Lago d'Aral

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  • Опубліковано 9 лют 2025
  • Il Lago d'Aral: un viaggio nel cuore di una catastrofe ambientale
    Il nostro viaggio verso il Lago d’Aral inizia a Moynaq, un tempo fiorente porto di pescatori, oggi una città fantasma testimone del disastro ecologico che ha trasformato il mare in deserto. Camminiamo tra gli scheletri arrugginiti dei pescherecci abbandonati, che emergono dalla sabbia come monumenti silenziosi a una tragedia moderna. Un tempo queste barche solcavano acque ricche di pesce, ma oggi giacciono immobili in una landa arida, circondate da dune e arbusti che hanno sostituito il mare. Il piccolo museo locale ci racconta, attraverso foto e testimonianze, la storia della pesca, del declino della città e degli sforzi per risanare l’area.
    Lasciata Moynaq, proseguiamo su piste sterrate, attraversando un paesaggio surreale di deserto e steppe, dove il vento solleva nuvole di polvere e sale. Dopo ore di viaggio su terreni accidentati, raggiungiamo finalmente ciò che resta del Lago d’Aral. Qui, le acque ritirate hanno lasciato dietro di sé un ambiente ostile e straniante, ma al tramonto il lago riflette ancora sfumature di rosso e oro, regalando un’inaspettata bellezza malinconica.
    Trascorriamo la notte in un campo di yurte, avvolti dal silenzio e dalla vastità del paesaggio. Il cielo limpido, privo di inquinamento luminoso, si trasforma in un tappeto di stelle, e ci immergiamo nell’atmosfera di un’Asia Centrale ancestrale, tra il calore del fuoco e le storie dei nomadi locali.
    Il giorno seguente, riprendiamo la via del ritorno facendo tappa a Urga, un antico insediamento che un tempo ospitava pastori e carovanieri. Qui troviamo tracce della vita passata, tra le rovine di antichi rifugi e un paesaggio che porta i segni del drammatico cambiamento ecologico.
    Infine, ci fermiamo sulle rive del Lago Sudochye, un bacino che resiste alla desertificazione e rappresenta un rifugio per uccelli migratori. Qui, tra stormi di fenicotteri e altri volatili, osserviamo uno degli ultimi lembi di vita in una regione segnata dalla siccità e dalla scomparsa del lago.
    Ripartiamo con emozioni contrastanti: da un lato la consapevolezza della fragilità dell’ambiente e degli errori umani, dall’altro la bellezza inaspettata e struggente di un paesaggio in continua trasformazione. Un viaggio intenso, che lascia un segno profondo nella memoria.

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