persone quando non usano il neutro. Quindi il tuo commento fa capire la forma mentis reazionaria dei non-binari.
@@EliaCupperi Il neutro, in italiano, NON ESISTE. Le sue funzioni, storicamente, sono state sempre assolte dal maschile: questa è la realtà delle cose. Lo schwa, a mio modo di vedere, non è e non sarà una soluzione accettabile, perché del tutto incompatibile con le origini e lo sviluppo della nostra lingua neolatina. Che, detto per inciso, è bellissima così com’è. Un progressista.😉
@@EliaCupperi in uno stato democratico ognuno di noi, quindi anche i non binari, esprimono la propria su determinati argomenti. Se si usa il maschile come neutro non è perché l'ha deciso un singolo tizio, come invece sta facendo Sio. Un conto è proporre un'idea, altro conto è essere reazionari contro i mulini a vento
Fiero di essere reazionario.
"Tutte queste soluzioni fanno schi...", e onestamente pure la schwa fa abbastanza schi per me, sia da leggere che da sentire in un discorso.
fra schifo si può dire tranquillo shahaha comunque concordo non userei mai io parlo Italiano e basta
Dr. Sio veramente mi ha fatto morire
3:10 molto discriminante questa affermazione, se sono femmina non posso essere contro la ə o non trovare che il maschile sovraesteso vada bene? perché discriminare un gruppo di persone preciso?
Da persona che studia linguistica, capisco l'intento del voler introdurre la schwa, le motivazioni dietro sono sicuramente nobili, ma grammaticalmente parlando sarebbe un suicidio: la grammatica di una lingua è estremamente difficile da cambiare, non è come voler cambiare un sostantivo. Se si introduce un nuovo termine non è poi un gran dramma (vedi "petaloso"), ma se si vuole introdurre un suono che va ad inficiare la concordanza tra articoli e affissi delle parole, ecco lì abbiamo un problema grosso come una casa, perché la lingua che ne risulterebbe sarebbe non dico incomprensibile ma quasi, andando quindi a privare la lingua del suo scopo: quello di comunicare efficacemente. Inoltre, tra i commenti è stato sollevato un punto che non avevo considerato ma che trovo altrettanto importante: andrebbe ad escludere tutte quelle persone che già faticano con la lingua attuale (vedi dislessia e simili). Quindi la schwa fallirebbe anche in questo senso, perché se il suo scopo è quello di voler includere, farebbe esattamente l'opposto. Per il momento la vedo come una soluzione poco efficace e di difficilissima attuazione
Nobili no sicuramente
MA COME FUNZIONEREBBE PER GLI ATRICOLI I MIEI AMIC* LE MIE AMICH* MIEI .. MIE.... ????????? @@frentiz9209
L’idea è buona ma vedo un po’ di difficoltà col inserirlo nella parlata comune, perché non è come they chr era già presente e veniva usato nello stesso modo (che adesso è semplicemente più comunemente usato) questo è aggiungere un altra declinazione.
A me piace l’uso della Schwa má poi vendendo bene la vedo difficile da applicare
Sicuramente è più difficile di they, il proliferare di molte alternative diverse è proprio perché noi un corrispettivo del they singolare non lo abbiamo. Vediamo fra 20 anni come va!
Per chi non ha lo schwa eccolo
ə
@@michiamodemon3039 non è questo che intende, è un suono che non è proprio dell'italiano.
@@scottecs ə adoro
Ho ascoltato vari linguisti, cioè professionisti che studiano l'anatomia e la fenomenologia della lingua italiana.
I professionisti spiegano che il maschile non marcato non centra niente con il maschilismo, sessismo e patriarcato.
Suggerisco a tutti di cercare le considerazioni degli esperti. Così da capire perché nelle lingue neolatine è scomparso il neutro ed è stato sostituito dal maschile non marcato.
In merito alla pronuncia , è innegabile che la musicalità sia inascoltabile.
Riguardo la sceva, traduzione in italiano di schwa, la pronuncia inscrivibile non è fattibile per l'apparato fonatorio italiano, poiché facilmente equivocabile con una E oppure con una A.
Questi neologismi provenienti da femministe o da comunità omosessuali, nascono con l'intento di includere alcuni, ma di contro escludono altri, vedi gli italiani che non hanno un'ottima padronanza dell'italiano, gli stranieri che non conoscono così bene l'italiano ed i dislessici.
Sono forzature già morte.
Questa è la cosa più giusta che ho letto.
Non è una questione di essere maschilisti è che il maschile in italiano funge anche da neutro.
Tecnicamente il femminile serve a identificare qualcosa di non maschio, e tutti coloro che sono maschi, non binary o altro ricadono nel neutro (che noi chiamiamo maschile ma che di fatto non lo è in senso stretto).
Poi sinceramente trovo inutile soffermarsi su una mera abitudine grammaticale e parlarne come se fosse una discriminazione (la grammatica non nasce con lo scopo di escludere o di offendere qualcuno).
Piuttosto risolviamo i problemi veri come le disparità di salario e la mancanza di diritti civili per la comunità LGBTQ+.
Inoltre introdurre suoni nuovi in una lingua che non li utilizza è il miglior modo per mandarne in tilt il sistema grammaticale e verranno sempre percepiti come corpi estranei.
Le cosiddette lettere "straniere" (j, k, w, x, y) non hanno questo effetto perché si usano solo con le parole straniere oppure non introducono nuovi suoni: la y per esempio ha lo stesso suono della i e la j suona come la g.
"Non è una questione di essere maschilisti, è che abbiamo un'impostazione di pensiero maschilista".
Ok, grande differenza.
Ah, e da parte di una persona bisessuale e non-binaria, risparmiaci il tuo benaltrismo. Sì, ci sono tanti problemi da risolvere e tanti passi avanti da fare, ma non sono mutualmente esclusivi, e questo uso strumentale della nostra discriminazione è solo un modo per sputarci in faccia. Senza contare che, se ti interessasse veramente qualcosa, sapresti che per lavorare su questi problemi servirebbe creare spazi di discussione appositi, usarli come polemica contro altre proposte non solo non aiuta, ma anzi è un modo per evitare che venga fatto qualcosa di concreto per risolverli.
@@themantyf1116 a me interessa, e anche molto, solo che questo non è un problema quindi è stupido metterlo di fronte ad altri che invece sono problemi per davvero.
Il fatto che tu mi risponda così significa che non hai capito il mil discorso.
È una questione di evoluzione della lingua che l'ha portata ad avere una determinata grammatica, non c'entra nulla il sesso biologico o l'identità delle persone, sono due cose non correlate.
In oltre l'italiano è una lingua flessiva, che significa che è "programmata" per modificare le parole a seconda dei generi maschile, femminile e neutro.
È vero che spesso il neutro è identico al maschile ma è un eredità latina ed è stato il maschile ad assumere le fattezze del genere neutro non è il neutro che è stato inglobato dal maschile.
Inoltre quando si apostrofa una folla dicendo "tutti" è chiaro che ci si riferisce alnche a le donne, siamo italiani e conosciamo la nostra lingua, sappiamo tutti che quando si dice "tutti voi" o cose del genere non si parla solo dei maschi: perché i quel momento non stiamo utilizzando il genere maschile stiamo utilizzando il genere neutro; la parola è la stessa del maschile plurale ma il contesto è già di per se un elemento disambiguante tra i due casi, senza contare che ci sono migliaia di esempi di parole uguali ma con significati diversi in tutte le lingue, in italiano "tutti" significa "tutti", "tutte" e "tutt*" (non ho lo shwa sulla tastiera) quindi, come vedi, nessuno è escluso.
Quindi ripeto, la grammatica non è sessista e non discrimina, quindi questo problema non esiste.
E dato che questo problema non esiste pensiamo a risolvere i problemi veri..... È un discorso più semplice di quanto sembri.
Prova a leggere anche i commenti degli altri sicuramente c'è chi lo spiega meglio di me.
@@jodygrottino8257 @Jody Grottino se ti interessasse non faresti benaltrismo per nasconderci. Le persone come te sono sempre pronte a parlare degli altri problemi che ci sono quando si tratta di trovare una scusa per non fare nulla, ma poi quando si discutono quei problemi svaniscono all'improvviso, non prendiamoci in giro.
Che poi, qui sei stato tu il solo a metterlo davanti a quei problemi, quindi è pure un commento ipocrita.
E no, "tutti" non è inclusivo, né per le donne né per noi persone non-binarie. E se delle persone non-binarie ti vengono a dire che è un problema sulla base della loro evita personale e quotidiana, magari invece di parlare con condiscendenza dando per scontato che siamo ignoranti che non conoscono le sottigliezze della lingua italiana prova a pensare che magari parliamo per esperienza e ne sappiamo un pochino di più, dato che per voi è un esercizio di stile teorico mentre per noi è vita vissuta. No, perché se non sei in grado di ascoltare su questo mi chiedo come posso aspettarmi che tu sia in grado di ascoltare e accettare critiche e cambiamenti nella concezione della società ben più radicali che dovresti fronteggiare per risolvere gli altri problemi dietro cui continui a nasconderti. Ah, e non ci sono persone che lo spiegano meglio, ripetete le stesse cinque stronzate in salse diverse, che sono anche quelle affrontate da Sio nel video. Date l'impressione di aver speso così tanto tempo a studiare teoricamente la lingua da aver perso la capacità di comprenderla.
@@themantyf1116 sei sicuro che gli altri vogliano nasconderti ed escluderti e che non sia tu a soffrire di delirio persecutorio? io proverei ad andare almeno da uno psicologo...
@@CavaliereNero17 sicuro no perché non sono un uomo.
Per fortuna che usare il maschile sovraesteso non ha influenza sul nostro modo di pensare.
Poi va be', abbiamo la terapia usata come insulto e l'attacco ad personam, quindi il livello già è alto, e il non sapere che la terapia può essere un azzardo per categorie marginalizzate (tipo una persona transgender) perché non moltə sanno gestire quelle situazioni è un altro indice di quanto poco tu conosca sulla questione.
Sio sei davvero un grande! sono ftm e uso sia i pronomi maschili che quelli neutri ed ho avuto appunto delle difficoltà in italiano con questo. Mi rende davvero felice vedere dell'informazione su questo anche in Italia :D
Ftm? In che senso hai avuto problemi con l'Italiano?
Io sono maschio cisgender e sinceramente non mi sento offeso se mi si rivolge al femminile. I discorsi sono fatti per comunicare un concetto, prima che un sentimento di gentilezza. Quel che conta è l'animo di chi parla, se io sono omofobo l'uso dello schwa non mi rende inclusivo
👏👏👏
idem, benché io possa avere una vistosa barba e lineamenti chiaramente maschili, se chi si riferisce a me lo fa usando termini femminili non crea in me alcun cruccio. Si sta riferendo magari a me come PERSONA, che è un termine femminile. E quando usa il maschile penso si rivolga a me come ESSERE UMANO, che è un termine maschile. Io penso che per superare questa cosa, essendo che il problema sta nelle categorie di MASCHIO e FEMMINA, per l'inclusione delle persone non binarie nei discorsi sia utile riferirsi ai propri interlocutori come PERSONE, ESSERI UMANI, o PARASSIT DEL PIANET TERR.
Ok? Ma non era...su di te il video
Verissimo
La soluzione esiste ed è più semplice.
Buongiorno a tutti i presenti.
Un benvenuto a tutte le persone del corso.
Un saluto a tutti coloro che ci ascoltano.
7 è la misura massima di ogni cosa
Ho un amico che non si identifica in entrambi i generi e quindi gli ho mandato il video... credevo che mi rispondesse che fosse una buona trovata, ma invece mi ha risposto "Sono questi i veri problemi del mondo da risolvere"... e niente... Un po' me lo aspettavo perché è un po' come Secco di Strappare Lungo I Bordi... Comunque personalmente non ho mai pensato che parole come "tutti" potessero risultare poco inclusive, perché mi sembrava sottinteso che non si intendessero solo i maschi... Poi io ho sempre dato del lui o del lei semplicemente in base al sesso che avevano e non al genere che sentivano, ma forse sono io che ho una mentalità semplice.
"Ho un amico che non si identifica in entrambi i generi" dicendo la parola amico (riferendoti al maschile) non stai effettivamente discriminando in quanto quella persona è non binary (?). Per questo può essere utile lo schwa (era per fare un esempio concreto del effettivo utilizzo).
il vero problema del mondo è che la somma delle intelligenze è costante ma la popolazione aumenta
@@UmilioFido bruh
Ma... ma... No, hai ragione...
@@tonno7103 Io e altri amici gli diamo del lui e non si è mai offeso. Infatti quando mi sono accorto di questa cosa glielo pure chiesto. Mi ha risposto che anche lui si definisce al maschile, ma solo per il sesso e perché ha l'abitudine, ma non per il genere. Ma naturalmente ognuno di noi è fatto in modo diverso, quindi qualcun'altro potrebbe offendersi. (Anche se mi sembra un po' assurdo visto che alla fine è una piccolezza, specialmente se si sente accettato nel gruppo).
Ho letto un commento da parte di una persona dislessica che descrive le rogne che gli porta la Schwa e volevo collegarmi da disgrafico: se questa lettera venisse resa ufficiale, io non potrei più scrivere nulla a mano in tempi umani(e già di base devo andare piano per avere il tutto leggibile).
Tutte le altre ragioni di interesse più generale sono già riportati da molti altri nei commenti
Ditto al 100%. Già noi disgrafici dobbiamo praticamente lottare contro la nostra mano (so che sembra strano) ogni volta che vogliamo scrivere qualsiasi cosa, dato che ci viene istintivo passare da una lettera all'altra senza neanche allineare o completare la scrittura della precedente all'interno di una parola; se a questo si aggiunge la pianificazione per un nuovo grafema mai visto prima nella lingua italiana, e che stravolge completamente la sintassi, che cosa dovremmo fare? Abbandoniamo l'italiano e facciamo che scrivere direttamente in inglese e via (si scherza ovviamente).
Non può essere resa ufficiale, non esiste un organo legiferante in Italia in materia linguistica… l’accademia della Crusca non è l’Academie Française
Alcuni studiosi ritengono che lo schwa non sia per nulla inclusivo, e che serva solo a "scassare" la comprensione logica di un testo (anche perché privandosi della desinenza ci si priva del numero, oltre che del genere), e che intervenire su una lingua in questo modo ha conseguenze importanti e imprevedibili
Ho adorato ogni parte di questo video ❤
4:28
Fa ridere perchè è lo stesso identico scenario di chi dice di non sentirsi incluso dal "tutti" (quindi si ritorna al "problema" iniziale)😂
Questo video è un'immensa contraddizione
Qui si capisce che nemmeno loro ne capiscono il senso
@@BliskDeather esatto
@@BliskDeather anche perchè, per essere "inclusivi", basta davvero un niente e non servono nemmeno ə, *, @ etc.
Basta dire "buongiorno a tutte le persone presenti", se proprio causa fastidio la forma in -i perchè non si hanno le competenze necessarie per capire che funge pure neutro, essendo che il maschile plurale è non marcato😅
no...? letteralmente dice che tuttə include uomini, donne e nonbinary
chi sarebbe escluso, scusa?
Io sono dislessico e non riesco mai a leggere la frase in modo corretto con questa bellissima carineria inclusiva... Che mi esclude.
In questo caso enby come me ti vengono incontro con un solo pronome o entrambi.
@@Noctifer-n1h grazieeee della gentile concessione
Per il plurale penso che questo sia un problema inventato dai social, sbaglia chi pensa che il plurale maschile si rivolga solo agli uomini. Il plurale maschile è neutro non si riferisce solo a uomini ma a tutti gli individui.
La retorica a favore dello schwa ha consenso perché sui social il plurale maschile è presentato come non inclusivo e quindi cattivo. Cosi facendo si attiva quel meccanismo psicologico per cui se una cosa non è negativa ma molti la presentano come tale col tempo si finisce per vederla come tale. Per tutta una vita si è andato a scuola e quando la prof si rivolgeva alla classe con ragazzi si aveva chiaro il concetto che "ragazzi" si riferisse a un gruppo di individui e per la testa a nessuno sembrava che si rivolgesse solo ai maschi però poi sentendo discorsi sui social che ci vedono del marcio si finisce per vederci del marcio. L'unica differenza che vedo rispetto a un mondo più inclusivo è che oggi in quel "ragazzi" si da per scontato maschi e femmine in futuro si darà per scontato maschi, femmine, trans, non binary etc.
In più non capisco il rivolgersi soltanto ai maschi etero cis nel momento in cui si parla di obiezioni. Ci sono persone che fanno parte del mondo lgbtq+ in disaccordo, ragazze quanto ragazzi e in più io sono venuto a conoscenza delle obiezioni alla schwa proprio da linguiste, non uomini. Poi le obiezioni non sono banali come "non mi sento rappresentato dal tutt".
Ultima cosa, il discorso "tutti" non è neutro ma si rivolge solo agli uomini è molto simile a "lei" come terza persona singolare non va bene perché ci si rivolge con il femminile a tutti.
Il tuo problema è che parti dai sbagliati presupposti:
il plurale maschile inclusivo esiste
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alcuni ci vedono un problema
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questi "alcuni" pensano che il plurale maschile si riferisca solo agli uomini.
Caro, ciò non l'ha mai detto nessuno, anzi si è detto che il problema, che tu hai mancato, è che si debba utilizzare il plurale MASCHILE per identificare individui maschi, femmine e non binary.
@@molochpagano9858 il plurale maschile in italiano diventa anche plurale neutro. È grammatica di base. Il fatto che alcuni vedano questo come un problema, fa si che io prenda la loro opinione e la usi per sciacquare il pavimento dopo averci cagato sopra. Non sempre le maggioranze hanno ragione come non sempre la hanno le minoranze. Chi si lamenta del plurale neutro è un frustrato che meriterebbe soltanto la flagellazione. Ma purtroppo in italia esiste la libertà di opinione e quindi sta gente non può pagare per i loro crimini
@@BliskDeather la domanda è: perché per il neutro dobbiamo utilizzare il maschile?
@@molochpagano9858 semplicemente perché anche se normalmente una lettera (quindi un suono) si riferisce al maschile, in queste condizioni, lo stesso suono, lettera o quel si voglia perde il significato maschile e diventa neutro, e se ti chiedi perché è stato usato il maschile è perché semplicemente è lo stesso motivo per cui poteva anche essere il femminile, ovvero per semplicità, infatti tutt'ora non capisco il motivo per cui ci si debba sentire arrabbiati per un semplice suono, non sentendosi inclusi anche se il suono stesso è inclusivo in quella determinata situazione
@@theyaire la gente che si sente offesa lo fa solo perchè vuole avere una ragione per sentirsi discriminata così da potersi fingere una vittima del "Sistema oppressivo e patriarcale che non accetta le minoranze e fa di tutto per limitare le libertà di chi è diverso dagli altri". In pratica hanno un complesso di inferiorità tale che loro stessi si sentono costantemente presi di mira anche se in realtà a nessuno fotte una sega se si sentono maschi, femmine, sgabelli o torte di mele. Mi va bene tutto finchè non vi prendete il diritto di obbligarmi a modificare il mio stile di vita, per esempio devastando la mia lingua. Grazie.
(ovviamente quando dico "vi" mi riferisco a quei disabili che si sentono offesi dal plurale maschile come neutro, non a te)
Sinceramente siamo andati avanti così 4000 anni mi chiedo perché proprio adesso dobbiamo farci problemi
La lingua italiana cambia, è molto dinamica, basti come esempio che all''epoca di Carducci la parola "piogge" era scritta "pioggie", errore madornale per i tempi di adesso, prima la regola "se al singolare è presente una consonante prima della c/g allora al plurale la i non si mette", come Arancia/arance o ciliegia/ciliegie.
I tempi sono cambiati e le persone non binarie esistono sin dai tempi dei babilonesi ma le lingue antiche non facevano differenze tra maschile e femminile o neutro, il greco uguale, dopo un grande periodo di repressione le persone non binarie si sono fatte avanti e giustamente reclamano certe cose, come le donne e i non binari vogliono essere inclusi nel plurale esplicito e parlare il modo inclusivo e non virecentrico come la lingua italiana è sicuramente meglio di come si faceva prima, se abbiamo la possibilità di far del bene facciamolo. Nel video si capisce talmente bene quanto essere contro sia stupido visto che è "per bambini" eppure molte persone continuano a sbattere la testa nell'aria.
@@cassandracocchetti4882
tu usi lo scevà? parlando o scrivendo?
e le concordanze di aggettivi e coniugazioni verbali e pronomi?
per favore, posso chiederti di farmi vedere un utilizzo pratico in un testo, anche breve?
Piccolo pensiero che può essere condiviso o meno: lo Schwa non è funzionale come si pensa.
Ma perché?
Premettendo che il mio discorso è prettamente linguistico, pur non avvertendo io la necessità di introdurre una regola ad hoc in una lingua, analizziamo per bene la cosa.
Il latino aveva 3 uscite: us, a, um.
Nel passaggio all'Italiano si devono però prendere come oggetto di studio i casi in accusativo, dunque um, a, um.
Col passare del tempo, le consonanti finali M S e T sono cadute, lasciando dunque come finali delle vocali in questo caso la U, anche nel neutro (tanto da avere in italiano sostantivi "maschili" che hanno il genere "femminile" al plurale).
La U poi, col fiorentino e il famoso dolce stil novo, si è aperta in una O, tanto da generare la famosa desinenza che tutti conosciamo al maschile.
Ora, se, paradossalmente, si volesse creare ad hoc un genere neutro per l'italiano, questo, almeno al singolare, non potrebbe che uscire anch'esso in O, ma attenzione, non per una scelta "maschilista", bensì per un mero processo storico-linguistico. La cosa si risolverebbe dunque in un neutro uscente in O al singolare e, magari, in un plurale uscente in A, ma anche in questo caso non vi sarebbe altro che maggior confusione semantica, sintattica e morfologica. Non ne varrebbe comunque la pena.
Siete pregati di non rendermi oggetto di attacchi di sorta, poiché da parte mia attacchi non ve ne sono stati né mai vi saranno.
Peace and love, o che so io.
Concordo 👏🏻
Bel commento
Ottimo
In questo senso, un neutro italiano allora esiste già: osso, uovo, dito... (non a caso generalmente provengono da neutri latini)
@@lorenzomurrone2430 ma assolutamente sì, per questo un neutro sovraesteso creato ad hoc non farebbe altro che creare fraintendimenti per chi parla quanto per chi ascolta
Mi spiace Sio ma questo è il mio video schiferito del tuo canale. Oltre all’enorme quantità di problemi già letti qua sotto non riesco a capire in che modo la stramega maggioranza debba distruggere una lingua secolare per una minoranza la quale spesso e volentieri preferisce mille mila altri termini che non siano il “simbolino simpatico”
Ti appoggio
perché secondo te le donne sono una minoranza
I trans
I non binary
@@ilpollo2358 le donne no, ma i trans e i non binary sono oggettivamente una minoranza. Poi mettere sullo stesso piano donne, trans e non binary non ha senso: le prime sono un sesso biologico O se lo vuoi intendere come tale, un genere; i secondi hanno cambiato sesso e i terzi sono un genere a parte
Attualmente mettere il genere "neutro" sarebbe un grosso aiuto nel greco, soprattutto se lo mettono negli articoli,ma può anche essere d'aiuto con le declinazioni latine così c'è più familiarità tra le 2 lingue e l'italiano.
Ciao minex
Minex ma ke kombini
sinceramente anche a me piace dire "è andatu/ sono andata"
Diciamo, perché il neutro, sia in greco che in latino, non é riferito alle persona, ma alle idee astratte per il latino, e ai frutti per il greco. Quindi capisci che dovremmo creare un nuovo genere facendo il doppio della fatica
Ciao ragazzə
mi identifico come elicottero da guerra. ə mi fa sentire molto inclusə. non a tutti piace riferisti a gli eli/cottero con i questi pronomi ma ə semplifica tutto. Ciao bellelicottero diventa ciao bellə ed è molto più semplice pure da scrivere per me e gli altri.
Attack elicopter brrr brr brr
Based
Leggendo sto commento mi stanno venendo numerose ischemie
@@shadowghost5095 ok
Basato.
Come disse il Cap: “So, the comment section isn’t going as you expected”
L'inclusività non si dimostra mutilando una lingua. Quando si dice "benvenuti" è ovvio che ci si rivolge alla totalità dei presenti e non solo ai maschi. Sentirsi esclusi non ha senso, quando è chiaro che l'intento di chi parla non è escludere. L'intera questione della schwa è incredibilmente pretestuosa.
Solo un malato psichiatrico può proporre una cosa del genere, del "genere" 🙄
No ma infatti siamo alla follia
Mutilare una lingua??? Da che pulpito poi che l’italiano è una variante artificiosa del toscano fiorentino, creata a tavolino da dei fanatici etno-centrici?
Ma infatti, l'inclusività si dimostra con i fatti e con le cose pratiche, non certo con queste piccolezze insignificanti che servono solo a rovinare una lingua
@@francescobortot4929 Per cortesia, non cadiamo nel benaltrismo… Ti viene a bussare sotto casa la digos se non usi la ə? No! Compromette anni di lotte per i diritti umani? Non mi sembra, addirittura è stata proposta e praticata dalle “minoranze” stesse, che spesso le si rimprovera di non autodeterminarsi, non prendere posizione... Ma poi sti termini forti mi fann sorridere, “rovinare una lingua” ? Come se aggiungere una lettera in più, che descrive un suono della lingua già esistente, usata addirittura per esprimere UN solo concetto, la stravolgesse così tanto = ) E invece i continui inglesismi che stanno impoverendo il lessico, quella non è una rovina? Io dico perchè la gente non si lamenta che non c’è lavoro, sono alzate le bollette, invece di polemizzare su una proposta linguistica, pregiudicata solo perchè si è troppo pigrə a cambiare certe convenzioni apprese passivamente? Che poi chi si lamenta della ə, spesso mena il torrone a chi dice euri anziché euro
Non sono una persona non binaria ma di recente ho avuto modo di parlare a fondo con una persona che si definisce tale e che, contrariamente a quanto si pensi, trova più offensivo questo tentativo di trovare nuove terminologie rispetto ad un “generico” maschile inclusivo. Anche perché questi cambiamenti lessicali andrebbero ad influire anche con tutti gli altri elementi della frase (quali gli articoli) e ciò renderebbe ancora più scomodo esprimersi.
L’inclusività non la si ottiene così. Cambiare un elemento della lingua non per tutti è positivo, basti vedere appunto tutte le sindache che pretendono comunque che con loro venga usata la parola “sindacO” sostenendo che una parola è indifferente se maschile o femminile ma conta il suo significato e differenziandola non fai che sottolineare una differenza. Che detto così sembra una contraddizione con quanto detto sopra ma non bisogna intendere le parole soffermandosi se sono maschili o femminili, non è quello che aiuta l’inclusività. Mi raccontava questa persona con cui ho fatto amicizia che nel gruppo che frequenta sono più infastiditi da queste “forzature” che contenti perché sentono che invece di farli sentire normali come vorrebbero non fanno che sottolineare che le altre persone per far sentire anche loro “normali” debbano forzare le cose. Mi ha intristito molto questo fatto. La lingua non è il problema, è la mentalità della gente. Ma la gente troppo radicata nel pensiero antico non si riesce a smuovere… basti vedere come è andata con lo Zan… dobbiamo rendere il fatto che ci sono persone non binarie una cosa fluida(appunto) senza marcarci la mano perché sennò non farà altro effetto se non enfatizzarne la differenza agli occhi di chi non capisce.
Un po’ come quando censurano le parolacce con i bip. Da piccolo notavo molto di più le parolacce quando venivano censurate che quando non veniva fatto perché quel bip le enfatizzava, attirava l’attenzione in quel momento specifico in cui veniva detta la cosa che non dovevi sentire.
Non è rendendo la lingua più scomoda e dal suono “rotto” che si aiutano queste persone a sentirsi parte del tutto. È facendole sentire parte del tutto e basta, senza farli sentire diversi sottolineando che sono diversi quando vogliono sentirsi al pari degli altri.
Amicə, un poema
Uuuuh, sì, spoiler, sono le persone non binary che hanno iniziato ad utilizzare il carattere quindi qualcuno che ha bisogno dell'inclusività nel linguaggio esiste. E in ogni caso non è questione di rompere la lingua, magari non è il suono ottimale la scevà, ma ci si può sempre impegnare a trovare una soluzione migliore e, tra l'altro, a noi fa strano perché siamo abituati al maschile sovraesteso, però se venisse insegnato ai bambini piccoli lo integrerebbero tranquillamente nel loro linguaggio, d'altronde la scevà esiste anche nel napoletano quindi
Bellissimo commento
@@il_Giollo “Sono le persone non binary che hanno iniziato ad utilizzare il carattere”.
Sono ALCUNE persone non binarie e/o alcuni segmenti delle persone LGBT ad avere cominciato ad utilizzarlo, ciò non significa che tutti in quella categoria supportino questo cambiamento, anzi, molti “non etero/non cisgender” non si sentono minimamente rappresentati dalla cosiddetta “comunità” e le cose che spesso sostiene; più volte nel corso degli anni ha dimostrato di essere ipocrita e di avere atteggiamenti tutt’altro che inclusivi.
È meglio che ognuno parli per sé come individuo, anziché avere l’illusione di avere il supporto da qualcuno solo perché genere o orientamento sessuale sono in comune.
Ma poi, comunque, come già spiegato da diversi linguisti (con rare eccezioni), non è fattibile per diversi motivi l’inserimento ufficiale della “ə” nella nostra lingua, anche se nessuno ti vieta di usarla con una persona non-binaria nel privato qualora te lo chieda.
Secondo me basterebbe semplicemente pensare che quando si usa il maschile non marcato ci si sta riferendo a una totalità di individui, il cui genere e/o organi sessuali non sono minimamente contemplati in quel dato momento.
@@Andr3__ sicuramente la comunità lgbtq+ ipocrita e non inclusiva certo, vorrei vedere delle fonti in merito grazie, che non siano commenti su Twitter con dieci like se possibile. A me pare che tante persone siano d'accordo con la scevà (altrimenti non verrebbe usata duh) e l'inclusività serve proprio a questo, a rappresentare le voci più deboli, per questo dico che dal momento in cui la comunità dei non binary o comunque appoggia questa aggiunta lessicale, non c'è bisogno di argomentare con:"Eeeeh ma io ho un sacco di amici non binary e a loro non piace la scevà >:((". Come ho già detto l'italiano è comunque una lingua complessa, un carattere neutro cambierebbe molti aspetti e sarebbe difficile da implementare, ma sicuramente non impossibile. Concludo col dire fanculo al patriarcato e che se ne vada fuori fai coglioni il maschile sovraesteso, il retaggio culturale basta e avanza nella società
Grazie sio. "la gentilezza è come la pizza" diventerà il mio mantra
Sono una persona non binaria e trovo inutilizzabile lo shwa nella lingua Italiana. Meglio fare uno sforzo in più dicendo tutti e tutte, per calcare sull'inclusione, piuttosto che dire tutt che in Italiano suona come un involontario dialetto calabrese (con rispetto per i calabresi)
Ma tutti è già neutro di suo.
Ma l'idea è che altre persone non-binarie potrebbero non sentirsi inclusə da "tutti e tutte"
@@bard8999 sì però é decisamente maschilista, detto da un uomo
Più napoletano direi.
Anzi, il dialetto calabrese sarebbe definito maschilista visto che lì i plurali femminili non esistono.
@@criticorn663 Dovrebbero, non sono esclusi dalla grammatica ma dai transfobici e nbfobici, non da una letterina a cui viene affibiato il genere maschile
sono in disaccordo al 90%.....la lumaca rappresenta il 10% mancante
E poi c’è il coccodrillo
Il riccio
Il porcospino
E tu quante deviazioni hai
Quali
Cantava Vasco
Se ci fosse solo una strada allora sarebbe guai
L'inclusività non sta nella modifica forzosa e ridicola di una lingua, ma nell'estensione a tappeto dei diritti civili. C'è poco da cambiare lettere ad cazzum se poi non riusciamo neanche ad approvare una norma come il ddl Zan.
Ad cazzum? Ma ti sei inventato tu quest'espressione o te la sei letta da qualche parte?
Dire che "una lingua si evolve con la sensibilità di chi la parla" è un'affermazione semplicemente FALSA. Qualsiasi lingua si evolve secondo linee morfo-sintattico-fonetiche abbastanza precise e fisse, studiate in Linguistica, ma soprattutto lo fa "autonomamente", non si è mai verificato nella storia dell'uomo che ci si sia seduti a tavolino a modificare una lingua naturale. Ben venga l'inclusività, ma esistono altri modi rispetto a stuprare la nostra bellissima Lingua Italiana. Dante si starà rivoltando nella tomba.
Non è che ti sta imponendo sta cosa
È una proposta, semplice e chiaro
Se VUOI potresti anche utilizzarlo
Se no va benissimo lo stess
@@shezedks io infatti non vorrò MAI. Ma non è questo il punto del mio discorso, nel quale semplicemente contesto allo youtuber la palese falsità di una sua affermazione. Mi rispondi come se mi fossi lamentato di una qualche imposizione, cosa che non è, se leggi con attenzione le mie parole.
Per risolvere il problema basta usare il maschile come convenzione senza dargli significato discriminatorio
ma comunque le persone non binary non avrebbero un modo per essere identificatx
Che è quello che si è sempre fatto nelle lingue romanze
@@nornazih8741 embè, se non gli piace si rassegnino. L'italiano non ha il neutro perchè è una lingua romanza, l'inglese è invece una lingua germanica. Essere inclusivi va bene ma non sono per nulla d'accordo col dover proprio modificare una lingua per far piacere a un gruppo abbastanza ristretto di persone
Esatto, ma qualcuno deve trovare il modo di rompere i coglioni e fare la vittima. Vaglielo a spiegare che quando si dice tutti non si intende riferirsi ai maschi.
@@franceskinskij ma è un modo per essere gentili e non escludere nessuno. Poi l'italiano cambia sempre, prima non usava lo schwa, ora si :)
0:48 e poi c'è la nostra professoressa di motorie che dato che siamo in 5 maschi e venti femmine, dice "ragazze" comunque ed è bellissimo così
stessa cosa succedeva con la mia di classe: 7 m e 15 f
Io non credo che interagire con un gruppo di persone (miste) rivolgendosi loro con una parola maschile come “tutti” sia discriminatorio è semplicemente italiano, una lingua che non ha nessuna discriminazione implicita
Esatto
Io invece credo che l'italiano sia una lingua maschilista frutto di societá dove la figura predominante era l'uomo. Facci caso spesso la controparte femminile di un termine ha spesso accezioni negative
@@ollichoiii4623 posso essere d’accordo su questo, ma la colpa non è direttamente della lingua quanto delle persone che l’hanno creata, se oggi la consideriamo come “regole da seguire per farci capire” non vedo questo problema.
@@ollichoiii4623 penso sia stupido.Forde pensi al fatto di uomo che lava i piatti, bravo e donna,normale.Mia madre fa la muratrice con papà,e la riempiono di compimenti.A papà non gli dicono nulla.Cosa dovrebbe dire?È evidente che ci stanno delle cose che le donne non sanno fare e delle cose che gli uomini sanno fare.Mia madre non saprebbe stare sul cantiere 8 ore al giorno e fare tutto quello che fa.Mio padre non è bravo a lavare i piatti come mamma o a mettere i panni a posto.Questa non è discriminazione,è solo che la donna è più precisa nelle cose.Quindi,uomo e donna hanno gli stessi diritti ma diverse mansioni e capacità.
@@ollichoiii4623 Se una fetta di popolazione si lamentasse del maschile sovraesteso, lo stesso potrebbero dire gli uomini che, in forma di cortesia, ricevono del "Lei". E con questo? Davvero ci siamo ridotti ad affrontare problemi (che non sono tali) del genere? A me pare soltanto becero vittimismo.
Se ti senti escluso quando uno dice tutti penso tu debba andare dallo psicologo, non è per essere cattivo, è un cosiglio serio, la lingua italiana dice che tutti include tutti, perchè ti senti escluso? questo credo sia dovuto ad altri comportamenti , un pò come quelli che si sentono di avere la società contro, parlarne con uno psicologo potrebbe aiutare, perchè usare lo schwa non risolve il motivo che ti induce a sentirti escluso, lo aggira.
❤
Grazie. Esattamente questo: un fatto di insicurezza grave, causato magari dalla discriminazione etc etc ma sempre un'inutile insicurezza. Tutti va bene per tutti, perchè include tutti. Rispetto per i non binari e le persone trans di ogni tipo, ma tutti include anche loro. Anche tutte, tutte dovrebbe includere tutte le persone, come tutti include tutti gli individui.
A me va bene tutto, basta che si includano e rispettino anche coloro che si rifiutano di usare questa cosa orrenda (sorry) o a cui scappa da ridere quando la sentono. E questo non c'entra niente con l'essere inclusivi o meno. Ecco anzi una serie di alternative per l'esempio del video che la nostra bella lingua ci regala già:
"Bella raga!"
"We gente!"
"Ehi voi!!"
"Ehilà persone!"
"Ciao ciurma!"
"Buongiorno individui!"
...dai Sio non possono non piacerti, gli ultimi soprattutto
Se ti scappa da ridere quando la senti non ti va bene tutto, lol, mi sembra un giudizio abbastanza palese. Comunque sì, ovvio, tutte queste alternative esistono (io stesso cerco di usarle il più possibile perché non riesco a mettere lo schwa permanente nella tastiera) ma esistono situazioni in cui i sostantivi, gli aggettivi e i pronomi devono essere per forza declinati. Cosa fai in quei casi?
@@matteoparatore9348 mi va bene nel senso che se uno ci tiene a usarla per me va bene e non gli impedisco certo di farlo. Però mi viene da ridere :) quanto al resto... "esistono situazioni in cui devono essere per forza declinati..." direi che ti sei risposto da solo!
Se parli di "persone" diventa tutto femminile. È però vero che non funziona se ci si rivolge direttamente ad un gruppo.
@@MaurizioOiziruam No, il termine persona è femminile, come il termine individuo è maschile, ma questo è un altro discorso.
Per la logica di questi mentecatti ci si potrebbe lamentare del fatto che "persone" è una parola femminile, e che quindi implica che io che non sono femmina non sono una persona, o che "individuo" è maschile e quindi stai parlando ai soli individui maschi
ciao Sio, non sono d'accordo con l'uso della schwa. innanzitutto, credo che un dibattito serio sull'inclusività dell'italiano è bene che ci sia ed è un bene che soprattutto da qualche anno a questa parte si stia cercando di trovare una soluzione. io, personalmente, non sono d'accordo su questa soluzione. per una semplice ragione: quella della schwa è una pronuncia che non esiste nella lingua italiana, per cui sarebbe molto difficile anche da insegnare (basta vedere come noi italiani maltrattiamo le pronunce inglesi, che fanno largo uso di questo fonema, proprio perchè nella nostra lingua non esiste). anche oggi chi porta avanti dei dibattiti o comunque si ritiene a favore della schwa fatica a capire come vada pronunciata, per questo io credo che una soluzione sia necessaria, ma questa non sia la schwa. tante altre lingue, hanno risolto senza scomodare suoni inesistenti: lo svedese, per esempio, ai pronomi han e Sun, ha affiancato dal 2015 il pronome neutro hen.
oltretutto, soffre dello stesso problema che tu sottolinei con la u: è cacofonico. non lo risulta in altre lingue perchè, venendo usato da molto tempo, il suo utilizzo si è affinato nel corso dei secoli ed ormai non ci sembra strano sentire parole come "about", cosa che purtroppo è molto difficile da fare con una lingua che è sì viva (e ti ringrazio di aver sottolineato questo concetto), ma che esiste e si è modificata nel corso di 800 anni.
per quanto riguarda la questione del plurale, credo che l'accademia della crusca abbia fatto bene a sottolineare che l'uso della desinenza -i è in realtà generico plurale. purtroppo questo credo sia figlio di una concezione sbagliata della grammatica, per il quale ci viene insegnato che esiste il maschile plurale e il femminile plurale, quando a conti fatti non è così, ma questo non è un problema di lingua, basta semplicemente insegnare le cose per come sono veramente.
per chiudere, io non so quale sia la soluzione, ma è bene che un dibattito ci sia e che venga tenuto vivo, però non possiamo pretendere che ci si debba incagliare sulla schwa senza se e senza ma. io, provocatoriamente, ho proposto l'uso della y per il generico: esiste nella nostra lingua, sia come grafema che come fonema, non è cacofonico e sinceramente se qualcuno dovesse dirmi "sei bellissimy" lo troverei molto molto carino.
EHHH
Con questo puoi studiare l’intera letteratura italiana
La schwa è presente in tutti i dialetti centro meridionali
Il problema è che il suono "y" a voce è identico al suono "i" del maschile plurale, per cui dicendo "Sei bellissimy" sembra quasi di fare una parodia con un plurale maiestatis ("Siete bellissimi").
Mi pare che aggiunga solo confusione in più.
Per Y intendi il suono della "i lunga"? Quella di "Yes" in inglese o che io da romano uso per dire "Daje"? Io ho sempre trovato strano che la J come i lunga non faccia parte dell'alfabeto italiano. Il mio nome è Jacopo e spesso mi trovo a dover spiegare il mio nome non si pronuncia "Giacopo" e perché almeno sulla carta "Iacopo" dovrebbe avere una pronuncia diversa (che poi il nome scriva in entrambi i modi ma si pronunci uguale è ormai una consuetudine). La J già si usa in tantissimi dialetti del centro Italia e potrebbe essere una causa per reintrodurne l'utilizzo.
L'accademia della Crusca ha bocciato a suo tempo con ragioni prettamente linguistiche e non ideologiche. A mio avviso da studente di Linguistica ( ancora in corso ) non è un processo attualmente applicabile. Ricordiamoci sempre che la lingua italiana standard non è copia di leggi scritte prima, ma di come è usata la lingua. Infatti molte parole hanno cambiato la posizione dell'accento perchè usato diversamente nel parlato ( così è successo alla parole Desidèrio, ant. desìderio )
No, dai, non diciamo stronzate sul fatto che fossero ragioni prettamente non ideologiche. Perché se si esaminano le reazioni di tono completamente diverso che hanno avuto per "petaloso" o l'uso di forme dialettali non mi puoi dire che la ragione sia prettamente linguistica.
Senza contare che l'accademia della crusca a priori non può bocciare. La lingua è una cosa viva, utilizzata e in evoluzione, non uno strumento d'antiquariato. Anche fingendo che fosse una posizione priva di ideologia, l'unica cosa che la crusca può fare è verificare se sia italiano formalmente corretto al momento, non ha potere di legiferare sull'uso.
Vorrei far notare che affidarsi alla crusca è un comportamente fallato alla base, perché se si parla di come lavorare per far evolvere l'italiano (perché è questa la questione alla base) ovviamente chi può solo verificare l'italiano come è adesso non riconoscerà il cambiamento (è come guardare gli ingredienti di una torta e chiedere se abbiano lo stesso aspetto che deve avere la torta una volta cotta, la risposta è per forza "no", ma non vuol dire che tu stia sbagliando), quindi il fatto stesso di usare la crusca come metodo di valutazione denota una posizione ideologica di fondo.
L'Accademia...di quasi soli maschi!
E appunto, le regole cambiano seguendo l'uso! Cominciamo a usare la ə, e prima o poi lo noteranno persino loro! 😅
È una scelta politica, eh! Da che parte ti schieri...? 😉
@@themantyf1116 no è falso. La motivazione è linguistica, nello specifico, lo schwa non rientra tra i nostri repertori fonetici, come ae fonetico inglese
@@ugorao6193 certo, sicuramente. Utilizzatelo pure, ma è l'uso che ne stabilisce la regola, non il contrario.
Il bisogno di identificare le parti è segno di insicurezza.
@@tizianomarini4714 "io, mammeta e tu" è una canzone italiana con due schwa nel titolo, il suono lo abbiamo.
Senza contate le parole che abbiamo importato da altre lingue come l'inglese (tipo "sport", che adesso è italiano), mi sembra dubbio dire che non ci sia la schwa, o usarlo come critica quando abbiamo importato tranquillamente altri suoni.
E, di nuovo, se la tua critica a un cambiamento è che si tratta di qualcosa che non c'è ancora, c'è una disonestà intellettuale alla base.
Io sono genderfluid (la mia identità di genere cambia), ti seguo da anni e apprezzo moltissimo questa tua decisione. Ad ogni modo penso che la schwa potrebbe essere una soluzione temporanea, finchè non verrà trovata un'alternativa migliore. Io e la mia migliore amica solitamente facciamo come si usa in latino e usiamo l'-um alla fine delle parole. Chiunque voglia fare domande, le faccia pure, ovviamente con il dovuto rispetto e calma grazie
Va bene Chiara
Non sarebbe cento volte meglio usare la o finale per rispondere a chi non è binario?
Tipo "amicao"
Ma ti chiami chiara e prima eri un maschio o eri una femmina di nome chiara e ora sei un maschio ?
@@savage_snake6422 ah boh..
Bella la battaglia simbolica, ma sarebbe altrettanto bello dedicare due minuti anche per ascoltare chi si occupa di disabilità linguistiche, sensoriali e di neurodiversità, molti dei quali stanno tentando in tutti i modi di far capire quali drammatiche conseguenze avrebbe l'inserimento di nuovi caratteri sulle persone che vivono con grande fatica la lingua italiana attuale. Perché da una parte ci sono le battaglie simboliche, e dall'altra le conseguenze pratiche su tante persone che rischiano di vedersi tagliati fuori da questa idea che pretende di essere inclusiva e che invece rischia di escludere. Ma questo tema non sembra interessare a nessuno.
(Per non parlare delle conseguenze di inserire nuovi generi e nuovi simboli linguistici in un Paese in cui il 50% dei cittadini è analfabeta funzionale e legge meno di un libro all'anno, ma questo è un mio dubbio personale)
E' vero, non ci avevo mai pensato
Esatto. Tutti i dislessici evidentemente non rientrano, secondo i promotori di queste mode, tra coloro che hanno la necessità di essere inclusi nell’uso della lingua, a fronte dei bisogni emotivi di alcuni non binari (poiché non tutti i non binari sostengono lo schwa e altre ideuzze neolinguistiche) o di attivisti in generale che cavalcano l’onda.
Non sono d'accordo con l'introduzione dello schwa, ma la tua non mi sembra un'argomentazione a cui dovremmo dare ascolto.
Infatti, abassare tutti al livello dei piu' stupidi (oh, scusa..."neurodiversi") invece che promuovere le scelte piu' intelligenti, sarebbe estremamente deleterio per tutti.
jorehir ti consiglio di cercare il significato di “neurodiversità”. Perché NON è sinonimo di stupidità.
50%?? Da dove li hai presi questi dati??
Mi identifico sessualmente come un elicottero d' assalto
Lauren Southern ti ama per questo.
Sono un ragazzo etero, quindi parlo come qualcuno che non ha mai avuto problemi di rappresentanza.
Tuttavia, è davvero così fastidioso essere "definiti" in base ad una regola grammaticale?
Per dire, a noi maschi non da fastidio (anzi) la forma di cortesia "Lei".
Questa Schwa, per assurdo, va a sottolineare differenze più che annullarle.
w
ma "lei" non è riferito al genere della persona in quel caso.
Bella battuta 😂😂😂
W Uomo
L Persone che vogliono essere normali etichettandosi nei peggio modi, e stravolgendo qualsiasi cosa
Non ti da fastidio la forma di cortesia "lei" perché è una forma di cortesia, ti sembrerebbe strano se qualcuno ti desse del lei alla terza persona, come per esempio "Sono preoccupato per *il tuo nome*, spero che lei stia bene"
Bravo, ci sono molti ragazzini più piccoli che guardano i tuoi video, questo è stato un video istruttivo e divertente.
Sono d’accordo sulla questione dell’inclusività e sul fatto che la lingua cambia col il tempo. Tuttavia non credo che lo Schwa sia la soluzione migliore per il genere non binario, per lo scritto potrebbe funzionare ma non per il parlato. Sarei molto a favore per inserire un terzo pronome di 3ª persona singolare (come hanno fatto in Svezia) però sulla questione dei “generi” grammaticali vedo difficile inserire una nuova vocale. Inoltre il maschile è chiamato così solo per convenzione, non è davvero un maschio tutto ciò che finisce in “o” o “i”. Il problema forse sta solo nel fatto che si chiami “maschile”. Come però ha detto zerocalcare il lato positivo dello schwa è che sensibilizza le persone e spinge al dialogo per migliorare il modo in cui ci esprimiamo. Bel video, approvo un sacco video su temi attuali, soprattutto sociali. Grande SIO!
In poce parole non é daccordo
@@Roccausto_ ok lobotomizzato
Credo che qualsiasi persona sana di mente non prenda neanche in considerazione un ipotesi simile
Ridillo senza piangere
Siete voi che piangete se non vi danno la vostra schwa, io al massimo riderò quando vedrò gente che balbetterà al posto di parlare🤣
@@kylxssw no, chiunque sappia come funziona una lingua saprà distinguere persone da grammatica e continuerà ad usare -o ed -a pur rispettando le persone non binarie.
Quella della schwa è una proposta con buoni fini ma insensata. Linguisticamente fatta male e difficile da inserire nel linguaggio.
La cosa migliore nel creare una nuova lingua sarebbe questa: 1 neutrale per oggetti, animali e persone, che non esprime alcun genere specifico ed include tutto, compreso il non-genere; 2 varianti che però esprimono i sessi (poiché linguisticamente utili) che si userebbero per gli animali quando si volesse specificare il sesso biologico.
Per rivolgersi alle persone si utilizzerebbe per tutti quell'unico neutrale, le varianti per sesso invece solo ed esclusivamente se al soggetto non desse fastidio (comunque non vedo perché non usare il neutrale e via) o quando si specifica in una frase tipo "ieri alla stazione del treno una ragazza/un ragazzo ha vomitato un panda".
Fare sta roba però non è linguisticamente fattibile, come non è fattibile la schwa. Una lingua non si modifica non spontaneamente, e una modifica tanto artificiale e innaturale non può diventare un processo spontaneo. Inoltre non si può desessualizzare l'italiano solo cambiando qualche vocale. Richiesta a chi crede nella schwa: fatemi il neutrale plurale di "studente".
Detto ciò, ovviamente, se qualcuno si trova più a proprio agio con la schwa, con quel qualcuno va usata la schwa. Questo è fondamentale, una questione di civiltà.
Adoro i tuoi video, come penso piacciano a tuttə!
Sio, a giudicare dai commenti sotto, non mi pare che sta cosa dello schwa venga recepita proprio come una soluzione brillante.
Tra l'altro come rivoluzione linguistica mi pare un po' alla rovescia. Normalmente le innovazioni linguistiche che fanno presa sulla coscienza collettiva dei parlanti cominciano dal basso e poi vengono esaminate e discusse nei salotti degli intellettuali. Questa è nata nei salotti degli intellettuali e mi pare stia ristagnando lì, infatti il grosso delle occorrenze che troviamo dello schwa non riguarda persone che lo usano davvero nella comunicazione, ma gente che si chiede se usarlo oppure no (ma forse è solo una mia impressione).
Come comunità di italofoni direi che a più di 30 anni dall'inizio del dibattito abbiamo ancora problemi con i femminili dei mestieri/cariche pubbliche (sindaca, assessora, architetta...), e si tratta di una "rivoluzione" più semplice (perché riguarda il piano lessicale e non quello morfologico) e più naturale (perché riguarda un meccanismo consolidato in italiano), figuriamoci se riusciremo mai a interiorizzare lo schwa.
E comunque attenti alle rivoluzioni... la storia ci insegna che possono portare alle dittature.
Non è una soluzione brillante, infatti. Come U non va bene, nemmeno la schwa. Un dittongo oa / ie andrebbe meglio.
una rivoluzione letteralmente ALLA ROVESCIA
Sarei pure d'accordo con te se non fosse per quella boiata finale sulle rivoluzioni che portano alle dittature come se avesse qualche minima attinenza con la questione della lingua.
Mi hai fatto sorridere il cuore ❤ 🏳️🌈 grazie
Aggiungendo un’altra lettera è più difficile da imparare
È più facile togliere una lettera O/A per esempio si usa il genere maschile per parlare di tutti maschi, femmine e non binary
Perché le lingue evolvono per semplificare la vita…non per aggiungere un altra cosa per complicare la vita
Quoto
scusami ma non capisco quanta fatica ci voglia per aggiungere una lettera. se ti complica tanto la vita cosa dovrebbero dire le persone non binarie quando si sentono nominate con il maschile o al femminile ?
però meglio non fare troppa fatica piuttosto che cercare di mettere a proprio agio e includere tuttx ...
e con questo commento non intendo assolutamente mancarti di rispetto
@@mirtadegiovanni249 non è complicato, è semplicemente una cosa inutile.
1) Immagina fare un dramma per una cosa così inutile come una lettera in una parola "perché non ti fa sentire incluso"
2) Io quando dico "tutti" mi riferisco a tutti punto e basta. Non è che lo dico apposta per discriminare quelle persone "che non sarebbero incluse" perché che ne sapete se mi riferisco pure a loro o no usando il pronome 'tutti"? Se alcune persone si sentono escluse problemi loro che si fanno pippe mentali per cose così inutili, a me non importa di quanti sessi ci stanno là fuori perché quando dico "tutti" mi riferisco a "tutti" punto. Non serve modificare forzatamente il linguaggio, bastano un paio di anni e di generazioni e questo concetto così come lo penso io diventerà universale
@@rennyilsimpatico8228 Sei simpatico, mi piaci
@@rennyilsimpatico8228 ma infatti il maschile sovraesteso non deve cambiare, è sempre stato neutrale e non avrebbe senso sostituirlo.
In quanto alla "ə" al massimo io la userei per persone non-binary al posto di estenderlo alla quotidianità, se qualcuno mi chiede esplicitamente di usarlo non ho problemi a farlo ma introdurlo come pronome neutro per più aspetti lo vedo alquanto improbabile per l'evoluzione della lingua
Esistono altri casi recenti di cambiamenti linguistici imposti artificialmente e di questa portata che hanno avuto successo? Io non ne conosco.
Il caso di parole singole come sindaca non è paragonabile, perché come detto da qualcuno si tratta di una parola singola che con più o meno fatica si adatta agli usi preesistenti, un po’ come tutti i prestiti da altre lingue per esempio
Il maschile neutrale va benissimo per tutto. Se si è in grande maggioranza femminile, in un contesto, si può usare anche l'universale femminile. Spesso quando mi ritrovo in un gruppo in cui ci sono pochissimi uomini le persone si riferiscono al gruppo usando l'universale femminile. Mai sentito escluso, e mai mi sentirò escluso per questo. Mi sentirei escluso se usare il femminile universale fosse per principio, ma se non lo è ,va bene. Allo stesso modo non vedo perché qualcuno dovrebbe sentirsi discriminato da una lingua. E poi Sio sinceramente la maggior parte dei linguisti si sono già espressi al proposito e credo nella loro competenza piuttosto che nella tua che fai cartoni, molto belli, ma cartoni.
Non direi che la ə è tutta da buttare, non è efficace nei contesti pubblici come dire tuttə eccetera, ma come pronome aggiuntivo per riferirsi ad un undividuə non binario sembra un buon compromesso di rappresentanza della loro identità di genere e integrità della grammatica, preferirei una lettera con un suono più deciso, ma di consonanti ce ne stanno solo 5, e poi Sio stava solo cercando di spargere un messaggio che di fondo non ha nulla di male, cioè di tener conto delle identità della minoranza nonbinaria, che la ə sia il modo più efficace o meno di rappresentare questa demografica è dibattibile, e anche se la ə non verrà utilizzata almeno si sono accesi i riflettori su gruppi ignorati per troppo tempo, anch'io non sono del tutto convinto della efficacia di ə in certi contesti, ma avere questi discorsi è decisamente un inizio per sensibilizzare la gente a un gruppo di persone di cui non si parla praticamente mai e possibilmente arrivare ad un alternativa migliore che funziona meglio per la nostra grammatica.
@@ginogatash4030 Si, capisco. Peccato che non funzionerà praticamente mai dato che quasi nessuno si metterà a parlare in quel modo disintegrando la lingua italiana.
Se per un gruppo di uomini con anche donne si usa "tutti" e si é sempre usato "tutti" non capisco perché non dovresti farlo anche con persone non binarie etc, non ha senso.
Capisco il concetto di sensibilizzare, solo che non puoi cambiare una lingua cancellando anche un po' della sua ritmica e facilità di pronunciarla solo per una minoranza. Non si é fatto mai, e tutti sono stati bene cosí, non ho mai visto un non binario offendersi pr questo.
Comunque, scusa se ti rispondo 6 mesi dopo :p
@@ginogatash4030 troppo complesso da implicare nella flessione italiana
@@andryuu_2000 non direi complessa ma più che non suona bene, per usarli parlando direttamente a uno ci starebbe anche, ma in contesti più pubblici rovina un po le frasi.
@@ginogatash4030 frate ti parlo in modo chiaro, c'è le hai presenti le declinazioni latine? Beh ce ne sono alcune che avevano solo parole di genere neutro come la parola Mare, con il passare del tempo e la caduta del genere neutro, questo è coinciso con il genere maschile. Ma ancora oggi a valore neutro quindi se volessi avere un pronome neutro che cazzo ne so basta che usi il maschile, sono suoni siamo noi a dargli valore inconsciamente.
Sio, te fai come vuoi, io continuerò sempre a ridere, mi piaceranno sempre i tuoi fumetti e video, tuttavia non sono d'accordo con l'uso della schwa perchè l'italiano non ha il genere neutro. Però ti ripeto, fai come vuoi
La lingua si evolve
Sono d'accordo! L'italiano è italiano. È vero che le lingue cambiano nel corso del tempo, ma non vedo per nessun motivo di fare questa "modifica linguistica".
@@illattedikaworu la lingua si deve evolvere in meglio
@@illattedikaworu questa non è un'evoluzione. Questo è un tentativo di modifica linguistica "forzata" da quelli che la vogliono e oltretutto non riconosciuta dalla Crusca
@@illattedikaworu esattamente. La lingua si evolve. Si evolve da sola e autonomamente partendo dalle sue stesse strutture interne. Non con qualcuno che la cambia a tavolino come sta succedendo con lo schwa. Il mutamento linguistico avviene inconsapevolmente ed è inavvertito dalla popolazione che la parla
Forse la cosa sta sfuggendo di mano. Ok il disco dell'inclusività, ma non sentirsi inclusi se non si usa la lettera giusta significa che c'è un problema a monte. Non potremmo semplicemente identificare le persone per il proprio genere biologico senza che questo implichi nulla sul genere con cui ci si identifica successivamente?
L'unico problema che noto lo si vede nel fatto che "se ci sono tutte donne si usa il femminile, se c'è anche un sol uomo il maschile"
Sono di quelli contro l'introduzione in grammatica italian di nuovi termini e lettere per soddisfare un bisogno che ha il solo valore simbolico, MA
C'è da dire che fa effettivamente stranodire tutti quando 9 su 10 son donne.
Togliendo i non-binari/agender che comunque spesso non si possono riconoscere a occhio(ma cio può valere anche per cis eh, non fraintendiamo) r che quinid si può usare come jolly rimane strano... La soluzione sarebbe semplicemente modificare l'utilizzo di tutti da "con la presenza di un uomo" a "con maggioranza o uguaglianza di uomini", che nel informale diventerebbe "con la maggioranza colloquiale"(i.e. anche in un 6-4 donne-uomini magari spesso vedresti usato tutti e non tutte, ma è onestamente un compromesso più che valido per creare un cambio nella natura della lingua molto più tranquillo, accettabile dal popolo e senza che vada ad aggiungere ALTRE forme di genere plurale etc ad una lingua che già ne è piena zeppa e che risulta pertanto relativamente complessa e confusionaria per chi la sta imparando o ha problemi socio-cognitivi (i.e. autistici et similia)
La risposta è semplice: NO. Perché alcune persone non si identificano nel loro genere biologico e usare pronomi solo in base a quello che hanno in mezzo alle gambe è irrispettoso
@@yuki_from_mars5102 Non ci vedo nulla di irrispettoso nell'identificarsi sulla base di una caratteristica genetica con cui si nasce e che persiste per tutta la vita (non come ciò che in mezzo alle gambe)
@@iota-09 In realtà si può usare "tutti" anche con gruppi di sole donne, nel momento in cui non hai la certezza che sono solo donne. Quindi il punto piuttosto sarebbe evitare l'uso di "tutte", perché di fatto se dici "tutte" affermi un "gruppo esclusivo di donne". Non bisogna vederlo come se la presenza di un uomo (o di un non binario) facesse cambiare il termine utilizzato, ma come l'esistenza di un termine per parlare solo di donne. Cosa che per l'uomo e per i non binari non esiste.
Non c'è modo per dire che un gruppo è composto soltanto da uomini, se non dichiarandolo, ma si può sempre ipotizzare che ci sia almeno una donna dentro a tale gruppo.
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Per questo nei fatti usare "tutte" con un uomo o con un non binario può realmente risultare offensivo per quest'ultimi (anche se poi è questione di abitudine) in quanto gli si sta esplicitamente dando un genere femminile. Cosa che con "tutti" non succede.
L'esistenza delle persone trans rende impossibile la tua soluzione
Grazie questo è la migliore spiegazione che ho trovato
Effetti sonori fantastici, soprattutto il suono della lumaca. Comunque bellissimo video BRAVO Sio!!!!11!!!!1!!1!!!
Secondo me basterebbe riportare in auge il Lei per quando si parla con le singole persone con cui non si ha confidenza. Mentre per il "tutti" secondo me o lo lasciamo così, oppure aggiungiamo qualcosa del tipo "tutti i presenti" o "tutte le persone qui riunite".
Comunque apprezzo e condivido la volontà di non escludere nessuno seppur non sia in accordo col metodo.
Per più persone a cui ci si rivolgerebbe con il "lei" si usa il "loro"
Es: sei di fronte al consiglio docenti -> "loro professori"
Eh, ma il "lei" è femminile, quindi non va assolutamente bene😱😱😱
Sembra che in questi commenti tutti si stiano dimenticando del voi, che esiste e si usa nelle conversazioni formali
@@_.angel.candy._ anche, ma è molto poco usato e l'unico tentativo di portarlo in uso come forma di cortesia si è rivelato un fallimento ventennale.
Però si può tranquillamente usare, non vedo perchè no🤷🏻♂️
Al massimo mi interrogherei sul perchè non si sia mai diffuso
@@lyuk9828 io credo che nessuno lo usi solo perché non ne abbiamo mai avuto l'occasione, o almeno, questa è la mia esperienza personale. Penso che l'utilizzo di queste espressioni potrebbe portare ad una migliore inclusione, nonostante ci sia ancora molto odio in questo Paese.
Penso anche che però sarebbe un passo avanti
Vedo un cortocircuito logico. L’ennesimo.
Obbligare “tutti gli altri” a un uso distorto della lingua significa proprio ghettizzare una minoranza, marcando le differenze (c’è un non binario, guarda, usiamo lo schwa!) e non includerli (l’inclusione sociale è infatti proprio il considerare chi è diverso da me, come me, non nel senso dell’appittimento bensì della dignità di persona).
Un po’ come le “quote rosa”: la soluzione sono condizioni di partenza e di competizione paritetiche a quelle degli uomini, non le “riserve”, le donne non sono animali in via di estinzione, sono persone con pari diritti a quelli degli uomini.
Questa è una fallacia logica ricorrente negli ambienti progressisti occidentali che crea solo innumerevoli sotto-insiemi e gruppuscoli, il che è ESATTAMENTE il contrario dell’inclusione. Come la sigla originaria LGBT che ormai si è allungata in modo grottesco per voler includere tutti: ci sarà sempre qualcuno escluso, è stupido creare “cataloghi”.
Basterebbe dire “Genere umano”; è piú bello, semplice, sensato e già pronto all’uso per tutti, senza dover definire, additare, classificare. Ognuno la fa sua a suo modo senza doversi necessariamente spiegare e/o renderne conto ad altri.
Ma magari ci si vuole mettere un’etichetta addosso a tutti i costi (pensando poi che importi a qualcuno, fuori dalla propria sfera intima), chissà.
Io sono Enby e apprezzo il tuo gesto,sei grande sio!
Prof di scienze: come tutti sappiamo esistono 2 generi umani
Ragazza dai capelli blu: ALLORA...
Io:chi ne vuole?🍿
Ragazz*
Ma non è inclusione..lo schaw è il nuovo modo di scrivere il barese!!
Scherzi a parte, alcuni concetti importanti come quello del superamento di differenze dovrebbero partire dall'abbattimento di quest'ultime indipendentemente dal linguaggio che usiamo. Dovremmo continuare ad usare l'italiano (possibilmente corretto) senza che nessuno abbia il problema di non sentirsi rappresentato.
Finalmente ho trovato il modo di esprimere anche nello scritto il concetto di qualcosa che mi fa schifo ma con del sarcasmo.
Esempio:
“Ti piace la pizza con l’ananas?”
“Ə…..”
Evito di usarla, evito chi la usa . Trovo tutto una stupida forzatura ideologica oltre che linguistica. E lo stesso x chi ne vuole imporre l utilizzo. A parte questo il video è fatto benissimo
Concordo
Praticamente tutti qui nei commenti, persone non binarie comprese, ti han detto che questa cosa è una cazzata e questo mi fa tornare un po' di fiducia sul fatto che gli esseri umani un briciolo di intelligenza ce l'abbiano.
❤
Non del tutto, concordo che la ə in parole come tutti, persone, o lavori come dottore eccetera è inefficace, ma non sembra una cattiva idea per riferirsi direttamente ad un non binario, rende la comunicazione con questultimə più inclusiva senza distruggere la lingua.
Non del tutto, concordo che la ə in parole come tutti, persone, o lavori come dottore eccetera è inefficace, ma non sembra una cattiva idea per riferirsi direttamente ad un non binario, rende la comunicazione con questultimə più inclusiva senza distruggere la lingua.
@@ginogatash4030 l'italiano non ha il neutro. Non possiamo usare una lettera che non appartiene all'italiano per far piacere a un gruppo ristretto come i non binari. Genererebbe più confusione che mai. È più semplice fregarsene di quello che un'altra persona si sente
No way Walter White from breaking bad
Io ringrazio di vivere nel mio bel paesino, lontano da tutti questi problemi.
Ma buonasera signor Tanibbe, aspetto con ansia "Yu-Gi-Oh! Non è un gioco per bambini parte 4"
Ma se non vivessi nel tuo bel paesino, quale sarebbe la tua opinione sulla questione?
Secondo me invece non ha molto senso , la vocale “i” alla fine di una frase è spesso considerata maschile plurale in analisi grammaticale ma non c’entra poco niente se uno si considera un maschio una femmina , se ha l’organo genitale maschile o no ,con una lingua parlata da secoli in Italia .
La parola tutti la prossima associare a tutto/i/a/e/ ( e alla tua lettera) perché siamo abituati così e secondo me una persona che si offende per questo è con poco cervello dato che è lei che associa in modo sbagliato la vocale i, solo perché l’analisi grammaticale è così , tanto vale creare un nuovo genere neutro con la lettera i dato che è scomoda da pronunciare quel suono oppure chiamare in modo diverso i generi dell’analisi grammaticale come : nome comune di astuccio (esempio). Così nessuno si può più lamentare.
Hai vinto il nobel per la letteratura. Genio se non ce lo dicevi tu non sapevamo che Tutti in Italiano include maschi e femmine. Si discute di questo. Se vuoi dare valore alle donne puoi anche dire "tutte e tutti" e non significa che non sai l'italiano. La gente presuntuosa come te ha sempre da insegnare ma ogni tanto imparare non vi farebbe male
@@lightmindyourbusiness3632 io non devo imparare Nulla, ho detto il mio pensiero riguardo questo che mi sembra più giusto invece del cambiare la lingua italiana totalmente, e comunque il presuntuoso qua sembri te che senza un ragionamento sensato dici solo che quello che ho scritto è sbagliato, grazie e a mai più
@@federicorabuffi9803 non dico sia sbagliato ciò che dici tu, dico che è ovvio, pertanto è inutile, già noto a tutti, a tutte a tutt insomma. La lingua Italiana vuole che il plurale maschile includa anche il femminile e lo si sa già, non servono le spiegazioni tue e dei maschi come te che pensano di dover sempre insegnare alla gente l'abc. Sono una donna, comunque e pertanto non posso essere "presuntuoso". Presuntuoso è chi presume erroneamente che gli altri non sappiano l'italiano. Lo shwa non è utilizzabile in Italiano e su questo sono d'accordo. Ciò non ci impedisce di cercare di valorizzare il femminile anche nel linguaggio
Sembra la lumaca di adventure time, che non smette mai di salutare.
Chiaro, semplice e pure divertente, thanks!
Osservazione: se chiamiamo con lo schwa tutti i non-binary e poi usiamo lo schwa per riferirci a tutti i generi, è la stessa cosa di usare il maschile per riferirsi anche alle donne.
Perciò o si crea un "genere nuovo" che comprenda tutti, oppure è esattamente come prima (perché il non-binary è un genere).
Il non binary non è un genere, bensì un termine ombrello che indica tutte le persone che non si considerano ne maschio ne femmina. Perciò lo ə (così come they/them in inglese) non è riferito esculsivamente a un genere, bensì a tutti i generi, inclusi quelli non binari. Spero si capisca
@@VoidsLastBraincell I non-binary però si considerano un genere. Vai prima a convincere loro, poi ne riparliamo.
@@divinity3219 letteralmente nessuno lo fa, quindi vedo difficile la cosa
@@Mqstodon Nessuno usa la schwa? Be', meglio.
molti non binary non sanno manco cosa serve perché spesso lo fanno per moda oppure son soltanto confusi, la schwa non è un modo giusto per la lingua italiana e reputo che tutti già sia inclusivo, come per esempio "una folla di persone" folla e persone sono termini femminili ma comunque i mi trovo compreso in questo gruppo anche se sono un maschio quindi la schwa è solo dannosa per i dislessici e non è inclusiva ma anzi è divisiva
io mi identifico in un genere non binario (in particolare "agender", ma non voglio dilungarmi su questo) e in italiano mi trovo costretta ad utilizzare pronomi femminili per mancanza di alternative. a me non danno affatto fastidio i pronomi femminili, ma di sicuro esistono persone come me che si sentono sottorappresentate. nei media il non binarismo è la parte della comunità LGBTQ+ più difficile da trovare (anche in serie molto inclusive come ad esempio Steven Universe o Big Mouth) e penso che parte del problema sia che in molte lingue non esiste un'opzione neutra e che il mondo ragiona in binari. ovviamente è molto bello che la gente si stia aprendo di mentalità e che omosessualità e transgenderismo binario siano molto più accettati di quanto fossero prima, ma verso il non binarismo continuano ad esserci parecchi dubbi. per questo ti ringrazio, Sio, per diffondere e normalizzare il concetto con tutto il tuo pubblico, che immagino sia composto principalmente da persone giovani. mi fa ben sperare per il futuro.
Concordo praticamente in toto. Non soffro se le persone si rivolgono a me al maschile, ma mi trovo sempre un filo irritatu. La mia soluzione, al momento, come avrai notato, è la "cacofonica" u (non sono unu fan della schwa, in quanto suono non nativo dell'italiano), e alcuni miei amici stanno pian piano adattandosi :)
In generale sono felice di queste opere di divulgazione e sensibilizzazione, penso siano estremamente importanti per la crescita della società.
Mi piace.
Certo, non è la soluzione alla disparità/discriminazione di genere, ma nessuno ha mai preteso che lo fosse.
La mancanza di neutro/inclusivo nella lingua italiana è una delle sue più grandi pecche, e la ə mi sembra una soluzione interessante
Invece la lingua italiana è proprio più bella delle altre perché ha le vocali alla fine delle parole e con vocali non intendo ə che sembra qualcuno che sta per vomitare
@@Seminoso Si appunto, mi sembra solo un'idea nata dal "politicamente corretto", filosofia che ha partorito follie varie
@@ricordiaerei7776 il politicamente corretto ha colpito anche Sio
@@Seminoso Non ha fatto il vaccino... :-)
Ma davvero non c'è un altro sistema per creare inclusione? È vero che la lingua evolve ma così mi sembra una forzatura. Qui si rivoluziona tutto un sistema linguistico retto dagli accordi, per non parlare della cacofonia.
Io non mi sento esclusa dall'uso indiscriminato del genere maschile. Inoltre, con gli oggetti come ci si dovrebbe regolare senza urtare la sensibilità di una casa insieme ad un coso?
Il non identificarsi in un genere ha, per esempio, fatto si che in Francia sia nato "iel", un pronome neutro. Il problema però non è il pronome in sé ma tutto quello che ne deriva. Il francese come l'italiano è una lingua flessiva, si modula a seconda del genere, del numero e non riesco nemmeno ad immaginare cosa questo comporti al livello comunicativo che è la base di un sistema linguistico.
Il sistema migliore sarebbe quello di escludere la Murgē e quelli come lei dal sistema solare.
Io voglio ridere quando arriverà pure da noi la CRT, non voglio essere complottista ma sembra che importino immigrati africani per avere persone da usare come polizia politica contro il razzismo di cui il popolo ignorante sia portatore. Benvenuta meritocrazia.