Il Natale non ha nulla a che vedere con il Messia, è una festa pagana molto più antica della sua nascita. La celebrazione comincia con Nimrod, il padre della grande apostasia mondiale. Così parla YAH: «Non imparate a camminare nella via delle nazioni e non abbiate paura dei segni del cielo, perché sono le nazioni quelle che ne hanno paura. Infatti i costumi dei popoli sono vanità; poiché si taglia un albero nella foresta e le mani dell’operaio lo lavorano con l’ascia, lo si adorna d’argento e d’oro, lo si fissa con chiodi e martelli perché non si muova». Geremia 10,2-4
Ma nei vangeli Gesù è nato in primavera perché i pastori stavano di notte all' aperto con le pecore e sarebbe stato troppo freddo se fosse stato in inverno! Voi festeggiate il solstizio d' inverno. Cmq io non sono testimone di Geova
@@susannalivieri628 durante tutto l’anno le pecore sono portate fuoru quando il tempi lo permette e ai tempi di Cristo le temperture erano maggiori fino al primo o secondo secolo
@ L’obiezione secondo cui i pastori descritti in Luca 2:8 non avrebbero potuto trovarsi nei campi in inverno a causa delle basse temperature è oggi messa in discussione da diversi fattori storici e climatici. 1. Clima della Palestina nel I secolo Nel periodo tra il II secolo a.C. e il II secolo d.C., la regione mediterranea, inclusa la Palestina, viveva un periodo climatico più caldo rispetto all’attuale, parte del cosiddetto Optimum Climatico Romano. Questo fenomeno comportava inverni meno rigidi e temperature medie più elevate, anche in Europa e nel Medio Oriente. In Palestina, pur essendo inverno, era comune che le temperature scendessero raramente sotto i 5 °C, con una media tra i 9 e i 18 °C nei mesi più freddi come dicembre e gennaio, soprattutto nelle zone più basse come Betlemme WORLD DATA HIKERS BAY - BEST TIME TO TRAVEL THE BEST TIME TO VISIT . 2. Attività dei pastori in inverno Anche durante i mesi invernali, i pastori in Palestina erano soliti portare i loro greggi fuori di notte, specialmente nei periodi in cui le pecore erano in fase di riproduzione o avevano bisogno di essere sorvegliate attentamente. Questo coincideva con il calendario agricolo della regione e con il clima mite che, sebbene più fresco, non impediva queste attività. Inoltre, le greggi erano spesso tenute in aree collinari, dove le temperature erano fresche ma non proibitive, specialmente durante le ore serali WORLD DATA THE BEST TIME TO VISIT . 3. Contesto geografico e sociale Betlemme si trova in un'area collinare della Cisgiordania con un clima mediterraneo interno. Questo significa che l’inverno, pur essendo freddo, era compatibile con attività pastorali all'aperto, soprattutto se consideriamo l’uso di abbigliamento e ripari adeguati da parte dei pastori dell’epoca. Inoltre, la narrazione evangelica non descrive condizioni estreme, suggerendo un contesto climatico normale per la stagione WORLD DATA HIKERS BAY - BEST TIME TO TRAVEL . 4. Considerazioni storiche e culturali La tradizione cristiana ha collocato la nascita di Gesù il 25 dicembre non tanto basandosi su un’esatta ricostruzione climatica o pastorale, quanto su motivazioni simboliche e liturgiche. Tuttavia, dal punto di vista storico, non vi sono elementi decisivi che escludano la possibilità di pastori nei campi a guardia delle loro greggi in quel periodo dell’anno. Conclusione L’obiezione relativa al clima invernale si basa su presupposti moderni più che su dati storici e climatici concreti. I pastori descritti in Luca 2 avrebbero potuto facilmente trovarsi nei campi anche durante l’inverno, considerando le condizioni climatiche del tempo e le pratiche agricole dell’epoca. La narrazione evangelica è quindi perfettamente plausibile nel suo contesto storico e geografico.
Il Natale non ha nulla a che vedere con il Messia, è una festa pagana molto più antica della sua nascita. La celebrazione comincia con Nimrod, il padre della grande apostasia mondiale.
Così parla YAH: «Non imparate a camminare nella via delle nazioni e non abbiate paura dei segni del cielo, perché sono le nazioni quelle che ne hanno paura. Infatti i costumi dei popoli sono vanità; poiché si taglia un albero nella foresta e le mani dell’operaio lo lavorano con l’ascia, lo si adorna d’argento e d’oro, lo si fissa con chiodi e martelli perché non si muova».
Geremia 10,2-4
@@Dani.al2020 mi spiace che tu sia pagano. Noi cristiani praticanti a Natale non festeggiamo nessun Nimrod ma solo Gesù❤️❤️
Ma nei vangeli Gesù è nato in primavera perché i pastori stavano di notte all' aperto con le pecore e sarebbe stato troppo freddo se fosse stato in inverno! Voi festeggiate il solstizio d' inverno. Cmq io non sono testimone di Geova
@@susannalivieri628 durante tutto l’anno le pecore sono portate fuoru quando il tempi lo permette e ai tempi di Cristo le temperture erano maggiori fino al primo o secondo secolo
@pino-revolution e dormivano all' aperto?
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@ L’obiezione secondo cui i pastori descritti in Luca 2:8 non avrebbero potuto trovarsi nei campi in inverno a causa delle basse temperature è oggi messa in discussione da diversi fattori storici e climatici.
1. Clima della Palestina nel I secolo
Nel periodo tra il II secolo a.C. e il II secolo d.C., la regione mediterranea, inclusa la Palestina, viveva un periodo climatico più caldo rispetto all’attuale, parte del cosiddetto Optimum Climatico Romano. Questo fenomeno comportava inverni meno rigidi e temperature medie più elevate, anche in Europa e nel Medio Oriente. In Palestina, pur essendo inverno, era comune che le temperature scendessero raramente sotto i 5 °C, con una media tra i 9 e i 18 °C nei mesi più freddi come dicembre e gennaio, soprattutto nelle zone più basse come Betlemme
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2. Attività dei pastori in inverno
Anche durante i mesi invernali, i pastori in Palestina erano soliti portare i loro greggi fuori di notte, specialmente nei periodi in cui le pecore erano in fase di riproduzione o avevano bisogno di essere sorvegliate attentamente. Questo coincideva con il calendario agricolo della regione e con il clima mite che, sebbene più fresco, non impediva queste attività. Inoltre, le greggi erano spesso tenute in aree collinari, dove le temperature erano fresche ma non proibitive, specialmente durante le ore serali
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3. Contesto geografico e sociale
Betlemme si trova in un'area collinare della Cisgiordania con un clima mediterraneo interno. Questo significa che l’inverno, pur essendo freddo, era compatibile con attività pastorali all'aperto, soprattutto se consideriamo l’uso di abbigliamento e ripari adeguati da parte dei pastori dell’epoca. Inoltre, la narrazione evangelica non descrive condizioni estreme, suggerendo un contesto climatico normale per la stagione
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4. Considerazioni storiche e culturali
La tradizione cristiana ha collocato la nascita di Gesù il 25 dicembre non tanto basandosi su un’esatta ricostruzione climatica o pastorale, quanto su motivazioni simboliche e liturgiche. Tuttavia, dal punto di vista storico, non vi sono elementi decisivi che escludano la possibilità di pastori nei campi a guardia delle loro greggi in quel periodo dell’anno.
Conclusione
L’obiezione relativa al clima invernale si basa su presupposti moderni più che su dati storici e climatici concreti. I pastori descritti in Luca 2 avrebbero potuto facilmente trovarsi nei campi anche durante l’inverno, considerando le condizioni climatiche del tempo e le pratiche agricole dell’epoca. La narrazione evangelica è quindi perfettamente plausibile nel suo contesto storico e geografico.
Grazie per la delucidazione