Faccio il tecnico informatico in Lombardia on-site, presso i clienti e mi sto scontrando con un problema tanto grave quanto curioso. Siamo un servizio essenziale e naturalmente stiamo dando tutto il supporto possibile alla sanità. Lavoriamo con tutte le precauzioni del caso ma se un ospedale o un laboratorio chiamano noi interveniamo. Però poi ci scontriamo con regolamenti aziendali assurdi e assolutamente campati per aria che ci impediscono l'accesso alle aziende private perchè ci viene sbattuto sotto al naso un questionario che ci chiede se abbiamo avuto contatto con la sanità in Lombardia. L'altro ieri un'azienda ci ha chiesto un tecnico che non fosse stato recentemente in un ospedale, caro cliente con tutto il bene che ti voglio se mi chiama un ospedale io corro se poi tu non mi vuoi nella tua azienda arrangiati e tieniti il guasto! Altra azienda mi chiede di accedere con una tuta monouso che devo procurarmi io, sta roba ve la siete inventata voi di sana pianta se vuoi darmi la tuta io la metto ma se pensi che io vada in giro a cercarmela per lenire la tua paranoia ti sbagli di grosso. Le indicazioni dell'OMS e del Ministero della Salute sono chiare e le rispetto pedissequamente anzi cerco di essere ancora più responsabile e prudente perchè mi rendo conto di essere un potenziale veicolo di contagio ma non capisco perchè le regole che valgono in un ospedale non debbano essere considerate sufficienti da un'industria metalmeccanica o da un commercialista. Il risultato è che stiamo lavorando con il 50% della forza lavoro ma nei giorni in cui sono al lavoro se va bene ho da fare per mezza giornata e poi sono fermo e rinvio lavori su lavori che si potrebbero fare in sicurezza.
Lavorando in un supermercato(part time weekend da studente) , se posso aggiungere, più che la paura dei lavoratori che devo dire nel mio caso non ho molto notato, ho visto invece un grosso calo dei clienti tanto che dalla sede hanno deciso di mandarmi in ferie perché appunto il punto vendita necessitava di ben molti dipendenti in meno. Domenica 15 marzo in cui ero a lavoro ci saranno stati al massimo 70\100 clienti al punto da far pensare che essere aperti valga la pena da un punto di vista sociale ma forse non molto da un punto di vista economico per il punto vendita stesso. Sembra che la gente impaurita scelga maggiormente l'alimentari vicino casa.
Dal mio punto di vista (27 anni, sono abbastanza razionale e cerco di non farmi prendere dal panico) la cosa che mi rende più incerta al momento, e di cui mi sembra non si stia parlando abbastanza, è il non avere un numero attendibile di persone infette. Potenzialmente io potrei essermi presa il virus prima dell'inizio della quarantena e non saperlo: sono giovane, non presento sintomi, vivo in città ma comunque in periferia e non nelle zone più contagiate in Italia. Quindi boh, molto probabilmente non farò mai il tampone e rimarrò nel dubbio, e come me altre persone.
@@AngeloTomasi85 servirebbe per capire come fronteggiare l'emergenza. con questi decessi, se fosse gia infetto il 10% della popolazione sarebbe un conto, con solo 100k infetti sarebbe un altro.
@@gianlucaferrari2169 no, ho chiesto a lei che mi pare parli di altro. Per il numero degli infetti finché non fanno tamponi su larga scala a tutti non so come si avranno dati.
Sempre chiaccherate utilissime. Altro che servizio pubblico. Sarebbe interessante un approfondimento per spiegare perchè in questa situazione si deve fare un pò di debito. Gli sciacalli leghisti naturalmente useranno questa situazione per dire che si può sforare sempre, si può fare debito sempre.
Avverto che sto leggendo ora bozza del decreto che farà la regione Lombardia. 5000 euro di multa x chi non rispetta i divieti e obbligo ai commercianti ancora aperti di misurare la temperatura di tutti i clienti. Spero non esca. Una vergogna
Sulle preoccupazioni di Cantamessa Per non incriccare il sistema aggiungo che é urgente rivedere la legge fallimentare in senso anglosassone e incentivi per la imprenditorialità. Helicopter money per le imprese sarebbe solo un coma farmacologico e il risveglio potrebbe essere ancora più pesante.
Mi permetto di aggiungere alcune considerazioni Il tasso di mortalità italiano è circa del 10/1000. Quindi centinaia di migliaia di morti all'anno di cui qualche migliaio morto con l'influenza e non per l'influenza (lì i dati che arrivano dopo circa due anni riducono a qualche centinaio le morti dirette). Si dovrebbe capire come questa epidemia lo influenzi. Se veramente rappresenta un picco fuori dalla norma. E comunque dove la situazione attuale si sovrapponga alla normalità annua e dove ne esca. Il punto cruciale non sono i morti ma i ricoverati e soprattutto le terapie intensive che sono entrate in crisi. Ma se esiste una epidemia poi c'è la sua storia. Se vengono infettati ospedali case di riposo ecc si potrebbe spiegare il fenomeno. Lo scrivo perchè sempre di più il caso 1 sembra essere un paziente ricoverato ma disconosciuto che poi si rivela letale. Nel frattempo ha infettato medici infermieri ecc. Ovvero operatori con enormi numeri di contatti diretti con il livello più debole della popolazione. Che le regioni siano restie a dare dati può dipendere appunto dal fatto che si rilevino gravi falle di sistema. Per esempio il disconoscimento di protocolli cautelativi. E qui il livello diventa politico. E sappiamo di chi stiamo parlando. La stampa autarchica cerca sempre di dimostrare che il mondo è paese. Se noi siamo i peggiori gli altri non sono migliori. A costo di costruire notizie e colpe esogene ritagliate su misura. Ultima questione. Per avere un dato nazionale sarebbe necessario definire dei campioni rappresentativi e casuali in più parti del paese e testali. Forse così si saprebbe qual è il vero numero degli infettati asintomatici. E quindi definire un denominatore quantomeno statistico.
Io non trascurerei di parlare delle misure per contenere l'epidemia. Non è un tema prettamente economico, ma ha effetti devastanti sull'economia se le misure non sono efficienti. Al momento l'approccio Italiano mi sembra una brutta copia di quello cinese e temo non sia sufficiente. Soprattutto non è chiaro, ammesso e non concesso che il blocco attuale funzioni, come si gestisce il dopo. L'unico approccio che ha funzionato in tutti i paesi asiatici è Test, Tracciamento dei contatti e Quarantena. Purtroppo in Italia i Test non vengono fatti in quantità sufficiente, il tracciamento non credo venga fatto per niente. Basta fare un confronto tra l'evoluzione dei casi in Corea del sud e in Italia per capire che qualcosa non va.
Grazie, d'accordissimo con la disponibilita' dati. Quelli che vedo qui: opendatadpc.maps.arcgis.com/apps/opsdashboard/index.html#/b0c68bce2cce478eaac82fe38d4138b1 sono troppo aggregati, almeno per fasce d'eta' e comorbidita' per favore.
È mio parere che ci sia una correlazione fra la distribuzione del contagio e la diffusione sul teritorio di imprese ed aziende..viste le mappe e i dati le aree più interessate dal contagio sono le zone d Italia in cui è concentrata l attività imprenditoriale ed industriale..si dovrebbe agire implementndo le misure di protezione nelle aziende che ancora lavorano..perché probabilmente la diffusione del virus è veicolata soprattutto da chi ancora si reca al lavoro.
Mi permetto di offrire un'interpretazione differente, modo elegante per dire che mi trovo in disaccordo con quanto afferma. Il "suo" parere estrae, tra altre fonti, da un position paper (che nulla altro è che un +CORREL su excel su un totale di n=10 osservazioni) che mette semplicemente in relazione i livelli di particolato atmosferico con il numero di contagi con le 5 province italiane maggiormente interessate dalla diffusione del virus. La correlazione è un dato di fatto, essendo le province in oggetto situate nelle zone più attive dal punto di vista produttivo della penisola, ma interpretazioni che ne conseguono sono architetture mentali prive di fondamento, almeno sulla base di uno studio così superficiale e privo di check di robustezza. Sinteticamente, primo perché il focolaio di Codogno è stato un fattore del tutto casuale (i.e., in qualsiasi altra parte di Italia, o, estendendo, di Europa, si sarebbe potuto innescare un processo di infettività rimasta non rilevata per tutto il tempo necessario a favorire un contagio su vasta scala); secondo perché si tenta di estrarre una fantomatica causalità dalla correlazione tra le due variabili.
@@andreamanzelli5213 Esatto Manca il nesso di causazione. Potrei anche dire che dipenda dal tipo di dialetto che parlano. I morti in percentuali importanti presentano in maniera significativa più patologie gravi associate oltre all'età.
Nel mio paesino piemontese gli unici che hanno chiuso sono parrucchieri e ristoranti. Il resto continua con la regola del metro di distanza, difficile da rispettare nei minisupermercati che ci ritroviamo
Supermercati aperti ma solo per generi alimentari sabato e domenica, se uno ha bisogno di una penna, una batteria o una qualunque cosa non commestibile aspetta lunedì
Se questo diventa un appuntamento quotidiano, vi aspetterò con l'ansia con cui mia nonna aspetta Beautiful
Faccio il tecnico informatico in Lombardia on-site, presso i clienti e mi sto scontrando con un problema tanto grave quanto curioso. Siamo un servizio essenziale e naturalmente stiamo dando tutto il supporto possibile alla sanità. Lavoriamo con tutte le precauzioni del caso ma se un ospedale o un laboratorio chiamano noi interveniamo. Però poi ci scontriamo con regolamenti aziendali assurdi e assolutamente campati per aria che ci impediscono l'accesso alle aziende private perchè ci viene sbattuto sotto al naso un questionario che ci chiede se abbiamo avuto contatto con la sanità in Lombardia. L'altro ieri un'azienda ci ha chiesto un tecnico che non fosse stato recentemente in un ospedale, caro cliente con tutto il bene che ti voglio se mi chiama un ospedale io corro se poi tu non mi vuoi nella tua azienda arrangiati e tieniti il guasto! Altra azienda mi chiede di accedere con una tuta monouso che devo procurarmi io, sta roba ve la siete inventata voi di sana pianta se vuoi darmi la tuta io la metto ma se pensi che io vada in giro a cercarmela per lenire la tua paranoia ti sbagli di grosso. Le indicazioni dell'OMS e del Ministero della Salute sono chiare e le rispetto pedissequamente anzi cerco di essere ancora più responsabile e prudente perchè mi rendo conto di essere un potenziale veicolo di contagio ma non capisco perchè le regole che valgono in un ospedale non debbano essere considerate sufficienti da un'industria metalmeccanica o da un commercialista. Il risultato è che stiamo lavorando con il 50% della forza lavoro ma nei giorni in cui sono al lavoro se va bene ho da fare per mezza giornata e poi sono fermo e rinvio lavori su lavori che si potrebbero fare in sicurezza.
Squisito inizio del weekend !
Bellissima discussione! Sono nuovo del canale, siete veramente fantastici e molto stimolanti! Grazie e non vedo l'ora di informarmi nuovamente con voi
Io voglio informazione e storia di chi guarisce!
Grande Vitalba e il suo riferimento ai percettori del RDC.
Chiarissimo Taddei. Invitatelo più spesso!
Agree!
grazie per la cpmpagnia e gli approfondimenti. ospiti bravissimi
Bravi, grazie, aspetto la prossima!
Lavorando in un supermercato(part time weekend da studente) , se posso aggiungere, più che la paura dei lavoratori che devo dire nel mio caso non ho molto notato, ho visto invece un grosso calo dei clienti tanto che dalla sede hanno deciso di mandarmi in ferie perché appunto il punto vendita necessitava di ben molti dipendenti in meno. Domenica 15 marzo in cui ero a lavoro ci saranno stati al massimo 70\100 clienti al punto da far pensare che essere aperti valga la pena da un punto di vista sociale ma forse non molto da un punto di vista economico per il punto vendita stesso. Sembra che la gente impaurita scelga maggiormente l'alimentari vicino casa.
Discussione molto interessante e condivisibile
Mio commento tattico
Risposta tattica
Avrei qualcosa da ridire riguardo al tuo commento tattico
@@don95ful ok , ridillo
Dal mio punto di vista (27 anni, sono abbastanza razionale e cerco di non farmi prendere dal panico) la cosa che mi rende più incerta al momento, e di cui mi sembra non si stia parlando abbastanza, è il non avere un numero attendibile di persone infette. Potenzialmente io potrei essermi presa il virus prima dell'inizio della quarantena e non saperlo: sono giovane, non presento sintomi, vivo in città ma comunque in periferia e non nelle zone più contagiate in Italia. Quindi boh, molto probabilmente non farò mai il tampone e rimarrò nel dubbio, e come me altre persone.
Temo si saprà molto tempo dopo. Per me di infetti ce ne sono un milione o giu di lì.
Ma del numero che te ne fai? Cosa ti direbbe di più? Magari sei infetta, cosa cambierebbe nei tuoi comportamenti saperlo?
@@AngeloTomasi85 servirebbe per capire come fronteggiare l'emergenza. con questi decessi, se fosse gia infetto il 10% della popolazione sarebbe un conto, con solo 100k infetti sarebbe un altro.
@@gianlucaferrari2169 no, ho chiesto a lei che mi pare parli di altro. Per il numero degli infetti finché non fanno tamponi su larga scala a tutti non so come si avranno dati.
@@AngeloTomasi85 rileggendo il commento iniziale ho capito ahah
Sempre chiaccherate utilissime. Altro che servizio pubblico. Sarebbe interessante un approfondimento per spiegare perchè in questa situazione si deve fare un pò di debito.
Gli sciacalli leghisti naturalmente useranno questa situazione per dire che si può sforare sempre, si può fare debito sempre.
Non devi nemmeno aspettare per quello, hanno già cominciato da qualche giorno ormai (es. Borghi).
Finalmente un ingegnere di mente aperta !
❤❤❤❤❤❤❤❤❤❤❤
Grazie
Bene!
Da oggi ho un altro impegno in agenda.
Dovreste costituire un'organizzazione massonica ma per davvero 🤣 grazie!
È preoccupante che anche le menti migliori che ci siano in Italia non abbiano dati precisi per formulare un'analisi precisa.
Avverto che sto leggendo ora bozza del decreto che farà la regione Lombardia. 5000 euro di multa x chi non rispetta i divieti e obbligo ai commercianti ancora aperti di misurare la temperatura di tutti i clienti. Spero non esca. Una vergogna
Si ogni giorno. SI
Una squadra fortissima
#LiberiOltre
In UK hanno aumentato considerevolmente le assunzioni nei supermercati
Taddei spettacolare
Sulle preoccupazioni di Cantamessa Per non incriccare il sistema aggiungo che é urgente rivedere la legge fallimentare in senso anglosassone e incentivi per la imprenditorialità. Helicopter money per le imprese sarebbe solo un coma farmacologico e il risveglio potrebbe essere ancora più pesante.
Mi permetto di aggiungere alcune considerazioni
Il tasso di mortalità italiano è circa del 10/1000. Quindi centinaia di migliaia di morti all'anno di cui qualche migliaio morto con l'influenza e non per l'influenza (lì i dati che arrivano dopo circa due anni riducono a qualche centinaio le morti dirette). Si dovrebbe capire come questa epidemia lo influenzi. Se veramente rappresenta un picco fuori dalla norma.
E comunque dove la situazione attuale si sovrapponga alla normalità annua e dove ne esca.
Il punto cruciale non sono i morti ma i ricoverati e soprattutto le terapie intensive che sono entrate in crisi.
Ma se esiste una epidemia poi c'è la sua storia. Se vengono infettati ospedali case di riposo ecc si potrebbe spiegare il fenomeno. Lo scrivo perchè sempre di più il caso 1 sembra essere un paziente ricoverato ma disconosciuto che poi si rivela letale. Nel frattempo ha infettato medici infermieri ecc. Ovvero operatori con enormi numeri di contatti diretti con il livello più debole della popolazione.
Che le regioni siano restie a dare dati può dipendere appunto dal fatto che si rilevino gravi falle di sistema.
Per esempio il disconoscimento di protocolli cautelativi.
E qui il livello diventa politico. E sappiamo di chi stiamo parlando.
La stampa autarchica cerca sempre di dimostrare che il mondo è paese. Se noi siamo i peggiori gli altri non sono migliori. A costo di costruire notizie e colpe esogene ritagliate su misura.
Ultima questione. Per avere un dato nazionale sarebbe necessario definire dei campioni rappresentativi e casuali in più parti del paese e testali. Forse così si saprebbe qual è il vero numero degli infettati asintomatici. E quindi definire un denominatore quantomeno statistico.
Io non trascurerei di parlare delle misure per contenere l'epidemia. Non è un tema prettamente economico, ma ha effetti devastanti sull'economia se le misure non sono efficienti. Al momento l'approccio Italiano mi sembra una brutta copia di quello cinese e temo non sia sufficiente. Soprattutto non è chiaro, ammesso e non concesso che il blocco attuale funzioni, come si gestisce il dopo. L'unico approccio che ha funzionato in tutti i paesi asiatici è Test, Tracciamento dei contatti e Quarantena. Purtroppo in Italia i Test non vengono fatti in quantità sufficiente, il tracciamento non credo venga fatto per niente. Basta fare un confronto tra l'evoluzione dei casi in Corea del sud e in Italia per capire che qualcosa non va.
Grazie, d'accordissimo con la disponibilita' dati.
Quelli che vedo qui: opendatadpc.maps.arcgis.com/apps/opsdashboard/index.html#/b0c68bce2cce478eaac82fe38d4138b1
sono troppo aggregati, almeno per fasce d'eta' e comorbidita' per favore.
Solita interazione tattica
Perché fuori dall Inghilterra raccontano il male +totale su Johnson mentre il time lo difende?
È mio parere che ci sia una correlazione fra la distribuzione del contagio e la diffusione sul teritorio di imprese ed aziende..viste le mappe e i dati le aree più interessate dal contagio sono le zone d Italia in cui è concentrata l attività imprenditoriale ed industriale..si dovrebbe agire implementndo le misure di protezione nelle aziende che ancora lavorano..perché probabilmente la diffusione del virus è veicolata soprattutto da chi ancora si reca al lavoro.
Mi permetto di offrire un'interpretazione differente, modo elegante per dire che mi trovo in disaccordo con quanto afferma. Il "suo" parere estrae, tra altre fonti, da un position paper (che nulla altro è che un +CORREL su excel su un totale di n=10 osservazioni) che mette semplicemente in relazione i livelli di particolato atmosferico con il numero di contagi con le 5 province italiane maggiormente interessate dalla diffusione del virus. La correlazione è un dato di fatto, essendo le province in oggetto situate nelle zone più attive dal punto di vista produttivo della penisola, ma interpretazioni che ne conseguono sono architetture mentali prive di fondamento, almeno sulla base di uno studio così superficiale e privo di check di robustezza. Sinteticamente, primo perché il focolaio di Codogno è stato un fattore del tutto casuale (i.e., in qualsiasi altra parte di Italia, o, estendendo, di Europa, si sarebbe potuto innescare un processo di infettività rimasta non rilevata per tutto il tempo necessario a favorire un contagio su vasta scala); secondo perché si tenta di estrarre una fantomatica causalità dalla correlazione tra le due variabili.
@@andreamanzelli5213 Esatto
Manca il nesso di causazione. Potrei anche dire che dipenda dal tipo di dialetto che parlano. I morti in percentuali importanti presentano in maniera significativa più patologie gravi associate oltre all'età.
Nel mio paesino piemontese gli unici che hanno chiuso sono parrucchieri e ristoranti. Il resto continua con la regola del metro di distanza, difficile da rispettare nei minisupermercati che ci ritroviamo
Anche no. Nell'alimentari sotto casa le persone entrano una alla volta. Qui è dove si fermano le regole ed inizia l'uso della testa.
Supermercati aperti ma solo per generi alimentari sabato e domenica, se uno ha bisogno di una penna, una batteria o una qualunque cosa non commestibile aspetta lunedì
Non vorrei mai trovarmi nei panni di quell'artigiano della Basilicata che una sua dipendente risultasse positiva al Covid - 19.