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se mi capiterà se avrò tempo se mi sarà possibile dal momento che adesso faccio un lavoro che mi prende tutta quanta la giornata in quanto sono un dirigente scolastico
Mi interesserebbe sapere dove esattamente Petrarca dice "Dante è il mio maestro". Se non sbaglio, parla apertamente di Dante solo nella Famigliare XXI 11.
Ti cito qui sotto alcuni passi della Lettera a Giovanni da Certaldo in cui Petrarca sottolinea ciò che lo lega a Dante Alighieri e ciò che lo distingue da lui. Il nonno e il padre di Petrarca subirono, come Dante, la condanna all’esilio e si rassegnarono alla sorte; il grande poeta, invece, non volle mai chinare il capo e per questo Petrarca afferma di nutrire per lui una grande ammirazione: Visse col mio nonno e con mio padre, più giovane del primo, più vecchio del secondo, col quale nel medesimo giorno e da una stessa tempesta civile fu cacciato dalla patria. Spesso tra compagni di sventura nascono grandi amicizie; e questo accadde anche tra loro, che oltre alla fortuna avevano in comune l’ingegno e gli studi, se non che all’esilio, al quale mio padre ad altre cure rivolto e pensoso della famiglia si rassegnò, egli si oppose ed agli studi con maggiore ardore si consacrò, di tutto incurante e sol di gloria desideroso. E in questo non saprei abbastanza ammirarlo e lodarlo; poiché non l’ingiuria dei concittadini, non l’esilio, non la povertà, non gli attacchi degli avversari, non l’amore della moglie e dei figliuoli lo distrassero dal cammino intrapreso. Petrarca non ha studiato gli scritti di Dante perché voleva crearsi uno stile proprio, senza subire l’influenza di alcun grande maestro: L’altra calunniosa accusa che mi si fa è che io, che fin da quella prima età in cui avidamente si coltivano gli studi, mi compiacqui tanto di far raccolta di libri, non abbia mai ricercato il libro di costui…Confesso che è così… temevo che, se mi fossi dedicato alla lettura degli scritti suoi o di qualcun altro, non mi accadesse, in un’età così pieghevole e proclive all’ammirazione, di diventare volente o nolente un imitatore. Da questo nella baldanza del mio animo giovanile io aborrivo, e tanta era in me la fiducia o meglio l’audacia, da credere di potere col mio ingegno e senza l’aiuto di alcuno crearmi uno stile proprio e originale. La poesia di Dante, scritta in volgare, viene recitata soprattutto da persone ignoranti che la imbrattano e la deturpano. Questo è un rischio che Petrarca non vuol correre per i suoi versi: Per quel che mi riguarda, io l’ammiro e l’amo, non lo disprezzo e credo di potere sicuramente affermare che se egli fosse vissuto fino a questo tempo, pochi avrebbe avuto più amici di me… e al contrario, che a nessuno sarebbe stato più in odio che a questi sciocchi lodatori, che non sanno mai né perché lodano né perché biasimano, e facendogli la più grave ingiuria che si possa fare ai poeti, sciupano e guastano, recitandoli, i suoi versi. Ma non posso fare altro di lamentarmi e disgustarmi che il bel volto della sua poesia venga imbrattato e sputacchiato dalle loro bocche; e qui colgo l’occasione per dire che fu questa non ultima cagione ch’io abbandonassi la poesia volgare a cui da giovane m’ero dedicato; poiché temei che anche ai miei scritti non accadesse quel che vedevo accadere a quelli degli altri e specialmente di quello di cui parlo.... E i fatti dimostrano che i miei timori non furono vani, poiché quelle stesse poche poesie volgari, che giovanilmente mi vennero scritte in quel tempo, sono continuamente malmenate dal volgo, sì che ne provo sdegno, e odio quel che un giorno amai. Petrarca apprezza Dante, tuttavia ritiene che scriva meglio in volgare piuttosto che in latino: Tu mi crederai se ti giuro che mi piace l’ingegno e lo stile di quel poeta, e che di lui io non parlo mai se non con gran lode. Questo solo ho risposto a chi con più insistenza me ne domandava, che egli fu un po’ disuguale, perché è più eccellente negli scritti in volgare che non in quelli in poesia e in prosa latina; e questo neppur tu negherai, né vi sarà alcun critico di buon senso che non veda che ciò gli torna a lode e gloria.
Luigi Gaudio Beh, questa è appunto la lettera che ho citato (Familiares, XXI 11), scritta dopo che Boccaccio gli aveva inviato una Commedia (l'attuale Vat.lt.3189). Ma è una lettera ambigua: Petrarca da un lato esalta Dante, ma sempre limitandolo. Non mi risulta che altrove Petrarca faccia una valutazione di Dante. Anzi, Dante nell'opera di Petrarca passa abbastanza sotto silenzio (a fronte di moltissime riprese, ovviamente), non direi proprio che in qualche punto Petrarca lo proclami suo maestro.
Dante : mistilinguismo, Petrarca: classicismo direi! Petrarca è appassionato della lingua è un filologo! Dante vedeva l ' amore per la donna come "mezzo" per raggiungere Dio, per Petrarca l' amore è passione che allontana da Dio .
Per favore puoi fare un confronto tra Dante e Petrarca: 1-Le caratteristiche della loro poesia 2-le tematiche trattate nelle loro opere (differenze e affinita`) 3-la donna secondo i due poeti e la differenza tra l'amore di Dante per Beatrice e l'amore di Petrarca per Laura Per favore rispondi perché è un'attività universitaria che devo consegnare in due giorni🥲🙏
Il migliore tra tutti i video che o guardato fino ad ora
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Complimenti per tutte le riflessioni che stimola a fare.
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veramente belli questi video! peccato averli trovati solo ora
+Alessia Pizzirani :)
Veramente bel video, spiegazioni più che approfondite, complimenti, e soprattutto grazie mille!
😊 mi fa piacere leggere soprattutto questi commenti
un video molto utile, grazie davvero mi sono fatto due appunti mentre lei raccontava...bello bello il video
Così si fa! 😊
Grazie! Molto bello e approfondito
😊😊😊
si sente male
mi spiace, problemi tecnici
Luigi Gaudio no tranquillo era solo per dire che non si Sentiva troppo bene
Davvero utile questo video
🖐😀💓👍
21:00 ma ti sei inaczzato fra???
un pochino sì
E' UN GRAN PIACERE ASCOLTARE LE SUE LEZIONI.
BENE !!!!
Utilissimo, perché non fa anche il confronto tra Dante e Boccaccio e tra Boccaccio e Petrarca ?
se mi capiterà se avrò tempo se mi sarà possibile dal momento che adesso faccio un lavoro che mi prende tutta quanta la giornata in quanto sono un dirigente scolastico
Mi interesserebbe sapere dove esattamente Petrarca dice "Dante è il mio maestro". Se non sbaglio, parla apertamente di Dante solo nella Famigliare XXI 11.
Ti cito qui sotto alcuni passi della Lettera a Giovanni da Certaldo in cui Petrarca sottolinea ciò che lo lega a Dante Alighieri e ciò che lo distingue da lui.
Il nonno e il padre di Petrarca subirono, come Dante, la condanna all’esilio e si rassegnarono alla sorte; il grande poeta, invece, non volle mai chinare il capo e per questo Petrarca afferma di nutrire per lui una grande ammirazione:
Visse col mio nonno e con mio padre, più giovane del primo, più vecchio del secondo, col quale nel medesimo giorno e da una stessa tempesta civile fu cacciato dalla patria. Spesso tra compagni di sventura nascono grandi amicizie; e questo accadde anche tra loro, che oltre alla fortuna avevano in comune l’ingegno e gli studi, se non che all’esilio, al quale mio padre ad altre cure rivolto e pensoso della famiglia si rassegnò, egli si oppose ed agli studi con maggiore ardore si consacrò, di tutto incurante e sol di gloria desideroso. E in questo non saprei abbastanza ammirarlo e lodarlo; poiché non l’ingiuria dei concittadini, non l’esilio, non la povertà, non gli attacchi degli avversari, non l’amore della moglie e dei figliuoli lo distrassero dal cammino intrapreso.
Petrarca non ha studiato gli scritti di Dante perché voleva crearsi uno stile proprio, senza subire l’influenza di alcun grande maestro:
L’altra calunniosa accusa che mi si fa è che io, che fin da quella prima età in cui avidamente si coltivano gli studi, mi compiacqui tanto di far raccolta di libri, non abbia mai ricercato il libro di costui…Confesso che è così… temevo che, se mi fossi dedicato alla lettura degli scritti suoi o di qualcun altro, non mi accadesse, in un’età così pieghevole e proclive all’ammirazione, di diventare volente o nolente un imitatore. Da questo nella baldanza del mio animo giovanile io aborrivo, e tanta era in me la fiducia o meglio l’audacia, da credere di potere col mio ingegno e senza l’aiuto di alcuno crearmi uno stile proprio e originale.
La poesia di Dante, scritta in volgare, viene recitata soprattutto da persone ignoranti che la imbrattano e la deturpano. Questo è un rischio che Petrarca non vuol correre per i suoi versi:
Per quel che mi riguarda, io l’ammiro e l’amo, non lo disprezzo e credo di potere sicuramente affermare che se egli fosse vissuto fino a questo tempo, pochi avrebbe avuto più amici di me… e al contrario, che a nessuno sarebbe stato più in odio che a questi sciocchi lodatori, che non sanno mai né perché lodano né perché biasimano, e facendogli la più grave ingiuria che si possa fare ai poeti, sciupano e guastano, recitandoli, i suoi versi. Ma non posso fare altro di lamentarmi e disgustarmi che il bel volto della sua poesia venga imbrattato e sputacchiato dalle loro bocche; e qui colgo l’occasione per dire che fu questa non ultima cagione ch’io abbandonassi la poesia volgare a cui da giovane m’ero dedicato; poiché temei che anche ai miei scritti non accadesse quel che vedevo accadere a quelli degli altri e specialmente di quello di cui parlo.... E i fatti dimostrano che i miei timori non furono vani, poiché quelle stesse poche poesie volgari, che giovanilmente mi vennero scritte in quel tempo, sono continuamente malmenate dal volgo, sì che ne provo sdegno, e odio quel che un giorno amai.
Petrarca apprezza Dante, tuttavia ritiene che scriva meglio in volgare piuttosto che in latino:
Tu mi crederai se ti giuro che mi piace l’ingegno e lo stile di quel poeta, e che di lui io non parlo mai se non con gran lode. Questo solo ho risposto a chi con più insistenza me ne domandava, che egli fu un po’ disuguale, perché è più eccellente negli scritti in volgare che non in quelli in poesia e in prosa latina; e questo neppur tu negherai, né vi sarà alcun critico di buon senso che non veda che ciò gli torna a lode e gloria.
Luigi Gaudio Beh, questa è appunto la lettera che ho citato (Familiares, XXI 11), scritta dopo che Boccaccio gli aveva inviato una Commedia (l'attuale Vat.lt.3189). Ma è una lettera ambigua: Petrarca da un lato esalta Dante, ma sempre limitandolo.
Non mi risulta che altrove Petrarca faccia una valutazione di Dante. Anzi, Dante nell'opera di Petrarca passa abbastanza sotto silenzio (a fronte di moltissime riprese, ovviamente), non direi proprio che in qualche punto Petrarca lo proclami suo maestro.
ok
Luigi Gaudio sad, vero sad
Olena Igorivna Davydova porco dio ne sai più te di sto pelato ahahah
Davvero un video ben fatto.
+Sebastiano Mosti :-)
grazieee
complimenti molto interessante
+La Cultur :) grazie: è solo la registrazione di una lezione in classe terza liceo
Dante : mistilinguismo, Petrarca: classicismo direi! Petrarca è appassionato della lingua è un filologo! Dante vedeva l ' amore per la donna come "mezzo" per raggiungere Dio, per Petrarca l' amore è passione che allontana da Dio .
Ottimo contributo, grazie!
Bel video spero di prendere un buon voto all'interrogazione
Speriamo
Ma pk a volte urli a caso
Può darsi che accada qualcosa in classe .
Per favore puoi fare un confronto tra Dante e Petrarca:
1-Le caratteristiche della loro poesia
2-le tematiche trattate nelle loro opere (differenze e affinita`)
3-la donna secondo i due poeti e la differenza tra l'amore di Dante per Beatrice e l'amore di Petrarca per Laura
Per favore rispondi perché è un'attività universitaria che devo consegnare in due giorni🥲🙏
Sono egiziana ,puoi aiutarmi?
Tutto quello che potevo fare l'ho fatto con questo video che hai già visto
Ma letteralmente e il video sopra
Non deludi mai, esaudisci ogni mio desiderio più profondo. Mi stai trascinando verso un voto fantastico a scuola e te ne sono infinitamente grato.
Grazie. Davvero un commento incoraggiante per me. ❤️
Prega che sto video fatto col culo mi faccia passare sta verifica del cazzo
Matteo Giannetta ahahhahahah
@@engma8991 guarda che alla fino sono passato quindi top