FILOSOFIA E DESTINO - EP-3: La risoluzione dell'aporetica del nulla

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  • Опубліковано 14 жов 2024
  • In questo video viene esplorata nel suo complesso la "genialità" della risoluzione dell'aporetica del nulla secondo Severino. L'esposizione può essere divisa in due parti: la prima parte come premessa per comprendere la seconda.
    Nel video si afferma la distinzione tra il concetto di "concreto" e "astratto", e come questi termini si relazionano nella struttura originaria. Viene spiegato che l'astratto considerato separatamente dagli altri termini della relazione è detto "astratto dell'astratto", mentre quando è incluso nella compresenza degli altri astratti che compongono il concreto, è definito "concreto dell'astratto".
    Il video tocca il tema della contraddizione come supposto possibile fondamento della struttura originaria, cosa che si rivelerà impossibile esplorando la relazione tra la negazione e il nulla e come la negazione possa operare solo su ciò che "è" e appare.
    Viene analizzata l'aporia del nulla secondo due prospettive sviluppatesi nel tempo: una che afferma che il non essere in effetti "è", e l'altra che sostiene il non essere del non essere.
    Viene dunque esaminata l'antica aporia riguardante il non essere come "nihil absolutum", l'assolutamente altro dall'essere, sottolineando come il discorso sul nulla attesti l'essere del nulla.
    Nella risoluzione di Severino enfatizza che la presenza del nulla è necessaria affinché l'essere non sia il nulla, ma questa presenza non significa che il nulla significhi essere, poiché il nulla significa "nulla, non altro".
    Questi punti offrono una panoramica sulle riflessioni filosofiche profonde riguardo il concetto di nulla e la sua relazione con l'essere, come discusso nell'opera di Emanuele Severino.​
    In questo proviamo a definire il ricordo e la memoria secondo la teoresi di Emanuele Severino, precisando perché e in che senso tali concetti siano contraddittori nel modo comune di intenderli e secondo la filosofia occidentale in generale.
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    Filosofia e Destino è un canale video curato da Alessandro Tuzzato e Sergio Piccerillo e fa espressamente riferimento al gruppo Facebook "Filosofia e Destino" che trovate a questo indirizzo " / filosofiaedestino " .
    Il canale è dedicato alla filosofia in generale e alla filosofia di Emanuele Severino in particolare.
    Crediti:
    Sonata a violino solo di
    J. G. Pisendel
    Esecutrice violino:
    Roberta Marzoli

КОМЕНТАРІ • 15

  • @gabrielegori483
    @gabrielegori483 8 місяців тому

    Grazie per l'impegno. Emanuele Severino un filosofo gigante e questo è "incontrovertibile"!

  • @abramo1
    @abramo1 18 днів тому

    Ho un dubbio riguardo all'esistenza di proposizioni anapodittiche, ossia proposizioni la cui verità sarebbe autoevidente e non richiederebbe dimostrazione. Se ci fossero davvero proposizioni di questo tipo, mi chiedo come mai nessuna di esse sia rimasta esente da contestazioni, soprattutto in ambito filosofico.
    Per esempio, il principio di non contraddizione è spesso citato come un caso di proposizione autoevidente. Tuttavia, nel corso della storia è stato oggetto di numerose discussioni e critiche, anche da parte di logiche contemporanee come la logica paraconsistente, che permette la coesistenza di una proposizione e della sua negazione senza incorrere nel principio di esplosione. Persino un logico importante come Łukasiewicz ha messo in dubbio la fondatezza assoluta di questo principio.
    Inoltre, c'è la possibilità che la percezione dell'autoevidenza di certe proposizioni dipenda dal soddisfacimento di particolari condizioni cognitive. Se fosse così, mi chiedo come sia possibile che alcuni dei più brillanti logici della storia non soddisfacessero tali condizioni. Non si può certo attribuire questa mancanza a una loro insufficiente abilità o intelligenza. Forse si potrebbe ipotizzare che fosse dovuta a qualche vizio o corruzione del loro animo, ma non ho modo di verificarlo.
    Se fosse vero che l'autoevidenza dipendesse da tali condizioni interne, sembrerebbe che accettare certe proposizioni come autoevidenti richieda un atto di fede piuttosto che un ragionamento fondato. Questo mi fa sorgere il dubbio che coloro che ritengono le tesi di Severino incontrovertibili (mi riferisco a molte persone che ho sentito nel corso del tempo) lo facciano più per fede che per solide ragioni.
    Alla luce di tutto ciò, trovo legittimo dubitare dell'esistenza stessa di proposizioni autoevidenti. Attendo allora qualche vostro argomento per convincermi dell’esistenza di questa categoria di proposizioni.

    • @FilosofiaeDestino
      @FilosofiaeDestino  18 днів тому

      La confutazione del pdnc è impossibile. Anapodittico poiché la sua negazione va in autonegazione, appunto e soprattutto perché la negazione stessa vuole essere sé w non altro da sé, utilizzando lo stesso principio che intende negare.
      Poi Severino ha evidenziato l'aspetto meno ovvio del pensiero : il divenire presuppone che X, in quanto X, possa diventare Y o diventare nulla. X è, nel risultato Y. Oppure X è, alla fine del processo, nulla in quanto X. X è non X. X è nulla ( e non il nulla è nulla). Ma per dire che X è ora nulla, parliamo non del nulla, ma proprio di X che rimane innegabilmente sé stesso. Anche se non appare nel cerchio finito.
      Sintesi vergognosa, ma qui non mi sembra possibile delucidare oltre e in maniera esaustiva un pensiero tra i più complessi.
      Grazie per la bella domanda !!

  • @abramo1
    @abramo1 17 днів тому

    Non riuscendo a replicare direttamente al commento che mi ha fatto per non so quale problema del mio dispositivo, le invio la mia risposta con un altro commento:
    La confutazione, in ambito filosofico, è il processo attraverso il quale si dimostra la falsità o l'invalidità di un principio mediante argomentazioni logiche o evidenze contrarie. Se esistono argomenti validi che mettono in dubbio l'universalità del principio di non contraddizione, allora il principio può essere considerato confutato in quanto non più assolutamente incontestabile. Io non intendo confutare il principio, ma offrire delle confutazioni putative, ossia degli argomenti che, se fossero corretti, confuterebbero il principio. Offro questi argomenti in quanto li credo più solidi dell’universalità del PNC, ma sono pronto a cambiare idea qualora mi si forniscano delle controargomentazioni corrette.
    (1) L’affermazione "questa frase è falsa" conduce a una situazione in cui la frase sembra essere sia vera che falsa simultaneamente, violando il principio.
    (2) Esistono logiche non triviali che accettano l'esistenza di contraddizioni vere (dialeteie), dimostrando che è logicamente possibile trattare contraddizioni senza reductio ad absurdum e ragionare validamente senza fare uso del PNC. L’esistenza di queste logiche dimostra che il PNC non è necessario da un punto di vista logico.
    (3) La possibilità di trattare logicamente dialete giustifica razionalmente alla possibilità che esistano stati contraddittori nel mondo attuale o che siano quantomeno metafisicamente possibili, per la stessa ragione per cui trattare la realtà col principio di non contraddizione ha sempre giustificato razionalmente alla possibilità che tale principio governasse il nostro mondo o che fosse una legge metafisica.
    (4) Il paradosso del sorite evidenzia come la vaghezza di certi concetti renda difficile applicare il PNC in modo rigoroso; ad esempio, non c'è un punto preciso in cui la rimozione di un granello di sabbia trasforma un mucchio in non-mucchio, il che implica che un oggetto può essere considerato sia un mucchio che non un mucchio contemporaneamente.
    (5) Nella meccanica quantistica, fenomeni come la sovrapposizione degli stati nel famoso esperimento mentale del gatto di Schrödinger suggeriscono che un sistema può esistere in stati mutuamente esclusivi allo stesso tempo, contraddicendo il PNC a livello microscopico.
    (6) Il principio di indeterminazione di Heisenberg introduce un'indeterminatezza intrinseca nella conoscenza delle proprietà delle particelle, implicando che attributi come posizione e quantità di moto non possono essere definiti simultaneamente con precisione, il che potrebbe essere interpretato come una violazione del PNC. Infine, (7) È possibile che il PNC sia una legge che governa la mente umana in fenomeni come la percezione e l’immaginazione e che la realtà non si conformi rigidamente a esso, soprattutto in ambiti non classici o non intuitivi. Pur non ritenendo tutti questi argomenti infallibili-come già detto-per essere tuttavia convinto dell'incontrovertibilità del PNC avrei bisogno di controargomentazioni solide che rispondano efficacemente a tutte le obiezioni qui esposte.
    Ho una seconda riflessione. Lei dice che è anapodittico il PNC. Anapodittico significa autoevidente. Un principio è autoevidente quando è sufficiente la sola comprensione del significato dell’enunciato che lo esprime per riconoscere la sua verità (senza quindi la necessità di alcuna dimostrazione). Lei però dice anche che per mostrare la sua anapoditticità è necessario eseguire una dimostrazione per consequentia mirabilis, in cui si dimostra come la sua negazione lo presupponga. Se fosse necessario questo processo inferenziale, allora, per definizione, non sarebbe anapodittico, in quanto non sarebbe possibile concepirlo vero solo comprendendolo ma sarebbe appunto necessario dimostrarlo. In secondo luogo, se è necessario eseguire quella dimostrazione, allora, per la definizione di “fondamento”, il PNC sarebbe fondato sulla consequentia mirabilis, rendendo il PNC un fondato e non un fondamento. Per la somma di tutte queste ragioni appena menzionate, ritengo di essere giustificato a non credere vero che il PNC sia incontrovertibile. Anche per quest’ultima riflessione attendo la sua replica e nell’attesa la ringrazio per la cortese sua attenzione e per il tempo che mi sta dedicando. Gliene sono sinceramente grato. Le auguro anche oggi una buona serata.

    • @FilosofiaeDestino
      @FilosofiaeDestino  17 днів тому

      Salve,
      Per fortuna e purtroppo lei è ben preparato e questo luogo sempre meno si presta a certi confronti.
      Anapodittico poiché la negazione è immediatamente tolta. Dice: io non ci sono. Questo è l'elenchos.
      Le logiche paraconsistenti non le conosco bene ma dagli esempi che fino ad ora ho sentito si tratta di giochi linguistici e di logiche il cui contenuto è nullo. 'Questa frase è falsa' è una costruzione ad hoc il cui coneltenuto è inesistente, un positivo significare di niente.
      Il fatto stessonche lei richiede una dimostrazione incontrovertibile le mostra immediatamente che lei intende chiedere questo e non altro. Sta incontrovertibilmente intendendo ciò che intende intendere. La logica dell'essere sé è non altro da sé e imprescindibile. Anche volerla negare o confutare o superarla la implica.

  • @abramo1
    @abramo1 21 день тому

    Ho qualche dubbio. Lei ha definito ‘concreto’ come un composto, cioè qualcosa che ha come parti distinte un soggetto e qualche qualità. Poi ha fatto l’esempio dell’uomo come concreto. Tuttavia, l’esempio non esemplifica realmente la definizione data. L’esempio è un esempio di un soggetto, non di un concreto. Infatti, supponiamo che l’uomo sia un concreto. Allora, per definizione, l’uomo ha come parti un soggetto e qualche qualità. Come qualità ha bellezza o bruttezza, e così via, ma come soggetto che parte ha? Se stesso?
    Lei ha fatto poi l’esempio di astratto come di una qualità distinta dal soggetto. Ad esempio, la bianchezza è un astratto. Ma la bianchezza può anche essere un concreto, secondo la definizione che ha dato sopra, perché può essere composta da un soggetto e una qualità: “la bianchezza è bianca”. Serve fare allora chiarire meglio questi aspetti. Si potrebbe per esempio specificare che nessuna qualità ha come qualità se stessa, e allora la bianchezza non sarebbe bianca. Si potrebbe disambiguare poi il concreto come essere un soggetto composto da qualche qualità. Sono suggerimenti, non so se sono queste le definizioni corrette. Attendo delucidazioni.
    Grazie dell’attenzione

    • @FilosofiaeDestino
      @FilosofiaeDestino  20 днів тому

      La definizione di concreto che ho dato è seguita da un esempio, che vale appunto come esempio. Come sfondo della questione del concreto e dell'astratto c'è la predicazione (soggetto, predicato e la loro relazione). Detto questo prenda qualsiasi concetto che può fare da soggetto (anche la parola soggetto) e ne predichi alcune qualità: l'insieme di soggetto e predicati qualitativi costituirà il concreto. Se invece isola la qualità dal soggetto, ossia se pensa che si possano separare quella qualità da quel preciso soggetto (quell'uomo è bello, la sua bellezza separata da quell'uomo di cui abbiamo predicato la bellezza), allora sta astraendo. Se poi pensa che effettivamente possa esistere un qualità di quel soggetto senza quel soggetto che la manifesta, allora sta operando un astrazione dell'astratto.
      La bianchezza può essere anche concreta? Certo! E' un soggetto con le sue qualità.
      Potrei suggerire: non si perda nel regressus ad indefinitum che si ottiene pensando che ogni qualità può essere anche un soggetto, stia alla definizione: Soggetto e Predicati non possono essere separati dall'intelletto astratto.

    • @abramo1
      @abramo1 19 днів тому

      Desidero innanzitutto esprimere la mia sincera gratitudine per l’attenzione e le delucidazioni. Tuttavia, permangono alcuni dubbi che auspico lei possa aiutarmi a chiarire ulteriormente.
      Mi chiedo, ad esempio, in quali circostanze specifiche una parola possa effettivamente assumere il ruolo di soggetto in un enunciato. Comprendo che in italiano, come in molte lingue, il soggetto può essere rappresentato da nomi, pronomi, infiniti, proposizioni e articoli determinativi o indeterminativi. Anche sostantivi composti o frasi nominali possono svolgere questa funzione. Tuttavia, vorrei approfondire le condizioni precise.
      Per quanto riguarda le qualità, mi è chiaro che esse rappresentano proprietà o caratteristiche attribuibili a un oggetto o soggetto, distinguendosi da concetti come azioni, processi, entità astratte o relazioni. Le qualità devono essere attribuibili, percepibili attraverso i sensi, stabili nel tempo, modificabili attraverso cambiamenti fisici. Questa definizione mi sembra adeguata, ma resto incerto su come applicarla in casi particolari e su come distinguere in modo inequivocabile le qualità da altri tipi di concetti non qualitativi. D’altronde, mi potrei sbagliare e Severino potrebbe aver voliti intendere qualcos’altro.
      Vorrei concludere con una questione che ha attirato particolarmente la mia riflessione: "il concreto" costituisce l'insieme massimale di tutte le proposizioni costruibili in questo modo oppure ogni membro di questo insieme massimale è esso stesso un concreto?
      In attesa di una sua cortese risposta

  • @abramo1
    @abramo1 11 днів тому

    Mi dispiace se il mio messaggio è stato percepito come arrogante, ma desidero chiarire che il mio intento non era quello di svalutare il suo punto di vista. Piuttosto, ho cercato di esporre con precisione i miei contro-argomenti e di affrontare in maniera razionale i punti che sono stati sollevati. Questo, perché sto cercando di apprendere il pensiero di Severino mediante questo canale di divulgazione del suo pensiero, e ritengo, sulla base di alcuni fatti della psicologia dell’apprendimento, che memorizzare senza aver debitamente compreso non sia un vero passo in avanti nell’apprendimento, ma una comprensione fittizia.
    Nel nostro dialogo, ho notato una reiterazione di argomentazioni già confutate, e ho cercato di spiegare perché queste non mi sembrano sufficienti a giustificare la tesi per come mi è stata esposta. Non c’è nulla di svalutativo in questa constatazione, è semplicemente un modo per evitare un regresso nella discussione. Ritengo che due siano le opzioni: o si entra nel merito dei miei controesempi, affrontandoli razionalmente, oppure passo a temi successivi del pensiero di Severino. Non vedo come possa essere produttivo che io faccia domande e sollevi dubbi che non ricevono risposta. È una questione di pragmatismo, non di svalutazione.
    La ringrazio comunque per il tempo che ha dedicato alla conversazione fino a questo punto.

    • @abramo1
      @abramo1 11 днів тому +1

      La ringrazio per i consigli di lettura che leggerò.

  • @abramo1
    @abramo1 12 днів тому

    L’enunciato “Le logiche paraconsistenti sono logiche dal contenuto nullo” è ambiguo. Forse lei intende che esse siano logiche in cui le formule non trasmettono alcuna informazione o dove non c’è alcuna corrispondenza tra gli enunciati della logica e una possibile interpretazione del mondo o degli stati di cose. Quindi, che siano sole manipolazioni di stringhe sintattiche prive di contenuto informativo. A me questa verità non è accessibile tramite la sua sola emissione della frase. La semantica di Belnap per le logiche paraconsistenti utilizza un sistema a quattro valori di verità (“vero”, “falso”, “entrambi” e “nessuno”), che permette di rappresentare situazioni dove una contraddizione può esistere senza portare al collasso dell’intero sistema logico. Questo mostra che le logiche paraconsistenti possono avere interpretazioni semantiche, e quindi non sono logiche che si basano sulla sola manipolazione sintattica. Sul fatto che siano informative, esistono filosofi come Priest e J.C. Beall che lo sostengono. Io non ho un’opinione a riguardo, ma la sola sua opinione non è sufficiente a convincermi. Né mi convince il metodo dell’elenchos che ha citato, per dubbi che ho sollevato sotto ai video precedenti e che non hanno avuto risposte.
    La frase autoreferenziale "Questa frase è falsa" non è dal contenuto inesistente, perché il soggetto denota la frase stessa (ed essa esiste) e il predicato "è falsa" assegna il valore di falsità alla frase. Ragionando per casi:
    1. Se S è vera, allora "S è falsa" è vera, quindi S è falsa, contraddizione.
    2. Se S è falsa, allora "S è falsa" è falsa, quindi S è vera, contraddizione.
    In entrambi i casi, si ottiene una contraddizione. Questo informa su qualcosa di cruciale: esistono frasi autoreferenziali che non possono essere né vere né false. Ciò dimostra che la logica classica, in un linguaggio che permette autoriferimento, determina contraddizioni. Se non informasse su nulla, non si spiegherebbe perché filosofi e logici siano stati per migliaia di anni informati sul fatto che dovevano assolutamente cercare una soluzione al paradosso altrimenti la logica classica sarebbe stata dimostrata inconsistente. Questo è un fatto dimostrabile oggettivamente e non una loro opinione.
    Infine, lei sta per l’ennesima volta assumendo che io stia presupponendo il principio di opposizione universale del positivo e del negativo basandosi sul fatto che la mia richiesta è “se stessa” e non “altro da sé” nonostante io abbia già messo in discussione questo processo inferenziale. Questa conclusione, come già le dissi, non è necessaria o non ho alcuna ragione di crederlo. Infatti, posso piuttosto esplicitamente affermare che sto presupponendo il principio di identità degli indiscernibili di Leibniz. Secondo tale principio, due entità che condividono tutte le stesse proprietà sono indistinguibili e quindi identiche. Questo implica che, quando sostengo che la mia richiesta è “se stessa” e non “altro da sé”, ciò è pienamente legittimato dal principio di Leibniz. Il risultato che la mia richiesta è identica a se stessa è coerente con il principio di identità degli indiscernibili e non richiede il ricorso al principio di opposizione universale, che fra le altre cose, come già le dissi, sembra piuttosto un principio non fondamentale e ridondante sopravveniente su quello di Leibniz. Di conseguenza, non ho alcuna ragione per credere che io stia necessariamente facendo riferimento al principio di opposizione, poiché lo stesso risultato su cui lei basa l’inferenza è garantito (da un punto di vista logico) anche da un altro principio metafisico, e non solo dal suo. Principio che ho persino ragione di credere essere più fondamentale del suo.
    Voglio essere trasparente riguardo a una frustrazione che sto provando da un po’ di tempo nel nostro dialogo. Mi sembra che lei stia ripetendo costantemente le stesse argomentazioni senza riuscire a sostenerle con argomenti corretti. Se preferisce relativizzare alla mia soggettività, argomenti che io possa trovare convincenti. Questo mi porta a pensare che ci sia qualche fattore che ci impedisce di avanzare oltre queste posizioni. Mi sento giustificato nel ritenere che continuare la discussione in queste condizioni non sia produttivo, poiché temo che lei continuerà a ripetere gli stessi argomenti, non avendo intenzione di rivederli o riformularli.
    Le anticipo quindi che, qualora dovesse ripetere per l’ennesima volta le stesse argomentazioni già affrontate senza aggiungere alcun nuovo argomento a supporto di quelle proposizioni, non risponderò ulteriormente, in quanto ho già esposto ampiamente la mia posizione

    • @FilosofiaeDestino
      @FilosofiaeDestino  12 днів тому

      Le rispondo per cortesia ma il suo tono non lo gradisco affatto.
      Si riveste di tanto sapere conunque utilizzato in maniera arrogante.
      Le ho già detto che non è questo il luogo adatto per trattare analiticamente tutto, ma se ha tanta voglia di conflitti in questo luogo, si legga prima il capitolo 3 paragrafo 6 della Struttura Originaria eppoi il capitolo 6 di Ritornare a Parmenide.
      Per finire le suggerisco di ascoltare dal minuto 13 su yt di una intervista al prof Goggi la 4/5 di Dialoghi sull'eternita'
      E se ne avesse ancora curiosità, ma non ricordo il capitolo, trova anche una risposta su Testimoniando il destino.
      Questo solo per le logiche paraconsistenti.
      Per il resto sarebbe gradito parlare un linguaggio comune, vale a dire che qui su Parla della struttura originaria per cui ogni ente è un eterno in quanto ente.
      Direi che sarei felice di finirla qua.
      Buona vita

  • @paolobraghi8874
    @paolobraghi8874 Місяць тому

    Mi scusi, ma lei, da come pronuncia le parole, non conosce il greco antico.

    • @FilosofiaeDestino
      @FilosofiaeDestino  Місяць тому

      Infatti. Non lo conosco ancora, come detto io stesso nel video.

    • @paolobraghi8874
      @paolobraghi8874 Місяць тому

      @@FilosofiaeDestino È un po’ difficile però seguire rigorosamente il pensiero di Severino senza una forte competenza relativa ai testi della grecità. Le auguro di riuscirci, ma saranno necessari molti anni di duro lavoro. Un cordiale saluto!