una media di ascolto per ora in 3 "continenti", che tristezza: ASIA 16 minuti USA 15 minuti EUROPA 3/4 minuti grazie come sempre Marco per gli argomenti che tratti in maniera chiarissima e del nobile scopo di tenere viva la musica di qualità ovviamente! Se prima non coltiviamo il "NOSTRO IMPIANTO HI-FI" in dotazione dalla nascita la vedo dura, e non soltanto per l'ascolto musicale: mi riferisco alla PERCEZIONE e alla DIMENSIONALITA' soprattutto. Sembra quasi di essere sotto attacco: i sensi principali e quelli collegati sono mezzi con cui ampliare il "sentire" e veramente li metterei soprattutto nella scuola d'infanzia come MATERIE INDISPENSABILI. Perdendo l'uso dei sensi si va verso un annientamento progressivo della natura umana legata alla creatività, al divino, al sogno e la loro realizzazione. Un caro saluto, a presto 🖖
Il mono è attualmente il modo più diffuso di ascoltare musica, mp3 riprodotti da smartphone con cassa bluetooth. Non è il caso di chi evidentmente segue questo canale di appassionati di musica e riproduzione che credo quasi nella totalità ascolta con impianti stereofonici di buon o ottimo livello che personalmente appaga molto la mia richiesta emotiva di riproduzione, scena sonora e profondità, il multicanale sicuramente se ben progettato può offrire un immersione sonora completa ma come ben sai a parte Home Video sono poche le registrazioni audio fatte bene in questo modo e nonostante esista da anni non ha mai fatto grandi numeri. Credo che pochi sanno spiegare bene come sai fare tu su questo tema dando a chiunque la possibilità di comprendere la magia di una buona e corretta registrazione su un impianto anche basico ma correttamente posizionato. Un saluto.
Bel video. Anche la scelta delle olympica nova I nella cover, ha il suo perchè. Scherzi a parte, interessante la prospettiva su questi temi del professionista dietro le registrazioni. Apre sempre un nuovo modo di comprendere i fatti e i fenomeni. Detto questo, una tua anlisi sul Dolby Atmos e sul rapporto che ha (o che non avrà) nell'alta fedeltà del prossimo futuro ci starebbe non bene, benissimo.
Sempre un piacere ascoltare i tuoi video, dove si possono trovare approfondimenti su molti temi, conferme su molte cose apprese con l'esperienza e anche apprendere dettagli non sempre noti ai più. Approfitto per augurare buon onomastico!
Comunque certo che si andava sulla luna 60 anni dopo il paragone tecnologico è pienamente corretto. per il resto è sempre un piacere poter ascoltare le sue spiegazioni e lezioni
Buon giorno Marco. Purtroppo ci sono persone che ignorano i concetti base della stereofonia e ritengono raggiunto l obbiettivo della buona qualità d'ascolto soffermandosi solo su aspetti timbrici che invece sono il minimo sindacale di qualunque impianto deve garantire. Invece anche per me la percezione della corretta immagine è un elemento imprescindibile e di notevole appagamento nell'ascolto, che comunque ha sempre richiesto attenzioni e ottimizzazioni dell' ambiente.
Buongiorno, spiegazioni sicuramente molto interessante ed utile, ho tuttavia delle perplessità circa la non rilevanza o comunque l’inutilità della scena acustica in una registrazione di un concerto blus-rock, ad esempio, quando comunque una buona cena acustica consente di individuare il cantante oppure il gruppo vocale al centro, e magari una chitarra a a destra, l’altra a sinistra oppure il basso, la batteria in secondo piano più o meno al centro, questo, nella mia ignoranza, probabilmente dipenderà dal lavoro dell’ingegnere del suono, in fase di mix, non saprei.
L'ultima che ha detto, "non saprei": ecco, giusta affermazione. Quello che tu cerchi nella realtà NON ESISTE. Vogliamo ricostruirlo finto? OK, si può fare, ma con la realtà non c'entra nulla. Non è il concerto rock ciò che serve per verificare la correttezza della riproduzione della scena acustioca da parte di un impianto.
La scena acustica, questa sconosciuta! Da ex addetto ai lavori ricordo, dopo aver allestito impianti 2 canali,durante la demo, il cliente alzarsi in continuazione per cercare il canale centrale che, secondo lui, avevo occultato......
Sante parole, soprattutto quelle concernenti la capacità dei "fonici di palco": giusto settimana scorsa, l' ascolto del concerto dal vivo di un noto e bravo cantante italiano, ha messo in luce una totale mancanza di "sensibilità musicale" e questo al netto degli inevitabili compromessi che una diffusione musicale comporta...
Rimane comunque alcuni problemi.. il costo superiore, la necessità di posizionare più Diffusori, il reperimento di una catena di amplificatori e preamplificatore multicanale di qualità, la messa a punto in ambiente.. e le registrazioni che sono poche e di queste ancor meno quelle fatte con professionalità
@@alessandrobelli6478 Anche questo è vero, infatti ritengo che sia una soluzione ottimale solo per chi è anche amante del cinema, dove piu che la qualità sonora (molto costosa in termini di elettroniche e diffusori) conta il coinvolgimento e gli effetti speciali che puoi ottenere con un impianto base.
@@fabioalberti2120 guarda io sono amante del cinema e ho sempre reputato che la qualità dell'immagine sia prioritaria.. anche perché spesso nel cinema il multicanale serve solo ad effetti che spesso sono pure scorrelati da quello che vedi.. che è sempre frontale
ho ascoltato con piacere il video,pero' mi sorge una domanda: esiste dal punto di vista TECNICO un limite al numero di sorgenti sonore che una configurazione stereo è in grado di riprodurre correttamente senza saturarsi OLTRE IL QUALE si avverte l'esigenza di un sistema multicanale? se la risposta è no, allora cambio la domanda. dal punto di vista della SUA ESPERIENZA esiste questo limite? se si ,come possiamo definirlo?
No, non esiste limite, se in mente abbiamo la realtà del palcoscenico. Se invece qualcuno volesse ascoltare in casa ciò che neppure un direttore sul podio di una grande orchestra riesce a sentire, ovvero, ad esempio, i violini uno per uno... allora sì, esiste... ma spero sia chiaro cghe stu usando un'iperbole per ribadire il NO :-)
Se per restituzione stereofonica s'intende una percezione sonora non monodirezionale credo che questa si possa ottenere anche con un impianto mediamente abbordabile economicamente, se però si vuole una restituzione sonora "olografica" oltre che stereofonica della scena musicale credo che si debba andare su qualcosa di più impegnativo economicamente. Le dico questo perchè mi preparo a rinnovare il mio impianto stereofonico e mi piacerebbe andare su qualcosa che sia in grado di farlo (sarei orientato ai prodotti dell'italianissima Gold Note). Le chiedo quindi (indipendentemente dalla bontà dei supporti musicali) se esiste una sorta di "crinale" da superare in termini di budget se si vuole andare su un impianto che sia appunto in grado di una restituzione tridimensionale della scena sonora. Grazie mille!
Per conto mio la scena acustica insieme a quella che ,una volta almeno, veniva definita l'ambienza, sono l'unico parametro veramente importante e comunque il più facilmente valutabile in un sistema di riproduzione sonora.In altre parole devo sentirmi teletrasportato nell'ambiente dove l'evento è stato ripreso, e nella ripresa sta il primo passaggio cruciale, seguito dalla idoneità dell'ambiente dove avviene la riproduzione ed infine degli strumenti da riproduzione, dei quali,prima del costo, contano il posizionamento e, nel caso dei diffusori, il tipo di emissione, che idealmente dovrebbe essere regolabile: una tantum per interfacciarsi con la stanza e di volta in volta per interfacciarsi con ogni brano, o almeno ogni genere musicale che via via viene riprodotto. In altre parole più che un multicanale il sistema di diffusione ideale dovrebbe essere un sistema che fosse capace di autoconfigurarsi in funzione del segnale che gli viene inviato.Sarebbe ovviamente improponibile procedere per ogni singola seduta di ascolto,ad un set up manuale anche su due soli sistemi di altoparlanti.Il.mio sogno sarebbe di avere due "casse" capaci di adattarsi da sole a riproporre al meglio il suono di un auditorium, di un evento all'aperto, di una cattedrale, di una piccola sala e via sproloquiando...e mi fermo qui.Su timbro, microcontrasto, chiarezza o oscurità sarei molto più indulgente, anche perché non sono affatto sicuro di saperli valutare.
Domanda da ignorante: l’ascolto in cuffia potrebbe essere in certi casi una soluzione? È assolutamente indipendente dall’ambiente, o forse no nel caso di cuffie cosiddette aperte o elettrostatiche? Forse ne ha già parlato altrove… Grazie e complimenti. E buon 25 Aprile!
sì, ma l'ascolto in cuffia ha altre problematiche. Ne abbiamo parlato diffusamente con Francesco Donadel Campbel, massimo esperto italiano, in un'intervista più di un anno fa, su questo canale
Ho qualche dubbio sul multicanale. Oltre ai problemi ovvi di fase che si accumulano, interferisce oltremodo con l'ambiente di ascolto, e ohimè pochi abitano in ambienti adatti. L'unica esperienza abbastanza convincente (ma lo era anche con lo stereo) è stata nel giardino. Niente muri, niente soffitto. Vabbè, poi ci sono grilli e cicale. Eppure, il pianoforte vero, lui, non suona bene all'esterno. Necessita di un ambiente chiuso. Chiaramente il luogo di esecuzione (o di ascolto diretto) e quello di riproduzione seguono regole totalmente diverse.
Io dico che l'amico Giacomo non per forza ascolta brani mal gestiti all'origine. Se solo l'ambiente non è simmetrico la distanza del triangolo non è rispettata e magari,nel contempo,Giacomo vive in una casa molto riverberante la scena la salutiamo. O sbaglio? In alcuni ambienti il mono significa anche meno problematiche ambientali, certo ci manca la profondità, la scena ma non è così detto che sia inaccettabile...dipende...
Nota (anche se ovvia) da profano: l'ascolto è sempre stereofonico, dato che abbiamo due orecchie. Tappandosene una, infatti, oltre a sentire meno e male, non si riesce a percepire la direzione di provenienza del suono.
@@VelutLunaMusic l ho detto io... del resto se si ascolta un pianoforte da una casa ad un altra si riconosce subito che è un pianoforte vero e non riprodotto ; e questo perché i transiti sono più veloci e non compressi; non certo per l immagine o l ambienza, non a.caso gli impianti con diff ad alta efficienza tendenzialmente sono più realistici; il.suono dal vero differisce dal.qiello riprodotto in prima battuta per la dinamica
Competenza ,chiarezza e proprietà di linguaggio assolute 👏🏼👏🏼👏🏼
una media di ascolto per ora in 3 "continenti", che tristezza:
ASIA 16 minuti
USA 15 minuti
EUROPA 3/4 minuti
grazie come sempre Marco per gli argomenti che tratti in maniera chiarissima e del nobile scopo di tenere viva la musica di qualità ovviamente! Se prima non coltiviamo il "NOSTRO IMPIANTO HI-FI" in dotazione dalla nascita la vedo dura, e non soltanto per l'ascolto musicale: mi riferisco alla PERCEZIONE e alla DIMENSIONALITA' soprattutto. Sembra quasi di essere sotto attacco: i sensi principali e quelli collegati sono mezzi con cui ampliare il "sentire" e veramente li metterei soprattutto nella scuola d'infanzia come MATERIE INDISPENSABILI.
Perdendo l'uso dei sensi si va verso un annientamento progressivo della natura umana legata alla creatività, al divino, al sogno e la loro realizzazione.
Un caro saluto, a presto 🖖
Grazie per i contenuti da Lei rappresentati.
Il mono è attualmente il modo più diffuso di ascoltare musica, mp3 riprodotti da smartphone con cassa bluetooth. Non è il caso di chi evidentmente segue questo canale di appassionati di musica e riproduzione che credo quasi nella totalità ascolta con impianti stereofonici di buon o ottimo livello che personalmente appaga molto la mia richiesta emotiva di riproduzione, scena sonora e profondità, il multicanale sicuramente se ben progettato può offrire un immersione sonora completa ma come ben sai a parte Home Video sono poche le registrazioni audio fatte bene in questo modo e nonostante esista da anni non ha mai fatto grandi numeri. Credo che pochi sanno spiegare bene come sai fare tu su questo tema dando a chiunque la possibilità di comprendere la magia di una buona e corretta registrazione su un impianto anche basico ma correttamente posizionato. Un saluto.
Bel video. Anche la scelta delle olympica nova I nella cover, ha il suo perchè.
Scherzi a parte, interessante la prospettiva su questi temi del professionista dietro le registrazioni. Apre sempre un nuovo modo di comprendere i fatti e i fenomeni.
Detto questo, una tua anlisi sul Dolby Atmos e sul rapporto che ha (o che non avrà) nell'alta fedeltà del prossimo futuro ci starebbe non bene, benissimo.
👍Ti ringrazio, un argomento spiegato in modo chiaro e preciso 👍👍👍Ottimo ciao
Ancora una volta grazie.
Ho finalmente capito perché alcuni dischi offrono una scena sonora tridimensionale ed altri no.
Sempre un piacere ascoltare i tuoi video, dove si possono trovare approfondimenti su molti temi, conferme su molte cose apprese con l'esperienza e anche apprendere dettagli non sempre noti ai più. Approfitto per augurare buon onomastico!
ottimo e esaustivo ma soprattutto molto chiaro😎 grazie
Adoro le lezioni d’ascolto di Marco Lincetto… bisognerebbe approfondire 🙌🏻
ebbene, una sessantina di anni dopo si andava sulla luna... oddio forse non ho fatto il confronto più preciso...
Sei un grande Marco 🙂
Ma non l’ho capita 😔mica ha a che fare con le tesi del falso allunaggio?
Comunque certo che si andava sulla luna 60 anni dopo il paragone tecnologico è pienamente corretto. per il resto è sempre un piacere poter ascoltare le sue spiegazioni e lezioni
Buon giorno Marco. Purtroppo ci sono persone che ignorano i concetti base della stereofonia e ritengono raggiunto l obbiettivo della buona qualità d'ascolto soffermandosi solo su aspetti timbrici che invece sono il minimo sindacale di qualunque impianto deve garantire. Invece anche per me la percezione della corretta immagine è un elemento imprescindibile e di notevole appagamento nell'ascolto, che comunque ha sempre richiesto attenzioni e ottimizzazioni dell' ambiente.
fantastico molto interessante. grazie
Buongiorno, spiegazioni sicuramente molto interessante ed utile, ho tuttavia delle perplessità circa la non rilevanza o comunque l’inutilità della scena acustica in una registrazione di un concerto blus-rock, ad esempio, quando comunque una buona cena acustica consente di individuare il cantante oppure il gruppo vocale al centro, e magari una chitarra a a destra, l’altra a sinistra oppure il basso, la batteria in secondo piano più o meno al centro, questo, nella mia ignoranza, probabilmente dipenderà dal lavoro dell’ingegnere del suono, in fase di mix, non saprei.
L'ultima che ha detto, "non saprei": ecco, giusta affermazione. Quello che tu cerchi nella realtà NON ESISTE. Vogliamo ricostruirlo finto? OK, si può fare, ma con la realtà non c'entra nulla. Non è il concerto rock ciò che serve per verificare la correttezza della riproduzione della scena acustioca da parte di un impianto.
La scena acustica, questa sconosciuta! Da ex addetto ai lavori ricordo, dopo aver allestito impianti 2 canali,durante la demo, il cliente alzarsi in continuazione per cercare il canale centrale che, secondo lui, avevo occultato......
Sante parole, soprattutto quelle concernenti la capacità dei "fonici di palco": giusto settimana scorsa, l' ascolto del concerto dal vivo di un noto e bravo cantante italiano, ha messo in luce una totale mancanza di "sensibilità musicale" e questo al netto degli inevitabili compromessi che una diffusione musicale comporta...
Fantastico, ci sono critici musicali, come Marco Cicogna, che non hanno dubbi sulla scelta del multicanale rispetto al due canali
anche io non ho dubbi a riguardo, ma non so dove reperire musica multicanale, non la producono
Rimane comunque alcuni problemi.. il costo superiore, la necessità di posizionare più Diffusori, il reperimento di una catena di amplificatori e preamplificatore multicanale di qualità, la messa a punto in ambiente.. e le registrazioni che sono poche e di queste ancor meno quelle fatte con professionalità
@@alessandrobelli6478 Anche questo è vero, infatti ritengo che sia una soluzione ottimale solo per chi è anche amante del cinema, dove piu che la qualità sonora (molto costosa in termini di elettroniche e diffusori) conta il coinvolgimento e gli effetti speciali che puoi ottenere con un impianto base.
@@fabioalberti2120 guarda io sono amante del cinema e ho sempre reputato che la qualità dell'immagine sia prioritaria.. anche perché spesso nel cinema il multicanale serve solo ad effetti che spesso sono pure scorrelati da quello che vedi.. che è sempre frontale
ho ascoltato con piacere il video,pero' mi sorge una domanda: esiste dal punto di vista TECNICO un limite al numero di sorgenti sonore che una configurazione stereo è in grado di riprodurre correttamente senza saturarsi OLTRE IL QUALE si avverte l'esigenza di un sistema multicanale? se la risposta è no, allora cambio la domanda. dal punto di vista della SUA ESPERIENZA esiste questo limite? se si ,come possiamo definirlo?
No, non esiste limite, se in mente abbiamo la realtà del palcoscenico. Se invece qualcuno volesse ascoltare in casa ciò che neppure un direttore sul podio di una grande orchestra riesce a sentire, ovvero, ad esempio, i violini uno per uno... allora sì, esiste... ma spero sia chiaro cghe stu usando un'iperbole per ribadire il NO :-)
@@VelutLunaMusicgrazie della risposta
D'accordo dal primo al trentasettesimo minuto.
Se per restituzione stereofonica s'intende una percezione sonora non monodirezionale credo che questa si possa ottenere anche con un impianto mediamente abbordabile economicamente, se però si vuole una restituzione sonora "olografica" oltre che stereofonica della scena musicale credo che si debba andare su qualcosa di più impegnativo economicamente. Le dico questo perchè mi preparo a rinnovare il mio impianto stereofonico e mi piacerebbe andare su qualcosa che sia in grado di farlo (sarei orientato ai prodotti dell'italianissima Gold Note). Le chiedo quindi (indipendentemente dalla bontà dei supporti musicali) se esiste una sorta di "crinale" da superare in termini di budget se si vuole andare su un impianto che sia appunto in grado di una restituzione tridimensionale della scena sonora. Grazie mille!
NUOVO? 3.500 euro
Per conto mio la scena acustica insieme a quella che ,una volta almeno, veniva definita l'ambienza, sono l'unico parametro veramente importante e comunque il più facilmente valutabile in un sistema di riproduzione sonora.In altre parole devo sentirmi teletrasportato nell'ambiente dove l'evento è stato ripreso, e nella ripresa sta il primo passaggio cruciale, seguito dalla idoneità dell'ambiente dove avviene la riproduzione ed infine degli strumenti da riproduzione, dei quali,prima del costo, contano il posizionamento e, nel caso dei diffusori, il tipo di emissione, che idealmente dovrebbe essere regolabile: una tantum per interfacciarsi con la stanza e di volta in volta per interfacciarsi con ogni brano, o almeno ogni genere musicale che via via viene riprodotto. In altre parole più che un multicanale il sistema di diffusione ideale dovrebbe essere un sistema che fosse capace di autoconfigurarsi in funzione del segnale che gli viene inviato.Sarebbe ovviamente improponibile procedere per ogni singola seduta di ascolto,ad un set up manuale anche su due soli sistemi di altoparlanti.Il.mio sogno sarebbe di avere due "casse" capaci di adattarsi da sole a riproporre al meglio il suono di un auditorium, di un evento all'aperto, di una cattedrale, di una piccola sala e via sproloquiando...e mi fermo qui.Su timbro, microcontrasto, chiarezza o oscurità sarei molto più indulgente, anche perché non sono affatto sicuro di saperli valutare.
Domanda da ignorante: l’ascolto in cuffia potrebbe essere in certi casi una soluzione? È assolutamente indipendente dall’ambiente, o forse no nel caso di cuffie cosiddette aperte o elettrostatiche? Forse ne ha già parlato altrove… Grazie e complimenti. E buon 25 Aprile!
sì, ma l'ascolto in cuffia ha altre problematiche. Ne abbiamo parlato diffusamente con Francesco Donadel Campbel, massimo esperto italiano, in un'intervista più di un anno fa, su questo canale
Ho qualche dubbio sul multicanale. Oltre ai problemi ovvi di fase che si accumulano, interferisce oltremodo con l'ambiente di ascolto, e ohimè pochi abitano in ambienti adatti. L'unica esperienza abbastanza convincente (ma lo era anche con lo stereo) è stata nel giardino. Niente muri, niente soffitto. Vabbè, poi ci sono grilli e cicale. Eppure, il pianoforte vero, lui, non suona bene all'esterno. Necessita di un ambiente chiuso. Chiaramente il luogo di esecuzione (o di ascolto diretto) e quello di riproduzione seguono regole totalmente diverse.
Era ora che si parli della scena acustica negli impianti stereo
Io dico che l'amico Giacomo non per forza ascolta brani mal gestiti all'origine.
Se solo l'ambiente non è simmetrico la distanza del triangolo non è rispettata e magari,nel contempo,Giacomo vive in una casa molto riverberante la scena la salutiamo.
O sbaglio?
In alcuni ambienti il mono significa anche meno problematiche ambientali, certo ci manca la profondità, la scena ma non è così detto che sia inaccettabile...dipende...
92 minuti di applausi per il calembour satellitare!
Bravo e preparato ma.... troppo prolisso troppo davvero, non riesco mai ad arrivare alla fine....
Nota (anche se ovvia) da profano: l'ascolto è sempre stereofonico, dato che abbiamo due orecchie. Tappandosene una, infatti, oltre a sentire meno e male, non si riesce a percepire la direzione di provenienza del suono.
Quindi un'Album Rap ascoltatelo in mono! 😁
Quello che conta è la dinamica...
e chi l'ha detto? certo che conta, in relazione a e IN FUNZIONE DI tutto il resto.
@@VelutLunaMusic l ho detto io... del resto se si ascolta un pianoforte da una casa ad un altra si riconosce subito che è un pianoforte vero e non riprodotto ; e questo perché i transiti sono più veloci e non compressi; non certo per l immagine o l ambienza, non a.caso gli impianti con diff ad alta efficienza tendenzialmente sono più realistici; il.suono dal vero differisce dal.qiello riprodotto in prima battuta per la dinamica