Nel parallelismo degli acidi e basi di Lewis con i nucleofili e gli elettrofili, che i primi siano concetti più legati alla termodinamica e i secondi alla cinetica è una mia misconcezione o è vero? Ad esempio, se diciamo che una sostanza è più acida di un'altra, vuol dire che idealmente dopo molto tempo tenderà a deprotonare più rispetto a quella meni acida. Mentre, se diciamo che sia un elettrofilo più forte di un altro, significa che reagirà più velocemente (ad esempio per regioni di ingombro sterico) senza però sapere quali saranno i prodotti più abbondanti dopo molto tempo (che è una questione termodinamica).
Intanto grazie del commento perché apre una riflessione che, onestamente, non avevo mai fatto. Una cosa inziale: una sostanza più acida cede il protone SOLO se è un acido di Bronsted (quelli che, normalmente, in inorganica si definiscono acidi di Lewis è perché NON sono acidi di Bronsted, salvo che ovviamente ogni acido di Bronsted è anche un acido di Lewis). Gli acidi di Lewis acquistano elettroni, che è... un po' la stessa cosa di quello che fanno gli elettrofili. Io la differenza semantica l'ho vista proprio nei diversi contesti (chimica inorganica VS organica), ma proverò a cercare se ci sono altri usi legati alla distinzione termodinamica / cinetica.
@@marcomaggioni6809giustamente evidenzi che stessi facendo riferimento all'acido di Bronsted, che ho usato come esempio perché mi sembrava più snello, però magari così rischia di essere improprio 😅 Il problema che ho esposto è dovuto ad alcuni corsi durante la triennale di chimica: alcuni professori hanno sempre ignorato il problema, altri come dici nel video l'hanno ricondotto al campo d'uso (organica vs inorganica), ma un solo professore, dal nulla, un giorno ci accennò a questa differenza, che non sono riuscito a riscontrare
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Nel parallelismo degli acidi e basi di Lewis con i nucleofili e gli elettrofili, che i primi siano concetti più legati alla termodinamica e i secondi alla cinetica è una mia misconcezione o è vero?
Ad esempio, se diciamo che una sostanza è più acida di un'altra, vuol dire che idealmente dopo molto tempo tenderà a deprotonare più rispetto a quella meni acida. Mentre, se diciamo che sia un elettrofilo più forte di un altro, significa che reagirà più velocemente (ad esempio per regioni di ingombro sterico) senza però sapere quali saranno i prodotti più abbondanti dopo molto tempo (che è una questione termodinamica).
Intanto grazie del commento perché apre una riflessione che, onestamente, non avevo mai fatto.
Una cosa inziale: una sostanza più acida cede il protone SOLO se è un acido di Bronsted (quelli che, normalmente, in inorganica si definiscono acidi di Lewis è perché NON sono acidi di Bronsted, salvo che ovviamente ogni acido di Bronsted è anche un acido di Lewis).
Gli acidi di Lewis acquistano elettroni, che è... un po' la stessa cosa di quello che fanno gli elettrofili. Io la differenza semantica l'ho vista proprio nei diversi contesti (chimica inorganica VS organica), ma proverò a cercare se ci sono altri usi legati alla distinzione termodinamica / cinetica.
@@marcomaggioni6809giustamente evidenzi che stessi facendo riferimento all'acido di Bronsted, che ho usato come esempio perché mi sembrava più snello, però magari così rischia di essere improprio 😅
Il problema che ho esposto è dovuto ad alcuni corsi durante la triennale di chimica: alcuni professori hanno sempre ignorato il problema, altri come dici nel video l'hanno ricondotto al campo d'uso (organica vs inorganica), ma un solo professore, dal nulla, un giorno ci accennò a questa differenza, che non sono riuscito a riscontrare