Grazie a Dio esistono documenti come questi. Si può ascoltare la taranta come musica di guarigione, ossessiva, ripetitiva, a tratti inquietante..non come la pizzica pop acchiappa turisti sempre più purtroppo dilagante
“Morso e rimorso” Rimorso di che cosa? Di un trauma di cui si assumono la colpa seppure inflitto da qualcun altro, in un’autodistruttiva inversione fra vittima e carnefice? Il rimorso di non entrare negli schemi della società regolamentata? Comunque quanto amore c’è in queste scene, madri, mariti, figli che assistono le tarantate senza bloccarle, semplicemente arginando i possibili pericoli del loro stato. Adoro la “sonnambula” che cammina sugli stucchi dell’altar maggiore come niente fosse. Grazie per aver condiviso questo documento! E un grande grazie a tutt* quell* che hanno fatto sì che la taranta, la pizzica e la tarantella non siano scomparse del tutto come si poteva temere tempo fa
Nostalgia degli studi di antropologia. Meraviglia assoluta. Dovrebbero leggere tutti "la terra del rimorso", almeno la parte più strettamente antropologica e concentrarsi sulla crisi della presenza e il suo significato profondo e universale.
Leggo che nel 2023 la Casa editrice Einaudi ha pubblicato una nuova edizione del libro. Alla prima edizione era allegato un 33 giri; poi venne sostituito da un dvd; non so se ci sia in quest'ultima uscita. Comunque il violinista-fiddler Luigi Stìfani si può trovare (oltre che su Wikipedia) in alcuni video su UA-cam.
Per chi è Salentino,come me,questo documentario rappresenta La Tradizione...un Passato da non dimenticare...Anzi...va accettato e Capito! Chi disprezza questo non ha origini...
Parlo da Galatinese.. Vorrei vivere solo un giorno o bello o brutto per vedere di persona quel giorno per chi ha passato quel periodo del tarantismo pizzicato o no per sentire realmente l'adrenalina che si percepiva e si sentiva quel giorno.. E soprattutto il rispetto tra persone che adesso non esiste più come una volta e come il tarantismo vero Galatinese.. Diciamo grazie a chi in quell'epoca ha fatto questo video per vedere e sentire delle voci strillanti che ti toccano e ti fanno venire la pelle d'oca.. .
Dovrebbe essere del 1960. Dopo queste immagini non si sarebbero più potute riprendere. E' una pietra miliare dell'Antropologia. Commento di Salvatore Quasimodo consulenza di De Martino.
@@leylakhalil6958 per la privacy. Questa è una persona vera, in carne ed ossa, non è una attrice. Questo filmato mette in piazza le sue crisi esistenziali, le sue debolezze. E' come pubblicare la crisi epilettica di qualcuno, ne va della dignità della persona.
In questo video si materializza la ricerca dell’antropologo Ernesto De Martino: col ritmo musicale frenetico, il canto e il parossismo delle donne morse dalla tarantola, si evidenzia il tarantismo, ovvero la musicoterapia arcaica come un tramite liberatorio e risanatore delle contadine tarantolate, contribuendo ad alleviarne la sofferenza esistenziale. In sostanza si può ritenere il tarantismo, fatto di movimenti del corpo, canto e musica, un’eredità residuale dei trasgressivi impulsi dionisiaci, e quindi dei culti orgiastici dell’antica Grecia. La tarantella, in definitiva, espressione viva del folklore, recupera quegli “impulsi” e in qualche misura li sterilizza per renderli socialmente stimolanti e accettabili. (Angelo Siciliano - Zell, 27 marzo 2023)
The dance and the purpose of the dance is direct link with Dionysian worship, it is an ancient greek-roman tradition that the church hid under the guise of St Paul.
I would rather say, people tried to make their centuries old traditions survive through religion. This was a Magna Grecia territory, so it is only logical that the way the lived religion had been greatly influenced by the Ancient Greek cults. In a time when psychology and psychiatry didn't exist, this is how those oppressed population find solace.
Sono laureato in Antropologia Culturale, ormai da qualche tempo, e devo dire che, seppur a distanza di anni, rivedo con molto piacere questo video, che poi video non è. Lo considero a tutti gli effetti un reportage giornalistico, un documento di inestimabile valore, di ricerca etnografica perseguito attraverso la tecnica dell' osservazione partecipante che tanto caratterizzava il professor De Martino. Il commento di Salvatore Quasimodo è un ulteriore arricchimento alla trattazione centrale.
Da pugliese, questo video per me è l’incarnazione del Salento, dell’estate, della pietra leccese che riflette il Sole di agosto con i 45 gradi all’ombra, i paesini salentini assolati ma belli e affascinanti, la terra rossa degli ulivi nelle campagne, tutto questo con il sottofondo del ballo della Taranta.
Esatto, questo video è l'incarnazione del Salento, e di quella caratteristica che lo smarca dalla Puglia propriamente detta: la grecità. Salento e Puglia sono infatti due entità storico-culturali ed etno-linguistiche separate e distinte tra loro tanto quanto l'Emilia e la Romagna, o il Friuli e la Venezia Giulia. La Puglia è espressione del mondo osco-romanzo (o "meridionale intermedio") insieme a gran parte del meridione, il Salento invece di quello greco-romanzo (o "meridionale estremo" che dir si voglia), unitamente alla Calabria meridionale e alla Sicilia. Tale spaccatura culturale tra la Puglia osca e il Salento greco venne accentuata anche nel medioevo, dove la prima venne fagocitata dal mondo longobardo, il secondo da quello bizantino. È la grecità dunque (prima magnogreca e poi bizantina) ciò che smarca noi salentini dai nostri vicini pugliesi, che furono invece appendice del mondo osco prima e di quello longobardo poi. E la pizzica non è altro che uno degli innumerevoli lasciti di quella grecità che ci scorpora dalla vicina Puglia. La pizzica, retaggio degli antichi rituali della Magna Grecia incentrati sul culto di Asclepio, celebra la diversità della minoranza salentina di matrice greco-romanza, e non la maggioranza pugliese d'impronta osco-romanza.
All'epoca in Europa, almeno nelle zone rurali, non c'erano dei medici qualificati a curare queste cose, (cioè i veleni), e se proprio c'erano dei medici qualificati, essi erano troppo distanti dalle case dei contadini,(troppo poveri per pagare i medici), quindi a quell'epoca non potevi aspettarti di certo che se ti ammalavi o ti avvelavi ci fosse subito un medico pronto a curati Ps=scusa per il papiro che ho scritto, ma non sapevo in quale altro modo avrei potuto esprimere al meglio il mio pensiero sull'argomento
Oggi la tarantella viene vista come un evento divertente, gioioso e allegro ma per chi ne conosce la storia non è niente di tutto questo. Infatti il tarantismo non è mai stato visto un rito divertente, anzi... la musica allegra effettivamente può far fraintendere un ascoltatore moderno, così distante culturalmente e socialmente dalle scene in questione.
Non è affatto spettacolo, credimi. È un'intera comunità che si occupa della salute di queste donne, della loro reinclusione nella società e i riti (qui si vede solo l'evento terminale) erano molto faticosi (si parla di musiche che si protraevano per giorni e giorni) e molto onerosi per il tenore di vita di quelle famiglie.
Un altro libro molto interessante è "Lettere da una tarantata" di Annabella Rossi. Una raccolta epistolare tra la scrittrice e Anna, di San Donato di Lecce se non ricordo male. Scritto in parallelo con De Martino che conduceva le sue ricerche sul tarantismo.
Ciao! Ho bisogno dell contatto dell' contatto dell' titolare dei diritti di questo film perchè vorrei utilizzare qualche shot per il mio corto metraggio. Mi potresti aiutare? Grazie, Jan
@@magacirce7051 DE Martino scrisse un LIbro sulla sua ricerca dal titolo: La terra del rimorso. De Martino non ha niente a che fare col Film di Mingozzi
@@Tatjana_1993mi pare proprio di no. Mi sembrano brani decisamente diversi e leggo che qui sono registrazioni originali dell'etnomusicologo Carpitella. Il barbiere-fiddler Luigi Stìfani (che si trova citato pure su Wikipedia) e altri suonatori si possono vedere anche in altri video su UA-cam, per esempio nell'esibizione al Teatro Lirico di Milano (penso per lo spettacolo "Ci ragiono e ci canto").
In Tibet fanno a pezzi il morto e lo danno agli avvoltoi nella Torre del Silenzio, questa scena si vede anche nel film sulla vita del Dalai Lama quando muore suo padre. Probabilmente la tradizione può derivare dallo zoroastrismo persiano ma non so.
Lu tominu luordu de nu ragnu ca lia pizzecato la tartona e la strecema e d era ca sia briacatu e si a nvilinare cu ssi me disse ca poi lu padre marra e filere de tabbaccu e vinarii ceta e nu santu cu lu fannu martire e lu maritu de idda diu eheheh ,e le 3 sorelle cd me potiane ulire e una allu ballettu lu primunde prova e revarchimione tamburratu cu nu tamburru li lu rumpira a ncapu
Ciao, mi servirebbe sapere in che anno è stato girato questo documentario. Vittorio Ciurlia Grazie per averlo condiviso.. è davvero molto molto toccante.. sapendo che ci cammino ogni giorno per quelle vie.
Ciao miss, io posso dirti con fermezza che questo documentario dal nome Meloterapia del Tarantismo è stato girato su pellicola da 16mm nel 1960 da Diego Carpitella, etnomusicologo e regista dell' equipe pluridisciplinare di de Martino, frutto di una spedizione l'anno precedente.
sono persone depresse e si, è una forma di esorcismo. Le persone si sgravano delpeso che portano tramite il "ballo" frenetico fino a stordirsi e riacquistare il senso di sè.
Ce lo rivela il contesto: la tarantismo appariva spontaneo in quei luoghi piegati dalla mortalità infantile e dagli incidenti sul lavoro. Era molto probabile per le donne diventare giovani madri col figlio morto in fasce o vedove di mariti deceduti per una imprudenza, e non per tutte il dolore finiva col funerale. Ma non solo: anche donne che avevano la fortuna di non dover affrontare la morte di una persona cara potevano essere "pizzicate". In una realtà quotidiana dove le famiglie si spaccavano la schiena per riuscire a sopravvivere, dove non c'era mai tempo per uno svago, queste donne si sentivano di essere entrate nella rotellina del criceto, un po' come le nobildonne viennesi di Freud, con la differenza che anziché vivere in una gabbia dorata queste avevano una prigione fatta di orti aridi, sole bruciante e catapecchie buie. La quarta ed ultima categoria di persone che iniziavano la danza era composta da tutte quelle e quelli che soffrivano di turbe mentali che degeneravano in deliri ed aggressività, particolarmente difficili da gestire nelle piccole comunità di paese senza strutture o medicine calmanti - qui troviamo tutti gli uomini "tarantati". Per tutte queste persone la puntura del ragno era una scusa per poter condividere il loro male interiore e le comunità hanno formalizzato il fatto in questo modo, ed infatti "il veleno" non veniva curato subito sul posto, ma si aspettava un preciso giorno dell'anno, ogni anno
alienzer0 di uccelli ne avevano anche troppi attorno, e le sovrastavano. Era una depressione causata soprattutto dal ruolo che le donne avevano in una società nettamente patriarcale. Tu piuttosto che sei qui a commentare così spiritosamente, la tua passera non l’hai trovata? ;3
Possibile nessuno avesse trovato un farmaco per calmare questi effetti tremendi del veleno del ragno sul sistema nervoso di queste poverette? Che pena tremenda, povere donne.
@@danielepiatti9812 avevo capito fosse un ragno a provocare questo orrore. Quindi secondo Lei, invece sono le condizioni della vita di queste poverette a ridurle così?
@@cecilia-kd9mi nessun ragno reale ha morso queste donne, il veleno sono le restrizioni della società. Sono questi, atti di sfogo, di sopravvivenza dai condizionamenti di una società rigidamente patriarcale, che riservava alle donne un ruolo rigido, nella preclusione di ogni libertà e dell’eros.
Si, le condizioni di vita. Infatti oggi questi fenomeni sono quasi scomparsi, ma la" taranta" in effetti aveva potere ipnotico e dava sollievo alle persone
Grazie a Dio esistono documenti come questi. Si può ascoltare la taranta come musica di guarigione, ossessiva, ripetitiva, a tratti inquietante..non come la pizzica pop acchiappa turisti sempre più purtroppo dilagante
Ok ma è pur normale esistano due dimensioni una più mainstream
Il
“Morso e rimorso” Rimorso di che cosa? Di un trauma di cui si assumono la colpa seppure inflitto da qualcun altro, in un’autodistruttiva inversione fra vittima e carnefice? Il rimorso di non entrare negli schemi della società regolamentata?
Comunque quanto amore c’è in queste scene, madri, mariti, figli che assistono le tarantate senza bloccarle, semplicemente arginando i possibili pericoli del loro stato.
Adoro la “sonnambula” che cammina sugli stucchi dell’altar maggiore come niente fosse.
Grazie per aver condiviso questo documento!
E un grande grazie a tutt* quell* che hanno fatto sì che la taranta, la pizzica e la tarantella non siano scomparse del tutto come si poteva temere tempo fa
Lo cercavo da anni e non lo ritrovavo: grazie!
Nostalgia degli studi di antropologia. Meraviglia assoluta. Dovrebbero leggere tutti "la terra del rimorso", almeno la parte più strettamente antropologica e concentrarsi sulla crisi della presenza e il suo significato profondo e universale.
Leggo che nel 2023 la Casa editrice Einaudi ha pubblicato una nuova edizione del libro.
Alla prima edizione era allegato un 33 giri; poi venne sostituito da un dvd; non so se ci sia in quest'ultima uscita. Comunque il violinista-fiddler Luigi Stìfani si può trovare (oltre che su Wikipedia) in alcuni video su UA-cam.
Che bella questa voce narrante di questi vecchi documentari.
Salvatore Quasimodo
Per chi è Salentino,come me,questo documentario rappresenta La Tradizione...un Passato da non dimenticare...Anzi...va accettato e Capito! Chi disprezza questo non ha origini...
Io me scerru te le radici ca tegnu
Ci nu te scerri mai te le ratici ca tieni... 💪🏻🙋🏼♂️
Non sono Italiana ma.... La cultura Italiana è una cosa bella e molto molto speciale 😍🥰
Parlo da Galatinese.. Vorrei vivere solo un giorno o bello o brutto per vedere di persona quel giorno per chi ha passato quel periodo del tarantismo pizzicato o no per sentire realmente l'adrenalina che si percepiva e si sentiva quel giorno.. E soprattutto il rispetto tra persone che adesso non esiste più come una volta e come il tarantismo vero Galatinese.. Diciamo grazie a chi in quell'epoca ha fatto questo video per vedere e sentire delle voci strillanti che ti toccano e ti fanno venire la pelle d'oca.. .
Io sono sempre più innamorato del Salento, sento come un richiamo spirituale.
Adrenalina? Si trattava di un enorme dolore collettivo, c'era ben poco di entusiasmante
Dovrebbe essere del 1960. Dopo queste immagini non si sarebbero più potute riprendere. E' una pietra miliare dell'Antropologia. Commento di Salvatore Quasimodo consulenza di De Martino.
Perché dici non so sarebbe potuto poi?
@@leylakhalil6958 per la privacy. Questa è una persona vera, in carne ed ossa, non è una attrice. Questo filmato mette in piazza le sue crisi esistenziali, le sue debolezze. E' come pubblicare la crisi epilettica di qualcuno, ne va della dignità della persona.
@@danielac.3147 ci sono riprese anche dei primi anni 80 in altri documentari
In questo video si materializza la ricerca dell’antropologo Ernesto De Martino: col ritmo musicale frenetico, il canto e il parossismo delle donne morse dalla tarantola, si evidenzia il tarantismo, ovvero la musicoterapia arcaica come un tramite liberatorio e risanatore delle contadine tarantolate, contribuendo ad alleviarne la sofferenza esistenziale. In sostanza si può ritenere il tarantismo, fatto di movimenti del corpo, canto e musica, un’eredità residuale dei trasgressivi impulsi dionisiaci, e quindi dei culti orgiastici dell’antica Grecia. La tarantella, in definitiva, espressione viva del folklore, recupera quegli “impulsi” e in qualche misura li sterilizza per renderli socialmente stimolanti e accettabili. (Angelo Siciliano - Zell, 27 marzo 2023)
Grande libro quello di De Martino, ottimo video, e poi il Salento, terra assolata, di luce e misteri ...
The dance and the purpose of the dance is direct link with Dionysian worship, it is an ancient greek-roman tradition that the church hid under the guise of St Paul.
I would rather say, people tried to make their centuries old traditions survive through religion. This was a Magna Grecia territory, so it is only logical that the way the lived religion had been greatly influenced by the Ancient Greek cults. In a time when psychology and psychiatry didn't exist, this is how those oppressed population find solace.
Sono laureato in Antropologia Culturale, ormai da qualche tempo, e devo dire che, seppur a distanza di anni, rivedo con molto piacere questo video, che poi video non è.
Lo considero a tutti gli effetti un reportage giornalistico, un documento di inestimabile valore, di ricerca etnografica perseguito attraverso la tecnica dell' osservazione partecipante che tanto caratterizzava il professor De Martino.
Il commento di Salvatore Quasimodo è un ulteriore arricchimento alla trattazione centrale.
...senza dimenticare il grande Diego Carpitella...
Da pugliese, questo video per me è l’incarnazione del Salento, dell’estate, della pietra leccese che riflette il Sole di agosto con i 45 gradi all’ombra, i paesini salentini assolati ma belli e affascinanti, la terra rossa degli ulivi nelle campagne, tutto questo con il sottofondo del ballo della Taranta.
Esatto, questo video è l'incarnazione del Salento, e di quella caratteristica che lo smarca dalla Puglia propriamente detta: la grecità.
Salento e Puglia sono infatti due entità storico-culturali ed etno-linguistiche separate e distinte tra loro tanto quanto l'Emilia e la Romagna, o il Friuli e la Venezia Giulia. La Puglia è espressione del mondo osco-romanzo (o "meridionale intermedio") insieme a gran parte del meridione, il Salento invece di quello greco-romanzo (o "meridionale estremo" che dir si voglia), unitamente alla Calabria meridionale e alla Sicilia. Tale spaccatura culturale tra la Puglia osca e il Salento greco venne accentuata anche nel medioevo, dove la prima venne fagocitata dal mondo longobardo, il secondo da quello bizantino. È la grecità dunque (prima magnogreca e poi bizantina) ciò che smarca noi salentini dai nostri vicini pugliesi, che furono invece appendice del mondo osco prima e di quello longobardo poi. E la pizzica non è altro che uno degli innumerevoli lasciti di quella grecità che ci scorpora dalla vicina Puglia. La pizzica, retaggio degli antichi rituali della Magna Grecia incentrati sul culto di Asclepio, celebra la diversità della minoranza salentina di matrice greco-romanza, e non la maggioranza pugliese d'impronta osco-romanza.
Music made them escape Wow amazing story
il sud...guai a chi me lo tocca!
Je suis tout à fait d'accord avec ce que dit le monsieur à 7 minutes 42 secondes.
7:32
Veleno curato dalla musica...
All'epoca in Europa, almeno nelle zone rurali, non c'erano dei medici qualificati a curare queste cose, (cioè i veleni), e se proprio c'erano dei medici qualificati, essi erano troppo distanti dalle case dei contadini,(troppo poveri per pagare i medici), quindi a quell'epoca non potevi aspettarti di certo che se ti ammalavi o ti avvelavi ci fosse subito un medico pronto a curati
Ps=scusa per il papiro che ho scritto, ma non sapevo in quale altro modo avrei potuto esprimere al meglio il mio pensiero sull'argomento
ad un tratto mi ha inquietata...
dionisiaco...
Sicuramente un documento utile ai giorni nostri...
Da questo documentario si evince che la fede ed il misticismo sono gli unici rimedi al dogmatismo scientifico.
Mitico vittorio .. meno male che esisti
E molto triste vedere come la disperazione di queste donne diventava spettacolo.
non è spettacolo, non si diverte nessuno a vederle, è dolore comune, collettivo che la comunità accetta e prova aiutarle.
Oggi la tarantella viene vista come un evento divertente, gioioso e allegro ma per chi ne conosce la storia non è niente di tutto questo. Infatti il tarantismo non è mai stato visto un rito divertente, anzi... la musica allegra effettivamente può far fraintendere un ascoltatore moderno, così distante culturalmente e socialmente dalle scene in questione.
@@marcomerra6899 diciamo che la musica allegra forse era per accompagnare lo stato di agitazione delle donne.
Non è affatto spettacolo, credimi. È un'intera comunità che si occupa della salute di queste donne, della loro reinclusione nella società e i riti (qui si vede solo l'evento terminale) erano molto faticosi (si parla di musiche che si protraevano per giorni e giorni) e molto onerosi per il tenore di vita di quelle famiglie.
non capire un cazzo in 3 rapide mosse.
Un altro libro molto interessante è "Lettere da una tarantata" di Annabella Rossi. Una raccolta epistolare tra la scrittrice e Anna, di San Donato di Lecce se non ricordo male. Scritto in parallelo con De Martino che conduceva le sue ricerche sul tarantismo.
Ruffano. Era di Ruffano
Buongiorno! E' possibile riprodurre questo video per una lezione di antropologia qui su youtube, riportando il suo link originale in descrizione?
Credo che con questi lavori la demologia italiana abbia raggiunto il suo apice..senza ombra di dubbio
Molto interessante....
Attenzione il film è di Gianfranco Mingozzi con la consulenza di de Martino...
👏🏾
Attenzione Giorgia a ballare la pizzica..
Salvatore QUASIMODO .
San paolo diaulu
Ciao!
Ho bisogno dell contatto dell' contatto dell' titolare dei diritti di questo film perchè vorrei utilizzare qualche shot per il mio corto metraggio. Mi potresti aiutare? Grazie,
Jan
Il titolo è sbagliato. Quello giusto è:
La taranta, di Gianfranco Mingozzi.
Grazie Giuliano, nei commenti c'è molta ignoranza e solo residualità turistica.
Si, il regista è Mingozzi, ma la ricerca è di De Martino.
@@magacirce7051 DE Martino scrisse un LIbro sulla sua ricerca dal titolo: La terra del rimorso. De Martino non ha niente a che fare col Film di Mingozzi
Interessante
Tra 2 giorni ho l'esame di Antropologia ed Etnomusicologia. Fatemi gli auguri! ahahahah
Ciao!In bocca al lupo 🍀
@@crissilva8817 Viva il lupo. Sto ripassando proprio ora. Questo commento mi da più carica
Is this a form of exorcism? Is this from ancient pagan times?
Not quite. If you're interested i would recommand "the land of remorse" by Ernesto de Martino
@@illam-s6n Thank you!
In a nutshell, yes and yes.
You can read "la terra del rimorso" of Ernesto De Martino but i don't know if a translation exist
Not exactly an exorcism..not pagan times: 60's, southern Italy, Salento region.
Che tipo di musica è quella che si sente all'inizio? La pizzica?
Tammurriata nera nuova compagnia di canto popolare
@@Tatjana_1993mi pare proprio di no. Mi sembrano brani decisamente diversi e leggo che qui sono registrazioni originali dell'etnomusicologo Carpitella.
Il barbiere-fiddler Luigi Stìfani (che si trova citato pure su Wikipedia) e altri suonatori si possono vedere anche in altri video su UA-cam, per esempio nell'esibizione al Teatro Lirico di Milano (penso per lo spettacolo "Ci ragiono e ci canto").
Subtitles pleasee :¨(
There’s several uploads but still none of them offer any captions :/ Haven’t seen the actual film but it seems so intriguing
Le stende de preganti e li face la cura eheheh o li dive lu maritu o le diavola o le rapische
Chi sta facendo la lezione di Laura Bonato?
In Tibet fanno a pezzi il morto e lo danno agli avvoltoi nella Torre del Silenzio, questa scena si vede anche nel film sulla vita del Dalai Lama quando muore suo padre. Probabilmente la tradizione può derivare dallo zoroastrismo persiano ma non so.
Lu tominu luordu de nu ragnu ca lia pizzecato la tartona e la strecema e d era ca sia briacatu e si a nvilinare cu ssi me disse ca poi lu padre marra e filere de tabbaccu e vinarii ceta e nu santu cu lu fannu martire e lu maritu de idda diu eheheh ,e le 3 sorelle cd me potiane ulire e una allu ballettu lu primunde prova e revarchimione tamburratu cu nu tamburru li lu rumpira a ncapu
Diu forse puru
Ca seno ballava
Ciao, mi servirebbe sapere in che anno è stato girato questo documentario. Vittorio Ciurlia Grazie per averlo condiviso.. è davvero molto molto toccante.. sapendo che ci cammino ogni giorno per quelle vie.
Ciao miss, io posso dirti con fermezza che questo documentario dal nome Meloterapia del Tarantismo è stato girato su pellicola da 16mm nel 1960 da Diego Carpitella, etnomusicologo e regista dell' equipe pluridisciplinare di de Martino, frutto di una spedizione l'anno precedente.
1962 - " La taranta " di Mingozzi.
Sì ma questi "posseduti" cos'hanno in realtà? Perché si trovano in queste condizioni? Questo non capisco: la taranta è una forma di esorcismo?
sono persone depresse e si, è una forma di esorcismo. Le persone si sgravano delpeso che portano tramite il "ballo" frenetico fino a stordirsi e riacquistare il senso di sè.
Ma, scusate, perché solo donne?
Ce lo rivela il contesto: la tarantismo appariva spontaneo in quei luoghi piegati dalla mortalità infantile e dagli incidenti sul lavoro. Era molto probabile per le donne diventare giovani madri col figlio morto in fasce o vedove di mariti deceduti per una imprudenza, e non per tutte il dolore finiva col funerale. Ma non solo: anche donne che avevano la fortuna di non dover affrontare la morte di una persona cara potevano essere "pizzicate". In una realtà quotidiana dove le famiglie si spaccavano la schiena per riuscire a sopravvivere, dove non c'era mai tempo per uno svago, queste donne si sentivano di essere entrate nella rotellina del criceto, un po' come le nobildonne viennesi di Freud, con la differenza che anziché vivere in una gabbia dorata queste avevano una prigione fatta di orti aridi, sole bruciante e catapecchie buie. La quarta ed ultima categoria di persone che iniziavano la danza era composta da tutte quelle e quelli che soffrivano di turbe mentali che degeneravano in deliri ed aggressività, particolarmente difficili da gestire nelle piccole comunità di paese senza strutture o medicine calmanti - qui troviamo tutti gli uomini "tarantati". Per tutte queste persone la puntura del ragno era una scusa per poter condividere il loro male interiore e le comunità hanno formalizzato il fatto in questo modo, ed infatti "il veleno" non veniva curato subito sul posto, ma si aspettava un preciso giorno dell'anno, ogni anno
La taranta delli furni ble che schifu
Bello eh, ma queste guarivano perché diventava sorde e non sentivano più l'ordini del suo "padrone" (marito)
La sapia cera ma li la deso iou su lu martinu
Diavoli sono
la mancanza di uccello che fa a ste povere donne
alienzer0 di uccelli ne avevano anche troppi attorno, e le sovrastavano. Era una depressione causata soprattutto dal ruolo che le donne avevano in una società nettamente patriarcale.
Tu piuttosto che sei qui a commentare così spiritosamente, la tua passera non l’hai trovata? ;3
c'erano anche uomini tarantati, nel libro di de martino almeno ci sono
Che ignoranza la vostra...
La mancanza di cervello fa anche più danni
@@toritoaisja matriarcale
Possibile nessuno avesse trovato un farmaco per calmare questi effetti tremendi del veleno del ragno sul sistema nervoso di queste poverette? Che pena tremenda, povere donne.
il veleno è la vita, non c'è siero che curi, ma la musica aiuta
@@danielepiatti9812 avevo capito fosse un ragno a provocare questo orrore. Quindi secondo Lei, invece sono le condizioni della vita di queste poverette a ridurle così?
@@cecilia-kd9mi nessun ragno reale ha morso queste donne, il veleno sono le restrizioni della società. Sono questi, atti di sfogo, di sopravvivenza dai condizionamenti di una società rigidamente patriarcale, che riservava alle donne un ruolo rigido, nella preclusione di ogni libertà e dell’eros.
@@danielepiatti9812 grazie per la disponibilità al chiarimento.
Si, le condizioni di vita. Infatti oggi questi fenomeni sono quasi scomparsi, ma la" taranta" in effetti aveva potere ipnotico e dava sollievo alle persone