Leggendo alcuni commenti sia in live che qui sotto, mi sento di fare una precisazione sulla questione blog letterari. Nonostante nel video mi sembra si capisca la nostra posizione, evidentemente non siamo stati chiari abbastanza. Quindi lo ribadisco per iscritto perché forse più incisivo. Poi ovviamente parlo per me: non ho assolutamente NULLA contro i blogger. Sarei pazzo. Anzi, chi ha un blog ha la mia stima. Non lo denigro e mai lo farò. Chi ha un blog fa una cosa faticosissima e dignitosissima che purtroppo non porta visibilità e riconoscimento, non più: ed è questo che abbiamo detto. Le nostre risate non sono di denigrazione, ma semmai di amarezza, e i nostri commenti sono puramente legati all'articolo in questione che attaccava "tutto ciò che non è blog" dicendo che non crea discussione e non fa cultura. Quando in realtà è esattamente il contrario: i blog attraggono sempre meno pubblico e creano meno discussione rispetto ad altri contesti come UA-cam e i social; quale che sia il motivo, è un dato di fatto, e lo si può constatare empiricamente. Tutto qui. Ci mancherebbe che chi parla di libri come noi (gratuitamente e liberamente) si mettesse a criticare chi è ancora più martire di noi. Per quanto mi riguarda, non esiste. Magari non c'era bisogno, ma ho preferito specificare.
Se consideriamo i numeri, avete pienamente ragione. Ho avuto l'impressione, però, che giudicavate, senza conoscere realmente cosa siano stati i blog. Oggigiorno i blog non hanno la stessa tiratura di 10/15 anni fa, è vero. Ma credo anche che il gap generazionale (non vostra ma in generale), in qualche modo, influisca molto sull'opinione al riguardo. Ho 31 anni e sono tra quelli che ha iniziato le scuole medie nel 2000 e le superiori nel 2003; tra quelli che le ricerche scolastiche le faceva in biblioteca, in quanto Internet, era a consumo. Un paio d'ore su internet ti potevano costare anche qualche centinaio di €. La maggior parte dei siti erano formati da testi con collegamenti ipertestuali, qualche foto al massimo e non c'era tutta quell'informazione accademica, scolastica che c'è oggi. Nel corso del tempo sono arrivati i blog, di vario tipo. Alcuni anche scolastici, utili a trovare informazioni per verifiche, interrogazioni. Siamo quella generazione che ha avuto un'incontro con l'informazione scritta e non visuale. I video saranno sicuramente più diretti, non lo metto in dubbio. Io stesso usufruisco di corsi fatti su UA-cam, fatti bene, ma aver vissuto i Blog fin dalla loro nascita, te li fa vedere sotto un'altra luce. Ma sopratutto, per alcuni di noi, erano l'unica forma di informazione virtuale, più diretta esistente. Non so quanti anni abbiate, mi sembrate molto giovani, da aver vissuto i blog a 360 gradi
C’è anche un altro discorso, secondo me, nella questione articolo/video. Nella maggior parte dei casi chi legge non ha amici che leggano con cui poter parlare di libri. Il booktuber colma quest’assenza più di un articolo (e lo dico da giornalista) perché è un mezzo più informale che ricrea (anche se non del tutto) una chiacchierata tra amici. Poi si crea una community, voi (ma anche gli altri nella maggioranza dei casi) rispondete ai commenti, create pagine su Facebook. Il fatto di vedere e sentire parlare una persona la rende più vicina, ricrea un’esperienza più simile alla quotidianità. Poi anche i blog e gli articoli sui giornali hanno i loro aspetti positivi, che sono diversi ed ugualmente validi, ma sono esperienze diverse. Ps ho scritto questo commento mentre ascoltavo, probabilmente avrete detto qualcosa di simile dopo 😅
Se uno dovesse prendere me come campione, il book-influencing risulterebbe sicuramente incapace di smuovere i numeri del mercato editoriale: guardando i vostri video nell'ultimo anno ho scoperto e letto molti titoli che non conoscevo, peccato che abbia un abbonamento alla biblioteca e molta determinazione nello sfruttarlo, quindi l'ho fatto senza comprare quasi nessun libro! In tal senso vorrei far notare al giornalista del Giornale che, con altrettanta ragione, potrebbe prendersela con le biblioteche: anche le biblioteche sono incapaci a smuovere i numeri del mercato editoriale, anzi, a dirla tutta esse rappresentano un danno economico per le C.E., o mi sbaglio? Perché il Giornale non fa un articolo contro le biblioteche, a questo punto? Un articolo in cui ne denuncia l'inutilità in tal senso? Il tenore non risulterebbe poi tanto diverso da quello dell'articolo che ha già scritto. Visto che si vuole valutare l'apporto culturale di qualcuno o qualcosa in base ai soldi che riesce a smuovere, facciamolo fino in fondo e con coerenza.
Ma vedi, il nostro compito non è quello di #spostarecopie o di creare nuovi grandi volumi di vendita, se poi le ce delegano solo a noi il compito di informare sulle nuove uscite ma non fanno nessuna altra attività. Secondo il valore informativo trascende dalle vendite perché in fondo ci facciamo promotori della lettura, non siamo addetti vendite. Sono perfettamente d’accordo con te, tanto il livello sarebbe quello
@@MissFictionBooks E per fortuna! Il bello di questi canali è proprio il fatto che promuovano la lettura, il fatto che poi possano promuovere anche l'acquisto del prodotto libro è accessorio. Oltre al fatto che se foste addetti vendite dovreste anche essere pagati come tali, quindi fino a prova contraria non lo siete.
da blogger che svolge recensioni, promozione per i self, e cura tematiche sociali per persone che come me hanno un handicap, mi sento di dissentire.Non ho 40 mila seguaci, ma su Net parade, io e i miei colleghi dello staff , siamo al terzo posto della categoria blog.Ho fatto personalmente video su Instagram per spiegare la differenza tra promozione e recensione .Sulla motivazione per cui queste debbano essere gratuite.Ho spiegato le normative sui giveaway e seguo tutti voi con molta umiltà.Ma non faccio discussione perchè sono piccola.Ne prendo atto. A dimenticavo facciamo anche video letture e incentiviamo i bambini a leggere.Ma sono tutte pinzillacchere! Anche noi nel nostro piccolo cerchiamo di dare un segnale.
Io sono tra quelle INFLUENZATE 😅💁♀️ Io specialmente in questo ultimo anno senza i consigli particolari e le chicche di Tiffany non avrei trovato quasi nulla da leggere che davvero mi interessasse anzi ho anche superato il blocco del lettore spesso coi tuoi consigli quindi direi che magari prima di sparare a zero sui booktouber e bookinfluencer bisognerebbe fare una riflessione più approfondita, su quanto in realtà se io persona non voglio comprarlo non lo compro se arrivo a comprare un determinato libro o a leggerlo è perché evidentemente quel bookinfluencer mi ha aiutata a trovare qualcosa che fosse più simile a ciò che mi piace. Poi ripeto purtroppo ci sono anche persone che hanno un mononeurone che neanche è attivo e parlano tanto per dar fiato alla bocca senza andare veramente ad informarsi su certe tematiche. Sicuramente per quanto riguarda i blog sono anche meno considerati perché credo che sia più semplice ascoltare per le persone che leggere soprattutto se uno magari sta andando a lavoro o è in giro difficilmente riuscirà a trovare un lasso di tempo tale da leggere un blog. Mentre un podcast o un video è molto più semplice ascoltarlo in ogni momento. This is my opinion 🤷♀️
Ma basterebbe un approfondimento e un'indagine su cosa significhi book influencer cercando di farla durare più di 30 secondi. E comunque, pessima influenza! Puoi dirlo :D
I giornalai si lamentano perché i social li stanno soppiantando. Perché sono contenuti con un pubblico sempre più amplio e le case editoriali lo sanno e stanno iniziando a puntare su di loro.
Mi sono persa la live ma scrivo qui : INFLUENZATA 🙋🏼♀️ negli ultimi due anni quasi tutti i titoli dei libri o podcast che ho comprato /ascoltato sono arrivati da Booktube! Senza di voi saremmo P E R S I
Ho letto l'articolo del il giornale, e che dire, agghiacciante che persone professioniste perdano tutto quel tempo e quelle parole a combattere una crociata così inutile. Basterebbe solo aprire uno dei vostri video per capire che i contenuti ci sono, che se anche non siete critici perché siete ragazzi come noi che vi seguiamo, riuscite a dare una spiegazione più approfondita. Semplicemente dai video traspare che diffondete cultura. Ho comprato centinaia di libri grazie a voi ed ho sviluppato senso critico verso la lettura, e continuerò nonostante questi #vecchidemmerda (cit) 😁 ps attaccare i vostri nickname da "cartoni animati" all'inizio dell'articolo mi ha fatto capire subito la cura e la profondità del suo studio 😂
Buonasera! Non ho capito una cosa: l'autore dell'articolo esordisce spiegando che i lettori oggigiorno orientano le proprie scelte di lettura in base alle segnalazioni dei book influencer, salvo poi sottolineare che l'impatto di queste segnalazioni è estremamente limitato in termini di vendite. Ora, se questo ultimo dato è vero, è sbagliato affermare che i lettori si affidino agli influencer per decidere quali libri acquistare, di conseguenza non è nemmeno necessario rimpiangere Cecchi, Gentile, Piovene poiché non sono stati sostituiti dai book influencer. Trovo insomma che le due cose siano in contraddizione tra loro: da un lato affermare che adesso sono gli influencer a decidere cosa meriti di essere letto e acquistato, dall'altro evidenziare come essi siano in realtà irrilevanti nel mercato editoriale. (Se i consigli dell'influencer non si traducono in acquisti allora che potere di influenza ha? Cosa c'è da temere? Cosa c'è da rimpiagere?). Seconda considerazione: forse vale la pena chiedersi se il contributo minimo apportato dalle segnalazioni online degli influencer alla crescita del settore editoriale non sia dovuto alle limitate visualizzazioni dei canali, blog e social degli stessi. Per fare un esempio, i canali dei booktubers di cui sono a conoscenza contano poche migliaia di iscritti, con qualche eccezione che arriva a qualche decina di migliaia, è naturale che i risultati di vendita di un libro non vengano stravolti dalle loro segnalazioni. Sul fatto che gli editori si mobilitino per incontrare gli influencer: l'autore non riesce a farsene una ragione, qualcuno è in grado di spiegarlo? Punto quarto: sono d'accordo con Ilenia (18:50): la figura dell'influencer non è sovrapponibile a quella del critico letterario, fanno due attività diverse, pur occupandosi entrambi di libri. (Se la libraia della mia città mi da dei suggerimenti su cosa leggere non sta usurpando la carica di Benedetto Croce o Ugo Ojetti! Una persona che si occupa di marketing e comunicazione per una casa editrice cerca di far conoscere le pubblicazioni della stessa, dando informazioni sull'autore e descrivendo il contenuto del libro, ma non per questo sta facendo critica letteraria!). Sulla frase riportata al minuto 23:16: Se l'attività dell'influencer consiste nel condividere e magari anche promuovere i libri e la lettura, non è forse una cosa utile interrogarsi sul numero di persone che si riescono a raggiungere? Il numero di followers non determina la qualità e la competenza di una persona, ma voler allargare la platea di uditori-lettori è una cosa tanto malvagia e di cui vergognarsi? Dove sbaglio? Ringrazio chiunque voglia rispondermi.
Personalmente, per me non sbagli. Nel senso, hai colto le contraddizioni dell’articolo, che mostrano quasi più un risentimento mal celato e sorretto da una logica un po’ tanto fallace e facilmente attaccabile. Mi permetto di aggiungere una cosa, riguardo ai numeri. Come dicevo anche nella live, il tema è quanto sia compito dei book influencer farsi promotori della vendita (quando in realtà il nostro compito è un altro, ma anche fosse..) mentre tutte le altre fasi di lancio, campagna e comunicazione sono del tutto inesistenti. Da un lato non serviamo a nulla però molto spesso diventiamo l’unico strumento utilizzato dalle Ce per parlare di un volume. Anche questa è una contraddizione. Poi, attenzione a confondere grandi numeri con grandi risultati. Sicuramente a livello di copertura è così ma non sempre la reale conversione, l’engagement ecc di account molto grandi (che a parer mio dovrebbero provare a sfruttare) molto superiore a quelli piccoli, perché negli account più limitati la fidelizzavi one con il creator è molto più forte e meno generalista.
Influenzatissima: ho letto in fue settimana la saga dell'attraversaspecchi se non avessi visto tu e Ilenia parlane mai mi sarebbe venuto in mente di comprarla
Seconda cosa: per i blog tanto rispetto, non tutti hanno il dono di poter parlare tranquillamente e spontaneamente davanti a una telecamera di un libro e analizzarlo a voce. Vuoi per necessità "logistica" vuoi per necessità e indole "personale" scrivere i pensieri anziché esporli a voce alta rimane tuttora un bel lavoro. Personalmente, trovo le recensioni scritte molto più belle, profonde e originali rispetto a quelle a voce, sono più "letterarie" mentre i video rimangono più chiacchiericci.
Io trovo che attaccare chi parla di libri in base all'assenza di competenze (competenze in termini di studi) sia piuttosto stupido. Nel senso, se io studentessa di chimica posso discutere di un libro di narrativa con il mio ragazzo, perché non si può fare sul web? Nel senso, il problema è il quantitativo di persone che ascoltano? In fondo i libri sono di tutti, dire che solo i letterati possono parlarne mi fa pensare al voler far tornare la lettura stessa come un'attività di élite. Credo che tutti i lettori abbiano opinioni su ciò che leggono e tutti abbiano il diritto di esprimerle, a prescindere dal titolo di studi.
È ovvio che i booktuber siano solo attratti da facili guadagni e visualizzazioni. Infatti un video di un’ora che esamina un romanzo nel dettaglio fa 5-10.000 visualizzazioni, quando basta cuocere una frittata per farne 300.000. #Influenzato Comunque uno dei motivi principali dell’attacco alla letteratura su certe piattaforme credo sia che i libri mantengono ancora un’aura magica/aulica (e mi viene da dire per fortuna). Quindi molte persone non vedono di buon occhio parlare di letteratura su piattaforme come instagram, che al 90% è utilizzata per guardare culi, tette o addominali del/della tronista di turno o cose simili. Questo non toglie che un conto è la chiacchiera da bar, un altro è scrivere un articolo. Chi scrive un articolo non dovrebbe fermarsi a luoghi comuni ma andare nello specifico e fare differenziazioni tra chi è superficiale e rincorre le mode, e chi invece fa un ottimo lavoro e di solito le mode le fa.
I famosi guadagni facili dei booktuber, quelle creature mitiche e leggendarie che non guadagnano mezzo euro nemmeno a piangere ma le persone ne sono convintissime... Da queste affermazioni si nota il livello di professionalità! :D
Mi stupisco della vostra ingenuità: è evidente che si tratta di una scelta editoriale, ovviamente la scrittura ci perde rispetto al canale video ergo il giornalismo fa propaganda competitiva con questo genere di articoli! Tutte le altre teorie sono fuffa, perché la motivazione primaria è questa!😉👍🏻stanno semplicemente portando l’acqua al loro mulino, ciò che si teme si denigra. In definitiva: portate loro via clienti! 😉
Ma quali clienti? Cioè non è minimamente paragonabile il lavoro di un giornale a quello di un book influencer. Non è una connessione ovvia, ne calzante. Chi guarda video o segue influencer in ambito letterario, non per forza compra giornali e riviste letterarie perchè spesso l’alternativa è che non legga affatto riviste o articoli specializzati, anzi spesso l’alternativa è proprio niente... no così, ok che siamo ingenui ma un paio di salti logici riusciamo a farlo anche noi ogni tanto
Ho letto anche io l'articolo e onestamente non ha tutti i torti. Giustamente magari vi siete sentiti "richiamati in causa" ma secondo me sbagliate. Su youtube ci sono una marea di booktuber a dir poco imbarazzanti che rispecchiano effettivamente ciò che l'articolo mette in luce. Voi siete l'eccezione. Non conosco Miss Fiction perché non avendo gusti letterari affini non la seguo ma per il resto, Marco, Gaetano, Ilenia e Martina, sono per me i migliori e propongono anche libri impegnativi. Cioè a me è capitato di guardare la "recensione" di Alla ricerca del tempo perduto di Proust in cui praticamente non si faceva altro che girare e rigirare il cofanetto davanti alla telecamera e a fare vedere i caratteri e le copertine e stop. Ma ve lo immaginate una persona così a leggere Proust? Io no, infatti, in altri suoi video successivi lo denigra quasi, essendo Proust uno che "si fa le pipe mentali" e sconsiglia la lettura, e come questo anche altre imbarazzanti situazioni. E come lui ce ne sono a iosa, pertanto si, concordo con l'articolo perché difficilmente oggi si fanno problemi se non hanno nulla da dire, basta farsi vedere col libro in mano e parlare del nulla. Poi ci siete voi, quelli davvero bravi, ma siete la "mini-minoranza", in numero così esiguo.
Ciao! Quando si generalizza su una categoria, bollandola in toto come inutile al dibattito culturale e inefficace, è ovvio che ci sentiamo chiamati in causa. Per quanto mi riguarda, soprattutto per le grandissime imprecisioni e la diffusione di argomentazioni false senza il sostegno di nessuna fonte (ovvero, l’inefficacia per la vendita dei libri e dell’utilizzo dei social come strumento ecc che sono vere e proprie fake news). Per me anche tu stai generalizzando non avendo presente grande parte dei creatori e dei book influencer, che non si tratta solo di booktube ma anche di account Instagram, bloggers e aggregatori su Facebook. Se ti è capitato di guardare una recensione della Recherche dove si faceva vedere un libro, è un caso, una singola esperienza, che non rende eccezionali invece casi virtuosi perché in una community abbastanza vasta non significa che sia il modus operandi della maggior parte di quelli che parlano di letteratura online. Detto questo, che secondo me va sottolineato, bisogna tenere a mente che non è necessario avere delle competenze per parlare di letteratura online in quanto non tutti mirano a fare critica e dibattito culturale, ma c’è chi è qui solo per diffondere la propria passione senza dover tenere conto della validazione o meno da parte di chi scrive articoli dello stesso spessore della carta velina.
Se prendi in considerazione il mio esempio, il booktuber avrà sicuramente inciso sull'inefficacia per la vendita, non consigliandolo e parlandone male (i commenti lo dimostrano). C'è anche chi rimane influenzato da un giudizio negativo, anche se mal esposto e su fondamenti banali e soggettivi, e quindi se prima aveva una mezza intenzione di comprare il libro e provare a leggerlo, lascia perdere.
Però di nuovo, è una singola esperienza e non può essere affibbiata ad un’intera categoria o rappresentare tutte le esperienze. Che poi, non sto dicendo che ci siano persone che non ci piacciono o non sono efficaci per noi ma dire che tutta la categoria è inutile o inefficace, contando che non siamo online per fare i venditori mondial casa, lo trovo parecchio miope e ristretto quando il problema è solo l’avversione o la mancata complessità nel delineamento di una strategia da parte di chi il libro lo vende (che ripeto, non siamo noi) nella comunicazione o nelle attività complessive
@@ioanamolly8225 Questo però è altrettanto vero per il giornalismo culturale che l'articolo difende tanto: penso che alcune "recensioni" sui giornali e sugli articoli che l'autore del pezzo elogia possano scoraggiare la lettura tanto quanto un video su booktube fatto in maniera leggera e superficiale. Con quella piccola differenza però, permettimi di dire, che il giornalismo non solo viene pagato, ma soprattutto dovrebbe proprio per definizione stimolare discorsi culturali: booktube no. Non per forza. E il fatto che tu stessa dica che ci sono contenuti che apprezzi e altri che non apprezzi, la dice lunga su quanto la realtà sia più sfaccettata rispetto alla facile e ridicola trattazione di questo "giornalista". Concordo, come abbiamo detto anche in live, che si possano ritenere alcuni canali privi di contenuti validi e solidi (e pure qui, vale la stessa cosa per i giornali), ma da qui a fare un articolo contro un'intera categoria, facendo tutta una serie di errori deontologici come la generalizzazione e la parzialità senza fonti (senza contare che questo pensa davvero di poter paragonare critica, giornalismo e influencer, aiuto) passano il mare e tutte le acque 😅 Cioè avrebbe molto più senso un articolo scritto da te in cui diresti cosa va e cosa non va, perché questo sarebbe lecito, e anzi, mi viene da dire, utilissimo. Considera che già il tuo solo commento, che mette in luce differenze basate su esempi reali, è molto più valido di questo articolo che si basa sul nulla.
Penso che il 99% delle mie letture da quando ho scoperto il mondo di booktube provenga da lì. Ormai vadano a fan**** quelli che non si sono ancora resi conto che il mondo è cambiato 😅
Leggendo alcuni commenti sia in live che qui sotto, mi sento di fare una precisazione sulla questione blog letterari. Nonostante nel video mi sembra si capisca la nostra posizione, evidentemente non siamo stati chiari abbastanza. Quindi lo ribadisco per iscritto perché forse più incisivo. Poi ovviamente parlo per me: non ho assolutamente NULLA contro i blogger. Sarei pazzo. Anzi, chi ha un blog ha la mia stima. Non lo denigro e mai lo farò. Chi ha un blog fa una cosa faticosissima e dignitosissima che purtroppo non porta visibilità e riconoscimento, non più: ed è questo che abbiamo detto. Le nostre risate non sono di denigrazione, ma semmai di amarezza, e i nostri commenti sono puramente legati all'articolo in questione che attaccava "tutto ciò che non è blog" dicendo che non crea discussione e non fa cultura. Quando in realtà è esattamente il contrario: i blog attraggono sempre meno pubblico e creano meno discussione rispetto ad altri contesti come UA-cam e i social; quale che sia il motivo, è un dato di fatto, e lo si può constatare empiricamente. Tutto qui. Ci mancherebbe che chi parla di libri come noi (gratuitamente e liberamente) si mettesse a criticare chi è ancora più martire di noi. Per quanto mi riguarda, non esiste.
Magari non c'era bisogno, ma ho preferito specificare.
Se consideriamo i numeri, avete pienamente ragione. Ho avuto l'impressione, però, che giudicavate, senza conoscere realmente cosa siano stati i blog. Oggigiorno i blog non hanno la stessa tiratura di 10/15 anni fa, è vero. Ma credo anche che il gap generazionale (non vostra ma in generale), in qualche modo, influisca molto sull'opinione al riguardo. Ho 31 anni e sono tra quelli che ha iniziato le scuole medie nel 2000 e le superiori nel 2003; tra quelli che le ricerche scolastiche le faceva in biblioteca, in quanto Internet, era a consumo. Un paio d'ore su internet ti potevano costare anche qualche centinaio di €. La maggior parte dei siti erano formati da testi con collegamenti ipertestuali, qualche foto al massimo e non c'era tutta quell'informazione accademica, scolastica che c'è oggi. Nel corso del tempo sono arrivati i blog, di vario tipo. Alcuni anche scolastici, utili a trovare informazioni per verifiche, interrogazioni. Siamo quella generazione che ha avuto un'incontro con l'informazione scritta e non visuale. I video saranno sicuramente più diretti, non lo metto in dubbio. Io stesso usufruisco di corsi fatti su UA-cam, fatti bene, ma aver vissuto i Blog fin dalla loro nascita, te li fa vedere sotto un'altra luce. Ma sopratutto, per alcuni di noi, erano l'unica forma di informazione virtuale, più diretta esistente. Non so quanti anni abbiate, mi sembrate molto giovani, da aver vissuto i blog a 360 gradi
C’è anche un altro discorso, secondo me, nella questione articolo/video. Nella maggior parte dei casi chi legge non ha amici che leggano con cui poter parlare di libri. Il booktuber colma quest’assenza più di un articolo (e lo dico da giornalista) perché è un mezzo più informale che ricrea (anche se non del tutto) una chiacchierata tra amici. Poi si crea una community, voi (ma anche gli altri nella maggioranza dei casi) rispondete ai commenti, create pagine su Facebook. Il fatto di vedere e sentire parlare una persona la rende più vicina, ricrea un’esperienza più simile alla quotidianità.
Poi anche i blog e gli articoli sui giornali hanno i loro aspetti positivi, che sono diversi ed ugualmente validi, ma sono esperienze diverse.
Ps ho scritto questo commento mentre ascoltavo, probabilmente avrete detto qualcosa di simile dopo 😅
Dopo questo video, i proprietari di blog si radunerannoaranno per fare un'altra live su di voi (anzi, scriveranno un'articolo)
ahahahha però dati alla mano eh!
Giovanna Legge supports you 💪🏻
Sei pronta a cambiare Nick?
Se uno dovesse prendere me come campione, il book-influencing risulterebbe sicuramente incapace di smuovere i numeri del mercato editoriale: guardando i vostri video nell'ultimo anno ho scoperto e letto molti titoli che non conoscevo, peccato che abbia un abbonamento alla biblioteca e molta determinazione nello sfruttarlo, quindi l'ho fatto senza comprare quasi nessun libro! In tal senso vorrei far notare al giornalista del Giornale che, con altrettanta ragione, potrebbe prendersela con le biblioteche: anche le biblioteche sono incapaci a smuovere i numeri del mercato editoriale, anzi, a dirla tutta esse rappresentano un danno economico per le C.E., o mi sbaglio? Perché il Giornale non fa un articolo contro le biblioteche, a questo punto? Un articolo in cui ne denuncia l'inutilità in tal senso? Il tenore non risulterebbe poi tanto diverso da quello dell'articolo che ha già scritto. Visto che si vuole valutare l'apporto culturale di qualcuno o qualcosa in base ai soldi che riesce a smuovere, facciamolo fino in fondo e con coerenza.
Ma vedi, il nostro compito non è quello di #spostarecopie o di creare nuovi grandi volumi di vendita, se poi le ce delegano solo a noi il compito di informare sulle nuove uscite ma non fanno nessuna altra attività. Secondo il valore informativo trascende dalle vendite perché in fondo ci facciamo promotori della lettura, non siamo addetti vendite. Sono perfettamente d’accordo con te, tanto il livello sarebbe quello
@@MissFictionBooks E per fortuna! Il bello di questi canali è proprio il fatto che promuovano la lettura, il fatto che poi possano promuovere anche l'acquisto del prodotto libro è accessorio. Oltre al fatto che se foste addetti vendite dovreste anche essere pagati come tali, quindi fino a prova contraria non lo siete.
da blogger che svolge recensioni, promozione per i self, e cura tematiche sociali per persone che come me hanno un handicap, mi sento di dissentire.Non ho 40 mila seguaci, ma su Net parade, io e i miei colleghi dello staff , siamo al terzo posto della categoria blog.Ho fatto personalmente video su Instagram per spiegare la differenza tra promozione e recensione .Sulla motivazione per cui queste debbano essere gratuite.Ho spiegato le normative sui giveaway e seguo tutti voi con molta umiltà.Ma non faccio discussione perchè sono piccola.Ne prendo atto. A dimenticavo facciamo anche video letture e incentiviamo i bambini a leggere.Ma sono tutte pinzillacchere! Anche noi nel nostro piccolo cerchiamo di dare un segnale.
Io sono tra quelle INFLUENZATE 😅💁♀️ Io specialmente in questo ultimo anno senza i consigli particolari e le chicche di Tiffany non avrei trovato quasi nulla da leggere che davvero mi interessasse anzi ho anche superato il blocco del lettore spesso coi tuoi consigli quindi direi che magari prima di sparare a zero sui booktouber e bookinfluencer bisognerebbe fare una riflessione più approfondita, su quanto in realtà se io persona non voglio comprarlo non lo compro se arrivo a comprare un determinato libro o a leggerlo è perché evidentemente quel bookinfluencer mi ha aiutata a trovare qualcosa che fosse più simile a ciò che mi piace. Poi ripeto purtroppo ci sono anche persone che hanno un mononeurone che neanche è attivo e parlano tanto per dar fiato alla bocca senza andare veramente ad informarsi su certe tematiche.
Sicuramente per quanto riguarda i blog sono anche meno considerati perché credo che sia più semplice ascoltare per le persone che leggere soprattutto se uno magari sta andando a lavoro o è in giro difficilmente riuscirà a trovare un lasso di tempo tale da leggere un blog. Mentre un podcast o un video è molto più semplice ascoltarlo in ogni momento.
This is my opinion 🤷♀️
Ma basterebbe un approfondimento e un'indagine su cosa significhi book influencer cercando di farla durare più di 30 secondi. E comunque, pessima influenza! Puoi dirlo :D
I giornalai si lamentano perché i social li stanno soppiantando. Perché sono contenuti con un pubblico sempre più amplio e le case editoriali lo sanno e stanno iniziando a puntare su di loro.
Vabbé, i libri che ho comprato INFLUENZATA da Ilenia ormai non si contano più!! 😂
Mi sono persa la live ma scrivo qui : INFLUENZATA 🙋🏼♀️ negli ultimi due anni quasi tutti i titoli dei libri o podcast che ho comprato /ascoltato sono arrivati da Booktube! Senza di voi saremmo P E R S I
è che siamo una pessima influenza, come dicevano le mie prof alle superiori! :D
Ho letto l'articolo del il giornale, e che dire, agghiacciante che persone professioniste perdano tutto quel tempo e quelle parole a combattere una crociata così inutile. Basterebbe solo aprire uno dei vostri video per capire che i contenuti ci sono, che se anche non siete critici perché siete ragazzi come noi che vi seguiamo, riuscite a dare una spiegazione più approfondita. Semplicemente dai video traspare che diffondete cultura. Ho comprato centinaia di libri grazie a voi ed ho sviluppato senso critico verso la lettura, e continuerò nonostante questi #vecchidemmerda (cit) 😁 ps attaccare i vostri nickname da "cartoni animati" all'inizio dell'articolo mi ha fatto capire subito la cura e la profondità del suo studio 😂
#influenzata 😁
Eleanora Holiday potresti linkare l'articolo?
@@giovannic8553 m.ilgiornale.it/news/spettacoli/critica-e-libri-chi-influenzano-i-book-influencer-1796769.html
Assolutamente Influenzata, seguo nuove uscite soprattutto grazie a youtube perché non vedo alternative onestamente al momento... Comunque Bella live!
Buonasera! Non ho capito una cosa: l'autore dell'articolo esordisce spiegando che i lettori oggigiorno orientano le proprie scelte di lettura in base alle segnalazioni dei book influencer, salvo poi sottolineare che l'impatto di queste segnalazioni è estremamente limitato in termini di vendite. Ora, se questo ultimo dato è vero, è sbagliato affermare che i lettori si affidino agli influencer per decidere quali libri acquistare, di conseguenza non è nemmeno necessario rimpiangere Cecchi, Gentile, Piovene poiché non sono stati sostituiti dai book influencer. Trovo insomma che le due cose siano in contraddizione tra loro: da un lato affermare che adesso sono gli influencer a decidere cosa meriti di essere letto e acquistato, dall'altro evidenziare come essi siano in realtà irrilevanti nel mercato editoriale. (Se i consigli dell'influencer non si traducono in acquisti allora che potere di influenza ha? Cosa c'è da temere? Cosa c'è da rimpiagere?).
Seconda considerazione: forse vale la pena chiedersi se il contributo minimo apportato dalle segnalazioni online degli influencer alla crescita del settore editoriale non sia dovuto alle limitate visualizzazioni dei canali, blog e social degli stessi. Per fare un esempio, i canali dei booktubers di cui sono a conoscenza contano poche migliaia di iscritti, con qualche eccezione che arriva a qualche decina di migliaia, è naturale che i risultati di vendita di un libro non vengano stravolti dalle loro segnalazioni.
Sul fatto che gli editori si mobilitino per incontrare gli influencer: l'autore non riesce a farsene una ragione, qualcuno è in grado di spiegarlo?
Punto quarto: sono d'accordo con Ilenia (18:50): la figura dell'influencer non è sovrapponibile a quella del critico letterario, fanno due attività diverse, pur occupandosi entrambi di libri. (Se la libraia della mia città mi da dei suggerimenti su cosa leggere non sta usurpando la carica di Benedetto Croce o Ugo Ojetti! Una persona che si occupa di marketing e comunicazione per una casa editrice cerca di far conoscere le pubblicazioni della stessa, dando informazioni sull'autore e descrivendo il contenuto del libro, ma non per questo sta facendo critica letteraria!).
Sulla frase riportata al minuto 23:16: Se l'attività dell'influencer consiste nel condividere e magari anche promuovere i libri e la lettura, non è forse una cosa utile interrogarsi sul numero di persone che si riescono a raggiungere? Il numero di followers non determina la qualità e la competenza di una persona, ma voler allargare la platea di uditori-lettori è una cosa tanto malvagia e di cui vergognarsi?
Dove sbaglio? Ringrazio chiunque voglia rispondermi.
Personalmente, per me non sbagli. Nel senso, hai colto le contraddizioni dell’articolo, che mostrano quasi più un risentimento mal celato e sorretto da una logica un po’ tanto fallace e facilmente attaccabile. Mi permetto di aggiungere una cosa, riguardo ai numeri. Come dicevo anche nella live, il tema è quanto sia compito dei book influencer farsi promotori della vendita (quando in realtà il nostro compito è un altro, ma anche fosse..) mentre tutte le altre fasi di lancio, campagna e comunicazione sono del tutto inesistenti. Da un lato non serviamo a nulla però molto spesso diventiamo l’unico strumento utilizzato dalle Ce per parlare di un volume. Anche questa è una contraddizione.
Poi, attenzione a confondere grandi numeri con grandi risultati. Sicuramente a livello di copertura è così ma non sempre la reale conversione, l’engagement ecc di account molto grandi (che a parer mio dovrebbero provare a sfruttare) molto superiore a quelli piccoli, perché negli account più limitati la fidelizzavi one con il creator è molto più forte e meno generalista.
Influenzatissima: ho letto in fue settimana la saga dell'attraversaspecchi se non avessi visto tu e Ilenia parlane mai mi sarebbe venuto in mente di comprarla
Awesooooomeeee, guys!
Seconda cosa: per i blog tanto rispetto, non tutti hanno il dono di poter parlare tranquillamente e spontaneamente davanti a una telecamera di un libro e analizzarlo a voce. Vuoi per necessità "logistica" vuoi per necessità e indole "personale" scrivere i pensieri anziché esporli a voce alta rimane tuttora un bel lavoro. Personalmente, trovo le recensioni scritte molto più belle, profonde e originali rispetto a quelle a voce, sono più "letterarie" mentre i video rimangono più chiacchiericci.
Questa live, come l'articolo sul Giornale, è pieno di luoghi comuni e pregiudizi.
Io trovo che attaccare chi parla di libri in base all'assenza di competenze (competenze in termini di studi) sia piuttosto stupido. Nel senso, se io studentessa di chimica posso discutere di un libro di narrativa con il mio ragazzo, perché non si può fare sul web? Nel senso, il problema è il quantitativo di persone che ascoltano?
In fondo i libri sono di tutti, dire che solo i letterati possono parlarne mi fa pensare al voler far tornare la lettura stessa come un'attività di élite. Credo che tutti i lettori abbiano opinioni su ciò che leggono e tutti abbiano il diritto di esprimerle, a prescindere dal titolo di studi.
È ovvio che i booktuber siano solo attratti da facili guadagni e visualizzazioni. Infatti un video di un’ora che esamina un romanzo nel dettaglio fa 5-10.000 visualizzazioni, quando basta cuocere una frittata per farne 300.000.
#Influenzato
Comunque uno dei motivi principali dell’attacco alla letteratura su certe piattaforme credo sia che i libri mantengono ancora un’aura magica/aulica (e mi viene da dire per fortuna). Quindi molte persone non vedono di buon occhio parlare di letteratura su piattaforme come instagram, che al 90% è utilizzata per guardare culi, tette o addominali del/della tronista di turno o cose simili.
Questo non toglie che un conto è la chiacchiera da bar, un altro è scrivere un articolo. Chi scrive un articolo non dovrebbe fermarsi a luoghi comuni ma andare nello specifico e fare differenziazioni tra chi è superficiale e rincorre le mode, e chi invece fa un ottimo lavoro e di solito le mode le fa.
I famosi guadagni facili dei booktuber, quelle creature mitiche e leggendarie che non guadagnano mezzo euro nemmeno a piangere ma le persone ne sono convintissime... Da queste affermazioni si nota il livello di professionalità! :D
Influenzata : da Matteo Fumagalli, per "Il mio anno di riposo ed oblio".
Mi stupisco della vostra ingenuità: è evidente che si tratta di una scelta editoriale, ovviamente la scrittura ci perde rispetto al canale video ergo il giornalismo fa propaganda competitiva con questo genere di articoli! Tutte le altre teorie sono fuffa, perché la motivazione primaria è questa!😉👍🏻stanno semplicemente portando l’acqua al loro mulino, ciò che si teme si denigra. In definitiva: portate loro via clienti! 😉
Ma quali clienti? Cioè non è minimamente paragonabile il lavoro di un giornale a quello di un book influencer. Non è una connessione ovvia, ne calzante. Chi guarda video o segue influencer in ambito letterario, non per forza compra giornali e riviste letterarie perchè spesso l’alternativa è che non legga affatto riviste o articoli specializzati, anzi spesso l’alternativa è proprio niente... no così, ok che siamo ingenui ma un paio di salti logici riusciamo a farlo anche noi ogni tanto
Miss Fiction Books è molto calzante invece, il tubo è competitivo
Ilenia magna e beve
Ho letto anche io l'articolo e onestamente non ha tutti i torti. Giustamente magari vi siete sentiti "richiamati in causa" ma secondo me sbagliate. Su youtube ci sono una marea di booktuber a dir poco imbarazzanti che rispecchiano effettivamente ciò che l'articolo mette in luce. Voi siete l'eccezione. Non conosco Miss Fiction perché non avendo gusti letterari affini non la seguo ma per il resto, Marco, Gaetano, Ilenia e Martina, sono per me i migliori e propongono anche libri impegnativi. Cioè a me è capitato di guardare la "recensione" di Alla ricerca del tempo perduto di Proust in cui praticamente non si faceva altro che girare e rigirare il cofanetto davanti alla telecamera e a fare vedere i caratteri e le copertine e stop. Ma ve lo immaginate una persona così a leggere Proust? Io no, infatti, in altri suoi video successivi lo denigra quasi, essendo Proust uno che "si fa le pipe mentali" e sconsiglia la lettura, e come questo anche altre imbarazzanti situazioni. E come lui ce ne sono a iosa, pertanto si, concordo con l'articolo perché difficilmente oggi si fanno problemi se non hanno nulla da dire, basta farsi vedere col libro in mano e parlare del nulla. Poi ci siete voi, quelli davvero bravi, ma siete la "mini-minoranza", in numero così esiguo.
Ciao! Quando si generalizza su una categoria, bollandola in toto come inutile al dibattito culturale e inefficace, è ovvio che ci sentiamo chiamati in causa. Per quanto mi riguarda, soprattutto per le grandissime imprecisioni e la diffusione di argomentazioni false senza il sostegno di nessuna fonte (ovvero, l’inefficacia per la vendita dei libri e dell’utilizzo dei social come strumento ecc che sono vere e proprie fake news).
Per me anche tu stai generalizzando non avendo presente grande parte dei creatori e dei book influencer, che non si tratta solo di booktube ma anche di account Instagram, bloggers e aggregatori su Facebook. Se ti è capitato di guardare una recensione della Recherche dove si faceva vedere un libro, è un caso, una singola esperienza, che non rende eccezionali invece casi virtuosi perché in una community abbastanza vasta non significa che sia il modus operandi della maggior parte di quelli che parlano di letteratura online. Detto questo, che secondo me va sottolineato, bisogna tenere a mente che non è necessario avere delle competenze per parlare di letteratura online in quanto non tutti mirano a fare critica e dibattito culturale, ma c’è chi è qui solo per diffondere la propria passione senza dover tenere conto della validazione o meno da parte di chi scrive articoli dello stesso spessore della carta velina.
Se prendi in considerazione il mio esempio, il booktuber avrà sicuramente inciso sull'inefficacia per la vendita, non consigliandolo e parlandone male (i commenti lo dimostrano). C'è anche chi rimane influenzato da un giudizio negativo, anche se mal esposto e su fondamenti banali e soggettivi, e quindi se prima aveva una mezza intenzione di comprare il libro e provare a leggerlo, lascia perdere.
Però di nuovo, è una singola esperienza e non può essere affibbiata ad un’intera categoria o rappresentare tutte le esperienze. Che poi, non sto dicendo che ci siano persone che non ci piacciono o non sono efficaci per noi ma dire che tutta la categoria è inutile o inefficace, contando che non siamo online per fare i venditori mondial casa, lo trovo parecchio miope e ristretto quando il problema è solo l’avversione o la mancata complessità nel delineamento di una strategia da parte di chi il libro lo vende (che ripeto, non siamo noi) nella comunicazione o nelle attività complessive
@@ioanamolly8225 Questo però è altrettanto vero per il giornalismo culturale che l'articolo difende tanto: penso che alcune "recensioni" sui giornali e sugli articoli che l'autore del pezzo elogia possano scoraggiare la lettura tanto quanto un video su booktube fatto in maniera leggera e superficiale. Con quella piccola differenza però, permettimi di dire, che il giornalismo non solo viene pagato, ma soprattutto dovrebbe proprio per definizione stimolare discorsi culturali: booktube no. Non per forza. E il fatto che tu stessa dica che ci sono contenuti che apprezzi e altri che non apprezzi, la dice lunga su quanto la realtà sia più sfaccettata rispetto alla facile e ridicola trattazione di questo "giornalista".
Concordo, come abbiamo detto anche in live, che si possano ritenere alcuni canali privi di contenuti validi e solidi (e pure qui, vale la stessa cosa per i giornali), ma da qui a fare un articolo contro un'intera categoria, facendo tutta una serie di errori deontologici come la generalizzazione e la parzialità senza fonti (senza contare che questo pensa davvero di poter paragonare critica, giornalismo e influencer, aiuto) passano il mare e tutte le acque 😅
Cioè avrebbe molto più senso un articolo scritto da te in cui diresti cosa va e cosa non va, perché questo sarebbe lecito, e anzi, mi viene da dire, utilissimo. Considera che già il tuo solo commento, che mette in luce differenze basate su esempi reali, è molto più valido di questo articolo che si basa sul nulla.
Penso che il 99% delle mie letture da quando ho scoperto il mondo di booktube provenga da lì.
Ormai vadano a fan**** quelli che non si sono ancora resi conto che il mondo è cambiato 😅