don Tonino Bello

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  • Опубліковано 9 лют 2025
  • Omelia in occasione della dedicazione della nuova chiesa dell'Immacolata in Ruvo di Puglia (Ba), 16/12/1989

КОМЕНТАРІ • 4

  • @wandagenua8759
    @wandagenua8759 2 роки тому

    Tante grazie don Tonino mezzi preghiere di benedizione su questo mondo Ti raccomando i e Gesù questa preghiera Sono una mamma il Signore sa tutto di me Grazie don Tonino Santo

  • @vincenzoprocopio1835
    @vincenzoprocopio1835 6 років тому +2

    Ogni volta che ti vedo è ti ascolto mi sento con una gioia dentro che non so descrivere la Chiesa è casa nostra dove ce qualcuno che ci aspetta il nostro Salvatore Gesù Cristo grazie don Tonino prega x ti voglio bene lina grazie

  • @gianfrancoprimiceri6506
    @gianfrancoprimiceri6506 7 років тому +4

    Mimmo ti faccio i miei complimenti per aver pubblicato questo prezioso ricordo di don Tonino. Dove lo hai trovato? Bisogna parlare di lui e farlo conoscere... per vedere un po' di cieli nuovi e terra nuova !!!

  • @genixsoft
    @genixsoft 6 років тому +3

    Mi sono permesso di riportare il discorso:
    "Poche parole desidero dirvi perchè, questa sera vi accorgerete voi stessi che sono i riti, le celebrazioni che hanno tanta eloquenza che non c'è bisogno di aggiunta di di dei nostri vocabolari perchè andiate a comprendere la profondità del mistero che stiamo celebrando: stiamo dedicando al Signore una chiesa, stiamo consacrando - se volete, forse un termine più facile per voi - consacriamo queste pietre , tra poco questo altare, le pareti, frutto di tanta fatica umana e di tanto sacrificio.
    Però ecco io vorrei dirvi un pensiero molto semplice: a me è parso giusto, proprio l'altro giorno mentre venivo e vedevo ormai completata questa costruzione. E' parso giusto presentare a voi questo concetto. Mi auguro che possiate, miei cari fratelli, uomini e donne, piccoli e grandi, possiate tradurre nella vita la simbologia che è espressa da questo tempio che si trova "affogato" tra le case degli uomini. Al punto che è quasi (impossibile) distinguerlo dalle case degli uomini: un tempio discreto.
    Una chiesa non arrogante, starebbe a dire anche povera, una chiesa che si mimetizza con il mondo circostante, che fa un tutt'uno, che non si staglia per indicare le sue elevatezze irrangiungibili e per scoraggiare il cuore degli uomini.
    Una chiesa fatta a misura d'uomo. Una chiesa che per essere accogliente deve anche provocare - come dire - lo stringimento degli uomini che vi abitano. E ce ne siamo tanti questa sera, tant'è che se ci trovassimo anche nella Cattedrale questa sera, noi la riempiremmo. E forse sembrerebbe sgrondante ancora di gente, di folla.
    Ecco allora, questa è la simbologia, miei cari fratelli (voi più grandi soprattutto, che sapete dove è che voglio andare a finire), mi raccomando voi credenti in Gesù Cristo, non opprimete mai la gente dall'altezza delle vostre sapienze evangeliche: fate come Gesù Cristo, che si è accompagnato con i poveri, si è accompagnato con gli umili. Che l'unico "pinnacolo" che ha scelto per emergere un po è stato quello della croce, se no per il resto si è adattato sempre alle altezze dei poveri mortali e si è adagiato a terra come gli altri anche se non ha trovato guanciali se non di pietra. E si è seduto in mezzo ai poveri e ha spartito il pane con loro: la Chiesa nostra questo deve essere, una Chiesa che cammina con la gente, che entra; l'immagine del lievito questa è: il lievito no, che entra e fermenta tutta la pasta. Provoca quel processo di panificazione per cui poi il pane diventa saporito, diventa commestibile e buono. Ecco, così è la Chiesa che non si arrocca, che non si separa, che non si sclerotizza, che non si isola, che non si cintura. E' bello, è molto bello.
    Ci sono delle vetrate lì, vedo anche che c'è della gente che ci sta spiando. Fatevi spiare dentro, miei cari fratelli. A tutti i livelli.
    Don Peppino, don Felice, altri sacerdoti che siete presenti qui.
    Le trasparenze, ma non soltanto (oh capitemi bene: non voglio indicare soltanto le trasparenze economiche) ma anche le trasparenze di pensiero, le limpidezze.
    Quanti vetri ci sono qui; e la gente quando non ci starà tutta quanta in chiesa può anche affacciarsi come fanno i nostri fratelli nonostante il freddo lì fuori.
    Una Chiesa trasparente che parli un unico linguaggio, che linguaggio, le liturgie che compie all'interno non sono camuffamenti che poi quando si riproducono fuori diventano tutt'altra storia.
    Una Chiesa pulita, una Chiesa vergine, una Chiesa - e mi comprendete - che sa stare con gli altri. Che non la fa da maestra ma si compie spasmi formidabili per farla sempre da discepola, perchè la Chiesa "mater et magistra" ma è anche "filia et discipula", è figlia e discepola. E se la Chiesa è madre e maestra ed è anche figlia e discepola capite che deve avere come maestro suo grande il Signore Gesù: questo è il maestro.
    Ma voglio dirvi anche questo, miei cari fratelli: qualche volta prestate, qualche volta? sempre, prestate l'orecchio anche al mondo anche quando il mondo non pretende di fare da maestro però prestate l'orecchio al mondo come ha fatto Gesù.
    L'ordine del giorno delle nostre discussioni ce lo deve porre il mondo, con i suoi problemi, con le sue realtà con le sue difficoltà. Io vi auguro che quando venite qui dentro, miei cari fratelli, possiate trovare tanta pace; possiate trovare soprattutto tanta forza, di modo che scavalcata quella soglia possiate andare in mezzo alle vostre case, alle piazze, ai problemi della vita, della politica, degli affari, dei soldi, dei sindacati...possiate andare portando una parola di speranza agli altri, a tutti coloro che vi accostano, con umiltà - và detto - senza darla ad intendere che voi la "la sapete lunga".
    Ecco mi sembra che questa simbologia, caratterizzata anche da una costruzione sorta in piccolo spazio, ma no, ma no...la Chiesa non deve cercare spazi per celebrare le sue apoteosi numeriche: la Chiesa deve celebrare piuttosto la sua capacità di penetrare nell'interno delle coscienze per modificarle, per provocare conversioni, per provocare cambi.
    E siate accoglienti. Vedete: quanta gente è entrata - io vi ho visto - mentre così entravate qui in chiesa e siccome seduto non vedevo questa zona qui, dico "ma dove si mette?", mi sembrava un sacco che non finiva mai questa...
    Ecco, una Chiesa che accoglie. Una Chiesa che si riempie, una Chiesa che si rigonfia.Che la domenica celebra proprio questa pienezza, questo "pleroma" - qualcuno che sa il greco sa anche a che cosa voglio alludere - La Chiesa, questa Chiesa che la domenica celebra la pienezza e poi finalmente si sgonfia, come un grembo materno, perchè i figli che qui dentro sono stati generati, e coltivati e cresciuti, alimentati, possano andare fuori poi nel mondo con questa nuova nascita; andare nel mondo e portare tanta pace e tanta luce.
    Ma, tutto il resto - miei cari fratelli - apparterrebbe alla sacra eloquenza, che io ve lo risparmio."
    W don Tonino!!!!!!!!!!!!!!!!!!!