Il Taravana - Dott. Danilo CIALONI - FIAS Apnea

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  • Опубліковано 5 вер 2024
  • Relazione del Dott. Danilo CIALONI tenutasi durante il
    Convegno Tecnico di Apnea FIAS presso la piscina Y-40 The Deep Joy a Montegrotto Terme (PD) il il 27 maggio 2018.
    www.fias.it
    www.y-40.com/it/
    Dott. Danilo CIALONI è Research Supervisor e Coordinatore delle tecniche di ricerca sul campo nella Research Division della DAN Europe Foundation.
    / cialoni.danilo
    Riprese e Montaggio Gianni MORE'
    www.giannimore.it
    / gianni.more.photo.video

КОМЕНТАРІ • 3

  • @peppepesca7216
    @peppepesca7216 4 роки тому +1

    I miei più VIVISSIMI complimenti per l'ottima analisi e serietà degli argomenti trattati.
    Da biotecnologo e infermiere, da amatoriale pescatore di polpi e appassionato a tutto ciò che ha a che fare col blu... è un piacere sentirvi parlare...
    50' passano in men che nn si dica.
    Continuate così e grazie per le importanti nozioni che avete scoperto

  • @daviderocchetti1205
    @daviderocchetti1205 2 роки тому +1

    Interessantissimo

  • @maxastuto
    @maxastuto 5 років тому +1

    Ho ascoltato attentamente l'interessantissimo convegno. Ho 50 anni e pratico pescasub in modo dilettantistico solo il periodo estivo con tecnica della pesca in tana o agguato di superficie o in caduta su batimetrie medie di 6-8 metri (anche se a volte mi spingo fino a max 15 metri). Utilizzo un computer per apnea Drive della Seac che mi segnala anche i tempi di recupero in base alla profondità max raggiunta durante l'immersione e ai tempi di permanenza. In genere sono quasi sempre apnee che si protraggono (tra tuffo , discesa permanenza e risalita e superficie) in 60 secondi, anche se potrei dilungarmi fino ad 1 minuto e mezzo. Ma voglio divertirmi e non rischiare. Rispetto ciò che mi dice il computer che solitamente per le quote di fondo ed i tempi di permanenza mi indica quasi sempre un "surface" di 1 minuto prima di potermi immergere nuovamente.Raramente i minuti sono due. Comunque il rapporto dato dal computer è sempre relativo al doppio del tempo di recupero in superficie rispetto al tempo d 'immersione in quanto sono quote minori a -30 metri; superiori a questi ultimi, le indicazioni del Seac indicano un rapporto quintuplicato dei tempi di recupero in superficie. Indicazioni che non ho mai avuto indicati dallo strumento, perchè sono quote che non mi sono mai sognato di raggiungere.Compenso regolarmente e non ho problemi di dolori ai timpani o ai seni paranasali. Detto ciò per far capire la mia situazione, vorrei arrivare al nocciolo del mio dubbio e quesito che mi sono posto, mettendo in correlazione questo video con alcune mie esperienze:
    durante una risalita da circa 7- 8 metri di profondità, nel giungere in superficie ho avuto un forte bruciore nella parte posteriore sinistra del collo, sulla parte laterale lato esterno del bicipite sinistro ( per intenderci la parte classica dove parecchie persone si fanno il classico tatuaggio marineresco con l'ancora) e nella parte interna delle coscie presumo il semimembranoso o semitendinoso o bicipite femorale destro e sinistro, comunque parti interne posteriori delle coscie.Voglio specificare che causa dell'alta temperatura dell'acqua di questi giorni di forte calura estiva non ho usato pur avendola la muta e alle due ore di battuta il computer mi segnala di bere acqua per cui esco a riva. in queste condizioni d'immersione senza muta, inizialmente ho attribuito ciò ad un urto con una medusa, ma non vedendone alcuna , ho attribuito il tutto a qualche tentacolo filare vagante di qualche medusa che alcune specie hanno lunghi fino a 10 metri. Tant' è che uscito dall'acqua ho chiesto a mia moglie di vedere se avessi segni di eritemi dovuti a contatti urticanti; in quanto erano parti del corpo posteriori che avevo difficoltà a vedere. Ma non mi ha riscontrato alcun segno , per cui ho attribuito ciò a qualche specie di medusa con effetti urticanti molto bassi con conseguente reazione allergica minima tanto da avere una reazione solo al momento; scomparsa poi subito e senza ulteriori conseguenze di natura dermatologica.
    Successivamente però un altro giorno e durante una risalita da una quota identica e quindi alle stesse condizioni d'immersione, ho avvertito lo stesso identico bruciore e alle stesse parti del corpo. Per cui ho escluso immediatamente un secondo accidentale urto con meduse o parti di esse anche perche guardandomi intorno non ho visto nulla. Escludo una coincidenza di quanto ipotizzato nel primo episodio e quindi credo che nelle due identiche occasioni, ho subito qualche sintomo iniziale di qualche patologia da immersione di cui sconosco la sintomatologia, non avendo mai avuto altri sintomi simili.Vorrei capire da esperti se sono attribuibili appunto a segnali d'allarme iniziali di qualche patologia da apnea.
    Vorrei precisare che successivamente al primo episodio e al secondo, sono susseguiti altre immersioni alle stesse profondita o anche a 10-12 metri , ma curiosamente ho notato che anche se tappe più profonde non ho subito questi spiacevoli inconvenienti.