Magistratura e Notariato: rispondo alla domanda che più spesso mi fate!
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- Опубліковано 6 вер 2024
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Approfondire i singoli argomenti attraverso monografie per il concorso in magistratura è la ricetta perfetta per non superarlo a meno che uno non voglia dedicare 25 anni della propria vita allo studio.
Ciò che va studiato non è la dottrina ma i codici. E allenare il ragionamento. Poi si passa con il Torrente, con il Gazzoni, con il Compendio Simone e tanto altro.
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Ciao mi puoi scrivere per favore tutti i testi che hai studiato per il concorso notarile. Grazie
Secondo Lei il concorso per magistratura può essere paragonato per difficoltà a commissario di polizia ?
Ci spiega la differenza tra i trattati e le monografie grazie.
Il trattato tratta un argomento diffusamente e approfonditamente , spesso in più volumi. Ad esempio trattato sulle obbligazioni. La monografia è una singola opera che tratta di un ben determinato istituto o argomento, un libro che focalizza un unico elemento: esempio un libro di duecento pagine solo sulla cessione del contratto. Non escludo che in alcuni casi trattato e monografia possano venire utilizzati come sinonimi.
@@ilcanaledeldirittoprivato8059 Grazie Dott. Di nuovo grazie per il chiarimento e per tutta la sua opera divulgativa di conoscenza. 👏👏👏👏
È interessante poter venire a conoscenza di quale sia la differenza tra la categoria dei libri universitari in confronto a quelli ancora più specialistici di approfondimento, come poc'anzi esplicata nel video. La prima impressione nei testi universitari parrebbe già codesti molto impegnativi, ma ora tramite lei Dottore, ho imparato che esistono i libri ancora più specialistici. La ringrazio è proverò a visionarne alcuni. Cordiali saluti. Nuovamente grazie.
gentile dottore,
secondo la sua opinione, il percorso di dottorato di ricerca, parallelamente alla frequentazione di corsi privati per la preparazione al concorso in magistratura, è un'opzione da valutare o da scartare completamente? in tal proposito ho avuto pareri da magistrati i quali avevano seguito proprio tale percorso ed anche altri pareri contrari i quali sconsigliavano il dottorato di ricerca in virtù dell'impegno richiesto.
Buongiorno, le fornisco la mia opinione sul presupposto però che non ho mai partecipato al concorso in magistratura e, forse, non sono il più adatto a risponderle. Ritengo che la verità sia nel mezzo e che non è nè consigliabile nè sconsigliabile. Quello che conta è la formazione della cultura giuridica della persona, il raggiungimento di determinate doti, nonchè di un certo livello di conoscenza. Un dottorato di ricerca
fornisce questo? Sì e no. Sicuramente permette di approfondire alcuni temi, di far crescere la conoscenza (almeno su certe cose, forse non su tutto), di rimanere in un ambiente virtuoso di studi universitari. E' indispensabile o fortemente di aiuto per il concorso in magistratura? Non saprei dirlo. Probabilmente no. Toglie tempo a uno studio più mirato? Indubbiamente sì. Io credo che possa essere una scelta vincente non tanto di per sè stessa, ma al momento in cui chi fa un dottorato di ricerca si suppone sia una persona STUDIOSA, AMANTE DELL'APPROFONDIMENTO, uno che non si ferma al dottorato, ma che fa anche molto altro e non smette mai di implementare il proprio studio. Non so se mi sono spiegato. Come ci si forma è irrilevante. L'importante è formarsi però. Il livello oggi si è abbassato moltissimo. E' un dato, non una mia opinione, che i giovani che ambiscono ai concorsi più difficili sono di media molto meno preparati di una volta. Hanno pressochè tutti le stesse conoscenze superficiali studiate su quei 4 libri che girano e pochissima capacità di analisi. Mediamente una volta chi ambiva alla magistratura o al notariato era disposto a una vita di sacrifici. Oggi studiano se va bene 4 -5 anni e anche male. Si è perso poi il contatto col libro. I giovani non studiano più sul serio, ma mi fermo qua. Potrei andare avanti a lungo ( e fuori tema).Va bene il dottorato (più altro), ma attenzione a non perdere la direzione. Consigliato? Non mi sento di dirlo.
@@ilcanaledeldirittoprivato8059 gentile dottore,
la ringrazio per la disponibilità mostrata.
Come da lei indicato alla fin fine l’elemento essenziale è “formarsi” a dovere, senza fermarsi alla superficie. La modalità con la quale ci si forma per questo concorso passa quindi in secondo piano. La mia unica vera preoccupazione era, ed è tutt’ora, il tempo che andrà dedicato al dottorato di ricerca che per forza di cose andrà a scapito della preparazione mirata al concorso. Ciò non toglie però, come anche da lei suggerito, che chi sceglie tale percorso è sicuramente una persona che acquisisce capacità che potrebbero fare sicuramente comodo in sede concorsuale (e non solo).
La ringrazio ancora per la disponibilità
posso chiederle che università ha frequentato ?
Luiss Guido Carli
Ciao